Gli stranieri residenti nel comune di Roma: analisi statistica spaziale

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GLI STRANIERI RESIDENTI A ROMA
Gli stranieri residenti nel comune di Roma: analisi statistica spaziale dei dati anagrafici.
Andrea Amico, Giampiero D’Alessandro, Annalisa Di Benedetto, Enrico Nerli Ballati
Descrizione dell’argomento
Il paper presenta i risultati di uno studio empirico che identifica le strutture spaziali della
presenza straniera a Roma in due specifici riferimenti temporali, attraverso l’ausilio di dati
anagrafici (aggiornati al 31 dicembre 2007 e al 31 dicembre 2011), per le 155 Zone
urbanistiche romane. Le strutture spaziali sono rappresentate con software informativi
geografici, mediante cartografie e attraverso l’impiego di statistiche spaziali.
Il paper illustra le variazioni occorse nell’intervallo 2007-2011 e i risultati di tre casi di
studio condotti sui cittadini rumeni, filippini e cinesi, che permettono di individuare la
precipua struttura spaziale dell’insediamento di queste tre nazionalità nell’Urbe. Lo studio
consente di osservare a livello analitico l’esito del processo di insediamento degli stranieri
nell’area metropolitana, un tema che gode di una tradizione consolidata nel campo della
ricerca sociale.
Focus teorico
Il fenomeno dell’insediamento degli stranieri nello spazio metropolitano rappresenta una
tematica classica nell’alveo della ricerca sociale empirica, fin dagli studi pioneristici operati
dagli autori della scuola di Chicago (Martinelli, 2001). Negli studi sociologici sulle
migrazioni, le modalità insediative tipiche delle differenti nazionalità sono poste in stretta
connessione con il problema dell’integrazione degli stranieri (Melotti, 2000; Zanfrini, 2004)
oppure sono impiegate come caratteristiche denotative dei modelli tipici di integrazione nei
paesi occidentali: assimilazione, pluralismo ineguale, segregazione (Melotti, 2000; Melotti,
2007). L’ipotesi di una relazione tra pattern di insediamento, con particolare riferimento alla
segregazione territoriale, e integrazione degli stranieri è stata sviluppata in un lungo filone di
ricerche empiriche.
Il processo di crescita urbana classico teorizzato dalla scuola di Chicago prevedeva
l’insediamento ad ondate di comunità di immigrati, che si distribuivano in aeree circoscritte
della città, assumendo strutture spaziali segregate. Il processo di mobilità sociale ascendente,
in seguito, portava le popolazioni immigrate a perdere i propri connotati culturali nell’ottica
dell’assimilazione e a disperdersi nello spazio metropolitano (Burgess, 1925; Wirth, 1925;
Wirth, 1928; Guest & Weed, 1976). Questa concezione generale è stata approfondita e posta
in questione in molteplici analisi empiriche. Nel contesto nordamericano della seconda metà
del 900 si era riscontrato come in realtà i modelli insediativi presentassero una forte stabilità,
sopravvivendo anche per le seconde e terze generazioni di immigrati. Inoltre, non si
riscontrava una relazione tra segregazione abitativa e redditi degli immigrati. Al contrario, la
capacità economica di acquistare immobili da parte degli appartenenti di alcune comunità
appariva un fattore in grado di ritardare la dispersione nel territorio degli stranieri. La
relazione tra segregazione spaziale e bassa mobilità sociale, invece, si dava in maniera
particolare per gli afroamericani, che rappresentavano di gran lunga la popolazione
maggiormente segregata negli ambiti metropolitani (Duncan & Lieberson, 1959; Guest &
Weed, 1976). In maniera analoga la relazione tra modelli insediativi e indicatori di
integrazione sociale è stata esplorata in diverse aeree europee, riscontrando come la relazione
tra modalità di insediamento clusterizzate e bassi livelli di mobilità sociale o integrazione
culturale non si attui in termini univoci, ma solo per specifiche nazionalità (Musterd, 2003;
Hårsman, 2006; Musterd & Ostendorf, 2009).
In questo panorama, l’impiego di strumenti di informazione geografica e di analisi
statistica spaziale assume sia una valenza metodologica in sé, sia una valenza teorica di
carattere propedeutico nei confronti dello studio della relazione tra modelli di insediamento e
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integrazione degli stranieri immigrati. Assume una valenza metodologica, per il contributo
che fornisce alla rappresentazione dei pattern insediativi in un contesto di studio in cui vi è
ancora un vivace dibattito sull’impiego di indici in grado di rappresentare al meglio il
fenomeno della segregazione etnica e sulla possibilità di definire stipulativamente livelli di
segregazione o tipologie per la classificazione dei modelli insediativi (Peach, 2009; Johnston,
Poulsen, & Forrest, 2010). Assume una valenza teorica di carattere propedeutico, perché una
descrizione accurata del fenomeno insediativo rappresenta sia il prerequisito per qualsiasi
riflessione teorica sul rapporto tra pattern spaziali e modelli di integrazione, sia il prerequisito
necessario per coniugare teoria e ricerca in vista della progettazione di indagini sociologiche
empiriche da condurre con altri strumenti, che affrontino il tema delle traiettorie abitative e
dell’integrazione delle popolazioni immigrate nello spazio metropolitano.
Dati
I dati impiegati sono quelli forniti dall’ufficio statistico del comune di Roma, aggiornati al
31 Dicembre 2007 per quel che concerne la prima osservazione e al 31 Dicembre 2011, per
quel che concerne la seconda osservazione. Si tratta di informazioni provenienti dall’anagrafe
del comune di Roma e che, quindi, non contemplano alcuna stima sulla presenza di stranieri
irregolari. I dati forniti dall’ufficio statistico del comune di Roma sono disaggregati per le
155 zone urbanistiche1, suddividendo la popolazione per cittadinanza2.
I dati sono organizzati e trattati in una matrice che presenta come casi le zone urbanistiche
e come variabili: l’incidenza degli stranieri considerati nel loro complesso, quella delle
singole cittadinanze e i valori relativi a una serie di indici sintetici. In matrice sono inoltre
presenti la latitudine e la longitudine dei baricentri geografici delle zone urbanistiche, e le
stesse coordinate in UTM.
Tra le 10 nazionalità maggiormente presenti sul territorio di Roma, ne sono state
selezionate tre, in ragione della loro distribuzione sul territorio che si configura secondo
pattern abitativi specifici :
1. Rumena: è la nazionalità di provenienza degli stranieri più rappresentata nel
comune di Roma (RomaStatistica; AA.VV., 2010). Anche per l’appartenenza della
Romania all’area Schengen, i rumeni costituiscono la prima nazionalità presente
nella maggioranza delle regioni italiane. Mostrano una delle maggiori dispersioni
spaziali, si concentrano prevalentemente nelle zone urbanistiche più periferiche.
2. Filippina: la distribuzione dei residenti appartenenti a questa nazionalità lungo
l’asse che parte dalla periferia Nord-Ovest fino a quella Sud-Est la rende un caso di
studio di particolare interesse.
3. Cinese: i cittadini cinesi tendono a distribuirsi in maniera disomogenea sul
territorio, aggregandosi in particolari zone urbane, costituendo delle vere e proprie
enclave, così come già riscontrato in altri contesti di analisi (Zhou, 1998; Luk,
2009).
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L’analisi dei dati è stata condotta su delle unità territoriali costituite dalle attuali 155 zone urbanistiche del
comune della Capitale. Si tratta di una suddivisione territoriale, istituita nel Luglio del 1977, che si fonda
sull’omogeneità sotto il profilo urbanistico di tali zone.
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I dati sono reperibili nella sezione Roma Statistica del sito internet di Roma Capitale. I risultati statistiche
presentate nel paper sono stati elaborati nello specifico a partire per il 2007 dalla Tavola 19 - Popolazione
straniera maschile e femminile iscritta in anagrafe al 31 dicembre 2007 per zona urbanistica e cittadinanza e
per l’anno 2011 dalla Tavola 26 - Popolazione straniera maschile e femminile iscritta in anagrafe al 31
dicembre 2011 per zona urbanistica e cittadinanza (RomaStatistica).
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Metodi
Le tecniche di analisi dei dati utilizzate sono strettamente connesse con gli obiettivi
cognitivi dello studio, innanzitutto descrittivi, in secondo luogo confermativi in relazione
all’ipotesi che ciascuna nazionalità possa assumere un modello specifico di insediamento nel
territorio, e che ciascuno di questi modelli possa evolversi, indipendentemente dagli altri,
lungo l’asse temporale.
La descrizione della distribuzione degli stranieri residenti nel territorio di Roma, con un
focus per ciascuna delle nazionalità oggetto di studio, viene resa attraverso la proiezione
cartografica della loro incidenza sulla popolazione. Ulteriori aspetti della distribuzione degli
stranieri residenti vengono resi utilizzando indici sintetici noti in letteratura, come l’indice di
attrattività delle zone urbanistiche (Truglia, 2009), quello di prevalenza o segregazione
(Boffi, 2004; Truglia, 2009) e l’indice di eteroetnicità (Truglia, 2009). In riferimento alle
singole nazionalità in analisi è stato inoltre utilizzato un indice di localizzazione (dato dal
doppio rapporto tra la numerosità della nazionalità in esame sul totale degli stranieri presenti
in una data zona urbanistica posto in relazione al numero totale degli stranieri di quella
nazionalità sul totale degli stranieri presenti nel territorio del comune di Roma) e quello di
prevalenza o segregazione per ciascuna nazionalità (Boffi, 2004; Truglia, 2009). L’obiettivo
principale dell’analisi è costituito dal descrivere le strutture peculiari delle popolazioni nello
spazio, dunque all’utilizzo di indici sintetici si affiancherà quello delle statistiche spaziali
descrittive3 riferite alle distribuzioni (media aritmetica4, centro medio5, distanza standard
dell’ellisse6, deviazione standard su latitudine e longitudine7, e distanza standard8) e quello di
indici di autocorrelazione: l’indice I di Moran (rende conto della covarianza misurata sulle
zone contigue rispetto alla devianza totale della distribuzione) e l’indice di Geary (che dà
conto delle differenze tra i valori assunti dal carattere in analisi tra tutte le aree considerate).
Risultati attesi
L’analisi permette di confrontare le strutture spaziali delle distribuzioni delle popolazioni
in esame trasversalmente e longitudinalmente. Il risultato più rilevante è riferibile alle
specificità delle distribuzioni delle singole nazionalità, in confronto a quella del totale degli
stranieri residenti. Quest’ultima, infatti, non presenta una struttura spaziale specifica: gli
stranieri considerati nel loro complesso si distribuiscono senza un trend definito.
Le strutture spaziali delle tre nazionalità in esame si connotano, invece, in maniera
peculiare definendo propri modelli di insediamento, si rilevano cioè tendenze nella
distribuzione nello spazio molto diverse da nazionalità a nazionalità. I tre modelli insediativi
si connotano per caratteristiche differenti, attestate con le rappresentazioni cartografiche e gli
indici sintetici calcolati. I modelli riscontrati e analizzati sono interpretati e posti in
connessione con gli elementi teorici ed i risultati empirici presenti nella letteratura sul tema.
In riferimento alla dimensione temporale si rileva una differenza per le variazioni dei
modelli insediativi che ad ogni modo non presenta variazioni consistenti, dato il breve lasso
temporale fra i due momenti di osservazione. Le variazioni insediative non presentano
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Le analisi relative alle statistiche spaziali sono state effettuate utilizzando il software CrimeStat (Levine, 2010).
La scelta del tipo di media da utilizzare è stata guidata dall’interesse per il peso dei valori estremi, sia grandi che piccoli; se
si fosse stati interessati a mettere in evidenza solo i valori più piccoli si sarebbe utilizzata una media geometrica, oppure
una media armonica. Non si tratta in ogni caso di una media spaziale semplice, come per il centro di minima distanza, ma
della media dei punti pesati per il valore oggetto di studio (in questo caso l’incidenza degli stranieri o della nazionalità x
sulla popolazione di ciascuna zona urbanistica).
5 Si tratta del punto che minimizza la somma delle distanze tra i punti evento inclusi nella distribuzione.
6 La distanza standard dell’ellisse è una statistica che rende conto della dispersione rispetto al baricentro geografico,
considerando l’orientamento della distribuzione dei punti evento nel territorio.
7 Rende conto della dispersione nelle distribuzioni lungo la latitudine e la longitudine.
8 E’ la dispersione media dei punti evento rispetto al centro di minima distanza; fornisce un’informazione sulla variabilità in
termini di copertura areale.
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comunque la medesima direzione geografica e non convergono verso la media della
popolazione straniera considerata nel suo complesso, ad indicare come per ogni singola
nazionalità presa in esame sia in corso un processo evolutivo peculiare.
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