GUIDO GUINIZELLI dal Canzoniere PA R A F R A S I Non sempre nelle poesie del «dolce stil novo» l’amore è fonte di beatitudine e di gioia; a volte, come in questo sonetto, esso è sentito come assalto impetuoso che indebolisce le facoltà organiche e produce nell’animo del poeta stordimento e angoscia. Davanti alla straordinaria bellezza della donna egli allora resta attonito ed immobile, simile ad una statua di ottone, sopraffatto da tanto splendore. \A NALISI DEL TESTO\ Struttura metrica: sonetto, con rime ABAB nelle quartine, CDE, CDE nelle terzine. guido guinizelli in una miniatura fiorentina del sec. xiv Il vostro grazioso saluto e il dolce sguardo che {mi} rivolgete quando v’incontro, mi uccide; Amore mi assale e non ha riguardo di me (non si preoccupa) se mi reca danno o piacere, perché mi scagliò un dardo in mezzo al cuore, che, attraversandolo da parte a parte, lo taglia e divide; non posso {più} parlare, perché io ardo in pene (sono profondamente turbato), così come colui che vede la propria morte {accanto a sé}. {Amore} passa attraverso i miei occhi {impetuosamente}, come fa il fulmine, che colpisce con forza attraverso la finestra della torre e spezza e distrugge ciò che vi trova dentro: rimango allora {immobile} come una statua di ottone, in cui non c’è vita, né anima, salvo che riproduce {soltanto esteriormente} l’aspetto di un uomo. \ 314 \ T 31 Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo m’ancide: mi uccide. peccato: danno. merzede: piacere. ched: nota la solita d eufonica. oltre ’n parte: da una parte all’al- 1 2 3 4 5 tra. 6 7 8 \A lo trono: il fulmine. fer’: lett.: «ferisce». non ricorre: non si trova. NALISI DEL TESTO\ {1} Per li occhi passa: il soggetto grammaticale sottinteso è Amor (v. 3), ma noi sentiamo che in realtà è la figura stessa della donna, ispiratrice d’amore. {2} spezza e fende: il motivo dell’amore-assalto è abbastanza ricorrente nella poesia stilnovistica, e lo ritroveremo, espresso con accenti ancora più drammatici, in Guido Cavalcanti. Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo che fate quando v’encontro, m’ancide1: Amor m’assale e già non ha reguardo s’elli face peccato2 over merzede3, ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo ched4 oltre ’n parte5 lo taglia e divide; parlar non posso, ché ’n pene io ardo sì come quelli che sua morte vede. Per li occhi passa {1} come fa lo trono6, che fer’7 per la finestra de la torre e ciò che dentro trova spezza e fende {2}: 5 10 remagno como statüa d’ottono, ove vita né spirto non ricorre8, se non che la figura9 d’omo rende. C O N S E G N E T 31 1. Qual è il tema centrale del sonetto? 2. Individua il verbo che interrompe bruscamente la serenità dell’inizio del componimento (il saluto e la gentilezza della donna). 3. Rintraccia le figure retoriche presenti nel sonetto. G UI NI Z ELLI E FO S CO LO : DI A NA ED EO S Guinizelli, nel lodare la sua donna (vedi anche T30), la paragona a una quantità di cose naturali belle e preziose, tra le quali la stella dell’alba che annuncia il dì. Egli stesso si stupisce per aver assistito alla personificazione, nella donna amata, della stella del mattino, Diana o Venere o Lucifero (figlio di Eos, l’Aurora, dai Greci chiamato Fosforo, colui che porta la luce). La luce prende forma di figura umana e, con la sua bellezza e il suo splendere, genera amore e purifica. Per Foscolo la luce dell’alba, Eos (la divinità greca che personificava l’Aurora per i Romani) è nunzia, messaggera di vita. È la luce che ridona vita a tutto il creato. Nella lettera del 3 Aprile, Foscolo scrive: «Intanto la Natura ritorna bella — quale dev’essere stata quando nascendo per la prima volta dall’informe abisso del caos, mandò foriera la ridente Aurora d’Aprile; ed ella abbandonando i suoi biondi capelli su l’oriente, e cingendo poi a poco a poco \ 315 l’universo del roseo suo manto, diffuse benefica le fresche rugiade, e destò l’alito vergine de’ venticelli per annunziare ai fiori, alle nuvole, alle onde e agli esseri tutti che la salutavano, il Sole: il Sole! sublime immagine di Dio, luce, anima, vita di tutto il Creato» (dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis, a cura di S. GENTILI, A. Mondadori Scuola, 1994, Milano, p. 50). Eos, un mito, un fascino classico e romantico insieme.