LINEAMENTI DI STORIA E CULTURA MEDIEVALE Moneta da 2 € Ritratto di Dante Alighieri realizzato da Raffaello Sanzio Sandro Botticelli, Dante Alighieri, olio su tela, 1495, Ginevra, collezione privata Andrea del Castagno, Dante Alighieri, ne Ciclo degli uomini e donne illustri, affresco, tra il 1448 – 1451, Galleria degli Uffizi, Firenze Raffaello Sanzio, Disputa del Sacramento, dettaglio raffigurante Dante, 1509-1510 ca, Stanza della Segnatura, Palazzo Pontificio, Vaticano Eugène Delacroix, La barca di Dante, olio su tela, 1822, Museo del Louvre, Parigi Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene, 1508-11, Roma, Stanze Vaticane La decorazione delle Stanze Vaticane, oggi note anche come Stanze di Raffaello, ha impegnato l’artista dal 1508 fino alla sua morte, avvenuta nel 1520. L’occasione di questa commissione nacque dal desiderio di papa Giulio II di abitare altri ambienti dei palazzi vaticani, non volendo usare l’appartamento già utilizzato da papa Alessandro VI, papa Borgia, che egli detestava. Alla decorazione di queste stanze avevano già parzialmente lavorato Pietro Perugino e il Sodoma. L’incarico fu contestuale a quello affidato a Michelangelo per la volta della Sistina ma, mentre quest’ultimo terminò il lavoro nell’arco di quattro anni, Raffaello continuò a lavorare alle Stanze per molto più tempo, senza peraltro completare del tutto il lavoro: l’ultima stanza, quella detta di Costantino, fu infatti decorata dopo la sua morte da Giulio Romano. Le Stanze di Raffaello sono quattro e hanno convenzionalmente i seguenti nomi: Stanza della Segnatura, Stanza di Eliodoro, Stanza dell’Incendio di Borgo, Stanza di Costantino. Eugene Delacroix, La libertà guida il popolo, 1830, Louvre, Parigi Il soggetto del quadro fu ispirato dalle reali vicende storiche che si svolsero in Francia in quegli anni. Dopo la caduta di Napoleone, con il Congresso di Vienna, la Francia venne restituita alla monarchia borbonica di Luigi XVIII che fu re dal 1816 al 1824. Nel 1824 gli successe Carlo X, la cui monarchia dal carattere assolutistico finì per suscitare nuovi sentimenti di ribellione. Egli, infatti, fu destituito nel 1830 con la rivoluzione di luglio. Ed è questo l’episodio che diede a Delacroix lo spunto per il suo quadro. Abbattuta la monarchia borbonica si instaurò in Francia una monarchia costituzionale che fu affidata a Luigi Filippo d’Orleans. Rafael Flores, Dante y Virgilio visitando el Infierno, pittura a olio, 1855, Museo nacional de arte, Città del Messico Da sempre, Dante Alighieri è un punto di riferimento imprescindibile per la cultura italiana al punto da diventare egli stesso la cultura italiana. Non va dimenticato che il poeta è il primo a parlare di “Italia”, intendendola quasi come stato culturale (se non addirittura regionale) oltre 500 anni prima dell’Unità d’Italia. Purgatorio, Canto VI, vv. 76 – 78 Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! Dante è autore di un’opera capitale per la cultura e la lingua italiana, la Divina Commedia, scritta tra il 1304 e il 1321 durante l’esilio del poeta in Lunigiana e Romagna. Il titolo originale dell’opera, quello pensato dal suo autore, è Comedìa. Il metro in cui il poema è scritto è l’endecasillabo legato da terzine a rima incatenata. Il poema, diviso in tre cantiche con a loro volta 33 canti ciascuno (più il primo canto introduttivo), racconta il viaggio (Itinerum mentis in Deum) attraverso i tre regni ultraterreni di Dante, accompagnato nell’Inferno e nel Purgatorio dal poeta latino Virgilio e nel Paradiso dall’amata, Beatrice. Prima edizione dell’opera. La Divina Commedia ha il merito di aver creato una vera e propria lingua italiana. Nel Medioevo infatti la lingua ufficiale delle corti e degli ambienti colti era il latino. Configurazione dell’Inferno, così come è pensato nella sua struttura da Dante nella Divina Commedia Configurazione del Purgatorio, così come è pensato nella sua struttura da Dante nella Divina Commedia Configurazione del Paradiso, così come è pensato nella sua struttura da Dante nella Divina Commedia Situazione politica del Nord italiano intorno all’anno 1000 Antica basilica San Pietro in Vaticano (nota anche come basilica di Costantino), 319 - 333 La politica di favore e, insieme, di controllo della trionfante religione cristiana, inaugurata da Costantino I con l'editto di Milano del 313, ebbe riscontro nella serie di edifici costruiti nei luoghi santi della Palestina e di Roma, che dettero vita alla nuova tipologia della basilica cristiana. La più antica fu quella di San Giovanni in Laterano ma un posto di rilievo spettò alla basilica di San Pietro, costruita sulla sepoltura dell'apostolo Pietro (riconosciuto proprio nei vicini Horti Neroniani). Per costruire l'imponente basilica (circa 110x65 m, 30 di altezza), l'imperatore Costantino, forte anche della propria carica di "Pontefice Massimo" e coadiuvato probabilmente da papa Silvestro, fece spianare quasi tutti i mausolei della necropoli demolendo le volte che fuoriuscivano dalla quota prevista, interrò con materiale di riporto le camere funerarie e livellò l'intera zona creando una spianata detta platea Sancti Petri dove venne fondato l'edificio. Progetto dell’attuale basilica vaticana, iniziata il 18 aprile 1506 sotto Giulio II e terminata nel 1626 sotto il pontificato di Urbano VIII. Il progetto presentato venne realizzato da Giuliano da Sangallo, chiamato , con Fra Giocondo, dopo Bramante. Lavorarono anche, fino ad ottenere l’attuale configurazione, anche Raffaello, Baldassarre Peruzzi e Michelangelo Buonarroti. La basilica venne terminata poi da Carlo Maderno. Piazza San Pietro in un disegno di Motier, coevo alla costruzione del colonnato da parte di Gian Lorenzo Bernini dal 1657 Piazza San Pietro a Roma, come appare oggi Tipologie di piante per gli edifici architettonici medievali Basilica di San Marco, 1063 – 1617, Venezia La prima Chiesa dedicata a San Marco, voluta da Giustiniano Partecipazio, fu costruita accanto al Palazzo Ducale nell'820 per ospitare le reliquie di San Marco trafugate, secondo la tradizione, ad Alessandria d'Egitto da due mercanti veneziani. Questa chiesa sostituì la precedente cappella palatina dedicata al santo bizantino Teodoro, edificata in corrispondenza dell'attuale piazzetta dei Leoncini, a nord della basilica di San Marco. Risale al IX secolo anche il primo Campanile di San Marco. San Marco e il Leone, sulla sommità del frontone La primitiva chiesa di San Marco venne poco dopo sostituita da una nuova, sita nel luogo attuale e costruita nell'832; questa però andò in fiamme durante una rivolta nel 976 e fu quindi nuovamente edificata nel 978 da Pietro I Orseolo. La basilica attuale risale ad un'altra ricostruzione (iniziata dal doge Domenico Contarini nel 1063 e continuata da Domenico Selvo e Vitale Falier) che ricalcò abbastanza fedelmente le dimensioni e l'impianto dell'edificio precedente. La nuova consacrazione avvenne nel 1094; la leggenda colloca nello stesso anno il ritrovamento miracoloso in un pilastro della basilica del corpo di San Marco, che era stato nascosto durante i lavori in un luogo poi dimenticato. Nel 1231 un incendio devasta la basilica di San Marco che viene subito restaurata. Nel Duecento, nell'ambito dei lavori che stavano trasformando l'aspetto della piazza, le cupole furono sopraelevate con tecniche di costruzione bizantine e fatimide: esse sono costruzioni lignee rivestite da lamine di piombo soprastanti le cupole originali più antiche, sulle quali si sviluppa il rivestimento musivo che si ammira all'interno della chiesa. Solo nel XV secolo, con la decorazione della parte alta delle facciate, si definisce l'attuale aspetto esteriore della basilica. Nel 1617, con la sistemazione di due altari all'interno, la basilica può dirsi compiuta. Pianta della Basilica di San Marco a Venezia Miniatura del Codice Vaticano 1162, che si ritiene rappresenti la chiesa dei Santi Apostoli nella ristrutturazione di Giustiniano I. La chiesa, con pianta a croce greca, fu il modello per la basilica di San Marco a Venezia (la città infatti intratteneva moltissimi rapporti con Costantinopoli, dove era stata costruita). La chiesa, demolita e poi ricostruita da zero in epoca giustinianea, venne completamente e definitivamente distrutta nel 1462. Esempio di pianta a croce latina Contrariamente all’Oriente, in cui predomina la pianta a croce greca, nell’Occidente cristiano prevale, come tipologia, la pianta a croce latina (anche se non mancano esempi occidentali di chiese con pianta a croce greca, come ad esempio la basilica di San Marco a Venezia). Questa “regola” vale sia per il periodo romanico sia per quello gotico. Tipologie di facciate romaniche Un esempio di chiesa romanica con facciata “a salienti”: il Duomo di Modena La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta e San Geminiano è il principale luogo di culto della città di Modena. Capolavoro dello stile romanico, la cattedrale è stata edificata dall'architetto Lanfranco nel sito del sepolcro di san Geminiano, patrono di Modena. A fianco della cattedrale sorge la torre campanaria detta la Ghirlandina. Una lapide murata all'esterno dell'abside maggiore riporta come data di fondazione della nuova cattedrale modenese il 23 maggio 1099, e indica anche il nome dell'architetto, Lanfranco. A Lanfranco si dovette affiancare presto lo scultore Wiligelmo, ricordato da un'analoga lapide sul lato opposto della chiesa, il quale non solo lavorò assieme ai suoi allievi e seguaci alla decorazione scultorea della chiesa, ma forse si occupò anche dell'architettura, iniziando i lavori dalla facciata, mentre Lanfranco (o comunque un altro gruppo di lavoro) partì dalle absidi. Sopravvissuta al terribile terremoto del 1117, subentrarono nei lavori a partire dal 1167 alcuni seguaci e le maestranze campionesi, provenienti anch'esse dal nord della Lombardia. L'attività dei Campionesi continuò per tre generazioni, come testimonia nel 1322 la realizzazione del pulpito interno da parte di Enrico da Campione. Poiché le cronache registrano nel 1319 il compimento a opera dello stesso Enrico da Campione della cuspide della Ghirlandina, si può datare intorno alla metà del XIV secolo la partenza dalla città dei Campionesi. Ipotesi restitutiva della costruzione del Duomo di Modena Un esempio di chiesa romanica con facciata “a capanna”: Sant’Ambrogio a Milano Pianta Sant’Ambrogio a Milano Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane (per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata Basilica Martyrum, poiché lo stesso Ambrogio voleva riporvi tutte le reliquie dei santi martiri Vittore, Nabole, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio). Sant'Ambrogio stesso vi venne sepolto e da allora cambiò nome, assumendo quello attuale. Nel IX secolo, subì importanti ristrutturazioni volute dal vescovo Angilberto II, il quale fece aggiungere la grande abside, preceduta da un ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si svolgevano le funzioni liturgiche. Nello stesso periodo, il catino dell'abside venne decorato da un grande mosaico ancora esistente, il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant'Ambrogio. La basilica ha preso il definitivo aspetto tra il 1088 e il 1099, quando, sulla spinta del vescovo Anselmo, venne radicalmente ricostruita secondo schemi dell'architettura romanica. Venne mantenuto l'impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico, anche se ormai non serviva più a ospitare i catecumeni, ma come luogo di riunione. Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII secolo ma crollò ben presto (6 luglio 1196). Ambone di Sant’Ambrogio a Milano Elemento fulcro all’interno della chiesa di Sant’ Ambrogio a Milano è l’ambone che qui, come in moltissimi altri esempi romanici, è istoriato a bassorilievo. I lati scolpiti sono tre (il quarto è quello di innesto alla parete della chiesa stessa). Vi compaiono una cena, e due coppie di lunette. LATO NORD AMBONE A lungo creduta una Ultima Cena, ma la figura centrale non è Cristo e i presunti Apostoli sono 10 e sono tonsurati in due modi distinti.. In questo si potrebbe leggere una relazione con le due comunità ambrosiane (monaci e canonici). Verso il 1000 a Sant’Ambrogio esistevano 12 preti officiales ed è dunque possibile che il rilievo alluda ad essi e alla loro vita in comune poiché i 10 tonsurati stanno mangiando come gli Apostoli a un unico tavolo (che allude evidentemente all’Ultima Cena e all’Eucarestia). LATO OVEST AMBONE Le due lunette raffigurano le personificazioni di tre Mesi (Marzo, Aprile e Giugno) e una coppia di pavoni, simbolo di immortalità, che bevono al cantaro. LATO SUD AMBONE Le due lunette rappresentano Adamo ed Eva in atto di contrizione e vergogna, affiancati dal serpente tentatore e dallo stesso Adamo che lavora la terra, e una coppia maschio/femmina che si abbraccia e si stringe la mano, affiancata da due busti simmetrici retrostanti, interpretata come una coppia di coniugi. Le due immagini quindi si corrisponderebbero e la coppia peccaminosa dei progenitori sarebbe opposta alla coppia di sposi consacrata dalla Chiesa e finalizzata alla riproduzione. Le quattro lunette sono da leggere in sequenza dal lato sud al lato ovest= significano che i laici per riscattare il peccato originale (Adamo ed Eva) e conseguire la salvezza eterna (rappresentata dai pavoni) hanno a disposizione gli strumenti del lavoro (Mesi) e del matrimonio (coppia) Un esempio di architettura gotica europea: Notre Dame a Parigi In base alla Legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, l'edificio è proprietà dello Stato francese, come tutte le altre cattedrali fatte costruire dal Regno di Francia, ed il suo utilizzo è assegnato alla Chiesa cattolica. La cattedrale è monumento storico di Francia dal 1862 e Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO dal 1991. Il 12 ottobre 1160 il teologo Maurice de Sully divenne vescovo di Parigi. Egli promosse subito la costruzione di una nuova e più ampia cattedrale, risultando quella di Santo Stefano in rovina e la chiesa di Nostra Signora insufficiente per la popolazione in crescita: la città, infatti, oltre ad essere diventata con Filippo I capitale del regno di Francia, era anche un importante centro economico e culturale. Il nuovo edificio sarebbe sorto in stile gotico, che si era già affermato in Francia con la costruzione della basilica di Saint-Denis (1136-XIII secolo). La chiesa avrebbe avuto una pianta simile a quella della cattedrale di Santo Stefano, con cinque navate senza cappelle laterali ad eccezione di tre cappelle radiali. Il progetto non si limitava solo alla nuova chiesa, ma si estendeva anche sull'area circostante: infatti, prevedeva l'apertura di una grande piazza di fronte alla cattedrale raggiungibile da una nuova strada più larga per agevolare l'accesso dei fedeli, nonché la ricostruzione del palazzo vescovile. La costruzione della cattedrale fu condotta in due fasi: entro il 1250 venne completato l'edificio, mentre fino alla metà del XIV secolo si ebbe una serie di interventi alla struttura sia interna, sia esterna, fino a raggiungere l'aspetto attuale. L'edificazione dell'edificio venne finanziata sia dalla Chiesa, sia dalla corona di Francia e lavorarono al cantiere molti cittadini prestando la loro opera come fabbri, muratori e carpentieri. Le celebri vetrate di Notre Dame, ammirate per secoli da intellettuali e visitatori, vennero quasi completamente distrutte durante la Rivoluzione Francese, sia per usare il piombo per farne proiettili sia per oltraggiare la corona e il re in persona, da sempre molto legato alla chiesa. La chiesa, restaurata nell’Ottocento, dopo l’incoronazione a Imperatore di Napoleone, sopravisse integra a entrambi i conflitti mondiali. Figura di transizione tra il gotico e il cosiddetto “gotico internazionale” (il periodo appena precedente all’Umanesimo), è sicuramente Giotto. Originario di Vespiniano, fu non solo pittore, ma anche architetto. Le grandi novità che introdusse in pittura, e che permisero a quest’arte di affrancarsi dalla bidimensionalità medievale, furono frutto di due viaggi, in fasi diverse della sua carriera, a Roma, e di un soggiorno ad Urbino e a Rimini. Giotto a Padova. La cappella degli Scrovegni (1303 – 1305) L'intero ciclo, comprendente le Storie di Anna e Gioacchino, di Maria, di Gesù, Allegorie dei Vizi e delle Virtù e Il Giudizio Universale è considerato un capolavoro assoluto della storia della pittura e, soprattutto, il metro di paragone per tutte le opere di dubbia attribuzione giottesca, visto che sull'autografia del maestro fiorentino in questo ciclo non ci sono dubbi. Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere patavino, acquistò il terreno nel 1300, nel 1301 cominciò la costruzione della cappella che si trovava a ridosso del palazzo di famiglia poi distrutto, con l’ambizione di poter ricoprire un ruolo politico nella città. Giotto dipinse l'intera superficie con un progetto iconografico e decorativo unitario, ispirato da un teologo agostiniano di raffinata competenza, recentemente identificato da Pisani in Alberto da Padova. Tra le fonti utilizzate ci sono molti testi agostiniani, i Vangeli apocrifi dello Pseudo-Matteo e di Nicodemo, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze e, per piccoli dettagli iconografici, le Meditazioni sulla vita di Gesù dello Pseudo-Bonaventura. Giotto dipinse, dividendolo in 40 scene, un ciclo incentrato sul tema della Salvezza. Il ciclo presenta una lettura bustrofetica, partendo dal registro superiore della parete nord e letteralmente girando attorno al perimetro della cappella ad aula unica. Giotto di Bondone, Compianto su Cristo morto, 1303 – 1305, Cappella degli Scrovegni, Padova Giotto di Bondone, Sposalizio della Vergine, 1303 – 1305, Cappella degli Scrovegni, Padova Pietro Perugino, Sposalizio della Vergine, olio su tavola, 1501-1504, Musée des BeauxArts, Caen Raffaello Sanzio, Sposalizio della Vergine, olio su tavola, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano Giotto di Bondone, Giudizio Universale, 1303 – 1305, Cappella degli Scrovegni, Padova Domenico di Michelino, Dante con le allegorie della Divina Commedia e la città di Firenze, affresco, 1465, Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze