014•Guinizelli 308-317

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GUIDO GUINIZELLI
dal Canzoniere
PA R A F R A S I
Non sempre nelle poesie del «dolce stil novo» l’amore è fonte
di beatitudine e di gioia; a volte, come in questo sonetto, esso è
sentito come assalto impetuoso che indebolisce le facoltà organiche e produce nell’animo del poeta stordimento e angoscia.
Davanti alla straordinaria bellezza della donna egli allora resta
attonito ed immobile, simile ad una statua di ottone, sopraffatto da tanto splendore.
\A
NALISI DEL TESTO\
Struttura metrica: sonetto, con rime
ABAB nelle quartine, CDE, CDE nelle
terzine.
guido guinizelli
in una miniatura fiorentina del sec. xiv
Il vostro grazioso saluto e il dolce sguardo che {mi} rivolgete
quando v’incontro, mi uccide; Amore mi assale e non ha riguardo di me (non si preoccupa) se mi reca danno o piacere, perché
mi scagliò un dardo in mezzo al cuore, che, attraversandolo da
parte a parte, lo taglia e divide; non posso {più} parlare, perché io
ardo in pene (sono profondamente turbato), così come colui che
vede la propria morte {accanto a sé}.
{Amore} passa attraverso i miei occhi {impetuosamente},
come fa il fulmine, che colpisce con forza attraverso la finestra
della torre e spezza e distrugge ciò che vi trova dentro: rimango
allora {immobile} come una statua di ottone, in cui non c’è vita,
né anima, salvo che riproduce {soltanto esteriormente} l’aspetto
di un uomo.
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T 31
Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo
m’ancide: mi uccide.
peccato: danno.
merzede: piacere.
ched: nota la solita d eufonica.
oltre ’n parte: da una parte all’al-
1
2
3
4
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tra.
6
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8
\A
lo trono: il fulmine.
fer’: lett.: «ferisce».
non ricorre: non si trova.
NALISI DEL TESTO\
{1} Per li occhi passa: il soggetto grammaticale sottinteso è Amor (v. 3), ma
noi sentiamo che in realtà è la figura
stessa della donna, ispiratrice d’amore.
{2} spezza e fende: il motivo dell’amore-assalto è abbastanza ricorrente nella
poesia stilnovistica, e lo ritroveremo,
espresso con accenti ancora più drammatici, in Guido Cavalcanti.
Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo
che fate quando v’encontro, m’ancide1:
Amor m’assale e già non ha reguardo
s’elli face peccato2 over merzede3,
ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo
ched4 oltre ’n parte5 lo taglia e divide;
parlar non posso, ché ’n pene io ardo
sì come quelli che sua morte vede.
Per li occhi passa {1} come fa lo trono6,
che fer’7 per la finestra de la torre
e ciò che dentro trova spezza e fende {2}:
5
10
remagno como statüa d’ottono,
ove vita né spirto non ricorre8,
se non che la figura9 d’omo rende.
C O N S E G N E
T 31
1.
Qual è il tema centrale del sonetto?
2. Individua il verbo che interrompe bruscamente la serenità dell’inizio del componimento (il saluto e
la gentilezza della donna).
3. Rintraccia le figure retoriche presenti nel sonetto.
G UI NI Z ELLI E FO S CO LO : DI A NA ED EO S
Guinizelli, nel lodare la sua
donna (vedi anche T30), la
paragona a una quantità di cose
naturali belle e preziose, tra le
quali la stella dell’alba che
annuncia il dì. Egli stesso si
stupisce per aver assistito alla
personificazione, nella donna
amata, della stella del mattino,
Diana o Venere o Lucifero (figlio
di Eos, l’Aurora, dai Greci
chiamato Fosforo, colui che
porta la luce). La luce prende
forma di figura umana e, con la
sua bellezza e il suo splendere,
genera amore e purifica.
Per Foscolo la luce dell’alba, Eos
(la divinità greca che
personificava l’Aurora per i
Romani) è nunzia, messaggera di
vita. È la luce che ridona vita a
tutto il creato.
Nella lettera del 3 Aprile,
Foscolo scrive: «Intanto la
Natura ritorna bella — quale
dev’essere stata quando
nascendo per la prima volta
dall’informe abisso del caos,
mandò foriera la ridente Aurora
d’Aprile; ed ella abbandonando i
suoi biondi capelli su l’oriente,
e cingendo poi a poco a poco
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l’universo del roseo suo manto,
diffuse benefica le fresche
rugiade, e destò l’alito vergine
de’ venticelli per annunziare ai
fiori, alle nuvole, alle onde e
agli esseri tutti che la
salutavano, il Sole: il Sole!
sublime immagine di Dio, luce,
anima, vita di tutto il Creato»
(dalle Ultime lettere di Jacopo
Ortis, a cura di S. GENTILI, A.
Mondadori Scuola, 1994, Milano,
p. 50).
Eos, un mito, un fascino classico
e romantico insieme.
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