F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 MATEMATICA DI BASE – 3 Francesco Oliveri Serena Sammarco Dipartimento di Matematica, Università di Messina 1 Settembre 2010 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 MATEMATICA DI BASE MODULO 3 Geometria del Piano Perimetri e Aree di Figure Piane Superfici e Volumi di Solidi Geometria Analitica F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Matematica: Concetti Primitivi Da qualche parte bisogna pur partire! In Matematica ci sono i cosiddetti concetti primitivi. I concetti primitivi sono quelli che non sono suscettibili di una definizione che non sia circolare. Se ne fissano soltanto le proprietà elencando i cosiddetti assiomi o postulati. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Nozioni comuni 1 Cose uguali a un’altra medesima sono tra loro uguali. 2 Se a cose uguali si aggiungono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 3 Se da cose uguali si tolgono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 4 Cose che possono essere portate a sovrapporsi l’una con l’altra sono uguali tra loro. 5 Il tutto è maggiore della parte. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Nozioni comuni 1 Cose uguali a un’altra medesima sono tra loro uguali. 2 Se a cose uguali si aggiungono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 3 Se da cose uguali si tolgono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 4 Cose che possono essere portate a sovrapporsi l’una con l’altra sono uguali tra loro. 5 Il tutto è maggiore della parte. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Nozioni comuni 1 Cose uguali a un’altra medesima sono tra loro uguali. 2 Se a cose uguali si aggiungono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 3 Se da cose uguali si tolgono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 4 Cose che possono essere portate a sovrapporsi l’una con l’altra sono uguali tra loro. 5 Il tutto è maggiore della parte. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Nozioni comuni 1 Cose uguali a un’altra medesima sono tra loro uguali. 2 Se a cose uguali si aggiungono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 3 Se da cose uguali si tolgono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 4 Cose che possono essere portate a sovrapporsi l’una con l’altra sono uguali tra loro. 5 Il tutto è maggiore della parte. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Nozioni comuni 1 Cose uguali a un’altra medesima sono tra loro uguali. 2 Se a cose uguali si aggiungono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 3 Se da cose uguali si tolgono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 4 Cose che possono essere portate a sovrapporsi l’una con l’altra sono uguali tra loro. 5 Il tutto è maggiore della parte. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Nozioni comuni 1 Cose uguali a un’altra medesima sono tra loro uguali. 2 Se a cose uguali si aggiungono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 3 Se da cose uguali si tolgono cose uguali, allora si ottengono cose uguali. 4 Cose che possono essere portate a sovrapporsi l’una con l’altra sono uguali tra loro. 5 Il tutto è maggiore della parte. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Definizioni, 1–9 Un punto è ciò che non ha parti. Una linea è una lunghezza senza larghezza. Gli estremi di una linea sono punti. Una retta è una linea che giace ugualmente rispetto ai punti su di essa. Una superficie è ciò che ha soltanto lunghezza e larghezza. Gli estremi di una superficie sono linee. Una superficie piana è quella che giace ugualmente rispetto alle rette su di essa. Un angolo piano è l’inclinazione reciproca di due linee in un piano le quali si incontrino e non giacciano in linea retta. Quando le linee che comprendono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni. 10–16 Quando una retta innalzata a partire da un’altra retta forma con essa angoli adiacenti uguali fra loro, ciascuno dei due angoli è retto, e la retta si dice perpendicolare a quella su cui è innalzata. Dicesi angolo ottuso l’angolo maggiore di un angolo retto. Dicesi acuto l’angolo minore di un angolo retto. Dicesi termine ciò che è estremo di qualche cosa. Dicesi figura ciò che è compreso da uno o più termini. Dicesi cerchio una figura piana delimitata da un’unica linea tale che tutte le rette che terminano su di essa a partire da un medesimo punto fra quelli interni alla figura, siano uguali fra loro. Quel punto si chiama centro del cerchio. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 17–20 Dicesi diametro del cerchio una retta condotta per il centro e terminata da ambedue le parti dalla circonferenza del cerchio, la quale retta taglia anche il cerchio per metà. Dicesi semicerchio la figura compresa dal diametro e dalla circonferenza da esso tagliata. E centro del semicerchio è quello stesso che è anche centro del cerchio. Si dicono rettilinee le figure delimitate da rette, vale a dire: figure trilatere quelle comprese da tre rette, quadrilatere quelle comprese da quattro rette e multilatere quelle comprese da più di quattro rette. Dicesi triangolo equilatero la figura trilatera che ha i tre lati uguali, triangolo isoscele quella che ha soltanto due lati uguali, e scaleno quella che ha i tre lati disuguali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 17–20 Dicesi diametro del cerchio una retta condotta per il centro e terminata da ambedue le parti dalla circonferenza del cerchio, la quale retta taglia anche il cerchio per metà. Dicesi semicerchio la figura compresa dal diametro e dalla circonferenza da esso tagliata. E centro del semicerchio è quello stesso che è anche centro del cerchio. Si dicono rettilinee le figure delimitate da rette, vale a dire: figure trilatere quelle comprese da tre rette, quadrilatere quelle comprese da quattro rette e multilatere quelle comprese da più di quattro rette. Dicesi triangolo equilatero la figura trilatera che ha i tre lati uguali, triangolo isoscele quella che ha soltanto due lati uguali, e scaleno quella che ha i tre lati disuguali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 17–20 Dicesi diametro del cerchio una retta condotta per il centro e terminata da ambedue le parti dalla circonferenza del cerchio, la quale retta taglia anche il cerchio per metà. Dicesi semicerchio la figura compresa dal diametro e dalla circonferenza da esso tagliata. E centro del semicerchio è quello stesso che è anche centro del cerchio. Si dicono rettilinee le figure delimitate da rette, vale a dire: figure trilatere quelle comprese da tre rette, quadrilatere quelle comprese da quattro rette e multilatere quelle comprese da più di quattro rette. Dicesi triangolo equilatero la figura trilatera che ha i tre lati uguali, triangolo isoscele quella che ha soltanto due lati uguali, e scaleno quella che ha i tre lati disuguali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 17–20 Dicesi diametro del cerchio una retta condotta per il centro e terminata da ambedue le parti dalla circonferenza del cerchio, la quale retta taglia anche il cerchio per metà. Dicesi semicerchio la figura compresa dal diametro e dalla circonferenza da esso tagliata. E centro del semicerchio è quello stesso che è anche centro del cerchio. Si dicono rettilinee le figure delimitate da rette, vale a dire: figure trilatere quelle comprese da tre rette, quadrilatere quelle comprese da quattro rette e multilatere quelle comprese da più di quattro rette. Dicesi triangolo equilatero la figura trilatera che ha i tre lati uguali, triangolo isoscele quella che ha soltanto due lati uguali, e scaleno quella che ha i tre lati disuguali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 17–20 Dicesi diametro del cerchio una retta condotta per il centro e terminata da ambedue le parti dalla circonferenza del cerchio, la quale retta taglia anche il cerchio per metà. Dicesi semicerchio la figura compresa dal diametro e dalla circonferenza da esso tagliata. E centro del semicerchio è quello stesso che è anche centro del cerchio. Si dicono rettilinee le figure delimitate da rette, vale a dire: figure trilatere quelle comprese da tre rette, quadrilatere quelle comprese da quattro rette e multilatere quelle comprese da più di quattro rette. Dicesi triangolo equilatero la figura trilatera che ha i tre lati uguali, triangolo isoscele quella che ha soltanto due lati uguali, e scaleno quella che ha i tre lati disuguali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 21–23 Dicesi inoltre triangolo rettangolo la figura trilatera che ha un angolo retto, triangolo ottusangolo quella che ha un angolo ottuso, e triangolo acutangolo quella che ha i tre angoli acuti. Dicesi quadrato la figura quadrilatera che ha i lati uguali e gli angoli retti. Diconsi parallele rette giacenti nello stesso piano che, prolungate illimitatamente in entrambe le direzioni, non si incontrino fra loro da nessuna delle due parti. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 21–23 Dicesi inoltre triangolo rettangolo la figura trilatera che ha un angolo retto, triangolo ottusangolo quella che ha un angolo ottuso, e triangolo acutangolo quella che ha i tre angoli acuti. Dicesi quadrato la figura quadrilatera che ha i lati uguali e gli angoli retti. Diconsi parallele rette giacenti nello stesso piano che, prolungate illimitatamente in entrambe le direzioni, non si incontrino fra loro da nessuna delle due parti. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 21–23 Dicesi inoltre triangolo rettangolo la figura trilatera che ha un angolo retto, triangolo ottusangolo quella che ha un angolo ottuso, e triangolo acutangolo quella che ha i tre angoli acuti. Dicesi quadrato la figura quadrilatera che ha i lati uguali e gli angoli retti. Diconsi parallele rette giacenti nello stesso piano che, prolungate illimitatamente in entrambe le direzioni, non si incontrino fra loro da nessuna delle due parti. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – . . . Definizioni, 21–23 Dicesi inoltre triangolo rettangolo la figura trilatera che ha un angolo retto, triangolo ottusangolo quella che ha un angolo ottuso, e triangolo acutangolo quella che ha i tre angoli acuti. Dicesi quadrato la figura quadrilatera che ha i lati uguali e gli angoli retti. Diconsi parallele rette giacenti nello stesso piano che, prolungate illimitatamente in entrambe le direzioni, non si incontrino fra loro da nessuna delle due parti. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Postulati 1 È possibile condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. 2 È possibile prolungare illimitatamente una retta finita in linea retta. 3 È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e distanza (raggio) qualsiasi. 4 Tutti gli angoli retti sono uguali fra loro. 5 Se (in un piano) una retta, intersecando due altre rette, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla parte detta. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Postulati 1 È possibile condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. 2 È possibile prolungare illimitatamente una retta finita in linea retta. 3 È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e distanza (raggio) qualsiasi. 4 Tutti gli angoli retti sono uguali fra loro. 5 Se (in un piano) una retta, intersecando due altre rette, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla parte detta. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Postulati 1 È possibile condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. 2 È possibile prolungare illimitatamente una retta finita in linea retta. 3 È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e distanza (raggio) qualsiasi. 4 Tutti gli angoli retti sono uguali fra loro. 5 Se (in un piano) una retta, intersecando due altre rette, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla parte detta. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Postulati 1 È possibile condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. 2 È possibile prolungare illimitatamente una retta finita in linea retta. 3 È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e distanza (raggio) qualsiasi. 4 Tutti gli angoli retti sono uguali fra loro. 5 Se (in un piano) una retta, intersecando due altre rette, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla parte detta. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Postulati 1 È possibile condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. 2 È possibile prolungare illimitatamente una retta finita in linea retta. 3 È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e distanza (raggio) qualsiasi. 4 Tutti gli angoli retti sono uguali fra loro. 5 Se (in un piano) una retta, intersecando due altre rette, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla parte detta. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Gli Elementi di Euclide (Στ oιχια) – Postulati 1 È possibile condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. 2 È possibile prolungare illimitatamente una retta finita in linea retta. 3 È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e distanza (raggio) qualsiasi. 4 Tutti gli angoli retti sono uguali fra loro. 5 Se (in un piano) una retta, intersecando due altre rette, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla parte detta. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figura piana e figura solida Una figura i cui punti appartengono tutti ad un piano si dice figura piana. Nel caso contrario si parla di figura solida. Poligonali Consideriamo dei punti nel piano e congiungiamoli con dei segmenti a due a due consecutivi: otteniamo una poligonale o spezzata. Spezzata chiusa Spezzata aperta Spezzata non intrecciata Spezzata intrecciata F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figura piana e figura solida Una figura i cui punti appartengono tutti ad un piano si dice figura piana. Nel caso contrario si parla di figura solida. Poligonali Consideriamo dei punti nel piano e congiungiamoli con dei segmenti a due a due consecutivi: otteniamo una poligonale o spezzata. Spezzata chiusa Spezzata aperta Spezzata non intrecciata Spezzata intrecciata F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligono Si chiama poligono la figura formata da una spezzata chiusa non intrecciata e dalla parte finita di piano da essa limitata. I segmenti che compongono la spezzata chiusa si dicono lati del poligono. Un poligono ha sempre un ugual numero di lati, di vertici e di angoli. Tale numero dà il nome al poligono: 3 angoli → triangolo; 4 angoli → quadrangolo; 5 angoli → pentagono; 6 angoli → esagono; 10 angoli → decagono; 15 angoli → pentadecagono; n angoli → n–agono; F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Figura piana che ha tre angoli e tre lati. Proprietà La somma degli angoli interni di un triangolo è pari ad un angolo piatto (1800 o π radianti). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Figura piana che ha tre angoli e tre lati. Proprietà La somma degli angoli interni di un triangolo è pari ad un angolo piatto (1800 o π radianti). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangolo Si distinguono i triangoli in: ISOSCELI, se due dei tre lati sono uguali (più esattamente: congruenti); EQUILATERI, se tutti e tre i lati uguali; SCALENI, se i tre lati sono tutti di lunghezza diversa. ACUTANGOLI, se tutti gli angoli sono acuti; OTTUSANGOLI, se un angolo è ottuso; RETTANGOLI, se un angolo è retto. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Punti Notevoli di un triangolo Circoncentro: punto d’intersezione degli assi; Ortocentro: punto d’intersezione delle altezze; Incentro: punto d’intersezione delle bisettrici; Baricentro: punto d’intersezione delle mediane; Excentri: centri delle circonferenze tangenti esternamente ad un lato ed ai prolungamenti degli altri due lati. Le altezze partono da un angolo e cadono perpendicolarmente (formando 2 angoli retti) sul lato opposto. Le mediane partono da un angolo e cadono nel punto medio (ossia a metà) del lato opposto. Le bisettrici dividono in 2 parti congruenti l’angolo da cui partono. Gli assi partono dal punto medio di un segmento in modo perpendicolare. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangoli Simili Se due triangoli hanno lati corrispondenti proporzionali ed angoli ordinatamente uguali, essi sono simili. Criteri di Similitudine Due triangoli sono simili se hanno due angoli ordinatamente uguali; Due triangoli sono simili se hanno un angolo uguale compreso fra lati proporzionali; Due triangoli sono simili se hanno i tre lati ordinatamente proporzionali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangoli Simili Se due triangoli hanno lati corrispondenti proporzionali ed angoli ordinatamente uguali, essi sono simili. Criteri di Similitudine Due triangoli sono simili se hanno due angoli ordinatamente uguali; Due triangoli sono simili se hanno un angolo uguale compreso fra lati proporzionali; Due triangoli sono simili se hanno i tre lati ordinatamente proporzionali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangoli Simili Se due triangoli hanno lati corrispondenti proporzionali ed angoli ordinatamente uguali, essi sono simili. Criteri di Similitudine Due triangoli sono simili se hanno due angoli ordinatamente uguali; Due triangoli sono simili se hanno un angolo uguale compreso fra lati proporzionali; Due triangoli sono simili se hanno i tre lati ordinatamente proporzionali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangoli Simili Se due triangoli hanno lati corrispondenti proporzionali ed angoli ordinatamente uguali, essi sono simili. Criteri di Similitudine Due triangoli sono simili se hanno due angoli ordinatamente uguali; Due triangoli sono simili se hanno un angolo uguale compreso fra lati proporzionali; Due triangoli sono simili se hanno i tre lati ordinatamente proporzionali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Triangoli Simili Se due triangoli hanno lati corrispondenti proporzionali ed angoli ordinatamente uguali, essi sono simili. Criteri di Similitudine Due triangoli sono simili se hanno due angoli ordinatamente uguali; Due triangoli sono simili se hanno un angolo uguale compreso fra lati proporzionali; Due triangoli sono simili se hanno i tre lati ordinatamente proporzionali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Corollari Tutti i triangoli equilateri sono simili fra loro; Due triangoli isosceli sono simili se hanno l’angolo al vertice uguale Due triangoli rettangoli sono simili se hanno un angolo acuto rispettivamente uguale, o quando i cateti dell’uno sono proporzionali a quelli dell’altro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Corollari Tutti i triangoli equilateri sono simili fra loro; Due triangoli isosceli sono simili se hanno l’angolo al vertice uguale Due triangoli rettangoli sono simili se hanno un angolo acuto rispettivamente uguale, o quando i cateti dell’uno sono proporzionali a quelli dell’altro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Corollari Tutti i triangoli equilateri sono simili fra loro; Due triangoli isosceli sono simili se hanno l’angolo al vertice uguale Due triangoli rettangoli sono simili se hanno un angolo acuto rispettivamente uguale, o quando i cateti dell’uno sono proporzionali a quelli dell’altro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Corollari Tutti i triangoli equilateri sono simili fra loro; Due triangoli isosceli sono simili se hanno l’angolo al vertice uguale Due triangoli rettangoli sono simili se hanno un angolo acuto rispettivamente uguale, o quando i cateti dell’uno sono proporzionali a quelli dell’altro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri I quadrilateri sono figure con quattro lati e quattro angoli. Proprietà La somma degli angoli interni è di 360◦ (2π radianti); in generale la somma degli angoli interni di un poligono è pari a tanti angoli piatti quanti sono i lati diminuiti di 2; Le diagonali di un quadrilatero, ovvero i segmenti che uniscono due vertici non consecutivi, sono sempre due. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri I quadrilateri sono figure con quattro lati e quattro angoli. Proprietà La somma degli angoli interni è di 360◦ (2π radianti); in generale la somma degli angoli interni di un poligono è pari a tanti angoli piatti quanti sono i lati diminuiti di 2; Le diagonali di un quadrilatero, ovvero i segmenti che uniscono due vertici non consecutivi, sono sempre due. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri I quadrilateri sono figure con quattro lati e quattro angoli. Proprietà La somma degli angoli interni è di 360◦ (2π radianti); in generale la somma degli angoli interni di un poligono è pari a tanti angoli piatti quanti sono i lati diminuiti di 2; Le diagonali di un quadrilatero, ovvero i segmenti che uniscono due vertici non consecutivi, sono sempre due. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri I quadrilateri sono figure con quattro lati e quattro angoli. Proprietà La somma degli angoli interni è di 360◦ (2π radianti); in generale la somma degli angoli interni di un poligono è pari a tanti angoli piatti quanti sono i lati diminuiti di 2; Le diagonali di un quadrilatero, ovvero i segmenti che uniscono due vertici non consecutivi, sono sempre due. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri Classi particolari di quadrilateri sono: i TRAPEZI: quadrilateri con due lati paralleli; i PARALLELOGRAMMI: quadrilateri dove i lati opposti sono paralleli; i RETTANGOLI: quadrilateri che hanno tutti gli angoli retti; i ROMBI: quadrilateri che hanno tutti i lati uguali e quelli opposti sono paralleli, in effetti esso risulta essere un particolare parallelogramma con i lati uguali; i QUADRATI: quadrilateri che sono ROMBI e RETTANGOLI contemporaneamente. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri Classi particolari di quadrilateri sono: i TRAPEZI: quadrilateri con due lati paralleli; i PARALLELOGRAMMI: quadrilateri dove i lati opposti sono paralleli; i RETTANGOLI: quadrilateri che hanno tutti gli angoli retti; i ROMBI: quadrilateri che hanno tutti i lati uguali e quelli opposti sono paralleli, in effetti esso risulta essere un particolare parallelogramma con i lati uguali; i QUADRATI: quadrilateri che sono ROMBI e RETTANGOLI contemporaneamente. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri Classi particolari di quadrilateri sono: i TRAPEZI: quadrilateri con due lati paralleli; i PARALLELOGRAMMI: quadrilateri dove i lati opposti sono paralleli; i RETTANGOLI: quadrilateri che hanno tutti gli angoli retti; i ROMBI: quadrilateri che hanno tutti i lati uguali e quelli opposti sono paralleli, in effetti esso risulta essere un particolare parallelogramma con i lati uguali; i QUADRATI: quadrilateri che sono ROMBI e RETTANGOLI contemporaneamente. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri Classi particolari di quadrilateri sono: i TRAPEZI: quadrilateri con due lati paralleli; i PARALLELOGRAMMI: quadrilateri dove i lati opposti sono paralleli; i RETTANGOLI: quadrilateri che hanno tutti gli angoli retti; i ROMBI: quadrilateri che hanno tutti i lati uguali e quelli opposti sono paralleli, in effetti esso risulta essere un particolare parallelogramma con i lati uguali; i QUADRATI: quadrilateri che sono ROMBI e RETTANGOLI contemporaneamente. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri Classi particolari di quadrilateri sono: i TRAPEZI: quadrilateri con due lati paralleli; i PARALLELOGRAMMI: quadrilateri dove i lati opposti sono paralleli; i RETTANGOLI: quadrilateri che hanno tutti gli angoli retti; i ROMBI: quadrilateri che hanno tutti i lati uguali e quelli opposti sono paralleli, in effetti esso risulta essere un particolare parallelogramma con i lati uguali; i QUADRATI: quadrilateri che sono ROMBI e RETTANGOLI contemporaneamente. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Quadrilateri Classi particolari di quadrilateri sono: i TRAPEZI: quadrilateri con due lati paralleli; i PARALLELOGRAMMI: quadrilateri dove i lati opposti sono paralleli; i RETTANGOLI: quadrilateri che hanno tutti gli angoli retti; i ROMBI: quadrilateri che hanno tutti i lati uguali e quelli opposti sono paralleli, in effetti esso risulta essere un particolare parallelogramma con i lati uguali; i QUADRATI: quadrilateri che sono ROMBI e RETTANGOLI contemporaneamente. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari Un poligono regolare è un poligono in cui tutti i lati e tutti gli angoli sono uguali. In pratica i poligoni sono: equilateri ed equiangoli. Un poligono può essere equilatero senza essere equiangolo e viceversa. il rombo è equilatero ma non è equiangolo; il rettangolo è equiangolo ma non è equilatero. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari Un poligono regolare è un poligono in cui tutti i lati e tutti gli angoli sono uguali. In pratica i poligoni sono: equilateri ed equiangoli. Un poligono può essere equilatero senza essere equiangolo e viceversa. il rombo è equilatero ma non è equiangolo; il rettangolo è equiangolo ma non è equilatero. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari Un poligono regolare è un poligono in cui tutti i lati e tutti gli angoli sono uguali. In pratica i poligoni sono: equilateri ed equiangoli. Un poligono può essere equilatero senza essere equiangolo e viceversa. il rombo è equilatero ma non è equiangolo; il rettangolo è equiangolo ma non è equilatero. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari Un poligono regolare è un poligono in cui tutti i lati e tutti gli angoli sono uguali. In pratica i poligoni sono: equilateri ed equiangoli. Un poligono può essere equilatero senza essere equiangolo e viceversa. il rombo è equilatero ma non è equiangolo; il rettangolo è equiangolo ma non è equilatero. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Poligoni regolari: Esempi triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ... Ad ogni poligono regolare si può inscrivere e circoscrivere una circonferenza. Le due circonferenze hanno lo stesso centro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Si chiama circonferenza il luogo geometrico dei punti P di un piano che sono equidistanti da un punto prefissato, C, detto centro. La distanza tra ogni punto della circonferenza e il suo centro si chiama raggio; Ogni segmento che congiunge due punti distinti della circonferenza si chiama corda; Una qualsiasi corda passante per il centro si chiama diametro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Si chiama circonferenza il luogo geometrico dei punti P di un piano che sono equidistanti da un punto prefissato, C, detto centro. La distanza tra ogni punto della circonferenza e il suo centro si chiama raggio; Ogni segmento che congiunge due punti distinti della circonferenza si chiama corda; Una qualsiasi corda passante per il centro si chiama diametro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Si chiama circonferenza il luogo geometrico dei punti P di un piano che sono equidistanti da un punto prefissato, C, detto centro. La distanza tra ogni punto della circonferenza e il suo centro si chiama raggio; Ogni segmento che congiunge due punti distinti della circonferenza si chiama corda; Una qualsiasi corda passante per il centro si chiama diametro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Si chiama circonferenza il luogo geometrico dei punti P di un piano che sono equidistanti da un punto prefissato, C, detto centro. La distanza tra ogni punto della circonferenza e il suo centro si chiama raggio; Ogni segmento che congiunge due punti distinti della circonferenza si chiama corda; Una qualsiasi corda passante per il centro si chiama diametro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza In una circonferenza una qualunque corda non passante per il centro minore del diametro; Se indichiamo con H il piede della perpendicolare condotta dal centro C di una circonferenza ad una corda AB della stessa circonferenza allora tale perpendicolare dimezza la corda; Se due corde appartenenti alla stessa circonferenza sono isometriche allora esse sono equidistanti dal centro della circonferenza; Se due corde sono equidistanti dal centro della circonferenza allora tali corde sono isometriche. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza In una circonferenza una qualunque corda non passante per il centro minore del diametro; Se indichiamo con H il piede della perpendicolare condotta dal centro C di una circonferenza ad una corda AB della stessa circonferenza allora tale perpendicolare dimezza la corda; Se due corde appartenenti alla stessa circonferenza sono isometriche allora esse sono equidistanti dal centro della circonferenza; Se due corde sono equidistanti dal centro della circonferenza allora tali corde sono isometriche. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza In una circonferenza una qualunque corda non passante per il centro minore del diametro; Se indichiamo con H il piede della perpendicolare condotta dal centro C di una circonferenza ad una corda AB della stessa circonferenza allora tale perpendicolare dimezza la corda; Se due corde appartenenti alla stessa circonferenza sono isometriche allora esse sono equidistanti dal centro della circonferenza; Se due corde sono equidistanti dal centro della circonferenza allora tali corde sono isometriche. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza In una circonferenza una qualunque corda non passante per il centro minore del diametro; Se indichiamo con H il piede della perpendicolare condotta dal centro C di una circonferenza ad una corda AB della stessa circonferenza allora tale perpendicolare dimezza la corda; Se due corde appartenenti alla stessa circonferenza sono isometriche allora esse sono equidistanti dal centro della circonferenza; Se due corde sono equidistanti dal centro della circonferenza allora tali corde sono isometriche. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza In una circonferenza una qualunque corda non passante per il centro minore del diametro; Se indichiamo con H il piede della perpendicolare condotta dal centro C di una circonferenza ad una corda AB della stessa circonferenza allora tale perpendicolare dimezza la corda; Se due corde appartenenti alla stessa circonferenza sono isometriche allora esse sono equidistanti dal centro della circonferenza; Se due corde sono equidistanti dal centro della circonferenza allora tali corde sono isometriche. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Ogni angolo alla circonferenza è uguale alla metà del corrispondente angolo al centro. Corollari Ogni triangolo inscritto in una semicirconferenza è un triangolo rettangolo, la cui ipotenusa coincide con il diametro della semicirconferenza; Tutti gli angoli alla circonferenza che insistono sullo stesso arco, o su archi isometrici, sono uguali fra loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Ogni angolo alla circonferenza è uguale alla metà del corrispondente angolo al centro. Corollari Ogni triangolo inscritto in una semicirconferenza è un triangolo rettangolo, la cui ipotenusa coincide con il diametro della semicirconferenza; Tutti gli angoli alla circonferenza che insistono sullo stesso arco, o su archi isometrici, sono uguali fra loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Ogni angolo alla circonferenza è uguale alla metà del corrispondente angolo al centro. Corollari Ogni triangolo inscritto in una semicirconferenza è un triangolo rettangolo, la cui ipotenusa coincide con il diametro della semicirconferenza; Tutti gli angoli alla circonferenza che insistono sullo stesso arco, o su archi isometrici, sono uguali fra loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza Ogni angolo alla circonferenza è uguale alla metà del corrispondente angolo al centro. Corollari Ogni triangolo inscritto in una semicirconferenza è un triangolo rettangolo, la cui ipotenusa coincide con il diametro della semicirconferenza; Tutti gli angoli alla circonferenza che insistono sullo stesso arco, o su archi isometrici, sono uguali fra loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Perimetro e Area Ad ogni figura piana si possono associare due valori numerici: perimetro, che è pari alla somma delle misure dei lati della figura piana; area, che è la misura della superficie occupata dalla figura piana. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Perimetro e Area Ad ogni figura piana si possono associare due valori numerici: perimetro, che è pari alla somma delle misure dei lati della figura piana; area, che è la misura della superficie occupata dalla figura piana. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Perimetro e Area Ad ogni figura piana si possono associare due valori numerici: perimetro, che è pari alla somma delle misure dei lati della figura piana; area, che è la misura della superficie occupata dalla figura piana. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Perimetro e Area di Figure Piane F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Primo Teorema di Euclide In ogni triangolo rettangolo il quadrato avente come lato uno dei cateti è equivalente (ha la stessa area) al rettangolo che ha per dimensioni l’ipotenusa e la proiezione del predetto cateto sull’ipotenusa. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Teorema di Pitagora In ogni triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Teorema di Pitagora Nell’enunciato del teorema di Pitagora, i quadrati possono essere sostituiti da altre figure, come ad esempio triangoli, esagoni, o anche figure irregolari, purché simili tra loro. Le figure simili sono quelle che differiscono solo per grandezza, ma non per forma. In altre parole, due figure simili sono l’una l’ingrandimento dell’altra. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Secondo Teorema di Euclide In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’altezza relativa all’ipotenusa è equivalente al rettangolo che ha per dimensioni le proiezioni dei cateti sull’ipotenusa. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Figure Solide Prismi; Parallelepipedi; Piramidi; Cilindri; Cono; Sfera; Poliedri Regolari. Un poliedro si dice REGOLARE quando le sue facce sono poligoni regolari tutti uguali e i suoi angoloidi sono tutti uguali fra di loro. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Domande 1 Quanti angoli retti o ottusi ci possono essere al massimo in un triangolo? 2 Quanti poligoni regolari esistono? 3 Quanti poliedri regolari esistono? Risposte 1 1. 2 Infiniti. 3 Solo 5. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Solidi Platonici Esistono solo cinque tipi di poliedri regolari noti come Solidi Platonici. Tetraedro regolare: 4 facce triangolari; Ottaedro regolare: 8 facce triangolari; Icosaedro regolare: 20 facce triangolari; Esaedro regolare o cubo: 6 facce quadrate; Dodecaedro regolare: 12 facce pentagonali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Solidi Platonici Esistono solo cinque tipi di poliedri regolari noti come Solidi Platonici. Tetraedro regolare: 4 facce triangolari; Ottaedro regolare: 8 facce triangolari; Icosaedro regolare: 20 facce triangolari; Esaedro regolare o cubo: 6 facce quadrate; Dodecaedro regolare: 12 facce pentagonali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Solidi Platonici Esistono solo cinque tipi di poliedri regolari noti come Solidi Platonici. Tetraedro regolare: 4 facce triangolari; Ottaedro regolare: 8 facce triangolari; Icosaedro regolare: 20 facce triangolari; Esaedro regolare o cubo: 6 facce quadrate; Dodecaedro regolare: 12 facce pentagonali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Solidi Platonici Esistono solo cinque tipi di poliedri regolari noti come Solidi Platonici. Tetraedro regolare: 4 facce triangolari; Ottaedro regolare: 8 facce triangolari; Icosaedro regolare: 20 facce triangolari; Esaedro regolare o cubo: 6 facce quadrate; Dodecaedro regolare: 12 facce pentagonali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Solidi Platonici Esistono solo cinque tipi di poliedri regolari noti come Solidi Platonici. Tetraedro regolare: 4 facce triangolari; Ottaedro regolare: 8 facce triangolari; Icosaedro regolare: 20 facce triangolari; Esaedro regolare o cubo: 6 facce quadrate; Dodecaedro regolare: 12 facce pentagonali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Solidi Platonici Esistono solo cinque tipi di poliedri regolari noti come Solidi Platonici. Tetraedro regolare: 4 facce triangolari; Ottaedro regolare: 8 facce triangolari; Icosaedro regolare: 20 facce triangolari; Esaedro regolare o cubo: 6 facce quadrate; Dodecaedro regolare: 12 facce pentagonali. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Volume di solidi elementari Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. Formule Volume del Cubo: V = s3 , dove s è la lunghezza dei lati; Volume del Prisma retto a base rettangolare: V = a · b · c dove a, b, c sono rispettivamente lunghezza, larghezza e altezza del Prisma; per i prismi generici il volume V = Ab h, dove Ab indica l’area di base e h l’altezza; Volume del Cono di raggio r e altezza h: V = 13 πr 2 h; Volume della Sfera di raggio r : V = 43 π · r 3 ; Volume della Piramide V = 31 A · h, dove A è l’area di base ed h l’altezza. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Prendiamo nel piano due rette orientate (asse x e asse y ) tra di loro perpendicolari e indichiamo con O il loro punto di intersezione; Fissiamo una unità di misura u. Tale piano viene detto Piano Cartesiano Ortogonale. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Prendiamo nel piano due rette orientate (asse x e asse y ) tra di loro perpendicolari e indichiamo con O il loro punto di intersezione; Fissiamo una unità di misura u. Tale piano viene detto Piano Cartesiano Ortogonale. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Prendiamo nel piano due rette orientate (asse x e asse y ) tra di loro perpendicolari e indichiamo con O il loro punto di intersezione; Fissiamo una unità di misura u. Tale piano viene detto Piano Cartesiano Ortogonale. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Prendiamo nel piano due rette orientate (asse x e asse y ) tra di loro perpendicolari e indichiamo con O il loro punto di intersezione; Fissiamo una unità di misura u. Tale piano viene detto Piano Cartesiano Ortogonale. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Un punto qualsiasi P del piano sarà individuato da due numeri (x1 , y1 ): x1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse x e l’asse x stesso; y1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse y e l’asse y stesso; I numeri reali x1 , y1 sono le coordinate cartesiane del punto P (rispettivamente: ascissa e ordinata del punto P); I due assi cartesiani dividono il piano in quattro quadranti (Il primo quadrante è quello dei punti con entrambe le coordinate positive; gli altri nell’ordine si susseguono ruotando in senso antiorario). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Un punto qualsiasi P del piano sarà individuato da due numeri (x1 , y1 ): x1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse x e l’asse x stesso; y1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse y e l’asse y stesso; I numeri reali x1 , y1 sono le coordinate cartesiane del punto P (rispettivamente: ascissa e ordinata del punto P); I due assi cartesiani dividono il piano in quattro quadranti (Il primo quadrante è quello dei punti con entrambe le coordinate positive; gli altri nell’ordine si susseguono ruotando in senso antiorario). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Un punto qualsiasi P del piano sarà individuato da due numeri (x1 , y1 ): x1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse x e l’asse x stesso; y1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse y e l’asse y stesso; I numeri reali x1 , y1 sono le coordinate cartesiane del punto P (rispettivamente: ascissa e ordinata del punto P); I due assi cartesiani dividono il piano in quattro quadranti (Il primo quadrante è quello dei punti con entrambe le coordinate positive; gli altri nell’ordine si susseguono ruotando in senso antiorario). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Un punto qualsiasi P del piano sarà individuato da due numeri (x1 , y1 ): x1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse x e l’asse x stesso; y1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse y e l’asse y stesso; I numeri reali x1 , y1 sono le coordinate cartesiane del punto P (rispettivamente: ascissa e ordinata del punto P); I due assi cartesiani dividono il piano in quattro quadranti (Il primo quadrante è quello dei punti con entrambe le coordinate positive; gli altri nell’ordine si susseguono ruotando in senso antiorario). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Un punto qualsiasi P del piano sarà individuato da due numeri (x1 , y1 ): x1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse x e l’asse x stesso; y1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse y e l’asse y stesso; I numeri reali x1 , y1 sono le coordinate cartesiane del punto P (rispettivamente: ascissa e ordinata del punto P); I due assi cartesiani dividono il piano in quattro quadranti (Il primo quadrante è quello dei punti con entrambe le coordinate positive; gli altri nell’ordine si susseguono ruotando in senso antiorario). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Piano cartesiano Un punto qualsiasi P del piano sarà individuato da due numeri (x1 , y1 ): x1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse x e l’asse x stesso; y1 è la misura (con segno) del segmento determinato da O e dal punto di intersezione tra la perpendicolare passante per P all’asse y e l’asse y stesso; I numeri reali x1 , y1 sono le coordinate cartesiane del punto P (rispettivamente: ascissa e ordinata del punto P); I due assi cartesiani dividono il piano in quattro quadranti (Il primo quadrante è quello dei punti con entrambe le coordinate positive; gli altri nell’ordine si susseguono ruotando in senso antiorario). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza tra due punti Considerati due punti P≡ (x1 , y1 ) e Q≡ (x2 , y2 ), per determinare la distanza fra due punti si ha la seguente formula che deriva dal Teorema di Pitagora: q d= (x2 − x1 )2 + (y2 − y1 )2 vale a dire: In coordinate ortogonali la distanza di due punti è data dalla radice quadrata della somma dei quadrati delle differenze tra le coordinate omologhe. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza tra due punti La distanza di un punto P≡ (x1 , y1 ) dall’origine è data da q OP = x12 + y12 cioè è uguale alla radice quadrata della somma dei quadrati delle coordinate. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta La retta o linea retta è uno degli enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. La retta è illimitata in entrambe le direzioni, cioè infinita. Due rette nel piano possono essere: incidenti se si intersecano (in uno e un solo punto); parallele se non si intersecano (nella geometria proiettiva si dicono che si incontrano all’infinito, cioè, scherzando, quando non gliene frega più niente). Per un punto si possono tracciare un infinito numero di rette; Per due punti passa una e una sola retta; Domanda: Cosa è più facile: disegnare una retta o una circonferenza? F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Equazione della retta Ogni retta è rappresentata da una equazione di primo grado in due variabili (x e y ). Equazione della retta in forma implicita ax + by + c = 0 dove i coefficienti a, b e c sono dei numeri reali fissati, con a e b non contemporaneamente nulli. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Equazione della retta Ogni retta è rappresentata da una equazione di primo grado in due variabili (x e y ). Equazione della retta in forma implicita ax + by + c = 0 dove i coefficienti a, b e c sono dei numeri reali fissati, con a e b non contemporaneamente nulli. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Equazione della retta Ogni retta è rappresentata da una equazione di primo grado in due variabili (x e y ). Equazione della retta in forma implicita ax + by + c = 0 dove i coefficienti a, b e c sono dei numeri reali fissati, con a e b non contemporaneamente nulli. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta Se b 6= 0 oppure a 6= 0 , è possibile descrivere la stessa retta in forma esplicita rispettivamente in una delle due forme seguenti: y = mx + q, oppure x = m0 y + q 0 , dove a b m = − , m0 = − b a è il coefficiente angolare (rispetto all’asse x o all’asse y ) e quantifica la pendenza della retta. Nell’eq. y = mx +q il coefficiente angolare m è la tangente trigonometrica dell’angolo che la retta forma con il semiasse positivo delle x. Il coefficiente q (l’intercetta) l’ordinata del punto di intersezione con l’asse y . F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta Se b 6= 0 oppure a 6= 0 , è possibile descrivere la stessa retta in forma esplicita rispettivamente in una delle due forme seguenti: y = mx + q, oppure x = m0 y + q 0 , dove a b m = − , m0 = − b a è il coefficiente angolare (rispetto all’asse x o all’asse y ) e quantifica la pendenza della retta. Nell’eq. y = mx +q il coefficiente angolare m è la tangente trigonometrica dell’angolo che la retta forma con il semiasse positivo delle x. Il coefficiente q (l’intercetta) l’ordinata del punto di intersezione con l’asse y . F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta Se b 6= 0 oppure a 6= 0 , è possibile descrivere la stessa retta in forma esplicita rispettivamente in una delle due forme seguenti: y = mx + q, oppure x = m0 y + q 0 , dove a b m = − , m0 = − b a è il coefficiente angolare (rispetto all’asse x o all’asse y ) e quantifica la pendenza della retta. Nell’eq. y = mx +q il coefficiente angolare m è la tangente trigonometrica dell’angolo che la retta forma con il semiasse positivo delle x. Il coefficiente q (l’intercetta) l’ordinata del punto di intersezione con l’asse y . F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta: Esempi Consideriamo la retta y = x − 1. (1) Tutti i punti di questa retta godono di avere per coordinate le coppie di numeri (x, x − 1), per ogni scelta di x. Cioè, coppie di numeri che, sostituiti ordinatamente al posto delle variabili x e y nella equazione (1), soddisfano l’equazione stessa. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta: Proprietà Assegnata quindi una retta ax + by + c = 0 i punti del piano cartesiano rimangono suddivisi in 3 insiemi, per semplicità chiamiamoli A, B, C, che sono rispettivamente A = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c = 0} B = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c > 0} C = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c < 0} F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta: Proprietà Assegnata quindi una retta ax + by + c = 0 i punti del piano cartesiano rimangono suddivisi in 3 insiemi, per semplicità chiamiamoli A, B, C, che sono rispettivamente A = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c = 0} B = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c > 0} C = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c < 0} F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta: Proprietà Assegnata quindi una retta ax + by + c = 0 i punti del piano cartesiano rimangono suddivisi in 3 insiemi, per semplicità chiamiamoli A, B, C, che sono rispettivamente A = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c = 0} B = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c > 0} C = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c < 0} F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta: Proprietà Assegnata quindi una retta ax + by + c = 0 i punti del piano cartesiano rimangono suddivisi in 3 insiemi, per semplicità chiamiamoli A, B, C, che sono rispettivamente A = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c = 0} B = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c > 0} C = {P ≡ (x, y ) : ax + by + c < 0} F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 In figura. . . F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta per due punti Dati due punti di coordinate (x1 , y1 ) (x2 , y2 ), per essi passa una ed una sola retta! L’equazione della retta passante per essi è: x − x1 y − y1 = . x2 − x1 y2 − y1 Questa formula rappresenta il modo più pratico per scrivere l’equazione della retta, non parallela ad alcun asse coordinato, passante per i punti suddetti. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Rette Date due rette, r , di equazione y = mx + p, ed r 0 , di equazione y = m0 x + p0 , allora condizione di parallelismo: m = m0 ; condizione di perpendicolarità m · m0 = −1. Fascio di rette Tutte le rette passanti per un punto P ≡ (x0 , y0 ) (fascio di rette) hanno equazione y − y0 = m(x − x0 ). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Rette Date due rette, r , di equazione y = mx + p, ed r 0 , di equazione y = m0 x + p0 , allora condizione di parallelismo: m = m0 ; condizione di perpendicolarità m · m0 = −1. Fascio di rette Tutte le rette passanti per un punto P ≡ (x0 , y0 ) (fascio di rette) hanno equazione y − y0 = m(x − x0 ). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Rette Date due rette, r , di equazione y = mx + p, ed r 0 , di equazione y = m0 x + p0 , allora condizione di parallelismo: m = m0 ; condizione di perpendicolarità m · m0 = −1. Fascio di rette Tutte le rette passanti per un punto P ≡ (x0 , y0 ) (fascio di rette) hanno equazione y − y0 = m(x − x0 ). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Rette Date due rette, r , di equazione y = mx + p, ed r 0 , di equazione y = m0 x + p0 , allora condizione di parallelismo: m = m0 ; condizione di perpendicolarità m · m0 = −1. Fascio di rette Tutte le rette passanti per un punto P ≡ (x0 , y0 ) (fascio di rette) hanno equazione y − y0 = m(x − x0 ). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione tra due rette Date due rette, di equazione ax + by + c = 0, a0 x + b 0 y + c 0 = 0 che non sono parallele (il che analiticamente corrisponde alla condizione a · b0 − a0 · b 6= 0), il loro punto di intersezione si trova risolvendo il sistema lineare ax + by + c = 0, a0 x + b0 y + c 0 = 0, che è determinato e ha un’unica soluzione. Nel caso di rette parallele si ha un sistema indeterminato (le due equazioni identificano la stessa retta) o impossibile (le due equazioni identificano due rette parallele ma distinte). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione tra due rette Date due rette, di equazione ax + by + c = 0, a0 x + b 0 y + c 0 = 0 che non sono parallele (il che analiticamente corrisponde alla condizione a · b0 − a0 · b 6= 0), il loro punto di intersezione si trova risolvendo il sistema lineare ax + by + c = 0, a0 x + b0 y + c 0 = 0, che è determinato e ha un’unica soluzione. Nel caso di rette parallele si ha un sistema indeterminato (le due equazioni identificano la stessa retta) o impossibile (le due equazioni identificano due rette parallele ma distinte). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Casi particolari Retta parallela all’asse delle ordinate x = k, (per k = 0 si ha l’asse y ) Retta parallela all’asse delle ascisse y = k, (per k = 0 si ha l’asse x) F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Casi particolari Retta parallela all’asse delle ordinate x = k, (per k = 0 si ha l’asse y ) Retta parallela all’asse delle ascisse y = k, (per k = 0 si ha l’asse x) F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Casi particolari Retta parallela all’asse delle ordinate x = k, (per k = 0 si ha l’asse y ) Retta parallela all’asse delle ascisse y = k, (per k = 0 si ha l’asse x) F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Casi particolari Retta passante per l’origine y = mx; se m = 1, si ha la bisettrice del primo e terzo quadrante; se m = −1, si ha la bisettrice del secondo e quarto quadrante. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Casi particolari Retta passante per l’origine y = mx; se m = 1, si ha la bisettrice del primo e terzo quadrante; se m = −1, si ha la bisettrice del secondo e quarto quadrante. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Casi particolari Retta passante per l’origine y = mx; se m = 1, si ha la bisettrice del primo e terzo quadrante; se m = −1, si ha la bisettrice del secondo e quarto quadrante. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta perpendicolare Data la retta r di equazione ax + by + c = 0, e un punto P ≡ (x0 , y0 ), la retta r 0 di equazione b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0, è perpendicolare alla retta r e passa per P. Infatti: l’equazione della retta r 0 è identicamente soddisfatta per x = x0 e y = y0 ; è perpendicolare alla retta r in quanto il prodotto dei rispettivi coefficienti angolari è −1. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta perpendicolare Data la retta r di equazione ax + by + c = 0, e un punto P ≡ (x0 , y0 ), la retta r 0 di equazione b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0, è perpendicolare alla retta r e passa per P. Infatti: l’equazione della retta r 0 è identicamente soddisfatta per x = x0 e y = y0 ; è perpendicolare alla retta r in quanto il prodotto dei rispettivi coefficienti angolari è −1. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta perpendicolare Data la retta r di equazione ax + by + c = 0, e un punto P ≡ (x0 , y0 ), la retta r 0 di equazione b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0, è perpendicolare alla retta r e passa per P. Infatti: l’equazione della retta r 0 è identicamente soddisfatta per x = x0 e y = y0 ; è perpendicolare alla retta r in quanto il prodotto dei rispettivi coefficienti angolari è −1. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Retta perpendicolare Data la retta r di equazione ax + by + c = 0, e un punto P ≡ (x0 , y0 ), la retta r 0 di equazione b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0, è perpendicolare alla retta r e passa per P. Infatti: l’equazione della retta r 0 è identicamente soddisfatta per x = x0 e y = y0 ; è perpendicolare alla retta r in quanto il prodotto dei rispettivi coefficienti angolari è −1. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza di un punto dalla retta Preso un punto P ≡ (x0 , y0 ), e una retta r di equazione ax + by + c = 0, la distanza di P da r è la distanza tra il punto P e l’intersezione tra la retta r e la perpendicolare alla retta r passante per il punto P. In formule: d(P, r ) = |ax0 + by0 + c| √ . a2 + b 2 La formula si ricava con i seguenti passi: si scrive l’equazione della retta passante per P e perpendicolare alla retta r : b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0; si determina il punto Q di intersezione tra questa retta e la retta r ; si calcola la distanza tra P e Q. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza di un punto dalla retta Preso un punto P ≡ (x0 , y0 ), e una retta r di equazione ax + by + c = 0, la distanza di P da r è la distanza tra il punto P e l’intersezione tra la retta r e la perpendicolare alla retta r passante per il punto P. In formule: d(P, r ) = |ax0 + by0 + c| √ . a2 + b 2 La formula si ricava con i seguenti passi: si scrive l’equazione della retta passante per P e perpendicolare alla retta r : b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0; si determina il punto Q di intersezione tra questa retta e la retta r ; si calcola la distanza tra P e Q. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza di un punto dalla retta Preso un punto P ≡ (x0 , y0 ), e una retta r di equazione ax + by + c = 0, la distanza di P da r è la distanza tra il punto P e l’intersezione tra la retta r e la perpendicolare alla retta r passante per il punto P. In formule: d(P, r ) = |ax0 + by0 + c| √ . a2 + b 2 La formula si ricava con i seguenti passi: si scrive l’equazione della retta passante per P e perpendicolare alla retta r : b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0; si determina il punto Q di intersezione tra questa retta e la retta r ; si calcola la distanza tra P e Q. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza di un punto dalla retta Preso un punto P ≡ (x0 , y0 ), e una retta r di equazione ax + by + c = 0, la distanza di P da r è la distanza tra il punto P e l’intersezione tra la retta r e la perpendicolare alla retta r passante per il punto P. In formule: d(P, r ) = |ax0 + by0 + c| √ . a2 + b 2 La formula si ricava con i seguenti passi: si scrive l’equazione della retta passante per P e perpendicolare alla retta r : b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0; si determina il punto Q di intersezione tra questa retta e la retta r ; si calcola la distanza tra P e Q. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Distanza di un punto dalla retta Preso un punto P ≡ (x0 , y0 ), e una retta r di equazione ax + by + c = 0, la distanza di P da r è la distanza tra il punto P e l’intersezione tra la retta r e la perpendicolare alla retta r passante per il punto P. In formule: d(P, r ) = |ax0 + by0 + c| √ . a2 + b 2 La formula si ricava con i seguenti passi: si scrive l’equazione della retta passante per P e perpendicolare alla retta r : b(x − x0 ) − a(y − y0 ) = 0; si determina il punto Q di intersezione tra questa retta e la retta r ; si calcola la distanza tra P e Q. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Calcolare perimetro e area dei triangoli di vertici: A ≡ (3, −5), B ≡ (3, 4), C ≡ (−1, 7); A ≡ (2, 3), B ≡ (1, 0), C ≡ (0, 1); A ≡ (−1, 4), B ≡ (−1, 0), C ≡ (3, 0). È sufficiente calcolare la distanza tra A e B (base) e la distanza tra C e la retta passante per A e B (altezza). Il semiprodotto di base e altezza fornisce l’area. Trovando la distanza tra B e C, e la distanza tra A e C possiamo calcolare il perimetro. Noto il perimetro, potremmo calcolare l’area con la formula di Erone: p A = p(p − a)(p − b)(p − c), dove p è il semiperimetro, e a, b, c i tre lati. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Calcolare perimetro e area dei triangoli di vertici: A ≡ (3, −5), B ≡ (3, 4), C ≡ (−1, 7); A ≡ (2, 3), B ≡ (1, 0), C ≡ (0, 1); A ≡ (−1, 4), B ≡ (−1, 0), C ≡ (3, 0). È sufficiente calcolare la distanza tra A e B (base) e la distanza tra C e la retta passante per A e B (altezza). Il semiprodotto di base e altezza fornisce l’area. Trovando la distanza tra B e C, e la distanza tra A e C possiamo calcolare il perimetro. Noto il perimetro, potremmo calcolare l’area con la formula di Erone: p A = p(p − a)(p − b)(p − c), dove p è il semiperimetro, e a, b, c i tre lati. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Calcolare perimetro e area dei triangoli di vertici: A ≡ (3, −5), B ≡ (3, 4), C ≡ (−1, 7); A ≡ (2, 3), B ≡ (1, 0), C ≡ (0, 1); A ≡ (−1, 4), B ≡ (−1, 0), C ≡ (3, 0). È sufficiente calcolare la distanza tra A e B (base) e la distanza tra C e la retta passante per A e B (altezza). Il semiprodotto di base e altezza fornisce l’area. Trovando la distanza tra B e C, e la distanza tra A e C possiamo calcolare il perimetro. Noto il perimetro, potremmo calcolare l’area con la formula di Erone: p A = p(p − a)(p − b)(p − c), dove p è il semiperimetro, e a, b, c i tre lati. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Calcolare perimetro e area dei triangoli di vertici: A ≡ (3, −5), B ≡ (3, 4), C ≡ (−1, 7); A ≡ (2, 3), B ≡ (1, 0), C ≡ (0, 1); A ≡ (−1, 4), B ≡ (−1, 0), C ≡ (3, 0). È sufficiente calcolare la distanza tra A e B (base) e la distanza tra C e la retta passante per A e B (altezza). Il semiprodotto di base e altezza fornisce l’area. Trovando la distanza tra B e C, e la distanza tra A e C possiamo calcolare il perimetro. Noto il perimetro, potremmo calcolare l’area con la formula di Erone: p A = p(p − a)(p − b)(p − c), dove p è il semiperimetro, e a, b, c i tre lati. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Calcolare perimetro e area dei triangoli di vertici: A ≡ (3, −5), B ≡ (3, 4), C ≡ (−1, 7); A ≡ (2, 3), B ≡ (1, 0), C ≡ (0, 1); A ≡ (−1, 4), B ≡ (−1, 0), C ≡ (3, 0). È sufficiente calcolare la distanza tra A e B (base) e la distanza tra C e la retta passante per A e B (altezza). Il semiprodotto di base e altezza fornisce l’area. Trovando la distanza tra B e C, e la distanza tra A e C possiamo calcolare il perimetro. Noto il perimetro, potremmo calcolare l’area con la formula di Erone: p A = p(p − a)(p − b)(p − c), dove p è il semiperimetro, e a, b, c i tre lati. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il valore di k per cui, √ dati i punti A ≡ (2k − 1, 3k − 5) e B ≡ (k − 2, 2k − 6), sia AB = 2 2 Si ha: AB = = = q (xB − xA )2 + (yB − yA )2 q (k − 2 − 2k + 1)2 + (2k − 6 − 3k + 5)2 √ (k + 1)2 + (k + 1)2 = |k + 1| 2. q Dovendo essere: √ √ |k + 1| 2 = 2 2 ⇒ |k + 1| = 2 ⇒ k + 1 = ±2 ⇒ k = 1 o k = −3. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il valore di k per cui, √ dati i punti A ≡ (2k − 1, 3k − 5) e B ≡ (k − 2, 2k − 6), sia AB = 2 2 Si ha: AB = = = q (xB − xA )2 + (yB − yA )2 q (k − 2 − 2k + 1)2 + (2k − 6 − 3k + 5)2 √ (k + 1)2 + (k + 1)2 = |k + 1| 2. q Dovendo essere: √ √ |k + 1| 2 = 2 2 ⇒ |k + 1| = 2 ⇒ k + 1 = ±2 ⇒ k = 1 o k = −3. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Baricentro di un triangolo Le cordinate del baricentro di un triangolo sono date dalle medie aritmetiche delle rispettive coordinate dei suoi tre vertici. Esercizio Determinare le coordinate del baricentro G del triangolo OAB di vertici O ≡ (0, 0), A ≡ (3, 2), B ≡ (6, −4) Le coordinate del baricentro sono date da: xG = 0+3+6 3 yG = ⇓ 2 G ≡ (3, − ) 3 0+2−4 3 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Baricentro di un triangolo Le cordinate del baricentro di un triangolo sono date dalle medie aritmetiche delle rispettive coordinate dei suoi tre vertici. Esercizio Determinare le coordinate del baricentro G del triangolo OAB di vertici O ≡ (0, 0), A ≡ (3, 2), B ≡ (6, −4) Le coordinate del baricentro sono date da: xG = 0+3+6 3 yG = ⇓ 2 G ≡ (3, − ) 3 0+2−4 3 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Baricentro di un triangolo Le cordinate del baricentro di un triangolo sono date dalle medie aritmetiche delle rispettive coordinate dei suoi tre vertici. Esercizio Determinare le coordinate del baricentro G del triangolo OAB di vertici O ≡ (0, 0), A ≡ (3, 2), B ≡ (6, −4) Le coordinate del baricentro sono date da: xG = 0+3+6 3 yG = ⇓ 2 G ≡ (3, − ) 3 0+2−4 3 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Esercizio Determinare il coefficiente angolare delle rette passanti per i punti: A = (2, − 34 ), B = ( 12 , 85 ); A = (−5, 4), B = (1, 4); A = (1, −3), B = (1, 1); Il coefficiente angolare di una retta passante per i punti A = (x1 , y1 ) e A = (x2 , y2 ) è dato da: y2 − y1 m= x2 − x1 purché x1 6= x2 . Si ha quindi: m= . . . al resto pensateci voi! 5 8 1 2 + 3 4 −2 = 11 8 − 32 =− 11 12 F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza L’equazione di una circonferenza di centro C ≡ (x0 , y0 ) e raggio r è (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , che traduce analiticamente che i punti di coordinate (x, y ) della circonferenza hanno distanza pari a r dal centro C ≡ (x0 , y0 ). Intersezione di una circonferenza e una retta L’intersezione tra una circonferenza e una retta si studia determinando le soluzioni del sistema (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , ax + by + c = 0. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Circonferenza L’equazione di una circonferenza di centro C ≡ (x0 , y0 ) e raggio r è (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , che traduce analiticamente che i punti di coordinate (x, y ) della circonferenza hanno distanza pari a r dal centro C ≡ (x0 , y0 ). Intersezione di una circonferenza e una retta L’intersezione tra una circonferenza e una retta si studia determinando le soluzioni del sistema (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , ax + by + c = 0. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Le soluzioni del sistema (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , ax + by + c = 0 si trovano risolvendo l’equazione della retta rispetto ad x oppure rispetto a c ad y e sostituendo nella prima. Ad es., sostituendo y = − x − b b nell’equazione della circonferenza, si trova un’equazione di secondo grado in x. Se per questa equazione risulta: ∆ > 0: ci sono due soluzioni distinte di x che sono le ascisse dei punti di intersezione; si calcolano poi i corrispondenti valori di y ; la retta interseca la circonferenza in due punti (retta secante); ∆ = 0: ci sono due soluzioni coincidenti di x cui corrispondono due valori uguali di y ; la retta è tangente alla circonferenza; ∆ < 0: non ci sono soluzioni reali per x; la retta è esterna. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Le soluzioni del sistema (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , ax + by + c = 0 si trovano risolvendo l’equazione della retta rispetto ad x oppure rispetto a c ad y e sostituendo nella prima. Ad es., sostituendo y = − x − b b nell’equazione della circonferenza, si trova un’equazione di secondo grado in x. Se per questa equazione risulta: ∆ > 0: ci sono due soluzioni distinte di x che sono le ascisse dei punti di intersezione; si calcolano poi i corrispondenti valori di y ; la retta interseca la circonferenza in due punti (retta secante); ∆ = 0: ci sono due soluzioni coincidenti di x cui corrispondono due valori uguali di y ; la retta è tangente alla circonferenza; ∆ < 0: non ci sono soluzioni reali per x; la retta è esterna. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Le soluzioni del sistema (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , ax + by + c = 0 si trovano risolvendo l’equazione della retta rispetto ad x oppure rispetto a c ad y e sostituendo nella prima. Ad es., sostituendo y = − x − b b nell’equazione della circonferenza, si trova un’equazione di secondo grado in x. Se per questa equazione risulta: ∆ > 0: ci sono due soluzioni distinte di x che sono le ascisse dei punti di intersezione; si calcolano poi i corrispondenti valori di y ; la retta interseca la circonferenza in due punti (retta secante); ∆ = 0: ci sono due soluzioni coincidenti di x cui corrispondono due valori uguali di y ; la retta è tangente alla circonferenza; ∆ < 0: non ci sono soluzioni reali per x; la retta è esterna. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Le soluzioni del sistema (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r 2 , ax + by + c = 0 si trovano risolvendo l’equazione della retta rispetto ad x oppure rispetto a c ad y e sostituendo nella prima. Ad es., sostituendo y = − x − b b nell’equazione della circonferenza, si trova un’equazione di secondo grado in x. Se per questa equazione risulta: ∆ > 0: ci sono due soluzioni distinte di x che sono le ascisse dei punti di intersezione; si calcolano poi i corrispondenti valori di y ; la retta interseca la circonferenza in due punti (retta secante); ∆ = 0: ci sono due soluzioni coincidenti di x cui corrispondono due valori uguali di y ; la retta è tangente alla circonferenza; ∆ < 0: non ci sono soluzioni reali per x; la retta è esterna. F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna). F. Oliveri, S. Sammarco, Matematica di Base – 3 Intersezione di una circonferenza e una retta Determinare le intersezioni (se esistono) tra: 1 Retta 3x + 2y − 1 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (0, 0) e raggio 1. 2 Retta y = 1 e circonferenza di centro C ≡ (1, 0) e raggio 1. 3 Retta 5x + 4y − 20 = 0 e circonferenza di centro C ≡ (1, 1) e raggio 1 2. 1 √ √ ! 3−4 3 2+6 3 , , 13 13 √ √ ! 3+4 3 2−6 3 , (retta secante). 13 13 2 Una sola intersezione, (1, 1) (retta tangente). 3 Non ci sono intersezioni (retta esterna).