Sezione Provinciale di Reggio Emilia Seminario Prevenzione dei Rischi da Radiazioni Ottiche Artificiali 1° aprile 2011 Aula A Complesso Biotecnologico dell'Università di Parma, Via Volturno 39 - Parma Determinazione dell’esposizione a ROA: le grandezze, la misura, i limiti Misure di prevenzione e protezione Paolo Zanichelli – ARPA ER Sede di Reggio Emilia 1 Sezione Provinciale di Reggio Emilia D.Lgs. 9 aprile 2008 , n. 81 Capo V Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali Art. 213. Campo di applicazione 1. Il presente capo stabilisce prescrizioni minime di protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che possono derivare, dall'esposizione alle radiazioni ottiche artificiali durante il lavoro con particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute. 2 Sezione Provinciale di Reggio Emilia D.Lgs. 9 aprile 2008 , n. 81 Capo V Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali Art. 214. Definizioni 1. Agli effetti delle disposizioni del presente capo si intendono per: a) radiazioni ottiche: tutte le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d'onda compresa tra 100 nm e 1 mm. Lo spettro delle radiazioni ottiche si suddivide in radiazioni ultraviolette, radiazioni visibili e radiazioni infrarosse: 1) radiazioni ultraviolette: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa tra 100 e 400 nm. La banda degli ultravioletti e‘ suddivisa in UVA (315-400 nm), UVB (280-315 nm) e UVC (100-280 nm); 2) radiazioni visibili: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa tra 380 e 780 nm; 3) radiazioni infrarosse: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa tra 780 nm e 1 mm. La regione degli infrarossi e' suddivisa in IRA (780-1400 nm), IRB (1400-3000 nm) e IRC (3000 nm-1 mm); 3 280 nm Raggi X UVA UVB 1018 1016 Radiazioni Ottiche VISIBILE 1014 Infrarosso - Visibile - Ultravioletto 1012 Radioemissioni Televisive 30 - 900 MHz Radioemissioni AM-FM 0.1 - 110 MHz Campi Frequenza industriale 50 Hz Campi Statici 0 Hz 4 4 108 106 104 102 0 Frequenza (Hz) Telefonia Mobile 900 - 980 MHz 1800 - 1900 MHz 380 nm 780 nm IRA 1010 Trasmissioni Satellitari Radar, Ponti Radio 10 - 100 Ghz 315 nm 1400 nm IRB Raggi Gamma 1020 3000 nm IRC Fotone UVC 100 nm 1 mm Sezione Provinciale di Reggio Emilia D.Lgs. 9 aprile 2008 , n. 81 Segue art. 214. Definizioni b) laser (amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazione): qualsiasi dispositivo al quale si possa far produrre o amplificare le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezze d'onda delle radiazioni ottiche, soprattutto mediante il processo di emissione stimolata controllata; c) radiazione laser: radiazione ottica prodotta da un laser; d) radiazione non coerente: qualsiasi radiazione ottica diversa dalla radiazione laser; e) valori limite di esposizione: limiti di esposizione alle radiazioni ottiche che sono basati direttamente sugli effetti sulla salute accertati e su considerazioni biologiche. Il rispetto di questi limiti garantisce che i lavoratori esposti a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro tutti gli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute conosciuti; f) irradianza (E) o densita' di potenza: la potenza radiante incidente per unita' di area su una superficie espressa in watt su metro quadrato (W/m2); g) esposizione radiante (H): integrale nel tempo dell'irradianza espresso in joule su metro quadrato (J/m2); h) radianza (L): il flusso radiante o la potenza per unita‘ d'angolo solido per unita' di superficie, espressa in watt su metro quadrato su steradiante (W/srm2); i) livello: la combinazione di irradianza, esposizione radiante e radianza alle quali e' esposto un lavoratore. 5 Sezione Provinciale di Reggio Emilia LASER Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation Amplificazione di luce mediante l’emissione stimolata di radiazione 6 Sezione Provinciale di Reggio Emilia LIMITAZIONE DELLE ESPOSIZIONI (EMP) NECESSARIA PER PREVENIRE I DANNI PRODOTTI DALL’INTERAZIONE DELLA RADIAZIONE LASER CON LA BIOMATERIA Valori Limite di Esposizione (VLE) Livello della radiazione a cui, in condizioni normali, possono essere esposte le persone senza subire effetti dannosi. I VLD rappresentano il livello massimo al quale l’occhio o la pelle possono essere esposti senza subire un danno a breve o a lungo termine 7 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Valori Limite di Esposizione RIGUARDA GLI OCCHI E LA PELLE E TUTELA DAI SEGUENTI EFFETTI: 9 EFFETTI TERMICI - In questo processo l’energia ottica trasportata dalla radiazione viene assorbita dalle molecole del materiale biologico irradiato e rapidamente convertita in energia termica. Quando la temperatura del tessuto raggiunge i 50–60°C ha inizio la denaturazione delle macromolecole (proteine, collagene, lipidi, emoglobina). Per temperature superiori hanno luogo processi di necrosi cellulare coagulativa e di vacuolizzazione. A 100°C inizia la vaporizzazione prevalentemente per il riscaldamento dell’acqua libera tissutale. La trasformazione dell’acqua in vapore produce un aumento di volume di oltre tre ordini di grandezza e le pareti cellulari vengono rotte in modo esplosivo. Il vapore prodotto viene eiettato dalla cellula e porta con sé il calore in eccesso prodotto evitando così l’ulteriore crescita della temperatura. Quando l’acqua presente nelle cellule è completamente evaporata, i frammenti residui subiscono un rapido aumento di temperatura, fino a raggiungere i 300-400°C. A questa temperatura il tessuto si annerisce e carbonizza cominciando a produrre gas e fumo. Oltre i 500°C, in presenza di ossigeno, il tessuto brucia ed evapora. 8 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 9 EFFETTI FOTOCHIMICI - Questo processo avviene in generale senza produzione di calore ed è tipico anche delle radiazioni ottiche non coerenti. Consiste nell’assorbimento di un fotone hν da parte di strutture molecolari del tessuto irradiato. Tale assorbimento porta alla generazione di prodotti eccitati generalmente instabili che reagiscono con le altre molecole presenti nel mezzo. Poiché il fenomeno richiede una soglia minima di energia del fotone esso avviene preferenzialmente con quelle radiazioni a maggior contenuto energetico e quindi con quelle UV e parte di quelle visibili (violetto e luce blu). 9 EFFETTI FOTOMECCANICI - Un impulso di radiazione ottica può generare in un mezzo materiale un’onda d’urto meccanica, il cui fronte si propaga velocemente nel materiale. La pressione all’interno del fronte d’onda può superare il valore di resistenza meccanica del materiale stesso, producendone la rottura. La propagazione dell’onda d’urto attraverso le cellule e le strutture del tessuto può indurre anche un eccessivo riscaldamento del mezzo e/o produrre un cambiamento di fase liquido-gas dando luogo ad effetti di cavitazione e formazione di bolle. Le bolle di gas possono espandersi rapidamente, raggiungere il volume massimo ed infine collassare causando la distruzione violenta delle cellule. 9 Sezione Provinciale di Reggio Emilia TRASMISSIONE E ASSORBIMENTO A LIVELLO DELLA RETINA 10 Sezione Provinciale di Reggio Emilia PENETRAZIONE DELLE RADIAZIONI OTTICHE NELLA PELLE 11 Sezione Provinciale di Reggio Emilia EFFETTI DANNOSI DELLE RADIAZIONI OTTICHE 12 Sezione Provinciale di Reggio Emilia EFFETTI DANNOSI DELLE RADIAZIONI OTTICHE 13 Sezione Provinciale di Reggio Emilia PRINCIPALI FATTORI FISICI CHE HANNO INFLUENZA SULLE CONSEGUENZE DELL’ESPOSIZIONE 9 LUNGHEZZA D’ONDA (λ nm) 9 L’ESPOSIZIONE ENERGETICA (H 9 L’IRRADIAMENTO (E 9 LA RADIANZA (L J/m2) W/m2) W/m2sr) 9 LA DURATA E LA FREQUENZA DI RIPETIZIONE DEGLI IMPULSI (t s; F Hz) 9 LE DIMENSIONI DELL’IMMAGINE RETINICA (dr 14 μm) Sezione Provinciale di Reggio Emilia GRANDEZZE UTILIZZATE NELLA DEFINIZIONE DEGLI STANDARD DI PROTEZIONE E NEL CONTROLLO DELL’ESPOSIZIONE Grandezza Q P = dQ/dt H = dQ/dA E = dP/dA Hλ = dH/dλ Eλ = dE/dλ L = dE/dΩ 15 Unità di misura Definizione Energia radiante: energia totale trasportata dal fascio di radiazione o che raggiunge l’organo critico Potenza radiante: potenza trasportata dal fascio di radiazione o che raggiunge l’organo critico. A volte è indicata anche con Φ Esposizione radiante o energetica: energia radiante dQ depositata sulla superficie dA Irradianza o irradiamento: potenza radiante dP depositata sulla superficie dA J W Applicazione Classificazione Laser a impulsi. Caratterizzazione di lampade a flash Caratterizzazione di lampade ad emissione continua (CW) e classificazione di laser CW J/m2 Limiti di esposizione classificazione laser a impulsi W/m2 Limiti di esposizione per laser CW e per sorgenti UV – IR incoerenti. Classificazione laser CW Valutazione delle esposizioni a sorgenti a larga banda Esposizione radiante spettrale: energia J/m2nm radiante depositata per unità di superficie e di lunghezza d’onda Irradianza spettrale: potenza radiante W/m2nm depositata per unità di superficie e di lunghezza d’onda Radianza (Brillanza): potenza radiante per W/m2sr unità di superficie e di angolo solido e Parametro normalmente oggetto di rilievo strumentale nella valutazione delle esposizioni a sorgenti a larga banda Valutazione delle esposizioni retiniche da sorgenti coerenti e incoerenti estese Sezione Provinciale di Reggio Emilia Grandezze utilizzate per la definizione dei Limiti di Esposizione - 1 16 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Grandezze utilizzate per la definizione dei Limiti di Esposizione - 2 17 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Grandezze utilizzate per la definizione dei Limiti di Esposizione - 3 18 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 19 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 20 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Fattore di peso (S) per gli effetti sulla salute delle radiazioni UV sull'occhio e sulla cute 1 Fattore di peso (S) 0.1 0.01 0.001 0.0001 0.00001 175 190 205 220 235 250 265 280 295 310 Lunghezza d'onda (nm) 21 325 340 355 370 385 400 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Fattore di peso (B) per lesione fotochimica provocata all'occhio dalla radiazione di luce blu 1 Fattore di peso (B) 0.1 0.01 0.001 295 310 325 340 355 370 385 400 415 430 445 460 475 490 505 520 535 550 565 580 595 610 625 640 655 670 685 700 Lunghezza d'onda (nm) 22 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Fattore di peso (R) per lesioni termiche provocate sull'occhio dalle radiazioni visibili e IRA 11 10 9 8 Fattore di peso (R) 7 6 5 4 3 2 1 0 375 450 525 600 675 750 825 900 975 Lunghezza d'onda (nm) 23 1050 1125 1200 1275 1350 Sezione Provinciale di Reggio Emilia Grandezze utilizzate per la definizione dei Limiti di Esposizione - LASER 24 Sezione Provinciale di Reggio Emilia LASER 25 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 26 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 27 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 28 Sezione Provinciale di Reggio Emilia 29 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: APPARECCHIATURE ESAMINATE (1) su queste macchine è presente anche un laser di puntamento He-Ne (2) n. 2 macchine ‘94 Totale apparecchi: 17 Laser di potenza: CO2 λ = 10600 nm Laser di puntamento: He-Ne λ = 633 nm presente solo su due macchine, potenza < 5 mW 30 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: CHEK LIST NORMA CEI EN 60825-1 Sicurezza degli apparecchi laser Parte 1: classificazione delle apparecchiature, prescrizioni e guida per l’utilizzatore Requisiti di costruzione 9targhettatura, interblocchi, ecc. Classificazione Esposizioni Massime Permesse (EMP) Distanze Nominali di Rischio Oculare ……………. FASCICOLO CEI 3849R Sezione 3A Guida per l’applicazione di apparati laser alle lavorazioni dei materiali Requisiti di utilizzazione 9barriere 9dispositivi di protezione oculare 9Tecnico Sicurezza Laser (TSL) 9Procedura Standard Operativa (PSO) 9………………… CHECK - LIST 31 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: Involucri di protezione (p.to 4.2.1 CEI EN 60825-1) Ogni apparecchio laser deve avere ripari di protezione che, quando in posizione, impediscano l’accesso umano a radiazione laser (compresa la radiazione laser vagante) che supera i limiti della Classe 1, tranne quando l’accesso umano è necessario per lo svolgimento delle funzioni dell’apparecchio 32 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI:Involucri di protezione (p.to 4.2.1 CEI EN 60825-1) APPARECCHIO PER PUNZONATURA E TAGLIO SPROVVISTO DEI RIPARI DI PROTEZIONE 33 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: Risultati per requisiti di costruzione 34 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: Risultati per requisiti di utilizzazione 35 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: Dispositivi di Protezione Oculare (DPO) L’uso dei protettori oculari è previsto ogni qualvolta è possibile ipotizzare esposizioni a livelli superiori a quelle massime permesse (EMP) ¾ macchine senza cabina o barriere di protezione ¾operazioni di centratura fascio senza barriere ¾manutenzione con rimozione protezioni I DPO devono essere conformi a UNI EN 207 36 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: DISTANZE NOMINALI DI RISCHIO (DNR) Riflessioni speculari sul piano di lavoro sono eventi rari ma non impossibili. Il raggio riflesso si propaga in una direzione inaspettata mantenendo livelli di radiazione superiori alle EMP fino alla DNR 37 4⋅P −d DNR = π ⋅E Φ f EMP Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: ACCERTAMENTI SANITARI Esami oculistici di preimpiego o impiego interinale dovrebbero essere eseguiti da uno specialista. Un esame medico dovrebbe essere eseguito da uno specialista, immediatamente dopo una esposizione oculare o dermatologica nociva o presunta tale. Gli accertamenti sanitari specifici sono risultati attivati in 2 delle 8 aziende esaminate. 38 Sezione Provinciale di Reggio Emilia CONTROLLI: CONCLUSIONI ¾mancanza di adeguati ripari di protezione (41 %) sulla zona di taglio e di protettori oculari specifici (65 %). L’adeguamento deve essere attuato prioritariamente rispetto alle altre non conformità rilevate. ¾Sui ripari di protezione trasparenti non era indicato il tempo di perforazione e la relativa densità ottica (100 %). Generalmente sono utilizzati lexan, macrolon e plexiglas di vario spessore. Alla λ di 10600 nm questi materiali sono opachi. 39 ¾La valutazione della distanza nominale di rischio (DNR) ha permesso di mettere chiaramente in evidenza come l’assenza di ripari di protezione estende la zona a potenziale rischio di superamento dell’EMP fino a distanze comprese tra 9 e 16 m. ¾Le apparecchiature più recenti dimostrano in generale di incontrare meglio i requisiti previsti dalla norme considerate, soprattutto per quanto riguarda la cabinatura con conseguente declassamento del sistema laser in classe 1. Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – UN CASO INDAGATO APPARECCHIO PER PUNZONATURA E TAGLIO LASER 40 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – UN CASO INDAGATO a La macchina per il taglio laser della slide precedente ha le seguenti caratteristiche: P = 4000 W - Potenza del fascio laser sull’ottica terminale (P63 e fascio gaussiano) λ = 10600 nm a = 15 mm - Diametro del fascio laser sull’ottica terminale (a63 e fascio gaussiano) df = 0.2 mm - Diametro del fascio laser nel p.to focale f = 5” (128 mm) - Focale della lente terminale Φintrinseca = 1 mrad - Divergenza intrinseca del fascio laser Tenuto conto che l’operatore alla consolle di comando ha visibilità diretta, senza elementi interposti, della zona di taglio (distante 3 m) e che sono possibili lavorazioni con lastre di Alluminio, effettuare una valutazione del rischio di esposizione laser e dire: 1. Se sussiste per l’operatore un rischio di esposizione a livelli superiori alle Esposizioni Massime Permesse (EMP)? 41 2. Nel caso si evidenzino possibili superamenti delle EMP, quali misure di protezione in via prioritaria intraprendereste? 3. Fino a quale massima distanza dalla testa laser, nelle normali condizioni d’impiego e di assistenza da parte del fabbricante, il fascio è potenzialmente pericoloso? 4. Nel corso delle operazioni di centratura del fascio l’operatore predispone la macchina per effettuare una erogazione ridotta a 200 W con durata 300 ms. Quale è la densità ottica del protettore oculare per una distanza di visione di 50 cm? f Φ Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – UN CASO INDAGATO 1. sussiste per l’operatore un rischio di esposizione a livelli superiori alle Esposizioni Massime Permesse (EMP)? 1. Calcolo dell’EMP Cornea e Pelle e dell’irradiamento a EEMP = 1000W ⋅ m −2 Φ = 2arctg a −d 15−0.2 = 2 ⋅ arctg =115.5mrad = 6.62° 2f 2⋅128 f L f ED 2 = D1 4P Φ ⎛ ⎞ ⎜ 2tg ⋅ L + D1 ⎟ π 2 ⎝ ⎠ 2 = 4 ⋅ 4000 2 6.62 ⎛ ⎞ ⋅ 3 + 0.0002 ⎟ ⋅ π ⎜ 2 ⋅ tg 2 ⎝ ⎠ = 42276W ⋅ m −2 D2 EEMP = 1000W ⋅ m −2 〈〈 E D 2 = 42267W ⋅ m −2 Esiste pertanto per l’operatore un rischio di esposizione a livelli superiori alle EMP 42 Φ Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – UN CASO INDAGATO 2. Nel caso si evidenzino possibili superamenti delle EMP, quali misure di protezione in via prioritaria intraprendereste? In via prioritaria occorre prevedere la compartimentazione della macchina con materiali opachi alla radiazione a 10600 nm. Dove è richiesta la visibilità all’interno dell’area compartimentata, si usano materiali come il Lexan, macrolon e plexiglas 43 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – UN CASO INDAGATO 3. Fino a quale massima distanza dalla testa laser, nelle normali condizioni d’impiego e di assistenza da parte del fabbricante, il fascio è potenzialmente pericoloso? rDNRO = rDNRO = 44 4 ⋅ P0 − d r1 π ⋅ EEMP φ 4 ⋅ P0 − d r1 π ⋅ EEMP φ = = 4 ⋅ 4000 − 0.0002 π ⋅1000 = 19.5m 0.1155 4 ⋅ 4000 − 0.0002 π ⋅1000 = 2257 m 0.001 nelle normali condizioni d’impiego nelle condizioni di assistenza da parte del fabbricante Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – UN CASO INDAGATO 4. Nel corso delle operazioni di centratura del fascio l’operatore predispone la macchina per effettuare una erogazione ridotta a 200 W con durata 300 ms. Quale è la densità ottica del protettore oculare per una distanza di visione di 50 cm? a EEMP = 5600 ⋅ t 0.25 J ⋅ m −2 = 5600 ⋅ t −0.75W ⋅ m −2 = 13815W ⋅ m −2 Φ = 2arctg a −d 15−0.2 = 2 ⋅ arctg =115.5mrad = 6.62° 2f 2⋅128 f L f ED 2 = D1 4P Φ ⎛ ⎞ ⎜ 2tg ⋅ L + D1 ⎟ π 2 ⎝ ⎠ 2 = 4 ⋅ 200 6.62 ⎛ ⎞ ⋅ 0.5 + 0.0002 ⎟ ⋅ π ⎜ 2 ⋅ tg 2 ⎝ ⎠ D2 Dλ = log10 45 2 H0 75607 = log10 = 0.738 EMP 13815 = 75607W ⋅ m −2 Φ Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA COERENTI – il caso del puntatore laser Esempi di calcolo dell’EMP 5. Un puntatore laser emette un fascio con le seguenti caratteristiche: λ=660 nm; potenza=3.8 mW. Calcolare la distanza di osservazione alla quale un’esposizione di durata pari a 0.25 s eguaglia quella massima permessa d r1 = 4mm φ = 2 ⋅ arctg E EMP d r 2 = 30mm r1 = 0m d r 2 − d r1 = 1.3mrad 2 ⋅ (r2 − r1 ) r2 = 20m H EMP = 18 ⋅ t 0.75 ⋅ C6 J ⋅ m −2 18 ⋅ t 0.75 ⋅ C6 = = 18 ⋅ t −0.25 ⋅ C6 = 25W ⋅ m − 2 t rDNRO = 46 4 ⋅ P0 − d r1 π ⋅ EEMP φ = 7.62m Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 47 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 48 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 49 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO Attraverso lo spettroradiometro è stato possibile rilevare i livelli di irradiamento UV nelle varie posizioni di misura con riferimento alla distribuzione spettrale dell’energia radiante che potenzialmente raggiunge l’operatore. In particolare, gli spettri UV sono stati acquisiti a passi di avanzamento del monocromatore di 1 nm e successivamente elaborati per ricavare l’irradianza efficace (Eeff) e quella totale UVA (EUVA) a partire dai valori di irradianza spettrale Eλ misurati direttamente dallo spettroradiometro. I valori dei tempi di esposizione richiesti per raggiungere i limiti di esposizione radiante Heff e HUVA sono poi calcolati utilizzando le seguenti formule (si veda a tal proposito la prima pagina dell’Allegato 1 della Direttiva): t 50 eff 240 − 400 = H eff Eeff = 30 (secondi) Eeff UVA t315 − 400 = H UVA 10000 = (secondi) EUVA Euva Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO Elenco dei p.ti di rilievo, rispettiva descrizione e stato di funzionamento delle apparecchiature 51 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 52 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 53 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 54 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 55 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 56 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 57 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 58 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 59 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 60 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 61 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 62 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 63 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 64 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 65 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 66 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 67 CONCLUSIONI - 1 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 68 CONCLUSIONI - 2 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 69 CONCLUSIONI - 3 Sezione Provinciale di Reggio Emilia ROA NON COERENTI – UN CASO INDAGATO 70 INDICAZIONI PER NUOVE STRUTTURE