03-Riassunto non tecnico - PAT Autorizzazioni e valutazioni

Riassunto non tecnico
L.P. numero 28 del 29 agosto 1988
Studio di Impatto Ambientale
Riassunto non tecnico
Impianto idroelettrico San Nicolò II
in val San Nicolò
Comune di Pozza di Fassa
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
SOMMARIO
1.
2.
3.
PREMESSA.................................................................................................................................................. 5
1.1.
FASE ISTRUTTORIA ................................................................................................................................ 5
1.2.
LA NUOVA CONCESSIONE ...................................................................................................................... 5
1.3.
LA SOCIETÀ COOPERATIVA CONSORZIO ELETTRICO DI POZZA DI FASSA .............................................. 6
1.3.1.
Mission ............................................................................................................................................ 6
1.3.2.
La centenaria storia del Consorzio Elettrico di Pozza .................................................................... 6
1.3.3.
Gli sviluppi futuri............................................................................................................................. 8
INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO............................................................................................ 9
2.1.1.
Piano Urbanistico Provinciale e Piano Regolatore del Comune di Pozza di Fassa ....................... 9
2.1.2.
Le particelle catastali .................................................................................................................... 10
2.1.3.
Uso del suolo ................................................................................................................................. 11
INQUADRAMENTO PROGETTUALE ................................................................................................. 13
3.1.
3.1.1.
L’impianto San Nicolo’ I ............................................................................................................... 13
3.2.
OPERE ESISTENTI................................................................................................................................. 13
3.3.
PROGETTO ........................................................................................................................................... 14
3.3.1.
Opere di derivazione ..................................................................................................................... 14
3.3.2.
Opere di difesa idraulica ............................................................................................................... 15
3.3.3.
La condotta forzata........................................................................................................................ 16
3.3.4.
Edificio centrale ............................................................................................................................ 16
3.3.5.
Opere accessorie ........................................................................................................................... 17
3.3.6.
Consegna dell’energia................................................................................................................... 18
3.4.
4.
SISTEMA IDROELETTRICO ESISTENTE .................................................................................................. 13
ANALISI ECONOMICA .......................................................................................................................... 18
STIMA DEGLI IMPATTI ........................................................................................................................ 20
4.1.
VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DEGLI IMPATTI SUL SISTEMA AMBIENTALE ............................... 20
4.2.
IMPATTI IN AMBITO ABIOTICO ............................................................................................................. 21
4.2.1.
I benefici in termini di riduzione emissioni in atmosfera............................................................... 21
4.2.2.
Il prelievo genera un impatto moderato sulla qualità delle acque superficiali ............................. 22
4.2.3.
Limitato consumo di suolo ed in aree di poco pregio.................................................................... 23
4.3.
IMPATTI IN AMBITO BIOTICO ................................................................................................................ 24
4.3.1.
Funzionalità fluviale e vegetazione ............................................................................................... 24
4.3.2.
Pesci, anfibi e rettilli ..................................................................................................................... 24
4.3.3.
Uccelli e mammiferi....................................................................................................................... 26
4.4.
IMPATTI IN AMBITO ANTROPICO...................................................................................................... 27
4.4.1.
Nessun tipo di modifiche in ambito rumore – vibrazioni – radiationi ionizzanti .......................... 27
4.4.2.
Il trafico indotto durante le fasi di cantiere................................................................................... 27
4.4.3.
L’edificio centrale.......................................................................................................................... 28
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4.4.4.
5.
I vantaggi economici per il Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa............................................... 28
CONCLUSIONI......................................................................................................................................... 30
5.1.
IMPATTI............................................................................................................................................... 30
5.2.
MITIGAZIONI ....................................................................................................................................... 31
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Impianto idroelettrico San Nicolò II
in val San Nicolò
Comune di Pozza di Fassa
Studio di Impatto Ambientale
Riassunto non tecnico.
SCHEDA INFORMATIVA DI PROCEDIMENTO
Tipo di domanda
Nuovo impianto idroelettrico
Proponente
Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa Soc. Coop.
Titolare della domanda
Lorenz Flavio
Progettista
Ing. Zanon Gianpaolo
NUOVO IMPIANTO IDROELETTRICO
Periodo di derivazione
01 gennaio – 31 dicembre
Portata media di concessione
233 l/s (dato aggiornato al 30 aprile 2011)1
Portata massima di concessione
500 l/s
Portata di rispetto
Variabile in funzione del periodo dell’anno
Potenza nominale media
243,00 kW (dato aggiornato al 30 aprile 2011)
Nuove opere
Rifacimento opera di presa, dissabbiatore, vasca di carico,
condotta forzata, edificio centrale, scarico, collegamento
idraulico a cascata verso il dissabbiatore dell’impianto
esistente denominato San Nicolò I
1
I dati idrologici medi fanno riferimento ai 6 anni di misure effettuate come riportato in dettaglio nella sezione
idrologica dello Studio d’Impatto.
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1. PREMESSA
1.1. FASE ISTRUTTORIA
Il Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa ha depositato in data 08 maggio 2008 presso il
Servizio di Utilizzazione delle acque pubbliche la domanda per la derivazione in oggetto
(pratica C/13724) corredata dal progetto preliminare del nuovo impianto.
Con delibera numero 435, di data 5 marzo 2010, la Giunta Provinciale riconosce che “…non
sussistono prevalenti interessi pubblici ad un diverso uso dell’acqua rispetto a quello
idroelettrico, ai sensi dell’art. 7, comma 1, lettera F), delle norme di attuazione del Piano
generale di utilizzazione delle acque pubbliche…”, e dichiara, “…per i fini di cui all’art. 8,
comma 16, delle norme di attuazione del Piano di tutela delle acque, e degli esiti della
conferenza di servizi del 10 dicembre 2009, che non sussiste un prevalente interesse
ambientale incompatibile con la derivazione…” richiesta.
Con lettera di data 31 marzo 2010 (Prot. n. 2638/AD-S109) il Dirigente del Servizio
Utilizzazione delle acque pubbliche, ing. Vittorio Cristofori, indicava nella procedura di
screening (verifica) del progetto il successivo passo per giungere alla concessione a derivare.
Il seguente riassunto non tecnico viene a corredo dell’allegato progetto definitivo, che per
scelta della Committenza verrà sottoposto direttamente a procedura di V.I.A. (Valutazione
Impatto Ambientale).
1.2. LA NUOVA CONCESSIONE
La domanda di concessione a nome della società cooperativa Consorzio Elettrico di Pozza di
Fassa prevede di derivare acqua ad uso idroelettrico dal rio San Nicolò, che scorrendo
nell’omonima valle confluisce alla sinistra orografica del torrente Fersina. La nuova
derivazione a quota 1593,42 m s.l.m. verrà posizionata esattamente laddove è ora presente
l’opera di presa di proprietà della società Buffaure come da concessione in essere C/3135. La
progettazione di rifacimento dell’opera di presa proposta è stata vagliata ed approvata in via
formale dai responsabile e rappresentanti legali della Società Buffaure.
Nel rispetto del Deflusso Minimo Vitale e della concessione in essere della Società Buffaure,
è previsto un prelievo massimo di 500 l/s (media annua 259 l/s) per tutto l’anno.
L’edificio centrale è stato posizionato nel progetto poco a monte della baita – dissabbiatore
della centrale idroelettrica esistente denominata San Nicolò I. Verrà creato un canale di
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collegamento tra il progettando impianto ed il poco sopra citato dissabbiatore dell’impianto
esistente. Vi sarà comunque la possibilità di scaricare l’acqua turbinata con un apposito
canale, direttamente in alveo poco a monte dell’opera di presa della citata centrale esistente.
Verrà quindi sfruttato un salto geodetico di circa 106 metri.
1.3. LA SOCIETÀ COOPERATIVA CONSORZIO ELETTRICO DI POZZA DI FASSA
1.3.1. Mission
Le attività del CEP sono la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica negli abitati di
Vigo e Pozza di Fassa. La società ha, nel corso degli anni, incrementato la produzione di
energia elettrica da fonte rinnovabile ed è attualmente impegnata nei potenziamenti delle
strutture di distribuzione tramite telecontrollo delle reti MT, che consente un rapido
isolamento dei guasti ed il conseguente ripristino del servizio elettrico.
Il CEP serve principalmente i propri soci (utenti privati, aziende e i comuni di Pozza, Vigo e
Soraga), che beneficiano di un notevole sconto sull’energia elettrica. Quest’ultimo è legato
alla produzione. Tale energia prodotta in proprio (autoproduzione) è il vero traino della
società, che diversamente dovrebbe approvvigionarsi da fornitori esterni pagando un prezzo
nettamente superiore sulla quota di energia elettrica acquistata, a discapito quindi degli sconti
applicati agli utenti soci. A tale scopo, nei programmi futuri, è prevista la possibilità di
incrementare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
1.3.2. La centenaria storia del Consorzio Elettrico di Pozza
Il CEP (acronimo del Consorzio Elettrico di Pozza) è una società cooperativa fondata nel
1914 (allora denominata Consorzio Elettrico di Val di Fassa) allo scopo di affrontare e
risolvere il problema della mancanza di energia elettrica in valle “fornendo ai soci e non soci
energia elettrica loro occorrente per la illuminazione o per altri usi”. Il costo della quota
associativa ammontava in 50 corone austriache.
I lavori per la costruzione e messa in servizio della prima centrale idroelettrica sita in Val S.
Nicolò terminano dopo la fine delle Prima Guerra Mondiale. Viene ricordata la notte della
vigilia di Natale del 1922 come la data in cui per la prima volta viene fornita energia elettrica
prodotta dal Consorzio Elettrico ed utilizzata per l’occasione per illuminare la chiesa di San
Giovanni in Pozza di Fassa. Con la potenza di circa 60 kW generata dalla neonata centrale di
San Nicolò si riesce a coprire l’intero fabbisogno della Val di Fassa nel frattempo raggiunta
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con elettrodotti a 3000 Volt.
Nonostante gli ammodernamenti del 1930 con la sostituzione del gruppo turbina-alternatore e
l’acquisto di un secondo gruppo più potente da 200 kW nel 1965 la mancanza di fondi e la
gestione non oculata della società portano il Consorzio ad un declino sempre maggiore che
costringe gli amministratori a cedere tratti di rete, fino a dover decidere se abbandonare
completamente l’attività. Si decide infine di proseguire mantenendo solo gli abitati di Pozza e
Vigo di Fassa.
Il Consorzio, con sforzi sempre maggiori, prosegue nel suo operato e sopravvive alla
nazionalizzazione dell’energia elettrica del 1962, grazie a quanto previsto dall’art. 4 numero 8
della legge 1643/62 “non sono soggette a trasferimento all'Ente le imprese che non abbiano
prodotto, oppure prodotto e distribuito mediamente nel biennio 1959-60 più di 15 milioni di
chilowattora per anno”.
Gli anni 80 conoscono la svolta decisiva in virtù della decisione di progettare e realizzare una
centrale sul fiume Avisio: la centrale di Soraga, costituita da due gruppi gemelli, della potenza
di 1870 kW ciascuno e una stima di produzione di circa 18 milioni di kWh/anno. Nonostante
gli elevati costi di realizzazione pari a 14 miliardi di lire l’investimento viene ammortizzato in
10 anni estinguendo l’ultimo mutuo nel 1997, grazie agli sforzi economici dei Soci, un
contributo in conto capitale da parte della Provincia Autonoma di Trento ed egli introiti
generati dai neonati incentivi alle fonti rinnovabili (certificati verdi).
Con i soldi introitati dalla produzione della centrale di Soraga, si iniziano i lavori per il
rifacimento di tutta la rete in media tensione e delle cabine elettriche che fino ad allora erano
poco attrezzate, e pericolose dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori.
L’attenzione del Consorzio si concentra poi sul rifacimento e potenziamento dell’ormai antica
centrale di San Nicolò: saranno necessari 7 anni per arrivare ad ottenere le autorizzazioni
della ristrutturata San Nicolò I (700 kW). Gli interventi meglio descritti in apposito capitolo
prevedono lo spostamento più a valle dell’edificio centrale rispetto all’originale, per sfruttare
una maggiore caduta ed ottenendo quindi una maggiore potenza. Il costo dell’opera fu di circa
complessivi 1.750.000 €, ammortizzati con una produzione annua sui 4 milioni di kWh e
grazie ai certificati verdi in meno di 5 anni.
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Si riportano di seguito dei dati significativi e relativi al precedente anno solare:
Fatturato 2010
Utile per l’esercizio 2010
Totale sconti soci
Numero utenti
Numero soci
Di cui utenze socie
Consumi totali
Consumi soci
3.525.000 €
770.000 €
650.783 €
2.920
1.052
1.697
18.026.220 kWh
16.375.268 kWh
1.3.3. Gli sviluppi futuri
Si trova ormai ad uno stadio avanzato la trattativa con gli organi competenti in materia della
Provincia Autonoma di Trento, con SET e la controllante Dolomiti Energia l’acquisizione
delle reti di distribuzione di Soraga e delle frazioni di Pera di Fassa e Monzon a cui
seguiranno la realizzazione di nuove cabine di MT e nuovi collegamenti per un investimento
complessivo nell’ordine dei 3.000.000,00 di euro.
L’azienda è molto sensibile non solo alla mera manutenzione degli organi di produzione
dell’energia, alle cabine e linee di distribuzione ed alle utenze finali ma anche alle innovazioni
tecnologiche al fine di ottimizzare il funzionamento del sistema Produzione – Distribuzione –
Consumo. A titolo d’esempio nel tempo i sistemi di inserimento manuale dei dati di lettura
dei contatori sono stati sostituiti con metodologie più veloci ed efficienti: prima con l’ausilio
di terminalini nei quali si inseriva manualmente la lettura per infine giungere alla telelettura
dei contatori tramite una rete wireless privata che copre le zone nelle quali opera il CEP.
Questo sistema permette anche il telecontrollo delle cabine elettriche che possono essere
comandate e controllate a distanza. In un prossimo futuro sarà attivato anche un sistema
automatico di ricerca guasto.
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2. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO
2.1.1. Piano Urbanistico Provinciale e Piano Regolatore del Comune di Pozza di
Fassa
Tutte le cartografie di programmazione del territorio consultate tramite sovrapposizione
georeferenziata del progetto non hanno evidenziato criticità di sorta. Le cartografie prese in
esame sono state:
-
Piano Urbanistico Provinciale: Inquadramento Strutturale
-
Piano Urbanistico Provinciale: Paesaggio
-
Piano Urbanistico Provinciale: Tutela Paesistiche
-
Piano Urbanistico Provinciale: Reti Ecologiche
-
Piano Urbanistico Provinciale: Sistema Insediativo
-
Carta Uso del Suolo
-
Carta del Pericolo Geologico
-
Carta del Rischio Geologico
-
Carta di Sintesi Geologica
-
Carta Interesse Idraulico
-
Carta Interesse Paesaggistico
-
Carta Interesse Ecologico
-
Piano Regolatore Generale
In particolare tutto il progetto ricade nel territorio del Comune di Pozza di Fassa al cui Piano
Regolatore Generale in vigore si è fatto riferimento. Tutta la zona in destra orografica alla
strada comunale della Val San Nicolò è destinata ad “Area sciabile, impianti di risalita”. La
condotta rimane quindi per tutta la lunghezza del suo percorso all’interno di quest’area, fatto
salvi i tratti in cui si trova in strada. Anche l’opera di presa, dissabbiatore, vasca di carico e
edificio centrale ricadono in “Area sciabile, impianti di risalita”.
Con lettera in data marzo 2010 (prot. N. 179/2010 DD) il Consorzio Elettrico di Pozza
inoltrava richiesta al Comune di Pozza di Fassa per variare la destinazione d’uso dell’area in
cui sorgerà il progettando edificio centrale, ed in particolare di inserirla in “zona F1 – Aree
attrezzature d’interesse comune di progetto”.
A monte delle aree interessate dagli interventi è presente il Sito di Interesse Comunitario
(SIC) denominato Val San Nicolò ed identificato con il codice numero IT3120108. Consultati
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preliminarmente gli organi competenti in materia della Provincia Autonoma di Trento si è
convenuto nell’assenza di potenziali interferenze tra la progettanda centrale idroelettrica e
l’alta Val San Nicolò. L’opera di presa è il manufatto che più si avvicina al confine
“occidentale” del SIC ed è posta ad una distanza di circa 220 metri. Oltre ad un fattore
puramente geometrico risulta decisivo il fatto che i prelievi dal Rio San Nicolò avvengono a
valle del tratto di torrente che costeggia il SIC in oggetto.
Non sono presenti in zona altre tipologie di aree protette quali parchi nazionali o naturali,
biotopi comunali o provinciali, riserve o ZPS. Non sono presenti nell’area di influenza del
progetto sorgenti che possano essere interessate dagli scavi di realizzazione delle opere.
2.1.2. Le particelle catastali
L’intera progettazione ricade nel territorio del comune amministrativo di Pozza di Fassa,
facente parte del Comun General de Fascia (ex Comprensorio C11 Ladino di Fassa). Come
indicato nelle planimetrie progettuali allegate il Comune Catastale di riferimento è quello di
Pozza. Nella seguente tabella vengono riportate tutte le particelle interessate dalla
progettazione indicandone il proprietario nonché la sezione progettuale coinvolta.
Numero Particella
Proprietario
1927/1
ASUC di Pozza
2500/1
1924/1
2483
2350
2513
1923
2481/2
1679/2
1922/1
P.A.T. – Beni demaniali – Ramo acque
ASUC di Pozza
Comune di Pozza di Fassa – Beni Demaniali
ASUC di Pozza
P.A.T. – Beni demaniali – Ramo acque
ASUC di Pozza
Comune di Pozza di Fassa – Beni Demaniali
ASUC di Pozza
ASUC di Pozza
Progetto
Opera di Presa /
Edificio Centrale
Attraversamento
Condotta
Condotta
Condotta
Attraversamento
Condotta
Condotta
Condotta
Canale di scarico
Alla data attuale è stato depositato presso l’ufficio del Catasto di Cavalese il frazionamento
delle particelle interessate dall’edificio centrale. Le parti in causa (Comune di Pozza di Fassa,
ASUC di Pozza di Fassa e CEP di Pozza) stanno procedendo alla definizione dei dettagli per
pervenire all’atto di compravendita, che porterà in breve tempo all’acquisto e possesso da
parte del Consorzio Elettrico di Pozza del terreno su cui sorgerà il futuro edificio centrale.
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2.1.3. Uso del suolo
Nonostante l’area che circonda il progetto sia prevalentemente boscata, di fatto verranno
direttamente interessate le sole aree antropizzate come la strada di fondovalle, un’ampia zona
adibita a pascolo ed ovviamente l’alveo dei torrenti San Nicolò e Monzoni con i tre
attraversamenti della condotta forzata. L’area interessata dalla realizzazione dell’edificio
centrale benché risulti cartografata come boscata è invece costituita da una zona incolta
recentemente completamente disboscata dal proprietario in accordo con la sezione forestale di
Pozza di Fassa.
Il tracciato della condotta si sviluppa prevalentemente (950 metri circa su 1250 complessivi,
corrispondenti al 76%) su particelle di proprietà dell’ASUC di Pozza. La parte alta del
percorso (200 metri circa, corrispondenti al 16% del percorso totale) si svolge su strada di
proprietà del Comune di Pozza di Fassa. Le parti interessate dalla servitù di passaggio della
condotta sono favorevoli alla progettazione e di conseguenza non sussistono problematiche di
sorta.
La rimanente parte del tracciato è rappresentata dagli attraversamenti del rio San Nicolò
(numero due passaggi) e del rio Monzoni (numero uno passaggi). Le particelle interessate
dagli attraversamenti sono di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, Beni Demaniali,
Ramo Acque.
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Figura: Carta di uso del suolo dell’area di studio
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3. INQUADRAMENTO PROGETTUALE
3.1. SISTEMA IDROELETTRICO ESISTENTE
3.1.1. L’impianto San Nicolo’ I
Il progettando nuovo impianto idroelettrico si inserisce in una realtà già storicamente ben
riconosciuta nell’impianto denominato San Nicolò I, progettato e realizzato negli anni ’20 del
secolo scorso.
Fino a metà degli anni ’90 non furono apportate modifiche di sorta all’impianto originale,
limitando gli interventi alla manutenzione ordinaria. Nel 1996 è stato redatto un progetto che
prevedeva la ristrutturazione dell’opera di presa, la costruzione di una nuova centrale a quota
inferiore per recuperare salto geodetico, la posa di un nuovo tratto di condotta forzata e
l’aumento della portata di concessione da 300 a 600 l/s. Tale progetto preliminare a fronte
dello Studio d’Impatto Ambientale, depositato presso l’Unità Organizzativa per la
Valutazione dell’Impatto Ambientale dell’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambientale
in data 8 novembre 1996, è stato approvato con prescrizioni con la delibera della Giunta
Provinciale datata 16 ottobre 1998 per ottenere l’atto di concessione a derivare in data 9
agosto 2001. Nel 2002-2003 viene realizzato l’ampliamento e la ristrutturazione
dell’impianto, che entra in funzione nell’estate del 2003. Il costo complessivo della
ristrutturazione fu di circa 1.750.000 €, successivamente ammortizzati grazie ai certificati
verdi in meno di 5 anni.
3.2. OPERE ESISTENTI
Come indicato nella relazione illustrativa e nelle tavole progettuali la nuova traversa
dell’opera di presa va a sostituire quella esistente di proprietà della Società Buffaure. C’è un
accordo formale tra i proprietari dell’opera di presa esistente ed il Consorzio Elettrico di
Pozza per autorizzarne il rifacimento ed il successivo utilizzo. Il funzionamento della nuova
traversa garantirà i prelievi invernali a scopo innevamento programmato ed i rilasci legati al
Deflusso Minimo Vitale.
Le altre opere costituite dal dissabbiatore, vasca di carico, condotta forzata, edificio centrale,
canale di collegamento e canale di scarico sono invece nuove realizzazioni.
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3.3. PROGETTO
Il progetto definitivo qui presentato non differisce nella sostanza da quello preliminare
originariamente depositato al Servizio Utilizzazione delle Acque Pubbliche in allegato
all’istanza di concessione dell’acqua ad uso idroelettrico, di data 8 maggio 2008.
Può sinteticamente essere riassunto in una serie di manufatti e/o fasi di realizzazione:
•
rifacimento dell’opera di presa esistente di proprietà della Società Buffaure con la
quale il C.E.P. ha già un accordo formale;
•
realizzazione del nuovo dissabbiatore;
•
realizzazione della vasca di carico;
•
posa della condotta forzata;
•
numero tre attraversamenti rio San Nicolò (2) e Monzoni (1);
•
realizzazione dell’edificio centrale;
•
posa delle parti elettromeccaniche dell’edificio centrale;
•
realizzazione del canale di collegamento e di scarico;
•
posa linea MT;
•
ripristini.
3.3.1. Opere di derivazione
La nuova traversa dell’opera di presa andrà a sostituire quella esistente. Le dimensioni
aumenteranno in quanto sono in gioco quantità d’acqua completamente differenti. Per dare
l’idea dell’ordine di grandezza, l’attuale traversa ha una gaveta di circa 7,00 metri per una
profondità di 80 centimetri, contro la medesima lunghezza per una profondità di 1,60 metri
della nuova.
Il dimensionamento e la progettazione dell’opera di presa e del successivo dissabbiatore ha
tenuto conto non solo la garanzia del rilascio del Deflusso Minimo Vitale e della limitazione
della portata massima di concessione, ma anche della necessità di garantire l’esercizio della
concessione in essere alla Società Buffaure.
Il dissabbiatore, con un ingombro complessivo di 12,00 metri per 4,00 metri, è stato
dimensionato in modo da favorire l’asportazione del materiale presente in sospensione
nell’acqua (particelle del diametro maggiore di 0,400 millimetri).
La soglia d’uscita in combinazione con lo stramazzo laterale in parete sottile consentiranno la
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limitazione della portata di progetto (500 l/s).
3.3.2. Opere di difesa idraulica
La ristrutturanda opera di presa si inserisce in un tratto di torrente già fortemente regimato. In
particolare un centinaio di metri della sponda in destra orografica a valle della traversa
risultano arginati da una scogliera cementata. nei pressi dell’opera di presa non sono previste
modifiche all’attuale assetto idraulico.
La condotta attraversa in due punti l’alveo del Rio San Nicolò ed in un punto l’alveo del Rio
Monzoni. Le intersezioni sono state pensate cercando di avvicinarsi il più possibile alla
perpendicolarità ideale tra la direzione della condotta forzata e quella dell’alveo. La condotta
viene posata ad una profondità tale da avere la generatrice superiore ad una profondità di
almeno un metro rispetto alla quota attuale del fondo dell’alveo. La condotta forzata verrà
affogata in un blocco di calcestruzzo armato di sezione 1,40 x 1,40 metri e lunghezza
sufficiente per ancorarsi nelle sponde arginali. Verranno posizionati su entrambe le sponde
arginali dei cartelli per indicare il punto di inizio e di fine dell’attraversamento.
Un breve tratto di condotta inserito nella sede della strada comunale di fondovalle risulta
delicato in quanto potenzialmente interessato dall’erosione della sponda in sinistra orografica
del Rio San Nicolò. Il tratto in questione si trova circa 130 metri a valle dell’opera di presa
nel punto in cui oltre ad essere minima la distanza tra la sede stradale e l’alveo quest’ultimo
esegue una curva con estradosso che si appoggia alla rampa della strada. Al fine di ridurre al
minimo il potenziale pericolo derivato dall’erosine del piede rampa, il progetto propone di
realizzare la difesa di un tratto di circa 35 metri di sponda arginale utilizzando una scogliera
in massi sciolti e con base cementata.
Lo scarico della centrale si inserisce anch’esso in un tratto d’alveo fortemente regimato e più
precisamente nel bacino di calma che precede l’opera di presa dell’impianto idroelettrico San
Nicolò I, che quindi sarà in grado di assorbire l’onda d’urto dell’acqua scaricata avente
potenziale capacità erosiva. In via precauzionale si è comunque previsto di allargare l’ultimo
tratto di canale di scarico per disperdere il getto in ingresso e corazzare con massi ciclopici il
tratto di sponda immediatamente sottostante lo sbocco. Si rammenta inoltre che lo scarico
verrà utilizzato solamente nei momenti di fuori servizio dell’impianto di valle San Nicolò I in
quanto è previsto il collegamento diretto tra i due impianti.
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3.3.3. La condotta forzata
Per la condotta forzata è stata scelta una condotta in ghisa sferoidale DN 600, quale giusto
equilibrio tra i costi di posa ed i benefici in termini di contenimento delle perdite distribuite e
quindi di produzione di energia elettrica. Date le dimensioni la condotta forzata verrà posata
ad una quota di circa 1,50 metri dal piano di campagna. Il cavidotto verrà invece posato ad
una profondità di circa 80 centimetri.
Il percorso si sviluppa interamente in destra orografica della strada di fondovalle della Val
San Nicolò. In particolare nel primo tratto la condotta rimane tra la mezzeria e la banchina
della strada, mentre nella rimanente parte si discosta notevolmente dalla sede stradale
attraversando gli ampi pascoli presenti in sinistra orografica del rio San Nicolò.
La condotta attraversa nel tratto iniziale ed in quello finale il rio San Nicolò, ed a circa tre
quarti del suo percorso il rio Monzoni. La lunghezza complessiva ammonta a circa 1225,00
metri.
La scelta del percorso è il risultato della combinazione di più fattori quali: limitare il numero
di curve della condotta a cui corrispondono perdite di carico localizzate, rendere il più
ortogonali possibile gli attraversamenti degli alvei, non interferire con la condotta esistente
dell’innevamento programmato e con il cavidotto di Media Tensione, distanziarsi quando
possibile dall’alveo del rio San Nicolò ed evitare zone boscate.
Durante la posa della condotta verrà posizionato nel medesimo scavo anche un cavidotto
DN80, che verrà usato per collegare con una fibra ottica l’edificio centrale con l’opera di
presa, in modo da rendere operativo il telecontrollo di tutte le paratoie ed i misuratori di
livello dell’opera di presa
3.3.4. Edificio centrale
L’edificio della centrale è stato posizionato in destra orografica alla strada di fondovalle della
Val San Nicolò che costeggia l’omonimo rio. Sia la pianta dell’edificio, sia la forma del tetto
che i rivestimenti esterni della centrale sono stati pensati ed organizzati in modo da inserirsi al
meglio nel contesto architettonico alpino in cui andrà a collocarsi, come meglio evidenziato
nel capitolo dedicato al paesaggio.
Il piano di posa e conseguenti scavi di realizzazione delle fondazioni varia tra 1,50 a 2,00
metri rispetto all’attuale piano di campagna, con l’edificio che emerge dal terreno tra i 4,00 ed
i 5,50 metri sul fronte lato strada e poco più di 6,00 metri sul lato verso monte dove il
versante della montagna sale ripidamente.
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
L’acqua in uscita dalla turbina viene inviata direttamente al dissabbiatore dell’impianto
esistente San Nicolò I tramite un canale in calcestruzzo completamente interrato (dimensioni
interne nette 1,00 x 1,00 metri ed ingombro di 1,30 x 1,30 metri). Qualora quest’ultimo fosse
fuori servizio l’acqua verrà deviata verso il rio San Nicolò attraverso un canale in calcestruzzo
delle medesime dimensioni del principale.
Al fine di rendere il più flessibile possibile il sistema una serie di operazioni e sistemi di
monitoraggio verranno automatizzate nonché telecontrollate a distanza: tutte le paratoie
dell’opera di presa e degli scarichi a valle dell’edificio centrale, le operazioni di avvio ed
arresto della turbina, i controlli sul livello della vasca di carico nonché sulla portata istantanea
in transito nella condotta forzata. Tutti i segnali verranno trasmessi all’edificio centrale
nonché alla sede operativa del Consorzio Elettrico di Pozza. È finalizzata a tale scopo la posa
del cavidotto tra l’opera di presa e l’edificio centrale, che avverrà in concomitanza della
condotta forzata sfruttandone lo scavo. Risulta già esistente il collegamento tra l’opera di
presa e l’edificio centrale dell’impianto San Nicolò ed il tutto verso la sede. Verranno inoltre
montate delle telecamere a circuito chiuso presso l’opera di presa, la vasca di carico e
l’edificio centrale per un riscontro visivo immediato delle segnalazioni che pervengono in
automatico.
3.3.5. Opere accessorie
Sia l’edificio centrale che l’opera di presa sono facilmente accessibili con mezzi di trasporto
utilizzando la viabilità esistente. Sarà quindi sufficiente creare dei raccordi alla strada
comunale della Val San Nicolò per collegare i rispettivi ingressi alla viabilità principale.
Dai computi di bilancio dei movimenti terra tra scavo e riporto è stato stimato un esubero di
circa 900 metri cubi di terreno. È durante la posa della condotta che si concretizzano gli
esuberi quantitativamente più onerosi. Al fine di considerare per lo smaltimento la soluzione
più gravosa in termini ambientali si è ipotizzato, anche in sede di Stima Analitica dei Costi, di
dover conferire tutto il materiale in discarica. Il sito più vicino si localizza a Cavalese e quindi
a circa 35,00 chilometri dal cantiere da percorrere con al massimo una 70ina di viaggi.
Dal punto di vista dei ripristini ambientali l’aspetto più rilevante per via della sua estenzione è
rappresentato dalla posa della condotta forzata. Dalla sezione scavo tipo si evince che verrà
praticato uno scavo in trincea della larghezza di 1,40 metri. Vista la profondità di scavo in
certi tratti, la tipologia di terreno e considerando le attività delle attrezzature meccaniche a
bordo scavo si può pensare la necessità di un ripristino più o meno intenso per una striscia di
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
circa 3,00 metri lungo il percorso. Utilizzando l’accortezza di conservare il cotico erboso
originale da integrare con successive semine ha dimostrato in passato durante la posa della
condotta forzata dell’ampliamento dell’impianto San Niccolò I, che nel giro di due anni
risulta praticamente impossibile individuare il tracciato. La tipologia di manto erboso, la
quota a cui avvengono gli scavi, il microclima locale e le tecniche di scavo e ripristino
trovano nella val San Nicolò una combinazione basata non su ipotesi ma su esperienza tali da
poter affermare che l’impatto prevalentemente di carattere visivo si possa in pratica
considerare transitorio. Sono da escludersi che si possano instaurare a seguito degli scavi
inoltre inneschi di corsie preferenziali di scorrimento e deflusso delle acque piovane, date le
ridotte pendenze in gioco e la buona permeabilità dello strato pedologico attraversato.
3.3.6. Consegna dell’energia
L’energia prodotta viene immessa in rete sfruttando la linea di Media Tensione che passa a
fianco o all’interno della sede della strada comunale di fondovalle della Val San Nicolò. Tale
linea esistente crea un grande anello, battezzato “Buffaure”, che alimenta la stazione di
sollevamento per l’innevamento programmato, sita nei pressi della ristrutturanda opera di
presa e, risalendo lungo la pista da sci denominata “di rientro”, la stazione di monte della
funivia Buffaure entrambe di proprietà della società Buffaure Funivie.
3.4. ANALISI ECONOMICA
Al fine di stimare il tempo probabilmente necessario per poter considerare rientrato
l’investimento in denaro che il Committente si appresta a fare sono state quantitativamente
stimate una serie di entità: costo complessivo dell’opera, costi di gestione dell’impianto dal
momento in cui entra in funzione, canoni di concessione annui per quanto riguarda i costi;
producibilità media annua, la conseguente resa annua della centrale ed i tassi di interesse del
denaro liquido depositato in banca.
L’importo totale dell’investimento costituito dal costo complessivo per la realizzazione
dell’opera ammonta a circa 2.250.000 euro, come da Stima Analitica dei Costi effettuata in
sede di stesura del progetto definitivo, mentre l’impianto San Nicolò II avrà una producibilità
media intorno ad 1.710.000 kW a cui corrisponde un introito stimato annuo di 376.200 euro
ottenuta applicando la tariffa omnicomprensiva fissata in 0,22 €/kWh. Al netto della spese di
gestione si può fissare in 340.000 euro il rendimento medio annuo netto da considerare ai fini
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
della stima dei tempi di ritorno dell’investimento.
Nella tabella successiva si riportano sinteticamente i possibili sviluppi dell’investimento nelle
due ipotesi riguardanti le modalità d’investimento alternative del denaro corrispondente al
costo dell’opera: strumenti finanziari a breve termine o prodotti finanziari a medio termine.
Gli investimenti a breve termine a fronte di una minore remunerazione hanno il doppio
vantaggio di una disponibilità liquida praticamente costante in relazione alle quantità di
denaro in gioco, e sono soggette ad un cosiddetto rischio Stato rispetto al rischio Banca degli
strumenti a medio termine.
Anni
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Centrale
Hp1: PCT
Hp2: Obblig.
340,000.00
694,450.00
1,063,964.13
1,449,182.60
1,850,772.86
2,269,430.71
2,705,881.51
3,160,881.48
3,635,218.94
2,345,625.00
2,445,314.06
2,549,239.91
2,657,582.61
2,770,529.87
2,888,277.39
3,011,029.18
3,138,997.92
3,272,405.33
2,368,125.00
2,492,451.56
2,623,305.27
2,761,028.80
2,905,982.81
3,058,546.91
3,219,120.62
3,388,124.45
3,566,000.98
Nel calcolo della resa economica del nuovo impianto idroelettrico si è tenuto conto
dell’introito annuo medio stimato per la vendita dell’energia elettrica (€ 340.000 / anno) a cui
si sono sommati gli interessi frutto degli investimenti effettuati ragionando in termini della
prima ipotesi di lavoro (rendimento netto medio al 4,25%) e quindi a favore di sicurezza.
Dalla tabella si evince che l’investimento verrà ammortizzato cautelativamente in un tempo
compreso tra gli 8 ed i 9 anni. Il valore così stimato del tempo di ritorno, pur essendo in linea
con i valori reali che investimenti similari hanno conseguito, è estremamente cautelativo in
quanto non si sono ad esempio tenuto conto nel calcolo delle spese annue di manutenzione
delle economie di scala dovute al fatto che il Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa è già in
possesso di una struttura ben organizzata e gestisce altri due impianti di produzione di cui uno
è praticamente gemello.
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
4. STIMA DEGLI IMPATTI
4.1. VALUTAZIONE
QUALI-QUANTITATIVA
DEGLI
IMPATTI
SUL
SISTEMA
AMBIENTALE
Nella presente sezione vengono analizzati in maniera analitica gli impatti che la realizzazione
dell’opera in progetto potrà avere sull'ambiente. Gli impatti sono stati individuati partendo
dall'analisi delle attività di progetto e dalle rispettive fonti di impatto che vengono da esse
generate, incrociandole con le componenti ambientali esaminate nei capitoli precedenti. Viene
formulato un giudizio sintetico sul grado di impatto, basandosi sui seguenti elementi:
grado di sensibilità alle alterazioni indotte dall'opera per ciascuno degli elementi
ambientali e/o antropica presenti;
rarità delle componenti ambientali interessate;
naturalità delle componenti ambientali interessate.
La scala sintetica di giudizio per qualificare gli impatti, che verrà utilizzata nella sucessiva
sezione dedicata al bilancio ambientale, comprende le seguenti cinque categorie che possono
assumere sia valore negativo che positivo: trascurabile o molto basso (0), basso (1),
moderato (2), elevato (3), molto elevato (4). A tale giudizio si perviene considerando come
aspetti della qualificazione degli impatti:
la durata, che può essere temporanea, a breve o a lungo termine, oppure permanente;
la reversibilità o irreversibilità;
il grado di significatività;
la prevedibilità rispetto ad uno stato attuale (impatto certo) o rispetto ad uno stato
futuro (impatto probabile secondo un determinato modello di evoluzione
dell'ambiente);
il grado di mitigazione possibile.
Gli impatti prevedibili nei confronti delle componenti legate all’ambiente naturale sono di due
diversi tipi: di tipo temporaneo, legati alle fase di cantiere, e di tipo permanente
prevalentemente legati alla fase di esercizio della derivazione idrica.
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
Gli impatti temporanei legati alla fase di cantiere cesseranno al termine della costruzione
dell’opera di progetto ed in genere potranno essere recuperati dal sistema in tempi
sostanzialmente brevi valutabili in genere in alcuni mesi. In altri casi come ad esempio per
l’eliminazione, totale o parziale, della copertura vegetale nei siti di intervento si genera un
impatto reversibile ma che richiede tempi di recupero più lunghi valutabili, pur in presenza di
opportuni interventi di mitigazione, in alcuni anni.
Nei paragrafi che seguono vengono valutati gli impatti prevedibili su ciascuna singola
componente naturale (abiotica / biotica) ed antropica oggetto di studio e suggerite, ove
necessario, le relative misure di mitigazione.
4.2. IMPATTI IN AMBITO ABIOTICO
4.2.1. I benefici in termini di riduzione emissioni in atmosfera
Gli impatti negativi che agiscono sulla qualità dell’aria si concentrano tutti nella fase
transitoria rappresentato dai cantieri di costruzione:
polveri generate dalla movimentazione del terreno durante gli scavi;
polveri ed inquinanti prodotti dall’attività dei macchinari in cantiere;
polveri ed inquinanti generati dai mezzi di trasporto qualora si rendesse necessario il
trasporto in discarica del materiale di scavo in esubero. Nella peggiore delle ipotesi si
parla di una 70ina di viaggi sia con camion a 4 assi che a 3 assi.
Non saranno, invece, presenti generatori di corrente a gasolio in quanto l’elettricità necessaria
al funzionamento del cantiere sarà fornita direttamente dalle cabine di MT adiacenti sia al
cantiere di monte che a quello di valle.
La sensibilità del sito è soprattutto legata al fatto che la bassa val San Nicolò è un punto di
transito ad alta densità turistica durante i mesi di luglio ed agosto. L’eventuale transito dei
mezzi di trasporto dovrà inevitabilmente attraversare il centro abitato di Pozza di Fassa. La
particolare natura del terreno, umido per presenza della falda di versante e del torrente, riduce
notevolmente il rischio polveri dovuto alla movimentazione. Ma è soprattutto grazie ad
un’accorta organizzazione dei lavori di scavo che potrà essere mitigato questo tipo di disagio
facendo in modo che i lavori non coincidano con le punte di afflusso turistico.
Durante la fase di esercizio, invece, si concentrerà l’elemento positivo in relazione alla
componente ambientale Atmosfera costituito dall’assenza delle emissione di sostanze nocive
rispetto agli impianti termoelettrici:
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
L’impianto San Nicolò II avrà una producibilità media intorno ad 1.710.000 kW a cui
corripsondono 1.750 MWh per un totale di poco meno di 330 TEP, tonellate di
petrolio equivalente.
4.2.2. Il prelievo genera un impatto moderato sulla qualità delle acque superficiali
I possibili impatti derivanti sulla qualità delle acque superficiali sono di tipo reversibile e
sostanzialmente limitati alla fase di cantiere.
Nella fase di cantiere è, infatti, possibile un peggioramento temporaneo della qualità delle
acque legato all’aumento della torbidità che può derivare dagli interventi in alveo necessari
per la costruzione dell’opera di presa. In particolare gli impatti comporteranno un temporaneo
aumento del tenore di solidi sospesi presenti a valle dell’opera con ripercussione sulla qualità
chimica e soprattutto biologica delle acque.
Per limitare tale impatto dovranno essere adottati tutti i necessari provvedimenti mitigativi a
livello di cantiere in termini di modalità e di tempistica di uso dei mezzi meccanici per
contenere l’intorbidamento delle acque. L’impatto è di tipo reversibile e si può ritenere che
possa esaurirsi dopo circa 2 mesi dalla conclusione dei lavori.
In fase di esercizio l’impatto sulla qualità delle acque, appurato che non ci siano scarichi
significativi nel tratto sotteso dalla derivazione, deriva sostanzialmente da una possibile
modesta variazione della termometria delle acque in particolare nel periodo estivo. Ciò
teoricamente può ripercuotersi sulla comunità macrobentonica ma in considerazione della
modesta variazione prevedibile si può ritenere che l’impatto sia trascurabile in presenza della
misura di mitigazione (rilascio del D.M.V.).
Come evento non prevedibile si deve infine segnalare che la sottrazione di portate può
comportare una minore diluizione di carichi inquinanti; in questo caso, come misura
mitigativa, si dovrà prevedere l’immediato rilascio di tutta la portata derivata sino al
superamento della fase di criticità ecologica.
Per quanto riguarda l’analisi modellistica, sviluppata mediante l’applicazione del modello
previsionale QUAL2E., essa mostra come l’attivazione dell’impianto in progetto può
modificare l’attuale comportamento chimico-biologico del torrente.
Le simulazioni condotte mostrano che con la derivazione attiva la capacità di autodepurazione
del corso d’acqua è ridotta soprattutto in funzione di un minore effetto di diluizione dello
scarico, mantenendo comunque, entro certi limiti, l’attuale stato qualitativo delle acque.
La riduzione della capacità di diluizione aumenta però la vulnerabilità del sistema nei
confronti di eventuali nuove o accidentali fonti di inquinamento. Si deve pero tenere in conto
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
che durante il periodo di magra invernale tutte la baite dell’alta Val San Nicolò (comunque
dotate senza esclusione di fosse Imhof) sono disabitate rendendo tale rischio praticamente
nullo. L’afflusso si concentra nei fine settimana estivi, dove però le quantità d’acqua presenti
in alveo sono nettamente maggiori rispetto a quelle invernali.
Quale forma di mitigazione plausibile potrebbe essere suggerito il monitoraggio periodico ed
a scadenza prefissata della qualità dell’acqua del rio San Nicolò effettuando i prelievi da
analizzare nei medesimi punti in cui sono stati effettuati per le simulazioni del presente
studio.
4.2.3. Limitato consumo di suolo ed in aree di poco pregio
Per il calcolo dei consumi di suolo legati alla realizzazione del progetto è stata considerata
una pista di scavo di ampiezza totale pari a 4 metri (2 metri per lato rispetto all’asse del
tracciato della condotta) oltre alle superfici che saranno occupate dalla centralina idroelettrica
e dalle strutture accessorie. Nella tabella che segue sono riportati per ciascuna categoria di uso
del suolo i valori delle superfici utilizzate e la percentuale rispetto al totale.
Tabella: Superfici utilizzate per ciascuna categoria di uso del suolo (Elab.: CET-2010)
Uso del suolo
Superficie (m2)
% sul totale
Alveo fluviale
173
1,4
Aree urbanizzate
0
0
Aree rocciose boscate
0
0
2249
18,8
14
0,1
Viabilità
7825
65,3
Zona boscata a prevalenza di Picea
abies
1715
14,3
Prato polifita
Vegetazione riparia
Come è possibile osservare dai dati riportati, la maggior parte del suolo interessato dalla
realizzazione dell’opera è attualmente occupato da infrastrutture viarie (65,3%). Il tracciato
della condotta, infatti, segue spesso quello stradale, limitando così il più possibile l’impatto
sulle limitrofe aree naturaliformi e semi-naturaliformi.
Una limitata porzione delle aree di cantiere interesserà anche le aree prative (18,8%) e quelle
boschive (14,3%), mentre l’alveo fluviale del Rio San Nicolò sarà interessato in due punti
dall’attraversamento della condotta, poco a valle della presa e poco a monte della restituzione.
Un altro attraversamento fluviale sarà inoltre realizzato in corrispondenza del Rio Monzoni.
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
La maggior parte dei consumi di suolo può però essere considerata reversibile in quanto al
termine della posa della condotta i luoghi saranno oggetto, nel tratto interessato, da una
attività di ripristino ambientale.
4.3. IMPATTI IN AMBITO BIOTICO
4.3.1. Funzionalità fluviale e vegetazione
La funzionalità fluviale del Rio S. Nicolò potrà subire un leggero scadimento a causa della
diminuzione della portata idrica che può influenzare la naturale successione di raschi e pozze
in alveo e la crescita e sviluppo della vegetazione ripariale. Sulla base dei dati derivanti
dall’indagine IFF e dall’analisi vegetazionale non si ritiene tuttavia che tali impatti possano
ritenersi particolarmente significativi in quanto nel tratto indagato il torrente presenta una
fascia riparia di modesta estensione e spesso di tipo secondario per la presenza di pregresse
opere di difesa spondale realizzate con massi ed altri materiali.
I maggiori impatti si potranno presumibilmente verificare in corrispondenza dei due
attraversamenti fluviali ove particolare attenzione dovrà essere posta al ripristino delle aree di
scavo preferibilmente tramite la piantumazione di specie arboree ed arbustive autoctone di
tipo igrofilo.
Il tempo necessario per il ripristino delle condizioni originarie di funzionalità è stimabile in
almeno 2 anni.
In termini di prevenzione di possibili impatti non individuati in questa sede dovrà essere
condotto un monitoraggio sulle principali componenti faunistiche e sulla qualità delle acque
sia in fase di Corso d’opera che nei primi 3 anni della fase di esercizio.
4.3.2. Pesci, anfibi e rettilli
La fauna ittica è indubbiamente la classe di vertebrati maggiormente impattata dalla
costruzione dell’opera in esame.
Gli impatti generati sia in fase di cantiere (temporanei) che di esercizio (permanenti) sono
evidenti e solo in parte mitigabili.
Gli impatti previsti in fase di cantiere, legati
alla deviazione dell’alveo e soprattutto
all’intorbidamento delle acque, sono da ritenersi elevati in considerazione della notevole
sensibilità delle specie salmonicole all’aumento del tenore dei solidi sospesi. Ciò infatti può
generare patologie a livello branchiale sia nell’adulto che nel novellame o compromettere la
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
corretta schiusa delle uova e/o sviluppo degli avannotti se gli interventi dovessero avvenire
nel pieno della stagione riproduttiva (indicativamente dalla fine di novembre ad aprile).
La fase di esercizio della centralina idroelettrica da luogo invece ad impatti legati in modo
sostanziale alla diminuzione della portata idrica naturale che genera, in particolare nella
stagione di magra idrologica, una diminuzione della area disponibile per la fauna ittica ed una
variazione delle condizione di idoneità delle diverse sezioni dell’alveo fluviale per le varie
classi di età delle specie ittiche presenti.
Come misura di mitigazione per la fase di esercizio si ritiene quindi necessario un assoluto
rispetto del rilascio del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) e l’eventuale realizzazione della
scala di risalita per pesci in corrispondenza dell’opera di presa (salto di meno di un metro già
esistente) se ritenuto opportuno delle Autorità Competenti. Per la fase di cantiere si dovranno
adottare misure operative idonee a ridurre in modo significativo l’intorbidimento delle acque
e, soprattutto, non dovranno essere eseguiti lavori in alveo nel periodo compreso fra la fine di
novembre e la fine del mese di aprile per la tutela della riproduzione delle specie salmonicole.
In termini di misure compensative per alcuni impatti residui ineliminabili sulla fauna ittica, si
dovrà prevedere un piano annuale di ripopolamento con salmonidi autoctoni da concordarsi,
nei termini quali-quantitativi, con la competente Amministrazione Provinciale nel rispetto
delle indicazioni gestionali stabilite dalla Carta Ittica. In realtà il Consorzio Elettrico di Pozza
di Fassa già adesso ed ormai da anni assolve a questo compito in accordo con la sezione dei
pescatori di Pozza di Fassa e quindi tale prescrizione andrà eventualmente semplicemente
formalizzata e quantificata nel dettaglio tenendo in conto la nuova derivazione dell’impianto
San Nicolò II.
Gli anfibi potranno subire impatti in fase di cantiere in relazione alla presenza di disturbo
antropico ed alla possibile interferenza nel buon esito della fase riproduttiva acquatica che
potrebbe essere danneggiata da aumenti del livello di torbidità delle acque o da disturbo ai siti
di deposizione delle uova. In fase di esercizio la diminuzione delle portate potrebbe incidere
in termini di riduzione della presenza di ristagni d’acqua nelle parti marginali dell’alveo
fluviale dove la maggior parte delle specie depone le uova. In termini di mitigazione è da
prevedersi il divieto di esecuzione di lavori in alveo nel periodo riproduttivo della maggior
parte delle specie (da fine febbraio ad aprile) mentre per la fase di esercizio sarà importante il
rispetto del rilascio del D.M.V.
Per quanto riguarda i rettili l’impatto prevedibile è contenuto e legato sostanzialmente alle
fasi di cantiere in relazione al possibile disturbo generato dall’uomo e dal movimento dei
mezzi meccanici che potrebbe comportarne investimenti accidentali. Impatto di tipo
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Riassunto non tecnico
reversibile che terminerà con la fine dei lavori.
4.3.3. Uccelli e mammiferi
Per quanto riguarda l’avifauna l’impatto principale è legato sostanzialmente alle fasi di
cantiere in relazione al possibile disturbo generato da uomo e mezzi ed al taglio della
vegetazione. Gli uccelli sono particolarmente sensibili a queste condizioni in fase di
nidificazione e pertanto ciò comporterà un’inevitabile allontanamento temporaneo delle
specie ornitiche in quanto difficilmente potrebbero compiere correttamente il ciclo biologico
in un ambiente “disturbato”.
Per tale motivo, come misura di mitigazione, si deve prevedere di evitare attività di asporto e
taglio della vegetazione nel periodo compreso fra aprile e giugno nel corso del quale la
maggior parte delle specie ornitiche porta a termine il proprio ciclo riproduttivo; in questo
periodo andranno inoltre evitate le attività rumorose come ad esempio infissione di palandole
o similari.
Per la fase di esercizio gli impatti prevedibili sono legati a quelle specie che più di altre sono
legate all’alveo fluviale per motivi trofici (merlo acquaiolo, ballerina gialla, ballerina bianca)
che dalla variazione del regime delle portate potrebbero ricevere ripercussioni significative.
Anche per questa specie come misura di mitigazione è sostanziale il rispetto del rilascio del
D.M.V.
I mammiferi potranno subire impatti in fase di cantiere soprattutto in relazione alla presenza
di disturbo antropico ed al movimento dei mezzi meccanici che potrebbe comportarne
investimenti accidentali. È un impatto reversibile che terminerà con la fine dei lavori. Per
quanto riguarda le specie più legate agli ambienti acquatici, come ad esempio il toporagno
acquaiolo, ancora una volta appare fondamentale il rilascio del D.M.V. come misura
mitigativa dell’impatto causato dalla sottrazione di portata idrica e conseguentemente dalla
variazione delle caratteristiche dell’alveo bagnato.
La possibile alterazione della qualità idrica, condiziona anche la presenza e l’abbondanza
degli invertebrati legati all’acqua e, conseguentemente, quella dei loro predatori, fra i quali
molte specie di chirotteri potenzialmente presenti nell’area.
IMPIANTO IDROELETTRICO SAN NICOLÒ II
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Riassunto non tecnico
4.4. IMPATTI IN AMBITO ANTROPICO
4.4.1. Nessun tipo di modifiche in ambito rumore – vibrazioni – radiationi ionizzanti
La fase di cantiere è ovviamente interessata dall’utilizzo di mezzi meccanici che arrecheranno
un moderato disturbo localizzato diurno e per la cui mitigazione si dovrà solamente essere
certi che le imprese in gioco utilizzino mezzi a norma. Verrà richiesta al Comune di Pozza di
Fassa la deroga al rispetto dei limiti previsti dalla legge per attività temporanee in quanto, a
seguito delle analisi fatte, è emerso un probabile superamento dei limiti in prossimità delle
abitazioni più vicine all’aria di cantiere. Si specifica che tale superamento avverrà solo ed
esclusivamente in occasione dei lavori effettuati nelle immediate vicinanze del ricettore.
L’eventuale fonte di rumore permanente è rappresentato dal funzionamento meccanico della
turbina. L’accurata relazione acustica ricca di modellazioni ed indagini sul campo hanno
dimostrato la totale assenza di modifiche del livello di rumore di fondo presente sia nei pressi
dell’edificio centrale che nei pressi dei siti sensibili nel raggio di 500 metri dalla fonte.
La presenza della cascata e del Rio San Nicolò e la perfetta asonorizzazione prevista, del tutto
simile all’edificio centrale esistente dell’impianto San Nicolò I rendono silente la presenza del
nuovo impianto anche nelle ore diurne ed in pieno regime d’utilizzo. È molto importante
questa affermazione in quanto rende nullo il vantaggio dell’interramento dell’edificio
centrale, ipotizzato in fase di progettazione e come in apposita sezione affermato scartata per
problemi di natura idrogeologica e geotecnica.
Per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti generate dalla linea di MT, si possono considerare
nulle tenendo conto dell’esiguità del nuovo tratto (meno di 20 metri) e per il fatto che verrà
completamente realizzata sotto terra secondo le sezioni tipo allegate.
4.4.2. Il trafico indotto durante le fasi di cantiere
Un aspetto che non è stato trascurato in fase di programmazione dei lavori di realizzazione
dell’impianto è stata l’importanza turistica che l’alta val San Nicolò e la valle dei Monzoni
rivestono soprattutto nella stagione estiva con le punte di afflusso nei mesi di luglio ed agosto.
Il tratto interessato dai lavori è prevalentemente di passaggio e solamente alcuni prati nei
pressi della chiesetta “crocefisso” sono oggetto di soste turistiche.
Il cornoprogramma è stato studiato in modo tale da concentrare i lavori di movimentazione
terra ed eventuale trasporto in discarica del materiale in esubero nei mesi di maggio e giugno.
Anche il tratto di condotta che interessa la strada di fondovalle verrà posata distante dalle
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Riassunto non tecnico
punte di frequentazione turistica della valle.
Il potenziale disagio in termini di traffico, qualità dell’aria e sicurezza nei confronti del turista
viene quindi ridotto al minimo con un’accurata programmazione dei lavori.
4.4.3. L’edificio centrale
L’esigenza di realizzare edifici fuori terra (vasca di carico, edificio centrale) ha richiesto un
notevole impegno progettuale architettonico sia nelle forme che nella scelta dei materiali ed
ha portato alla creazione di prospetti volti alla rilettura in chiave moderna di un antico
modello esistente in valle rappresentato dalla segheria veneziana del ‘700 in Penia di Canazei,
sita nei pressi del torrente Avisio ed anch’essa costruita per trasformare l’acqua in energia.
• Penia di Canazei. Segheria veneziana
4.4.4. I vantaggi economici per il Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa
I vantaggi in termini economici dell’investimento sono evidenti. Basti pensare che i 2.250.000
di euro di spesa stimati verranno ammortizzzati in circa 8 – 9 anni grazie ad una producibilità
media dell’impianto intorno ad 1.710.000 kW a cui corrisponde un introito stimato annuo di
376.200 euro ottenuta applicando la tariffa omnicomprensiva fissata in 0,22 €/kWh, che al
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netto della spese di gestione raggiunge un rendimento di 340.000 euro.
Tele investimento va a potenziare le capacità di produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili di una Società Cooperativa come il Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa che dal
lontano 1914 insiste sul territorio della val di Fassa con successo e dedizione. Il CEP serve
principalmente i propri soci (utenti privati, aziende e i comuni di Pozza, Vigo e Soraga), che
beneficiano di un notevole sconto sull’energia elettrica. Esistono inoltre dei benefici indiretti
sul territorio rappresentati dai flussi economici indotti nella realizzazione di lavorazioni che il
Consorzio annualmente deve appaltare all’esterno: si citano a titolo d’esempio le realizzazioni
delle cabine di MT o le lavorazioni di manutenzione dei manufatti ecc...
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5. CONCLUSIONI
5.1. IMPATTI
Si procede di seguito ad una mero elenco dei principali impatti emersi durante lo studio.
In fase di cantiere le fonti di impatto prevedibile sono le seguenti:
•
Eliminazione, parziale e/o totale, della copertura vegetale nel tracciato dove si esegue lo
scavo per la posa della condotta;
•
Temporaneo spostamento dell’alveo e deviazione del deflusso idrico;
•
Intorbidamento delle acque durante le operazioni di scavo e costruzione delle opere;
•
Intercettazione falda di versante e del torrente durante le fasi di scavo per la posa della
condotta e degli edifici fuori terra;
•
Rumore e presenza di uomini e mezzi;
•
Produzione di polveri, emissioni di fumi e gas da parte delle macchine operatrici.
•
Traffico indotto dall’eventuale necessità di trasportare il materiale in esubero in
discarica
Durante la fase di esercizio le possibili fonti di impatto negativo o positivo sono invece di tipo
permanente e dovuti a:
•
Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che porta a benefici per l’atmosfera
quantificata in 330 Tonnellate di Petrolio Equivalente l’anno
•
Diminuzione della quantità dell'acqua in alveo in particolare nei periodi di magra
idrologica con relative moderate conseguenze ambientali (minor habitat, minor
superficie di scambio ossigeno, maggior periodo in secca di parte dell’alveo);
•
Moderata riduzione delle capacità di autodepurazione e quindi aumento della sensibilità
della qualità delle acque durante la stagione invernale in caso d’introduzione accidentale
di inquinanti.
•
Presenza sul territorio di un nuovo edificio fuori terra. Un attento sforzo progettuale
architettonico ha ottenuto dei risultati di pregio.
•
Benefici in termini economici per il Consorzio Elettrico di Pozza di Fassa con evidenti
ricadute positive dirette ed indotte non solo sui soci (privati, Comune di Pozza di Fass,
Comune di Vigo di Fassa) ma sulla comunità tutta.
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Totalmente assenti impatti legati a:
•
Assenza di ionizzazione generata dalla presenza di linee MT in quanto completamente
interrata e di ridottissima lunghezza (20 metri)
•
Assenza si rumori e/o vibrazioni generate dal funzionamento della turbina per la
concomitanza di fattori come la presenza naturale di una fonte di rumore (cascata del rio
San Nicolò) ed accurata progettazione esecutiva dell’opera in termini di asonorizzazione
•
Assenza di pericoli di fenomeni di dam break in caso di rottura in quanto non sono
previsti canali fuori terra
•
Nessun problema legato alle proprietà da attraversare con la condotta e su cui insistono
le opere fuori terra in quanto appartengono all’ASUC di Pozza di Fassa con la quale il
Consorzio Elettrico ha già un accordo informale.
•
Assenza di biotopi, zone di interesse comunitario, siti vincolati in qualche misura,
sorgenti o altri punti sensibili di sorta.
•
Assenza di problematiche di ordine geologico o geotecnico.
5.2. MITIGAZIONI
Di seguito l’elenco delle mitigazioni proposte per ridurre gli impatti rilevati
•
Ripristini attenti e meticolosi dei manti erbosi secondo le prescrizioni che verranno date
in fase esecutiva;
•
Organizzazione delle lavorazioni e dei cantieri lontano dai periodi di riproduzione della
fauna ittica e volatile, nonché dai periodi di maggior afflusso turistico in valle;
•
Rigorosa garanzia del mantenimento in alveo della portata di rispetto;
•
Programmazione di monitoraggi periodici della qualità delle acque;
•
Programmazione in accordo con l’assiociazione pescatori locale di ripopolamenti della
fauna ittica (prassi già consolidata per la presenza dell’impianto San Nicolò I);
•
Scrupolosa realizzazione degli accorgimenti asonorizzanti previsti dal progetto
esecutivo del tutto simili a quelli dell’edificio centrale esistente di paragonabile potenza,
al fine di garantire i risultati previsionali descritti nel capitolo dedicato al “rumore”, e
cioè la totale ininfluenza della presenza della nuova centrale.
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