21 Febbraio 2011 Pag. - “BRACHETTI, CIAK SI GIRA!”: TUTTA LA STORIA DEL CINEMA IN UNO SPETTACOLO AL TEATRO VITTORIO EMANUELE Arturo Brachetti è il mago dei travestimenti. Il più veloce del mondo. In grado in pochi secondi di vestire i panni di Dartagnan, Zorro, Lawrence d’Arabia, Mary Poppins, Spider-Man, Crudelia Demon e altri ancora, con una maestria, una precisione e una grazia che appartengono solo a lui, sì da farlo amare in tutto il mondo. Lo spettacolo che presenta al Vittorio Emanuele, con la regia di Serge Denoncourt ( applauditissimo a più riprese e in scena sino a domenica e poi tutta la prossima settimana al Metropolitan di Catania), s’intitola Ciak si gira! E arriva direttamente dal Teatro Folies Bergère di Parigi dove è stato in scena per sette settimane. Uno spettacolo invero, nella prima parte, con un paio di deja vu, riferito al numero dei “cappelli del nonno” (25 personaggi ricavati in pochi minuti solo manipolando la falda circolare d’un cappello con buco centrale) o a quelle “ombre cinesi” eseguite con le due mani raffiguranti animali da cortile e non solo: solo un ripasso per chi già le ha viste o mirabilie per chi le vede per la prima volta. Molto più vertiginosa la seconda parte dello spettacolo, lì dove questo “giovane” artista torinese (che compirà 54 anni ad ottobre) rievoca la sua infanzia di cinefilo e di camaleonte ante-litteram con dei filmati che lo ritraggono bambino con la sua famiglia, per compiere poi un viaggio one man show nella galassia della settima arte, dai fratelli Lumière ai giorni nostri, vestendo sempre a tempi di record una sessantina di personaggi, mostrando l’incanto degli effetti speciali e il suo mondo onirico. L’enorme televisore dell’inizio diventa una porticina da fiaba e pure uno schermo su cui proiettare immagini, fotogrammi e manifesti di film impressi nella memoria di molti, mentre il palcoscenico si tramuta in una location su cui impiantare alcune scene di film Horror buone per fare incontrare il prete esorcista con Nosferatu e avere accanto un cereo becchino con cassa da morto. Eccolo poi Brachetti diventare Lon Chaney, “L’uomo dai mille volti”, spesso truccato pesantemente da vampiro o da Fantasma dell’opera nei suoi terrificanti film muti e che morirà nel 1930 dopo avere interpretato il suo unico film con la sua vera faccia ( Il club dei tre ). Di grande effetto la sagoma di Federico Fellini seduto che vede passare il transatlantico Rex di Amarcord al suono delle musiche di Rota mentre scorrono le immagini e i protagonisti dei suoi visionari film. E poi i giochi d’artificio finali con Brachetti che in pochi attimi diventa Chaplin tra i fiocchi di neve, Mosè, Liza Minnelli di Cabaret, Gene Kelly di Cantando sotto la pioggia, Harry Potter, il mostriciattolo Gollum de Il Signore degli anelli, King Kong, Cenerentola, Frankenstein , Rossella O’Hara di Via col vento e una sfilza di personaggi da Guerre Stellari, recepiti dal pubblico con calorosi applausi e ovazioni da stadio.- Gigi Giacobbe OGGETTO CIAK, SI GIRA!