LA DOMENICA DELLE PALME… E DELL’ULIVO E LE UOVA E LA COLOMBA AUGURI!!! In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15). La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore. Qui la rappresentazione a mosaico nella Cappella Palatina a Palermo. L'ulivo Conosciuto con il nome di ulivo, l’Olea europaea è una pianta da frutto della famiglia delle Oleaceae. Si tratta di una pianta sempreverde molto longeva che, in presenza di particolari condizioni climatiche favorevoli, può vivere anche mille anni. L’ulivo inizia la fruttificazione intorno al 3°-4° anno e raggiunge la maturità solo verso i 50 anni. L’ulivo ha radici poco profonde di tipo avventizio, un fusto cilindrico e generalmente contorto di legno duro e pesante, ricoperto da una corteccia di colore grigio scuro. All’apice presenta una chioma di forma conica, con branche fruttifere disposte orizzontalmente rispetto al tronco o pendule (in base alla varietà). Le foglie si presentano coriacee, intere, semplici di forma ellittico-lanceolate, con margine intero, disposte su corti piccioli. Il colore della foglia è bianco-tomentosa sulla pagina inferiore e verde scuro in quella superiore. I fiori, o mignole, sono particolari infiorescenze formanti un grappolo di 10-15 elementi posti all’ascella delle foglie. I fiori, che si sviluppano sui rami dell’anno precedente da maggio a giugno, sono piccoli e composti da un calice di 4 sepali e corolla di petali bianchi. Terminata la fioritura si presenta il frutto, una drupa globosa di forma ovoidale o ellissoidale. L’ulivo si riproduce per impollinazione anemofila. Una volta terminata l’allegagione (appassimento e seccamento della corolla fiorifera che si distacca), ha inizio l’accrescimento dei frutti che dura fino ad inizio agosto. Durante queste settimane si verifica l’indurimento del nocciolo, con arresto della crescita dei frutti, che poi riprende considerevolmente ad agosto. La colorazione dei frutti, insieme alla loro piena maturazione, avviene dalla metà di ottobre fino a dicembre. La coltivazione dell’ulivo vede l’utilizzo dei cultivar da olio, di piccole dimensioni ma con buona resa di olio e le cultivar da mensa, con olive più grandi usate per il consumo diretto. All’ulivo sono riconosciute anche proprietà terapeutiche. E’ utile, sotto forma di tintura madre ed estratto secco delle foglie, come ipotensivo, vasodilatatore ed antiflogistico. Sia i popoli orientali che quelli europei hanno sempre considerato questa pianta un simbolo della pace. I greci antichi consideravano l’olivo una pianta sacra e la usavano per fare delle corone con cui cingevano gli atleti vincitori delle olimpiadi. A quel tempo la pianta non era ancora l’olivo coltivato ma il suo progenitore selvatico l’oleastro. Secondo il mito ci pensò Atena a trasformare la pianta selvatica in pianta coltivata e da quel momento essa divenne sacra alla Vergine Atena e di conseguenza divenne anche simbolo di castità. Per i Romani era simbolo insigne per uomini illustri. Per gli Ebrei l'olivo era simbolo della giustizia e della sapienza. Nella religione cristiana la pianta d'olivo ricopre molte simbologie. Nella Bibbia si racconta che calmatosi il diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d'olivo per annunciargli che la terra ed il cielo si erano riconciliati. Da quel momento l’olivo assunse un duplice significato: diventò il simbolo della rigenerazione, perché, dopo la distruzione operata dal diluvio, la terra tornava a fiorire; diventò anche simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini. Ambedue i simboli sono celebrati nella festa cristiana delle Palme dove l’olivo sta a rappresentare il Cristo stesso che, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità. In questa ottica l’olivo diventa una pianta sacra e sacro è anche l’olio che viene dal suo frutto, le olive. Infatti l'olio d'oliva è il Crisma, usato nelle liturgie cristiane dal Battesimo all'Estrema Unzione, dalla Cresima alla Consacrazione dei nuovi sacerdoti. La simbologia dell'olivo si ritrova anche nei Vangeli: Gesù fu ricevuto calorosamente dalla folla che agitava foglie di palma e ramoscelli d'olivo; nell'Orto degli Ulivi egli trascorse le ultime ore prima della Passione. La palma Le palme sono tipiche di climi caldi (zone tropicali o subtropicali) e grazie a questo aspetto le forme fossili sono ottimi indicatori climatici. La loro comparsa risale al Mesozoico (seconda era) e la loro differenziazione e diffusione è avvenuta nel Terziario. Da un punto di vista economico molte sono le specie che meriterebbero di essere ricordate e non solo per i frutti (datteri, noce di cocco), ma anche per il legname utilizzato per le costruzioni o come combustibile, per olii e burri che hanno un impiego nella fabbricazione di saponi, candele, lubrificanti. Un altro prodotto caratteristico che si ottiene da numerose palme è l’avorio vegetale, mentre il vino di palma è conosciuto con denominazioni diverse a seconda del paese di produzione; dalle foglie poi si ottengono ottime fibre vegetali come la rafia. Infine superfluo ricordare il valore ornamentale delle palme soprattutto nei paesi a clima temperato come in Italia dove, lungo le passeggiate a mare, possiamo incontrare Phoenix dactylifera (palma da dattero) accanto a Chamaerops humilis unica specie allo stato spontaneo nei nostri territori, nota anche come palma nana o di S. Pietro Martire. La palma è un classico simbolo di fertilità e un emblema della vittoria. E' anche considerata un simbolo di longevità, mentre il ramo di palma rappresenta un simbolo di pace. Come regola generale, la palma della tradizione simbolica è la palma da datteri; le sue foglie raggiungono la lunghezza di 1-2 metri e di solito vengono chiamate rami di palma. I popoli dell'Asia Minore usavano le foglie di palma da dattero per rituali funebri (come nell’occidente hanno deciso di utilizzare le corone). Nella sua successiva interpretazione invece è un simbolo di longevità. Sumera Ishtar la dea della fertilità, si sposò con Dummuzi, dio della crescita e della fruttificazione delle palme da dattero. I Greci avevano preso questo albero in prestito dall’ Egitto e dalla Mesopotamia, essendo una rarità nell'antica Ellade. Forse per questo motivo i vincitori dei Giochi Olimpici venivano presentati insieme ad una corona di rami d'ulivo e di palma, per aggiungere il valore di un augurio di buona salute e la longevità. Più tardi, il ramo di palma diventò un simbolo mondiale di pace, simile a quello d’ulivo, e di vittoria. Nel cristianesimo, la palma è simbolo del sacrificio e della purezza. Secondo la tradizione i pellegrini portavano le foglie di palma dalla Terra Santa. Come un emblema di longevità l'albero divenne noto in Europa durante le Crociate. Il suo significato come simbolo di pace fu confermato nel Rinascimento e poi fu bloccato. La colomba Fin quasi dagli albori del Cristianesimo la colomba, animale dalla natura dolce e mite, è stato un simbolo di purezza e innocenza, che ha poi rappresentato l'intervento divino in alcuni episodi. Come simbolo di mitezza è usata in vari episodi biblici. Per gli ebrei Giona (Yohnàh, "colombo") era ed è un nome maschile comune. Nel Cantico dei Cantici, Mia colomba è un appellativo affettuoso rivolto alla Sulamita dal pastore innamorato e gli occhi dolci di una ragazza sono paragonati a occhi di colomba. Come simbolo di volontà divina è pure citata in alcuni passi della Bibbia. Nella Genesi (8, 11) è una colomba a portare a Noè il rametto d'ulivo che annuncia la fine del Diluvio universale e l'inizio della salvezza e di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini. In Matteo 3,16 la colomba viene vista scendere dal cielo da Giovanni Battista durante il Battesimo di Cristo. Per questo inizialmente l'animale venne associato al battesimo (come in Tertulliano o in rappresentazioni artistiche del IV secolo). Nei codici miniati del V e VI secolo la colomba si era però già slegata dal significato unicamente legato al battesimo, per assumere il ruolo di simbolo dello Spirito Santo, in episodi come l'Annunciazione o le raffigurazioni della Trinità. L’uovo L’uovo venne adottato come simbolo pasquale perché rappresenta un ciclo di vita che si rinnova ed è quindi rappresentativo della resurrezione e della vita che continua anche dopo la morte, ma ricordiamo che fin dai tempi più antichi l’uovo fu considerato simbolo di rigenerazione e prima ancora della religione cristiana, fu adottato dalle diverse religioni pagane come simbolo di sacralità. Secondo gli antichi infatti il cielo e la terra erano considerati due emisferi facenti parte dello stesso uovo e per questo le uova rappresentavano la vittoria della vita. Gli egiziani consideravano l’uovo il fulcro dei quattro elementi principali dell’universo: acqua, aria, terra e fuoco. Tra le tradizioni dei Romani vi era quella di sotterrare un uovo, dipinto di rosso, nel terreno per propiziarne la fertilità e quindi ottenere abbondanti raccolti.