Nome file h:\scuola\corso fisica\3\gravitazione\1 gravitazione.doc Elaborato il 28/09/2006 alle ore 23.40.41, salvato il 28/09/06 9.21 Creato il 13/10/2005 9.50.00 Dimensione file: 404992 byte stampato il 28/09/2006 23.40.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini Gravitazione Legge di gravitazione universale r Date due masse puntiformi m1 e m2 poste a distanza r12 (vettore posizione orientato da m1 a m2 ) si ha che la forza sentita dalla massa m1 in interazione con m2 sarà r r mm r mm r F12 = G r1 22 r12 = G r1 32 r12 r12 r12 r12 r mm F12 = G r1 22 r12 G = 6.67 × 10 −11 m2 m3 −11 N 2 = 6.67 ×10 kg kg ⋅ s 2 Principio di equivalenza debole (o di Galileo Galilei) Massa inerziale e massa gravitazionale sono proporzionali e quindi scegliendo opportunamente la costante G si potrà avere corrispondenza delle masse nelle opportune unità di misura m1( g )m2( g ) m1 a = G r 2 r12 (i ) G a= r 2 r12 ⎡ m1( g ) ⎤ ( g ) ⎢ ( i ) ⎥ m2 ⎣ m1 ⎦ m1( g ) ∝ m1(i ) m1( g ) = k ⋅ m1(i ) E scegliendo k = 1 a=G m2( g ) r2 Calcolando con i dati della Terra m2 = M T = 5.98 × 10 24 Kg e r = RT = 6.37 × 10 6 m si ha a ≈ 9.8 m s2 Quindi l’accelerazione di gravità non è altro che l’espressione della legge di gravitazione universale e così trova anche spiegazione il fatto che tutti i corpi sono soggetti alla stessa accelerazione di gravità in contrasto con il preconcetto errato che i corpi di massa maggiore dovrebbero cadere con accelerazioni maggiori e quindi più velocemente. Leggi di Keplero 1. Legge delle orbite: tutti i pianeti si muovono su orbite ellittiche di cui il sole occupa uno dei due fuochi 1/6 Nome file h:\scuola\corso fisica\3\gravitazione\1 gravitazione.doc Elaborato il 28/09/2006 alle ore 23.40.41, salvato il 28/09/06 9.21 Creato il 13/10/2005 9.50.00 Dimensione file: 404992 byte stampato il 28/09/2006 23.40.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini 2. Legge delle aree: il segmento che collega un pianeta al sole “spazza” aree uguali in tempi uguali 3. Legge dei periodi: il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta è proporzionale al cubo del semiasse maggiore della sua orbita r r Mm Considero F = G 2 e Fcentripeta = mω 2 r r Uguagliando avrò Mm 2π Mm ⎛ 2π ⎞ = mω 2 r ma ricordando che ω = avrò G 2 = m⎜ ⎟ r da cui infine 2 r r T ⎝ T ⎠ 2 G T2 = 4π 2 3 r 3 GM r o la equivalente 2 = T 4π 2 GM Notare che la costante di proporzionalità dipende dalla massa del centro attrattivo Ricavo della legge di gravitazione universale dalle leggi di Keplero Originariamente Keplero formulò la sua seconda legge parlando di moto uniforme su traiettoria circolare; questo significa che si può pensare che un pianeta si muova attorno al centro attrattivo (che nel nostro caso è il Sole) sotto l’azione della forza centripeta 4π 2 F = mω r = m 2 r T 2 Dalla terza legge di Keplero avrò T 2 = Kr 3 con K uguale per tutti i pianeti del sistema Avrò quindi F =m 4π 2 4π 2 = r m Kr 3 Kr 2 che riscritta in modo più ordinato sarà 4π 2 m F= K r2 4π 2 si avrà e ponendo C = K F =C m . r2 Per il principio di azione e reazione anche il Sole (o centro attrattivo) sarà attratto dal pianeta con una forza di uguale intensità, proporzionale alla massa del Sole, quindi C = GM ovvero F =G Mm r2 Energia potenziale Per il calcolo dell’energia potenziale di un sistema costituito da due masse dobbiamo calcolare l’integrale della forza gravitazionale nel portare, ad esempio, la masse m 2 dall’infinito a distanza r dalla massa m1 2/6 Nome file h:\scuola\corso fisica\3\gravitazione\1 gravitazione.doc Creato il 13/10/2005 9.50.00 Elaborato il 28/09/2006 alle ore 23.40.41, salvato il 28/09/06 9.21 Dimensione file: 404992 byte stampato il 28/09/2006 23.40.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini r r mm dr mm U (r ) = ∫ F ⋅ dr = ∫ G 1 2 2 dr = Gm1m2 ∫ 2 = −G 1 2 + c r r r Si dimostra come la relazione per l’energia potenziale gravitazionale usata nei problemi energetici rappresenti un’approssimazione della relazione utilizzando l’espressione della energia potenziale appena definita U (r + h ) − U (r ) = −G Mm Mm +G r+h r 1 ⎞ ⎛1 U (r + h ) − U (r ) = GMm⎜ − ⎟ ⎝r r+h⎠ ⎡r + h − r ⎤ h U (r + h ) − U (r ) = GMm ⎢ = GMm ⎥ r (r + h ) ⎣ r (r + h ) ⎦ U (r + h ) − U (r ) = GMm Se r >> h allora h → 0 e quindi r ⎛ ⎛ GM = m⎜ 2 ⎛ h⎞ ⎝ r r 2 ⎜1 + ⎟ ⎝ r⎠ h ⎞ 1 h ⎟ ⎠ ⎛1 + h ⎞ ⎜ ⎟ ⎝ r⎠ h⎞ lim ⎜⎝1 + r ⎟⎠ = 1 h →0 r ⎛ GM ⎞ U (r + h ) − U (r ) = m⎜ 2 ⎟h = mgh r 3⎠ ⎝12 g Problema dei due corpi r r r Considero due corpi di massa m1 e m2 interagenti con forza gravitazionale; stabilito r = r1 − r2 , il versore sarà r r rˆ = r e si avrà r r r d 2 r1 mm m1 2 = F12 = −G 1 2 2 rˆ r dt r r d 2 r2 m1 m 2 m2 F = rˆ 21 = G 2 r2 dt da cui sommando membro a mebro avrò r r mm mm F12 + F21 = −G 1 2 2 rˆ + G 1 2 2 rˆ = 0 r r r r Dalla relazione F12 + F21 = 0 si ricava facilmente che la quantità di moto del sistema è conservata r r r r dr1 dr2 d 2 r1 d 2 r2 r r m1 2 + m 2 = 0 si avrà m1 + m2 = m1v1 + m 2 v 2 = costante (ricordare la conservazione della 2 dt dt dt dt quantità di moto dal terzo principio) Si avrà anche, moltiplicando vettorialmente l’ultima relazione la conservazione del momento della quantità di moto. Altra conseguenza della conservazione della quantità i moto è che il sistema nel complesso si muove a velocità costante. 3/6 Nome file h:\scuola\corso fisica\3\gravitazione\1 gravitazione.doc Creato il 13/10/2005 9.50.00 Elaborato il 28/09/2006 alle ore 23.40.41, salvato il 28/09/06 9.21 Dimensione file: 404992 byte stampato il 28/09/2006 23.40.00 Consideriamo ora le relazioni sulle accelerazioni r d 2 r1 G m1 m 2 =− rˆ 2 m1 r 2 dt r d 2 r2 G m1 m 2 = rˆ 2 m2 r 2 dt Si avrà, sottraendo, r r r d 2 r1 d 2 r2 d 2 r mm − = = −G 1 2 2 2 2 2 dt dt dt r ⎛ 1 1 ⎞ ⎟⎟ e definendo rˆ⎜⎜ + m m 2 ⎠ ⎝ 1 massa ridotta la quantità 1 μ = r mm d 2r 1 1 avrò μ 2 = −G 1 2 2 rˆ + m1 m 2 r dt Velocità di fuga Considero un corpo di massa m e un altro corpo di massa M, con M >> m . Posso considerare che pur orbitando entrambi i corpi attorno al centro di massa del sistema, essendo M >> m il corpo massiccio rimane praticamente fermo mentre il corpo m si muove attorno a M su orbita ellittica. L’energia totale meccanica del sistema sarà allora Etot = 1 2 Mm mv − G . 2 r Quando Etot < 0 si ha un’orbita ellittica, ovvero il corpo m è legato gravitazionalente al corpo M. 1 2 Mm mv < G ad ogni r 2 r l’energia cinetica non sarà superiore alla barriera di potenziale da superare per slegarsi; a questo proposito si pensi al corrispettivo della buca di potenziale. Affinché il corpo m si liberi dall’attrazione gravitazionale di M dovrà aversi Etot ≥ 0 ed in particolare la condizione minima sarà Etot = 0 ovvero 1 2 Mm mv = G 2 r Da questa relazione si ottiene 1 2 M v =G da cui v = 2 r 2GM , detta velocità di fuga o seconda velocità r cosmica. Per la Terra si ha v = Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini 2 × 6.67 × 10 −11 × 5.98 × 10 24 Km = 11.2 6 s 6.37 × 10 4/6 Nome file h:\scuola\corso fisica\3\gravitazione\1 gravitazione.doc Elaborato il 28/09/2006 alle ore 23.40.41, salvato il 28/09/06 9.21 Creato il 13/10/2005 9.50.00 Dimensione file: 404992 byte stampato il 28/09/2006 23.40.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini E’ evidente che a parità di massa, la diminuzione del raggio del corpo celeste provoca un aumento della velocità di fuga; è lecito allora porsi la domanda: la velocità di fuga può crescere all’infinito ? Sappiamo che la velocità limite è quella della luce e quindi al massimo per ogni corpo avrò un raggio particolare RS , detto Raggio di Schwarzschild, a cui corrisponde una velocità di fuga pari alla velocità della luce. Si ha allora c = 2GM 2GM 2GM da cui c 2 = e quindi RS = 2 RS RS c Per il Sole per esempio il Raggio di Schwarzshild è RSSole = 3 Km mentre per la Terra è RSTerra = 9 × 10 −3 m , infine per una galassia è dell’ordine di RSGalassia = 1014 m ; Da notare infine he il Raggio di Schwarzschild per una stella di neutroni e per una nana bianca è uguale a quello del Sole RSSole = RSNana bianca = RSStella neutroni = 3 Km essendo oggetti derivanti tutti da stelle “normali” come il nostro Sole I fenomeni di contrazione nel cosmo sono abbastanza comuni, in particolare una stella verso il termine della sua vita, venendo a mancare il combustibile al suo interno si contrae riducendo la sua massa in un volume sempre più piccolo e sotto particolari condizioni si trasforma in un buco nero. I buchi neri sono oggetti celesti particolarmente elusivi e difficili da individuare, ma particolari ricerche sulle emissioni a raggi X, sugli effetti di lenti gravitazionali e sulla presenza di jets consentono la probabile individuazione. Per quanto i buchi neri, o gli effetti da essi prodotti, siano di recente osservazione, la loro ipotesi è del 1783, fu John Michell, docente a Cambridge, che in una sua pubblicazione (“Philosophical transactions of the Royal Society of London”) ipotizzava che una stella di grande massa avrebbe avuto una velocità di fuga uguale o maggiore a quella della luce. Anche Pierre-Simon de Laplace propose l’idea del buco nero. Il termine buco nero è di recentissima formulazione: 1969, John Wheeler. Da notare che all’epoca della formulazione della teoria della 5/6 Nome file h:\scuola\corso fisica\3\gravitazione\1 gravitazione.doc Elaborato il 28/09/2006 alle ore 23.40.41, salvato il 28/09/06 9.21 Creato il 13/10/2005 9.50.00 Dimensione file: 404992 byte stampato il 28/09/2006 23.40.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini gravitazione universale il problema del buco nero non si poneva neppure, essendo sconosciuto il fatto che la velocità della luce fosse limitata; fu solo con Roemer, che calcolò con buona approssimazione, che divenne chiaro che poteva esistere un limite alla velocità di fuga da un corpo celeste in condizioni di massa e densità particolari. 6/6