Testo: Giona capitolo 3 LUG 26 marzo 2017 Tema

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Testo: Giona capitolo 3
LUG 26 marzo 2017
Tema: Ubbidisci a Dio e al resto ci pensa lui
Il peccato dilaga nella nostra società: I titoli sui giornali e le carceri sempre
più affollate lo confermano. Abuso di bambini, pornografia, assassini seriali,
terrorismo, anarchia, dittature.
Il mondo sembra impazzito, pieno di violenza, odio e corruzione.
Quando si sentono e si leggono (o si sperimentano) queste malvagità,
si pensa che un giorno ci sarà un giusto giudizio di Dio.
Immagina che Dio ti dica di andare a portare la Buona Notizia della
salvezza proprio a quella gente malvagia - come reagiresti?
Dio diede a Giona un tale incarico.
Perciò, quando Dio disse a Giona di recarsi a Ninive, la capitale dell’Assiria,
nazione nemica d’Israele, a proclamare il giudizio di Dio contro quella città,
perché la loro malvagità era grande (1:2), Giona si rifiutò e fuggì nella
direzione opposta (1:3).
Ma Dio lo fermò e lo fece tornare indietro.
La storia di Giona è un’illustrazione della misericordia di Dio.
Nessuno merita la misericordia e il perdono di Dio,
né i Niniviti né nessuno di noi.
Giona sapeva che Dio avrebbe perdonato i Niniviti, se si fossero pentiti.
Giona sapeva inoltre che il messaggio di Dio ha potenza
e produce ravvedimento nel cuore di chi lo ascolta e lo accoglie.
Ma Giona odiava gli Assiri e desiderava per loro vendetta, non misericordia.
Dio disciplinò Giona per la sua disubbidienza e, dopo una serie di eventi
drammatici, il profeta ubbidì all’ordine di Dio. Dio gli diede una seconda
possibilità.
Il capitolo 2 di Giona termina così: “Il Signore diede ordine al pesce,
e il pesce vomitò Giona sulla terraferma”.
La prima volta Dio parlò a Giona, e Giona gli disubbidì.
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Allora Dio gli parlò tramite l’afflizione (il vento, la tempesta, tre giorni nel ventre
del pesce). Per finire Giona riconobbe il suo peccato di disubbidienza,
lo confessò a Dio e si riconciliò con Lui (cap. 2).
Dopodiché Dio parlò di nuovo a Giona, e questa volta Giona gli ubbidì.
Applicazione: se non ubbidiamo di cuore a Dio, a volte Dio è costretto
a parlarci tramite certe difficoltà, affinché ci pentiamo e cambiamo
sia modo di pensare che modo di agire (cfr. Sal 119:67, 71).
Quando leggi la Parola di Dio, hai l’impressione che Dio non ti parla più?
Stai forse disubbidendo a Dio? Stai andando per una strada sbagliata?
Cap. 3:1 “La parola del Signore fu rivolta a Giona, per la seconda volta”.
Molte volte Dio ci dà una seconda possibilità.
Per es: Pietro rinnegò Gesù tre volte, ma si pentì, e Gesù lo perdonò
e gli diede una seconda possibilità: “Seguimi” (Gv 21:19).
Non dobbiamo però speculare su questo fatto della seconda possibilità.
Non sempre Dio dà una seconda possibilità.
Per es.: la moglie di Lot non ebbe una seconda possibilità
(Lc 17:32; Gen 19:15-29).
In ogni caso, disubbidire a Dio non conviene mai.
Si raccoglie sempre quello che si semina
e a volte il raccolto è doloroso (cfr. Giona).
Per la seconda volta Dio diede un ordine a Giona:
v. 2 «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando».
Applicazione: Quando ci pentiamo, Dio ci mette alla prova
e ci fa fare ciò che non abbiamo voluto fare la prima volta.
Altrimenti come potremmo dimostrare che ci siamo davvero ravveduti?
Apc 2:5 “Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti,
e compi le opere di prima”.
Dio offrì a Giona una seconda possibilità. Cosa fece Giona?
Questa volta Giona non fece obiezioni, non oppose resistenza.
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Questa volta ubbidì subito a Dio e andò a Ninive.
Applicazione: se sei davvero ravveduto, dimostralo
facendo quello che Dio ti ha ordinato nella sua Parola (Mt 3:8).
v. 3 Giona partì e andò a Ninive, come il Signore aveva ordinato.
Ninive era una città grande davanti a Dio; ci volevano tre giorni di cammino
per attraversarla. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di
cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!»
Dio non gli ordinò di dire: “Dio vi ama e ha un piano meraviglioso
per la vostra vita”.
Gli ordinò invece di dire: «Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!
Oggi siamo restii a parlare alla gente dell’inferno.
Non vogliamo urtare la sensibilità di nessuno.
Ubbidire a Dio non è sempre facile, ma è importante (non fu facile per Giona,
non fu facile per Cristo, non è facile nemmeno per noi).
Giona rischiava di essere impalato e spellato vivo dai Niniviti,
ma ubbidì a Dio, e Dio fece il resto.
I Niniviti erano sanguinari, spietati, immorali, non conoscevano il vero Dio,
adoravano altri dei, non meritavano di essere salvati. Dio non ha chiesto
l’opinione di Giona, gli ha semplicemente ordinato di andare a predicare
a quella gente malvagia.
Per volere di Dio, il messaggio di Giona scosse l’intera popolazione.
Dio diede loro 40 giorni di grazia, ma essi reagirono subito a quel messaggio.
Si sono umiliati davanti a Dio e si sono ravveduti subito.
v. 5 “I Niniviti credettero a Dio” (credettero che quel messaggio veniva da Dio)
v. 5 proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più
piccolo. 6 E poiché la notizia era giunta al re di Ninive, questi si alzò dal trono,
si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere.
7 Poi, per decreto del re e dei suoi grandi, fu reso noto in Ninive un ordine di
questo tipo: «Uomini e animali, armenti e greggi, non assaggino nulla; non vadano
al pascolo e non bevano acqua;
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8 uomini e animali si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si
converta dalla sua malvagità e dalla violenza compiuta dalle sue mani”.
Il re sapeva che erano colpevoli, sapeva che meritavano la punizione,
sapeva che il Dio onnipotente aveva ragione di distruggerli,
ma sperava nella misericordia di Dio.
Dio aprì il cuore dei Niniviti, come anche aprì il cuore
degli abitanti di Sicar in Samaria (Gv 4:39-42).
I Niniviti non si sono limitati a digiunare un giorno, a coprirsi di sacco
e a mettersi seduti sulla cenere come simbolo esteriore
del loro pentimento interiore.
Oltre a ciò, hanno pregato con forza a Dio (v. 8), probabilmente ogni giorno,
hanno cambiato cuore e comportamento ogni giorno,
e hanno rimediato dov’era possibile.
A quale scopo? Il re disse: v. 9 Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà
la sua ira ardente, così che noi non periamo».
Cfr. Is 55:6-7 “Cercate il Signore, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre
è vicino. 7 Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli
al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare”.
v. 10 Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità,
e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece.
Gli abitanti di Ninive ascoltarono il messaggio di Giona
e rinunziarono al loro comportamento malvagio.
Allora il Signore non diede seguito alla sua condanna contro la città.
Dio non cambia idea, quello che dice lo fa, ma quando vede che l’uomo
cambia sinceramente il cuore e il comportamento,
è pronto a perdonare e a salvare.
Gesù confermò nei vangeli che i Niniviti si erano davvero ravveduti
(Mt 12:41; Lc 11:32).
Applicazione: Noi non sappiamo chi sono quelli che Dio vuole salvare
né quando vuole salvarli (non guardare all’apparenza).
Dobbiamo semplicemente ubbidire a Dio e al resto ci pensa lui.
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Noi non siamo migliori dei Niniviti.
Se non ci ravvediamo e non crediamo in Gesù,
anche noi periremo (cfr. Lc 13:1-5).
Nessuno sa se ha ancora 40 giorni di tempo per ravvedersi.
Imitiamo i Niniviti, ravvediamoci oggi stesso.
2 Cor 6:1-2 “Vi preghiamo di non trascurare la grazia che avete ricevuto da Dio.
Infatti Dio dice: «Ti ho ascoltato nel tempo giusto e ti ho soccorso nel giorno della
salvezza». Ecco, questo è il momento giusto! Oggi è il giorno della salvezza”.
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