I Castelli della Valle dell`Alcantara Il fiume alcantara divide le due

... I Castelli della Valle dell'Alcantara ...
Il fiume alcantara divide le due province, Messina e Catania, lungo il suo percorso sono custodite
bellezze naturalistiche ma anche architettoniche di notevole interesse.
Con questo itinerario vi vogliamo condurre alla visita di ciò che è rimasto dei Castelli della Valle
dell'Alcantara.
Il Castello di Castelmola
Il Castello di Castelmola o Castello di Mola perché somigliante ad una mola di pietra, fu costruito
sotto Costantino, patrizio e stratega di Sicilia. Nonostante questo faccia credere una sua edificazione
in epoca medioevale, molti storici concordano l’edificazione del castello in epoca romana.
Del Castello-fortezza restano ormai solo le poderose mura normanne. Una lapide marmorea
sistemata sulla facciata del duomo con incisioni greco-bizantine del X sec. ricorda: "Questo castello
fu costruito sotto Costantino, patrizio e stratega di Sicilia". Dovrebbe trattarsi di Costantino
Caramalo, ultimo stratega di Taormina, che nel IX sec. predispose le difese contro gli Arabi. Sulla
sommità dell'arco della porta d'ingresso del castello, sta invece scritto: "Castello fedele a Sua
Maestà - Anno 1578". E' certa in ogni caso l'importanza della fortezza di Mola nel medioevo e nelle
guerre tra Francesi e Spagnoli.
Il castello di Mola fu per secoli l'anello più forte della catena difensiva peloritana composta dai
manieri di Milazzo, Ficarra, Tripi, Castroreale, Castiglione di Sicilia e Francavilla di Sicilia,
rappresentando per i diversi conquistatori il punto nevralgico da espugnare per assumere il controllo
del territorio.
La suggestiva area del castello trasmette ancora, a chi osserva dall'alto delle sue mura, emozioni
intense. Panorama mozzafiato con vista spettacolare sull’Etna e la baia di Giardini Naxos.
Il Castello di Taormina
Il Castello Arabo-Normanno di Taormina (detto anche Castello di Monte Tauro) sorge in posizione
elevata e domina l'omonima cittadina. Questa sua posizione lo connota certamente, assieme al
Teatro Antico, come una delle due acropoli che fin dai tempi remoti costituivano punti strategici di
controllo delle vie di passaggio da Catania a Messina
Al Castello si arriva attraverso una scalinata intagliata nella roccia, che partendo dalla suggestiva
chiesetta della Madonna della Rocca si inerpica fino a raggiungere la porta, a sua volta preceduta da
un avancorpo scoperto e presidiato da camminamenti di ronda. Il maniero ha forma trapezoidale ed
è dotato di una torre, che era adibita a postazione di vedetta.
Il Castello di Giardini Naxos
Il Castello di Schisò, ubicato sopra un modesto rilievo formato da una colata lavica di età
preistorica, domina la baia di Giardini Naxos.
Il Castello di Schisò è un edificio Costruito nell’epoca tardo medievale (secoli XIII-XIV) era un
castello appartenente alla Corona Spagnola e controllava il porto di Schisò, Nel ‘700 passò in
proprietà alla famiglia nobiliare De Spucches, marchesi di Schisò e Gaggi, ancora oggi è di
proprietà privata e pertanto non è visitabile.
Il Castello di San Marco (Calatabiano)
Il Castello di San Marco, una residenza nobiliare sita sul litorale di San Marco, sorge, fra la foce del
fiume Alcantara e la riserva naturale di Fiumefreddo. E’ un magnifico esempio di Architettura
barocca Siciliana ed essendo privato è stato trasformato in un magnifico albergo.
La costruzione venne intrapresa nel 1689 dal signore dell’epoca, Ignazio Sebastiano Gravina
principe di Palagonia.
L’aspetto originario di quel che era un complesso di edifici, oggi in parte perduti, era molto diverso
da quello attuale, a causa delle continue modifiche realizzate nel corso dei decenni. Nel 1856 venne
dato, con l’annesso fondo, in enfiteusi al barone Pasquale Pennisi di Floristella, assumendo
l’aspetto attuale.
Il Castello di Calatabiano
Il castello fu costruito dagli arabi e successivamente rimaneggiato dai normanni sorge su una collina
alta 220 m s.l.m. e domina la foce dell’Alcantara. Per la sua grande importanza militare svevi e
aragonesi vi apportarono migliorie difensive. Alla famiglia dei Cruyllas si deve l’ampliamento che
portò la fortezza alle dimensioni attuali. Di maggior interesse sono il portale di ingresso, costituito
da un arco a sesto acuto di pietra arenaria e pietra lavica, e il "Salone dei Cruyllas", diviso
simmetricamente da un arco in pietra lavica il cui concio reca le insegne della famiglia. Nella parte
più elevata del maschio si trova un’uscita di emergenza sul pendio più ripido e difficilmente
accessibile del monte. Solo qualche rudere rimane invece del borgo abbandonato nel 1693. Il
castello è visitabile, si parcheggia l’auto sul piazzale sottostante e tramite un ascensore inclinato si
raggiunge la sommità dove è anche possibile pranzare al rinomato ristorante “Al Castello”.
Maggiori informazioni dal sito internet: http://www.castellodicalatabiano.it/
Il Castello di Francavilla di Sicilia
Il Castello di Francavilla di Sicilia sorge su un rilievo isolato al centro della Valle dell'Alcantara.
Dalla sommità del castello si domina l’intera valle dell’Alcantara, il centro abitato di Francavilla di
Sicilia, e proprio sotto vi scorre il famoso fiume alcantara con le sue meravigliose gurne. Il castello
è attualmente allo stato di rudere. Per visitare il Castello è consigliabile inerpicarsi lungo la stradella
che dipartendosi dalla piazza della Chiesa Matrice ci conduce fin sulla sommità.
Giunti lassù non ci resta che ammirare tutta la valle con un panorama mozzafiato.
Si suppone che la costruzione del castello sia avvenuta tra il 1120 ed il 1180, in quanto alcuni
storici lo fanno risalire al tempo di Guglielmo I D'Altavilla, detto "il Malo" (1120 - 1166); per altri
invece esso venne edificato sotto il regno di Guglielmo II, detto il "Buono" (1153 - 1189), figlio del
precedente. Oggi dell'antico Castello feudale restano solo i ruderi. Le pietre sono saldate con calce
malfitana molto usata dagli antichi. Dal lato est, i ruderi sono rappresentati da grosse ed alte mura,
che svettano monumentali sul ciglione sovrastante la ripida parete del colle. Resta inoltre la
saldatura muraria tra la linea del ciglione e l'alta muratura. Tra i ruderi della divisione interna; in un
cortile, si trovano gli avanzi di una grande cisterna che doveva essere di primaria utilità per i
presidiatori del luogo. Secondo la leggenda il nome nasce perché, dopo i moti messinesi il Delfino
di Francia scese in Sicilia e fu ospitato dal re Ruggero di Lauria di Castiglione di Sicilia, a 5 km da
Francavilla di Sicilia. Il Delfino s'innamorò di Angelina, figlia del re di Francavilla, amore
ricambiato dalla principessa. Si racconta che i due innamorati usavano scambiarsi messaggi
sentimentali con luminose lanterne e nelle notti insonni, quando la valle era immersa nell'oscurità,
dalle trifore dei due aggettanti Castelli lampeggiavano, melodiosi al cuore, i dolci giuramenti.
Franca, ancella di Angelina, indifferente spettatrice delle effusioni della sua bella padrona, mentre i
fuochi parlavano di sogni e di ricordi, amava addormentarsi, sicché la castellana era costretta a
sollecitarne la veglia: "Franca, vigghia! pi mia Franca, vigghia" (cioè: “Franca, veglia”, fallo per me
“Franca, veglia”) e più tardi, volendo ricordare la leggenda di Angelina battezzarono il nucleo delle
residenze con il nome di Francaveglia, che si perfezionò in Francavilla. Secondo la storia il nome
deriva dalla dominazione francese, e precisamente dal termine franc-ville, cioè Citta Franca, perché
originariamente la cittadina era esente dal pagamento di tasse.
Il Castello di Castiglione di Sicilia
Il Castello di Castiglione di Sicilia probabilmente è stato edificato durante il periodo normannosvevo e sorge su una rupe che domina tutta la Valle dell’Alcantara, l’ingresso è a ridosso della
Piazza centrale Lauria con una scalinata che ci porta al suo interno.
E' certo che Castiglione nel XII secolo viene chiamato Quastallum dal geografo arabo Edrisi,
Castillo in un diploma di Ruggero II re di Sicilia, Castillio in un diploma di papa Eugenio III,
Castellou in un documento greco, cioè semplicemente Castello. L'attuale nome, invece, significa
Castello grande. Al latino medievale castellum, infatti, è stato aggiunto il suffisso accrescitivo ione, facendolo diventare Castellione, che gli Aragonesi prima e gli Spagnoli poi pronunziavano
Casteglione. Il termine ben presto comunque venne interpretato come Castello del Leone per offrire
al paese un marchio di regalità.
Il Castello di Randazzo
Il Castello Svevo di Randazzo per un tempo era la sede del Giustiziere del Valdemone (una sorte di
Giudice medievale e governatore) una prigione che poi divenne la residenza della famiglia Romeo
Vagliasindi. Dopo un recente restauro il Castello è oggi utilizzato come centro espositivo e ospita al
suo interno anche una collezione di Pupi Siciliani.
Il Castello di Maniace
Il Castello di Nelson a pochi chilometri da Randazzo si trova a Maniace ed è di proprietà del
Comune di Bronte che lo ha restaurato ed in parte adibito a museo. Sorse intorno al 1173,
probabilmente sulle rovine di una preesistente costruzione basiliana, per volontà della Regina
Margherita, per durevole memoria della battaglia vinta da Giorgio Maniace contro i Saraceni. Come
si usava all’epoca, il monastero venne dotato di castello o torre difensiva. Guglielmo di Blois fu il
primo abate del monastero. Alla fine del XV secolo l’abbazia, con i suoi vasti terreni, divenne
proprietà dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo, fino al 1799 quando da Ferdinando III fu
donata all’Ammiraglio Horatio Nelson in premio della soffocata repubblica partenopea. Il Castello
è visitabile come l’adiacente parco che ospita sculture di notevole interesse, si possono visitare gli
appartamenti ducali, la chiesa di Santa Maria di Maniace con il suo portale gotico normanno ed i
suoi dipinti, i resti dell’abbazia, il museo fotografico della pietra lavica, il giardino inglese.
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