Indice Capitolo 1. Comportamento e Azione (M.C. Federici) ........ 1 Capitolo 2. Le Azioni non logiche – I residui (M.C. Federici) .................................................................... 23 Capitolo 3. Il mito virtuista e la letteratura immorale: un esempio di protesta contro l’ipocrisia del suo tempo (M.C. Federici) .................................................................... 33 Capitolo 4. Verso una teoria evoluzionista della conoscenza (M.C. Federici) .................................................................... 39 Capitolo 5. L’attuale stagione culturale: scrigno di nuovi orizzonti di senso (M.C. Federici) .................................... 51 Capitolo 6. Lo spettacolo: le azioni non logiche (R. Federici) ......................................................................... 57 Capitolo 7. L’azione creativa nel cinema:di Sharunas Bartas e Stanley Kubrick (R. Federici) ......................................... 69 Capitolo 8. Il nuovo concetto di creatività nello spettacolo digitale ed interattivo (R. Federici) .................................. 85 Conclusioni ............................................................................... 95 Appendice I – V. Pareto: Il mito virtuista e la letteratura immorale ................................................. 101 Introduzione ............................................................................. 103 Scheda di lettura (a cura di Stefano Fanini) ............................ 111 Il mito virtuista ........................................................................ 115 Appendice II – Glossario e Bibliografia essenziale ........... 273 Glossario ................................................................................... 275 Bibliografia essenziale .............................................................. 285 Capitolo 1. Comportamento e Azione Prima di introdurre il pensiero sociologico sull’azione di Pareto è importante definire il termine azione, l’azione viene collegata solo all’uomo e non agli animali, perché presuppone un’intenzionalità interna, sicuramente un momento attivo della coscienza. «L’uomo è l’essere che può dire no»: all’istinto si sostituisce un’insieme di valori e di norme che orientano l’agire. Nella prima fase del suo sviluppo, la teoria sociale ha ricondotto l’azione al “fare”, l’immagine strumentale dell’azione, piuttosto che il suo essere espressione di sentimenti: «il soggetto è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile» (Scheler). Le due posizioni teoriche principali che hanno cercato di chiarire la complessità della società sono state quella utilitaristica e quella behavioristica, a cui fanno specchio quella individualista e quella olista. La prima ha riportato ogni forma di agire a una struttura naturale di bisogni, sottovalutando però la dimensione culturale influente nella formazione degli individui. Bernard Williams scrisse che questa teoria «mostra una forte tendenza ad esemplificare», che «consiste in un corredo troppo povero di pensieri e di sentimenti per avere a che fare col mondo così come realmente è». Il Behaviorismo è apparso ancora più riduttivo, in quanto si è interessato solo del comportamento e non dell’azione, e sicuramente l’esclusione di ogni riferimento all’intenzionalità e la riduzione dell’agire ai comportamenti animali. –1– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo Parsons, con la sua teoria volontaristica, si è voluto collocare tra le due teorie, ponendo l’accento sul fatto che le decisioni dell’attore sociale non sono solo spinte da interessi ma anche dalla volontà, così da riconoscere una certa autonomia all’individuo rispetto alla situazione in cui si trova. In Parsons l’attore sociale è debitore della teoria Paretiana dell’azione. Secondo Gehlen la riflessione sul “se” porta a fermare l’immediatezza istintuale e a rielaborare attraverso un sistema di significati simbolici (mediazione simbolica), sostituendo così un insieme di norme e regole, facenti parte della cultura, che orientano l’agire. Ci sono stati molti tentativi contemporanei di teorie razionalistiche dell’agire: se gli attori sociali seguono schemi razionali universali potranno essere studiati e calcolati in modo matematico, con un’analisi scientifica. Ma se, allo stesso tempo, si formula l’ipotesi che sia l’individuo a valutare le situazioni e a compiere una scelta, allora entra in campo l’individualismo, in presenza di uomo come centro di bisogni correlati con oggetti che provocano piacere e dolore. Polahyi induce a pensare al cibo come una “necessità animale”, non come un bisogno umano, ma «ogni bisogno umano di cibo è già una determinazione culturale dell’oggetto nutritivo, unito a un progetto e a una coscienza sociale di esso». La soggettività fa entrare in gioco l’imprevedibilità dell’azione, che non vuole di certo ignorare Max Weber e la sua lettura dei fenomeni sociali in chiave storico-culturale. Rudiger Bubner, in un suo riassunto del pensiero sociologico riguardo all’azione scrive che: «… Il termine sostituito al concetto di azione è sempre senso, per quanto si intendano con esso, di caso in caso, cose completamente diverse». “Senso” nel significato hegeliano del termine, come spirito oggettivo (insieme dei valori culturali all’interno di una società), in questa prospettiva, è utilizzato da Max Weber che –2– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo parla di “spirito” di un’epoca e di tipi ideali dell’agire, introducendo ciò che è il senso intenzionato e le componenti culturali che lo determinano. La difficoltà di affrontare il tema dell’azione sociale nella società postmoderna deriva anche dal fatto che “coscienza” e “soggetto” sono concetti permeati dalla crisi ontologica dell’io. 1.1 Azioni logiche e non logiche Pareto, influenzato dal relativismo scientifico, tenta di applicare i metodi conseguiti dalle scienze naturali alla scienza sociale anche se evita di approdare ad una concezione dell’uomo riduzionista che considera solo il suo aspetto meccanicistico. Rifiutando sia la visione idealistico-immanentistica sia quella scientifico-positivistica, egli modifica i modelli usati dalla psicologia sperimentale, dalla fisica e dalla biologia. Per quanto riguarda la psicologia sperimentale, Pareto considera come oggetto di studio le credenze, le dottrine che l’uomo ha elaborato nel corso del tempo. Che cos’è l’azione per Pareto? L’azione è analizzata come il risultato dei fenomeni relativi alla vita degli uomini nei loro rapporti considerati sia a livello soggettivo sia a livello oggettivo. Le azioni concrete, sintetiche, sono, quindi, il risultato della somma dei fenomeni sociali. Ogni fenomeno sociale, dice Pareto, può essere considerato sotto due aspetti: ciò che realmente è (aspetto oggettivo) e ciò che si presenta allo spirito di determinati uomini (aspetto soggettivo). In realtà questi due aspetti sono entrambi soggettivi perché l’uomo fa una classificazione secondo le competenze che possiede e non tutti hanno le stesse conoscenze. Pareto sostiene che il livello inconscio dell’uomo si manifesta attraverso le teorie che egli stesso elabora e che, per studiarlo, è necessario partire proprio da queste teorie. –3– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo Per comprendere l’elemento non empirico si analizza l’azione umana vista come il risultato di una determinata interpretazione della realtà racchiusa in un sistema simbolico. La realtà, i fenomeni sociali hanno un duplice aspetto perché, da un lato c’è il fenomeno in sé, dall’altro c’è l’immaginazione. Bisogna perciò considerare anche come appare il fenomeno all’individuo. Per questo motivo non è importante analizzare il fatto in sé ma il rapporto che l’uomo stabilisce con il fatto. L’Autore ha tentato di analizzare sociologicamente l’azione fornendo un’alternativa alla sociologia di Durkheim. Sia Sorel, sia Vico e sia Weber avevano tentato di centrare l’analisi sull’individuo. Si può conoscere l’uomo solo quando si colgono i processi che questo mette in atto costruendosi un certo tipo di immagine del mondo e la collega alle relazioni che esso stabilisce con la conoscenza scientifica (oggettiva). Sul piano della conoscenza scientifica si può contrapporre verità ad errore perché le ipotesi possono essere smentite nel momento in cui ci si scontra con il reale; sul piano conoscitivo la verità di un’immagine si dimostra nel momento in cui questa appaga i bisogni e gli istinti. L’Autore sostiene che dal punto di vista oggettivo esistono due tipi di azioni che l’uomo può compiere: l’azione logica che unisce i mezzi al fine, risultato di un ragionamento verificabile e l’azione non logica che si origina nel sentimento, nelle pulsioni, nell’istinto ecc. Nell’azione logica vi è una perfetta corrispondenza tra percezione soggettiva e realtà oggettiva. Dal punto di vista soggettivo tutte le azioni sono logiche proprio perché l’individuo ritiene che ciò che fa sia logico; ma dal punto di vista oggettivo non tutte le azioni sono logiche perché molte volte il fine perseguito non coincide con quello ottenuto, es.: i marinai greci offrivano sacrifici a Poseidone prima di imbarcarsi per avere la benevola neutralità del Dio del Mare. –4– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo L’azione non logica che ha origine da un determinato stato psichico: sentimenti, emozioni, pulsioni ecc., può essere un’azione quotidiana, che si compie per abitudine; azioni che hanno un fine soggettivo che non corrisponde ad un fine oggettivo; azioni a cui si attribuiscono fini logici che in realtà non esistono; azioni di tipo fisiologico-istintivo; azioni a cui manca un fine soggettivo pur essendoci un fine oggettivo. Le azioni non logiche sono determinate meccanicamente, mosse da cause di cui il soggetto non è consapevole. Nelle azioni non logiche sono presenti i residui (istinti) e le derivazioni (procedimenti che tendono a trasformare l’azione non logica in azione logica). Queste due classi sono differenti si considerino sotto l’aspetto oggettivo o sotto quello soggettivo. L’aspetto soggettivo ha molta importanza nei fenomeni sociali anche perché gli uomini operano seguendo le loro credenze senza tener conto del dato oggettivo. Per “stato psichico” si intende un’«entità ipotetica», un’azione estranea ad elementi logici sia dal punto di vista degli atti, non adeguati ai fini, sia dal punto di vista linguistico: si elaborano teorie non dimostrabili e quindi non scientifiche. Pareto divide gli atti di culto da altri atti, mettendo in rilievo la distinzione tra le azioni rituali e quelle che hanno una rilevanza intrinseca. Gli atti di culto sono influenzati dall’ambiente circostante mentre le espressioni linguistiche sono la manifestazione dello stato psichico. Supponiamo che esista un ipotetico stato psichico A che sia connesso con degli atti B, i soli che si possono osservare. Negli uomini lo stato psichico A non si manifesta solo per mezzo degli atti B ma anche per mezzo di espressioni C di sentimenti che si sviluppano tramite teorie, dottrine, credenze. Gli uomini hanno la tendenza a trasformare le azioni non logiche in azioni logiche per questo credono che B sia un effetto della causa C. Si stabilisce quindi un rapporto CB invece del rapporto diretto AB, AC. Molti uomini tendono a non –5– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo voler compiere un’azione B (rapporto AB) per questo creano una teoria C su quel determinato atto che non vogliono compiere (rapporto AC). Questi tre elementi sono strettamente connessi tra di loro e si influenzano a vicenda. Per esempio l’esistenza della teoria C agisce sullo stato psichico A modificandolo, gli fa prendere coscienza,ad es., di non poter svolgere l’azione B, quindi per via indiretta C agisce su B seguendo lo schema: C, A, B. Non bisogna giudicare il valore sociale di una religione considerando solo il valore logico della sua teoria. La proposizione: «questo popolo agisce così perché crede in ciò» è erronea in quanto si dovrebbe dire: «il popolo crede a ciò perché agisce così». Gli uomini si accorgono di certe assurdità e quindi modificano le loro teorie C e le loro azioni D perché è lo stato psichico A che è mutato. Le credenze e le azioni non sono indipendenti, fanno parte di uno stesso insieme; non dipendono l’uno dall’altro ma dipendono entrambi dalla stato psichico A. Noi non conosciamo direttamente A ma alcune sue manifestazioni quali C e D ed è proprio da queste che dobbiamo partire per arrivare alla conoscenza di A. È noto che gli uomini tendono a procedere dal concreto all’astratto e che la facoltà d’astrazione cresce con lo sviluppo della civiltà; ecco perché nelle civiltà primitive come quella dei barbari l’immaginazione era una pratica che non si utilizzava. Ad esempio gli dèi sono stati creati con lo scopo di spiegare fenomeni naturali che al tempo erano inspiegabili. Su questo tema Pareto ha una posizione di pensiero diversa rispetto a Nietzsche e a Freud. All’inizio del ‘900 il tema della presenza dell’irrazionale nell’agire umano si diffonde e Pareto si cimentò nella lettura delle opere di Bountroux, di Bergson e di James. Vari autori di questo periodo si interessano delle opere di Pareto e ana–6– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo lizzano anche il suo rapporto con la psicologia sperimentale. MC Dougall nell’opera Pareto as a psychologist sostiene che il Sociologo ha avuto il grande merito di individuare la presenza di azioni non logiche accanto a quelle logiche nella mente umana ma non le ha considerate come fonte di qualsiasi altra attività pensando, da uomo di scienza, che l’uomo possegga un intelletto che lavora autonomamente da questi fattori dinamici. 1.2 Residui e derivazioni Pareto analizza alcune delle teorie che si riferiscono a fatti sociali importanti, quali la religione, la morale, il diritto e in particolare il diritto naturale. A partire dalle teorie del Grozio, evidenzia come queste teorie: a. abbiano un linguaggio oscuro e impreciso; b. definiscano l’ignoto con l’ignoto; c. sono costituite da una miscellanea di teoremi e definizioni che non dimostrano; d. non cercano la verità ma la persuasione. Inoltre distingue una parte (a) relativamente costante e una (b) variabile di queste teorie; la parte (a) è il principio che esiste nella mente dell’uomo, la parte (b) le deduzioni di questo principio. In questo modo Pareto, nell’analizzare le azioni non logiche, compie una nuova separazione, distingue una parte (a) costante, istintiva, non logica, espressione di istinti e dei sentimenti dell’uomo e una parte (b) deduttiva che mira a spiegare, giustificare la prima ed è la manifestazione del bisogno di logica che ha l’uomo. La parte (a), costante, rappresenta i residui e la parte (b), variabile, le derivazioni. I residui e le derivazioni sono le categorie fondamentali per l’interpretazione delle azioni uma- –7– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo ne e delle loro manifestazioni verbali elaborate da Pareto nel Trattato di sociologia generale (1916). Esempio 1: La religione cristiana comprende il battesimo. Esso serve per togliere il peccato originale. Anche i pagani usavano l’acqua lustrale per le purificazioni, alcuni popoli usano sangue ed altre materie. Inoltre esistono rituali simili che conseguono scopi differenti. Il fenomeno presenta una parte (a) costante, il sentimento secondo il quale tramite certe pratiche viene ristabilita l’integrità dell’individuo, e una variabile (b) costituita delle spiegazioni riguardanti i riti e la varietà dei mezzi. Esempio 2: Molte civiltà credono di poter provocare o allontanare le tempeste. Esaminiamo così una parte (a) costante che consiste nell’istinto che spinge a credere a certi riti o all’esistenza di una divinità che con mezzi variabili (b) interviene sui fenomeni atmosferici. Esempio 3: Secondo i cattolici il venerdì è un giorno di cattivo augurio, a causa della passione di Cristo. Per i romani il 18 luglio era di cattivo augurio in quanto ricorrenza della perduta battaglia dell’Allia. Il sentimento che fa considerare di cattivo augurio un giorno che ricorda un avvenimento negativo è la parte (a), costante, i giorni che variano da cultura a cultura costituiscono la parte (b), variabile. L’idea di attribuire il contenuto concreto delle azioni umane in parte ai residui e in parte alle derivazioni, si colloca all’incrocio di due importanti correnti del pensiero europeo della seconda metà del XIX secolo e dei primi decenni del XX. Il pensiero di Pareto rappresenta una novità per la sociologia, egli infatti distingue un livello profondo dell’animo umano, in cui risiedono la volontà reale, i desideri ultimi, i sentimenti più vitali; e un livello relativamente superficiale di ragionamenti, ideali, propositi più o meno illusori. Questa rifles–8– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo sione circa una rottura epistemologica dell’io si afferma sia nella letteratura sia nella filosofia, tanto in psicologia come nel pensiero politico e sociale. La volontà di Schopenauer, le forze del Diòniso nietzschiano, l’inconscio di Freud sono le forze reali che governano la condotta dell’uomo e il corso della storia; l’idea, il pensiero, le visioni apollinee, la coscienza non sono che coperture, meccanismi di difesa, razionalizzazioni. La sociologia di Pareto, quindi, a differenza dell’economia politica, non cercherà più di leggere le azioni logiche ma i sistemi continuamente mutevoli di connessioni e interdipendenze tra azioni logiche e azioni non logiche. Le parti che Pareto chiama residui rappresentano la sfera istintuale ma anche ciò che residua dall’azione di controllo logico che l’individuo esercita sugli stessi istinti, ciò significa che l’individuo non può essere inteso in senso meccanicistico o razionalistico come un essere nel pieno controllo dei sentimenti, delle emozioni e degli istinti. Nel Trattato i residui vengono divisi in sei classi, ciascuna delle quali, tranne l’ultima, comprende più generi che a loro volta sono suddivisi in specie. Classe I. Istinto delle combinazioni: la tendenza a stabilire relazioni tra fenomeni e tra cose, tra eventi simili ed opposti. Comprende i seguenti generi: Combinazioni in generale; combinazioni di cose simili ed opposte: somiglianza ed opposizione in generale; cose rare ed avvenimenti eccezionali; cose ed avvenimenti terribili; stato felice unito a cose buone, stato infelice unito a cose cattive. Operazione misteriosa di certe cose e di certi atti: operazioni misteriose in generale; nomi vincolati misteriosamente alle cose. Bisogno di unire i residui; bisogno di sviluppi logici, fede nell’efficacia delle combinazioni. Questi residui rappresentano la base da cui nascono i processi di innovazione e quelli di ristrutturazione dell’ambiente sociale dell’uomo; anche la scienza è un prodotto di questo residuo. –9– Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo Classe II. Persistenza degli aggregati: la resistenza al mutamento che oppongono tutte le relazioni in atto, tra individui come tra le classi, tra le idee, tra i vivi e i morti, tra le forme e le figure linguistiche. Comprende i seguenti generi: persistenza delle relazioni di un uomo con altri uomini e con luoghi: relazioni di famiglia e di collettività affini; relazioni con luoghi; relazioni tra classi sociali; persistenza delle relazioni dei viventi coi morti; persistenza delle relazioni di un morto e delle cose che erano sue mentre era in vita; persistenza di una astrazione; persistenza delle uniformità; sentimenti trasformati in realtà oggettive; personificazioni; bisogno di nuove astrazioni. Il ruolo di questi residui è quello di garantire la stabilità nella realtà sociale. Classe III. Bisogno di manifestare con atti esterni i sentimenti: include i residui che si connettono a manifestazioni esterne di sentimenti profondi. Comprende i seguenti generi: bisogno di operare mediante combinazioni; esaltazione religiosa. Questi residui spingono gli attori a lasciare prove della loro esistenza. Classe IV. Residui in relazione alla socialità: vi rientrano la pietà come la crudeltà, la ripugnanza per la sofferenza, l’inclinazione a far partecipare gli altri ai propri beni, il sentimento della gerarchia, il bisogno di essere approvati dalla società. Comprende i seguenti generi: società particolari; bisogno di uniformità: uniformità ottenuta operando su sé stessi; uniformità imposta agli altri; neofobia. Pietà e crudeltà: pietà di sé riflessa sugli altri; ripugnanza istintiva per la sofferenza; ripugnanza ragionata per le sofferenze inutili. Imporre a sé un male per il bene altrui: esporre la vita; fare parte altrui dei beni propri. Sentimenti di gerarchia: sentimenti dei superiori; sentimenti degli inferiori; bisogno dell’approvazione della collettività. È ancora più importante per Pareto il – 10 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo genere che si riferisce alle manifestazioni dei residui tendenti a far parte altrui dei beni propri, si osservano negli individui della classe dominante che si pongono a capo di fazioni popolari per raggiungere scopi personali. Questi residui sono portatori di particolari forme di solidarietà e rappresentano il punto di partenza dell’attività politica. Al manifestarsi di questi residui si deve l’esistenza delle società umane. In questa classe è importante il genere della gerarchia poiché permette la divisione in classi sociali. Classe V. Integrità dell’individuo e delle sue dipendenze: consiste nel desiderio che gli uomini hanno di difendere e di prendersi cura di sé stessi e delle proprie cose e si esprime nelle azioni intese a restituire la sacralità ad un luogo profanato, a riparare un offesa, a fare in qualche modo giustizia. Comprende i seguenti generi: Sentimenti che contrastano con le alterazioni dell’equilibrio. Sentimenti di uguaglianza degli inferiori. Restauro dell’integrità con operazioni attinenti ai soggetti che hanno patito l’alterazione: soggetti reali, soggetti immaginari o astratti. Restauro dell’integrità con operazioni attinenti a chi l’ha offesa: offensore reale; offensore immaginario. Questi residui riguardano la necessità per l’individuo di difendere il proprio “io” inteso non come essere biologico ma come istituzione sociale. Ai residui di questa classe appartiene un genere, quello relativo all’uguaglianza, che riguarda l’attività politica. Del sentimento di uguaglianza si servono le persone che vogliono «sottrarsi a disuguaglianze ad esse contrarie e istituirne di nuove a loro favore». Classe VI. Residuo sessuale: consiste in sentimenti che scaturiscono dall’istinto sessuale. Le sei classi di residui non sono tutte sullo stesso piano: il primato spetta di gran lunga alle prime due, come capacità e frequenza nel determinare le azioni umane. Istinto delle combinazioni e tendenza alla persistenza degli aggregati non sono inoltre distri- – 11 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo buiti in modo omogeneo tra gli individui e le classi; i primi tendono a concentrarsi soprattutto tra coloro che Pareto chiama “speculatori”, cioè gli imprenditori, gli ambiziosi, gli arrivisti, i riformatori moderati e radicali; i secondi sono coloro che in ogni campo rappresentano i conservatori (1). La parte (b) è costituita dalle derivazioni. Con tale espressione Pareto vuole riferirsi al particolare ruolo di influenza o anche di distorsione che sulle scelte e sulle azioni individuali vanno a svolgere con particolare intensità le giustificazioni ex post che gli individui danno alle loro azioni, quando devono giustificare lo scostamento delle azioni concrete dai modelli logici in cui esse sono rappresentate. Pareto individua la particolare funzione di occultamento e di mascheramento della realtà che compiono le ideologie, le giustificazioni logiche nei confronti di comportamenti di tipo non logico che scaturiscono da sentimenti, da interessi o da altri fattori opportunistici. Le derivazioni sono il sintomo del bisogno che ha l’uomo di sviluppi logici, di stendere un velo, di nascondere con una maschera verbale la nudità impudica delle azioni non logiche. Se questo bisogno si appagasse solo con i ragionamenti logici allora si otterrebbero teorie logiche ma il bisogno di ragionamento dell’uomo si appaga anche con discorsi persuasivi, parole che muovono i sentimenti e ragionamenti non logici, così nascono le derivazioni. Lo scopo della derivazione è quasi sempre presente alla coscienza dell’attore che la esprime ma è sconosciuta per chi la ascolta. Le derivazioni comprendono alcuni ragionamenti usati per convincere e persuadere, che possono essere esaminati in relazione al loro stato di persuasività e al loro stato di utilità. Lo status di persuasività è determinato dall’abilità di convincimento basata sull’incontro dei sentimenti tra chi parla e chi ascolta. Pareto nota come la maggioranza degli uomini si lasci persuadere dai sentimenti piuttosto che dai discorsi logici o dai risultati dell’esperien– 12 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo za. Nei Systèmes Socialistes l’Autore presenta la sua interpretazione critica del marxismo, concludendo che: «grande è l’influenza che le idee di Marx hanno esercitato nel trascinare gli uomini verso una determinata direzione (…). L’autore sa parlare agli operai il linguaggio del loro interesse, è un amico che li tratta da uomini, non un pedagogo che li tratta da fanciulli». Va considerata infine la forza di persuasione della stampa di opinione per cui i giornali non acquistano consensi per virtù propria ma in relazione ai tipi di residui di cui sono propagatori. Pareto dichiara l’esistenza di una “falsa coscienza” accusando gli intellettuali che mettono proficuamente i propri servigi a disposizione dell’offerta più vantaggiosa o i chierici che prostituiscono le proprie idee alla propaganda del partito. Le derivazioni sono divise in quattro classi: Classe I. Affermazione: comprende le semplici narrazioni, le affermazioni di un fatto, le affermazioni di accordo con sentimenti, espresse non come tali ma in modo assoluto, assiomatico, dottrinale. Classe II. Autorità: argomento idoneo a dimostrare o a rafforzare la dimostrazione di una tesi. Discorso di coloro i quali nutrono i sentimenti che rendono accettabili discorsi fondati sull’autorità. Classe III. Accordo con sentimenti o con principi: accordo tra chi esprime la derivazione e chi ascolta. Tale accordo con sentimenti o principi si vorrebbe universale, di tutti gli uomini. Alla base di ogni tipo di discorso persuasivo ci sono interessi individuali (discorso che ha lo scopo di persuadere un individuo ad agire a vantaggio di colui che lo esprime) o interessi collettivi (discorso tipico del politicante il quale cela i propri interessi personali sotto vesti patriottiche, di benessere generale in modo da conquistare la fiducia e il consenso degli individui della classe IV). – 13 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo Inoltre possono venire usate entità giuridiche: discorsi tipici degli individui che cercano di persuadere altri sulla validità delle loro tesi, riferendole a istituzioni giuridiche ipostatizzate o entità metafisiche: discorsi che si riferiscono a concetti astratti, a entità irreali, ad esempio: la Ragione, la Natura, la Solidarietà, il Giusto, il Bene, l’Umanità, la Democrazia, la Scienza, il Vero, o ancora entità sovrannaturali: discorsi che si basano sulla rivelazione, sui testi sacri. Classe IV. Prove verbali: comprende le dimostrazioni, le spiegazioni, che sono affidate a termini indeterminati, dal significato dubbio o equivoco, spesso non corrispondenti ad alcuna realtà. La persuasività di questi discorsi non si fonda sull’utilizzo della logica ma dei sentimenti. Residui e derivazioni stanno tra loro in un rapporto gerarchico. I primi sono più importanti delle seconde, sia perché costituiscono i veri motivi di ogni azione, mentre queste le forniscono solamente una veste illusoriamente logica, sia perché sono relativamente immutabili, mentre le derivazioni possono venire ad ogni momento sostituite, innovate, trasformate, a seconda della situazione, del tipo di interlocutore o di pubblico, del residuo che si vuol dissimulare. Le derivazioni influiscono sui residui negando loro espressione, articolandoli in nuove manifestazioni verbali. Nel corso della storia le classi di residui mutano molto più lentamente delle derivazioni, mentre all’interno di ciascuna classe i vari generi di residui variano più frequentemente. Ad esempio nella classe I, i mutamenti sono stati molto limitati, mentre all’interno dei vari generi si sono verificati mutamenti considerevoli, basti pensare alle trasformazioni che riguardano il campo religioso e politico avvenute del politeismo greco-romano al cristianesimo, alla riforma protestante. Anche all’interno della classe III si osservano mutamenti, ad esempio alcuni atti pubblici e solenni del culto cristiano – 14 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo sono stati sostituiti da atti di culto nei confronti di nuovi “santi sociali” quali lo Stato, il popolo, etc. Così dove sfilavano le processioni ora vi sono cortei e manifestazioni e il fanatismo religioso si trasforma nel tifo degli stadi o nelle frenesie dei fans del divismo. 1.3 Utilità, ofelimità, fruizione Analizzati i fattori sociali e i relativi cicli d’interdipendenza, Pareto volge la propria attenzione all’individuazione delle proprietà del sistema sociale. Nota come in ogni tempo sia stata data rilevanza all’utilità intesa come elemento che sta alla base dei comportamenti umani tendente all’acquisizione di beni comunque considerati. Pareto muove dall’assunto che le azioni degli uomini presentano delle “uniformità” che costituiscono delle leggi naturali, istituisce una disciplina che individua e analizza le singole componenti dei fenomeni, mette in evidenza le relazioni e le ricompone in un lavoro di sintesi. Nel Riassunto generale che chiude il Cours scrive: «Se tentiamo di mettere un po’ d’ordine nei motivi, estremamente vari e complessi, delle azioni umane, ci avvediamo che possono essere raggruppati in tre classi. Certe azioni hanno il fine di procurare semplicemente una sensazione piacevole. Altre azioni hanno il fine di procurare all’individuo che le compie certe condizioni di salute, di sviluppo del corpo e dell’intelligenza. Altre ancora hanno il fine di procurare queste condizioni a tutto un aggregato e di assicurarne la riproduzione (…). Per le qualità che si riferiscono ai due ultimi fini ci si può valere del termine utilità. Si dirà utilità individuale la qualità astratta delle cose atte a giovare allo sviluppo fisico, intellettuale e morale di un individuo, ad assicurarne e prolungare l’esistenza. Si dirà utilità della specie oppure, se non si considera che una parte della specie, utilità dell’aggregato o della specie e la loro prosperità fisica, intellettuale e morale. Resta il – 15 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo primo genere di azioni. Poiché ci siamo valsi del termine utilità per designare i due ultimi dei generi indicati, si deve rinvenire un altro termine per designare il primo (…)». È necessario ora specificare il primo significato del termine utilità, in quanto risulta diverso dal senso in cui si usa in ambito economico. Nel gergo comune si usa dire “questa cosa è utile” e si pensa che maggiore è l’utilità di cui godono coloro che la procacciano quanto più si avvicinano ad averla. Ma non sempre l’avere la cosa coincide con il massimo d’utilità perché se, per esempio, fissassimo come stato limite la prosperità materiale, la nostra utilità differirebbe molto da quella di un asceta. Si è dovuto affiancare un diverso termine, come in economia, a quello di utilità, l’ofelimità. Scrive Pareto nel Manuale di economia politica: «L’ofelimità per un uomo, di una certa quantità di una cosa, aggiunta ad altra quantità determinata (che può essere anche zero) di quella cosa da lui già posseduta, è il piacere che a lui procura quella certa quantità». Una quantità puramente soggettiva, che sottostà alla valutazione di un soggetto ipotetico, l’homo economicus, individuo astratto in grado di scambiare dei beni con altri beni, produrli e modificarli, con lo scopo di ottenere un profitto individuale che sia il più elevato possibile. I concetti di ofelimità elementare e ofelimità elementare ponderata si spiegano in termini quantitativi: se la quantità di una cosa è infinitamente piccola e si divide il piacere che procura per la quantità stessa, si ha l’ofelimità elementare; se quest’ultima si divide per il prezzo si ha invece l’ofelimità elementare ponderata. I caratteri principali della grandezza di cui si tratta sono: che è sempre positiva se l’ofelimità di una merce è considerata come dipendente unicamente dalla quantità di detta merce, l’ofelimità elementare decresce quando cresce la quantità – 16 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo consumata (ripresa la proprietà dalla legge di Fechner). I residui e le derivazioni in sociologia devono considerarsi concetti analoghi all’ofelimità in economia. I criteri di classificazione dell’utilità danno luogo essenzialmente ai seguenti generi: a. Utilità dell’individuo – utilità diretta; b. utilità indiretta: ottenuta perché l’individuo fa parte di una collettività; c. utilità di un individuo, in relazione alle utilità (degli altri); d. utilità di una data collettiva – utilità diretta per le collettività, considerata separata dalle altre; e. utilità indiretta ottenuta per riflesso di altre collettività; f. utilità di una collettività, in relazione alle utilità delle altre. Se si esamina in particolare un’utilità, come può essere quella di un soldato che va in guerra, egli considererà l’utilità individuale diretta e indiretta, quella che gli fa pensare se tornerà sano e salvo e il danno eventuale della sua morte. Ma colui che andrà in guerra a morte sicura per la difesa della patria, compirà un’azione non logica, proprio come gli animali che, mossi dall’istinto, vanno a morire per il bene di altri della loro stessa specie. L’utilità può essere comunque considerata secondo lo schema logico-empirico sia dal punto di vista di un individuo della collettività, sia da quello di un estraneo o di un componente della collettività che si proponga di dare un giudizio oggettivo. Se rapportiamo l’utilità considerata secondo questo schema e l’utilità considerata in una prospettiva non logicoempirica può essere meglio approfondita in relazione al concetto di massimo d’utilità. Questo problema è stato risolto da Pareto in sede di economia politica indicando come equilibrio la condizione in cui – 17 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo ogni individuo consegue il massimo di utilità economica, il massimo di ofelimità. Dato che le ofelimità degli individui sono eterogenee e quindi non si possono raffrontare, non si può parlare di un massimo di ofelimità di una collettività, mentre si può parlare di massimo di ofelimità per una collettività perché ogni membro ha goduto di un incremento di utilità indipendentemente da qualsiasi paragone tra le ofelimità dei singoli individui. A questo punto si pone il problema di come si prendano le decisioni politiche: non sarebbe possibile alcuna forma di umana convivenza se le utilità degli individui e dei singoli gruppi non fossero almeno di fatto rese omogenee. In sociologia, per Pareto, una collettività può essere considerata se non proprio come una persona almeno come unità e il concetto di unità implica il massimo di utilità di una collettività e va riferito a un’entità intrinseca, intesa come fine unico comune a tutti gli individui membri di una determinata comunità. Procedendo nell’analisi dei fenomeni sociali egli osserva la presenza di altri fattori e nota come gli interessi costituiscano un fattore determinante, come l’eterogeneità e la circolazione sociale siano due fattori significativi per il dinamismo impresso al sistema. «Gli individui e la collettività sono spinti dall’istinto e dalla ragione ad appropriarsi dei beni materiali utili o anche solo gradevoli per la vita, nonché a ricercare considerazioni ed onori. Il complesso di tali spinte ad operare, al quale si può dare il nome di interessi, ha parte molto grande nella determinazione dell’equilibrio sociale». Considerati dal punto di vista psicologico degli individui sono considerati manifestazioni di residui della classe V, combinati in modo vario con altre classi, e sono quindi dei residui nei quali sono prevalenti i sentimenti che tendono a conseguire un tornaconto. – 18 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo Gli interessi sono importanti per l’equilibrio sociale. Il sistema economico sarà detto in equilibrio se il cambiamento di una delle condizioni di tale sistema comporta altri cambiamenti che producono un’azione esattamente opposta; tale equilibrio è stabile quando il cambiamento può essere di grandezza finita. Pareto formalizza il modello di equilibrio con un sistema di equazioni, di cui alcune legano redditi e spese individuali, altre produzione e beni capitali delle imprese. Per spiegare cosa sia il traguardo dell’azione, si deve introdurre il concetto di fruizione, ovvero «il raggiungimento del fine con il conseguente appagamento sul piano della volontà o dei sensi». Fruizione che può essere propria o impropria, a seconda se si tratti del fine ultimo della vita o solo di una catena di atti e, in ambito economico, parziale se si riferisce ad una sola azione e integrale quando prende in considerazione l’intero insieme delle azioni (2). La sociologia paretiana è una scienza logico-sperimentale che non intende occuparsi di “verità” assolute come fa la teologia o la morale. Queste ultime, infatti, sono considerate da Pareto come dei fatti sociali: per conoscere un fatto sociale non è necessario conoscere l’essenza del fatto in sé. Il metodo paretiano mira a dimostrare il principio generale partendo dall’osservazione dei fatti particolari. Il Nostro accoglie tutti i fatti diretti o indiretti che possono contribuire ad arrivare alla conoscenza dell’uniformità. Pareto sostiene che nella società siano maggiormente presenti le azioni non logiche rispetto a quelle logiche, queste hanno un’influenza molto rilevante nel comportamento degli individui e di conseguenza anche nelle scelte prese dalla collettività; per questo motivo vuole studiare le azioni non logiche dal punto di vista scientifico per arrivare alla conoscenza. Anche se la sociologia paretiana è stata definita da Palomba una «meccani– 19 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo ca analitica discorsiva» che non dà la sufficiente importanza ai rapporti tra la casualità dei comportamenti e non comprende in pieno l’importanza delle rappresentazioni. Pareto studia ciò che gli uomini, di un determinato paese e di una data epoca, esprimono con il loro comportamento. Dall’osservazione empirica di quest’ultimo infatti egli ricava leggi e teorie generali proponendo anche delle approssimazioni successive. Infatti dalla ripetizione del comportamento dell’uomo si possono fare delle previsioni sui comportamenti che in futuro l’uomo metterà in atto. Il metodo paretiano può essere considerato parziale rispetto ai procedimenti che utilizza e limitato per le tecniche di ricerca ma è molto ricco per il complesso di criteri che ci sono dietro ai procedimenti tanto che i risultati raggiunti sono molto soddisfacenti il suo metodo ha permesso ad es. di fare delle previsioni puntualmente confermate dai fatti. Per quanto riguarda l’analisi delle teorie elaborate dall’uomo nel corso della storia, Pareto si basa sull’osservazione dei fatti storici e si rifà alle teorie del cristianesimo e del socialismo. Il Sociologo di Celigny non sempre analizza fino in fondo gli argomenti che prende in esame in ambito religioso ad es. i criteri di condotta, le norme di comportamento. La sua analisi mira a verificare lo standard logico-empirico delle teorie analizzate e ad individuare le deviazioni che ci possono essere rispetto a tale standard: in questo il suo metodo risponde ai fini che si è prefisso. Il Nostro inoltre analizza anche i fatti seguendo il sistema sintetico-storico con il quale si elaborano teorie che interessano più specificatamente la società che si prende in considerazione. La società viene considerata come unità, come una forza che dà stabilità ed equilibrio all’organismo sociale. Pareto sostiene che quelle discipline scientifiche che non utilizzano il – 20 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo sistema sperimentale non sono obiettive; per far sì che la sociologia sia una disciplina obiettiva ha tentato di conferirle una veste scientifica applicando il metodo sperimentale anche se gli sono state mosse delle critiche proprio perché non è possibile verificare empiricamente le relazioni tra i valori e quindi stabilire relazioni che possano comprovare o smentire l’ipotesi assunta. Bisogna dire però che i suoi studi hanno fornito contributi fondamentali alla sociologia nell’assumere un’autonomia e avere una posizione rilevante nello studio del sapere umano. L’opera di Pareto è stata anche in parte tributaria alla psicologia degli istinti in quanto come già Marx e poi Freud, Pareto ha identificato nell’analisi dell’inconscio collettivo una parte rilevante del processo che muove l’azione; ma a differenza di Freud, il Nostro non analizza l’inconscio, prende in esame invece lo studio delle sue manifestazioni. Così negli stessi anni in cui Freud giungeva alla scoperta dell’inconscio e alla sua importanza, Pareto giungeva alle stesse conclusioni studiando le società tramite i residui e le derivazioni. Verso la fine dell’’800 si comincia a parlare di una sociologia dei sentimenti e Pareto ha contribuito notevolmente a evidenziare l’importanza dei sentimenti considerandoli come motore delle azioni non logiche e quindi come manifestazione dell’inconscio. L’Autore afferma che gli interessi, i desideri, i sentimenti, gli istinti, gli impulsi, sono determinanti nella formazione dell’equilibrio sociale. Dà, però, anche molta importanza all’interpretazione economica della storia mettendo in rilievo l’influenza che i fattori economici hanno sui fatti sociali. Infine benché il sociologo sia consapevole che la scienza non è in grado di cogliere la realtà nella sua interezza e che l’analisi scientifica consente di accostarsi alla conoscenza mediante approssimazioni ricavate dall’osservazione dei fatti, sostiene che solo con l’applicazione del metodo logico-scientifico sia possibile un progresso delle scienze sociali. – 21 – Ciak si gira… – Appunti di sociologia dello spettacolo Note (1) Cf. M.C. Federici, Redditieri e speculatori in Vilfredo Pareto - Un approccio alla sociologia economica in V. Pareto a sessant’anni dalla morte, Atti congresso Internazionale Istituto Luigi Sturzo, Roma. Pareto non condanna il discorso persuasivo fatto in buona fede, ma ritiene immorale e dannoso il discorso persuasivo del politicante in mala fede e per interesse personale. (2) Cf. M.C. Federici, Dove fondano le libertà dell’uomo, Borla, Roma 1991. – 22 –