ESTETICA - Leggi XII, XIII. È Estetica la scrittura che nel suo complesso presenta solidità di tracciato (essenzialmente Robusta), coesione di stile (Uguale), euritmia di movimento, equilibrio nella distribuzione degli elementi compositivi, forme e proporzioni armoniche, pulite, coerenti, estetiche, equilibrio nel rapporto bianco-nero globale, tra scritto e non scritto e quindi tra scrittura e spazi (spazio tra parole, interrigo, margini), una congruità di rapporti tra corpo centrale ed allunghi superiori ed inferiori, un’alternanza dei chiaroscuri e quindi Aste grosse e Filetti sottili. Nella valutazione del segno occorre distinguere tra estetica formale ed estetica spontanea; la prima, più accurata e, generalmente, anche più tesa, ne imbriglia la fluidità, la seconda, più sciolta ed elastica, la libera. Nel primo caso prevale la forma sul movimento, nel secondo il movimento sulla forma. Un’altra distinzione è tra l’estetica di una scrittura che converge verso il modello calligrafico (Modello) o che diverge con originalità (Antimodello). Orientativamente, un’Estetica particolarmente accurata e imitativa del modello si attesta attorno ai 50 cg., un’Estetica Fluida, Antimodello, attorno ai 70 cg. Ad un grado superiore ai 70 cg. assume una forte valenza edonica, cui corrisponde un forte bisogno di fruizione estetica, ma anche un tratto narcisistico, autoreferenziale, che sottrae qualcosa al senso pratico e può comportare condizionamenti nella sfera relazionale, è l’Estetica dell’esteta. Il livello espressivo-formale di una scrittura, che il Klages chiama formniveau, è pari al livello delle proprie rappresentazioni mentali, dell’eidos più personale1, ed è indice del grado di evoluzione dell’esperienza visiva e dell’efficienza dei registri visivi.2 Oltre al pensiero razionale, fondato sulla parola e sul concetto, esiste nell’uomo un pensiero più antico, articolato per immagini, che appare già nella prima infanzia, poi nel sogno e nel simbolismo dell’adulto e che è parte essenziale del suo rapporto con il mondo.3 1 L’assimilazione è il processo per cui si recepiscono interiormente certi aspetti dell’ambiente esterno, trasformando fatti e stimoli per adeguarli ad aspettative legate all’esperienza personale. È detta “eidetica” l’immagine percettiva soggettiva proiettata sul mondo esterno, indipendentemente dalla presenza reale degli oggetti cui l’immagine si riferisce. 2 Le regioni visive del cervello possono essere divise in tre zone, organizzate da un punto di vista gerarchico, come segue: 1. La prima area, più o meno direttamente connessa con la retina, conosciuta come la corteccia visiva primaria, che giace nella parte posteriore dei lobi occipitali. Questa regione è l’unità terminale “delle afferenze” (degli input) del sistema. 2. Vicino a quest’area giace una parte “intermedia” del sistema, che è dedicata a una serie di compiti specializzati di elaborazione visiva: avverrebbe qui l’elaborazione del movimento, dei colori, del riconoscimento degli oggetti (e così via). 3. Infine, l’area posta ancora più anteriormente rappresenta il livello più elevato del sistema visivo, è cioè alla base degli aspetti più astratti dell’elaborazione visiva, oltre che essere collegata ad altre modalità sensoriali diverse. Questa zona è coinvolta nelle operazioni aritmetiche, nella scrittura, nell’attività costruttiva e nell’attenzione spaziale. Essa rappresenta l’unità terminale “efferente” (cioè, degli output) del sistema percettivo normale. Cfr. M. Solms, O. Turnball, prefazione di O. Sacks, Il cervello e il mondo interno - Introduzione alle neuroscienze dell’esperienza soggettiva, Raffaello Cortina, Milano 2004, p. 236-7. 3 Cominciamo a pensare per immagini da bambini. Il nostro pensiero è immaginario perché legato all’esperienza sensoriale e da esso emerge, come dimostrato dagli studi di Jean Piaget, il pensiero razionale nel corso di diversi anni di vita. La dialettica del pensiero immaginario sta nel fatto che esso non è solo ricezione, ma anche proiezione di immagini sul mondo. A differenza del pensiero razionale, che nasce dal continuo paragone tra fra la percezione e la riflessione, l’Io e il non-Io, l’ipotesi e l’esperimento, il pensiero immaginario attinge agli strati profondi dell’affettività e dell’inconscio. Il mondo dell’immaginario si evolve non solo in seguito all’esposizione del soggetto e del suo inconscio, anche ancestrale, alle situazioni relazionali più diverse, ma anche in seguito a una particolare capacità di elaborazione percettivo-ideativa del bambino denominata da D. Stern cross-modality, secondo la quale le esperienze in un dato campo sensoriale, e quindi anche in quello visivo, si trasmettono alla gestualità, al movimento, e quindi anche alla scrittura, integrandosi in figurazioni complesse. L’estetica di una scrittura è la sintesi dell’esperienza sensoriale personale che confluisce nel prodotto grafico complessivo e riflette il grado di benessere, di armonia e serenità interiore. È di chi è cresciuto in un ambiente sostanzialmente sereno ed ha ricevuto un’educazione al senso estetico ricca di stimoli (visivi, ma anche sonori, tattili, gustativi, olfattivi). Ad un buon livello del segno corrisponde un buon livello di strutturazione personale, spesso, ma non sempre, accompagnata da un’adeguata formazione culturale dell’autore, i cui paesaggi mentali hanno fruito di ordine, coesione, consonanza e bellezza, musica, poesia, matematica, eccetera.4 Capacità di combinare e fondere percezioni diverse in un’unità armonica e coerente, in modo consapevole e controllato, capacità di focalizzazione dell’attenzione, abilità visuospaziali, precisione nel funzionamento degli automatismi, impulsi psichici armonici, senso estetico, esigenze estetiche nei rapporti affettivi, quando il segno è spiccato indica immaginazione attiva e creatrice, attitudini artistiche, costanza percettiva. 5 L’armonizzazione degli impulsi psichici può aversi su basi conformistiche, o su basi di originalità o su gradazioni intermedie. L’originalità è il risultato di una sensibilità accentuata ed è correlativa ad una emotività e ad una reattività accentuate in pari grado anch’esse. L’originalità comporta una vitalità interiore proporzionalmente intensa e vivace, mentre il conformismo comporta una situazione placidamente ricettiva, priva di scosse, remissivamente adesiva alle suggestioni dell’ambiente e quindi in pace con lo stesso. L’originalità è ribellione al modo di essere altrui e comporta conflittualità, il conformismo invece è adeguamento.6 Oltre ai segni Accurata (formale o spontanea), Modello e Antimodello, sono di complemento alla lettura del grado di Estetica anche Chiara, Elegante, Estrosa, Fine, Nobile, Nitida, Pittorica,7 Con Fluida, Antimodello e Occhielli scoperti in alto: bisogno di fruizione estetica, attitudini artistiche, aumenta Variabile, Movimentata, Ingegnosa. Alti valori di Estetica con Grande: autoreferenzialità. 4 “Se l’anima, come dice Plotino, “è sempre un’Afrodite”, allora essa ha sempre a che fare con la bellezza, e le nostre risposte estetiche sono le prove dell’attiva partecipazione dell’anima al mondo […] La nostra risposta estetica è immediata, istintiva, animale, e precede nel tempo e nell’ontologia i gusti che rendono elaborata la risposta e i giudizi che la giustificano.” J. Hillman, Politica della bellezza, Moretti e Vitali, p. 11; “L’anima tende ad animare, a immaginare per mezzo di immagini e di simboli. In tedesco, le parole Bild (immagine) e Bildung (cultura, formazione morale) sono strettamente legate, così come lo sono culto e cultura.”, p. 81. S. Freud: “L’utilità della bellezza non è evidente, che sia necessaria alla civiltà non risulta a prima vista, eppure la civiltà non potrebbe farne a meno.”, in Il disagio della civiltà (1929), Opere, Boringhieri, Torino 1978, vol. X, p. 574. 5 Variando i rapporti spaziali tra osservatore e oggetto, l’identità, la grandezza e la forma dell’oggetto non variano. Il valore adattivo di questa costanza è evidente, perché mantenendo una percezione stabile degli oggetti, nonostante le variazioni delle condizioni percettive, siamo in grado di abitare con più agilità il mondo che ci circonda. 6 Marchesan, p. 216. “Nella creazione artistica e nella ricerca scientifica è la stessa esperienza accumulata a divenire oggetto di trasposizione immaginativa.”, U. Galimberti, Psiche e techne - L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli, Milano 1999, p. 215. 7 “Rapportare il linguaggio della scrittura al linguaggio dell’arte può facilitare considerevolmente l’apprendimento della metodologia grafologica: aiuta a rendere con immediatezza il movimento alla base di ogni singolo segno grafico, ne evidenzia le motivazioni e i significati, contribuisce a memorizzare più facilmente l’aspetto grafico-formale dei segni. Ma la scrittura in quanto gesto espressivo può essere rapportata anche ad altre discipline, non necessariamente artistiche, che prendono la manifestazione espressiva umana come oggetto di studio. Basti accennare per esempio agli studi sull’espressione e sulla comunicazione non verbale, di cui si occupano l’antropologia, l’etologia, la semiotica.”, cfr. M.L. Ferrea, Segni come disegni - Un approccio alla grafologia attraverso le immagini dell’arte, Edizioni Scientifiche Ma.Gi., Roma, 2004, p. 13. Fig. 8, 9, 10 ASCENDENTE Il moto ascendente, il cui grado rispetto al rigo ideale di base è rilevabile con un goniometro trasparente, è centrifugo, da sé verso l’esterno, esplorativo, assertivo, autoaffermativo.8 È di chi pensa di avere delle cose da dire e da fare, di chi ha dei sogni nel cassetto e tende a giudicare favorevolmente la realtà, a guardare al futuro con ottimismo e fiduciosa attesa. 8 “Ma se la situazione di collaborazione perfetta tra personalità e ambiente (espressa nella scrittura Aderente, nda) assicura il vantaggio di una vita senza scosse, né attriti, né lotte o fastidi, essa rende però anche la vita alquanto monotona e toglie la possibilità di prefiggersi finalità di grande valore, capaci di impegnare la personalità per anni e di dare alla vita un senso valido, di renderla alquanto eccitante e notevolmente gustosa, trasformandola in un’opera e persino in un tessuto di opere, saziando lo spirito... La situazione felice dunque è quella in cui le forze personali operano con una intensità di 75 cg. e quelle dell’ambiente con una intensità di 25 cg. Tale situazione corrisponde a una pressione della personalità prevalente sull’ambiente, alla quale l’ambiente dà tuttavia la sua parte di collaborazione cedendo alla pressione fecondante della personalità, anzi accettandola e svolgendola in se medesimo.” Marchesan, p. 147 e ss. È indice di iniziativa, intraprendenza, determinazione, ambizione, grinta, aggressività, disponibilità a lottare, spirito di competizione, spinta al miglioramento ed a modificare la realtà in senso positivo e costruttivo. Chi scrive ascendente è tendenzialmente soddisfatto di sé, ha un ampio spettro di aspirazioni ed aspettative, è orientato al successo ed è motivato a fare le cose al meglio per un intrinseco bisogno di affermazione, di eccellenza, di investire in progetti, di autorealizzazione. Il segno è migliorativo delle abilità cognitive, può avere efficacia positiva oppure essere fonte di possibili frustrazioni, occorre quindi osservare bene il contesto in cui è inserito. La capacità di promuovere cose nuove, presuppone una forte motivazione, audacia e indipendenza, quindi i disegni mentali dell’Ascendente hanno più probabilità di realizzazione se la scrittura è anche Robusta, Fluida e Radicata. In questo caso la persona sa cosa vuole e come ottenerlo, ha fiducia nel proprio potenziale, nutre sentimenti di competenza e di efficacia. Si pone obiettivi ambiziosi, affronta compiti difficili come sfida da vincere piuttosto che come pericoli da evitare e resta fortemente impegnato nel loro raggiungimento (aumentano Accurata, Legata, Occhielli angolosi in alto, Retta). Attribuisce l’insuccesso ad un impegno insufficiente o ad una mancanza di conoscenza o di abilità che possono essere acquisite; di atteggiamento costruttivo, favorito da motivazioni intrinseche e da partecipazione, di fronte alle difficoltà intensifica il proprio impegno e lo mantiene costante; recupera velocemente il proprio senso di efficacia in seguito a insuccessi o a regressioni (aumenta Interlettera larga); è propositivo, con apporto personale di creatività e originalità (con Variabile e Antimodello). Affronta situazioni minacciose con la sicurezza di poter esercitare un controllo su di esse; grazie al suo atteggiamento efficace consegue facilmente successi personali, limitando lo stress e la vulnerabilità alla depressione. Non si preoccupa dell’imprevisto, che è anzi fonte di stimoli sempre nuovi, e agisce in modo da ottimizzare l’utilità soggettivamente attesa.9 Sa apportare dei correttivi all’atteggiamento ottimistico, inquadra realisticamente situazioni e scelte istintive, pondera il proprio modo di agire, valuta le condizioni ambientali in cui deve operare e prevede le conseguenze delle proprie azioni (con Larga tra parole, aumenta Divaricata). Ascendente e Fluida è la scrittura di chi ha “ascendente” e che, per disinvoltura nel modo di porsi e sicurezza di sé, esercita una certa attrattiva. Se la scrittura è anche premuta, quindi con Aste grosse, è di chi ha carisma, del trascinatore che per competenze, prestigio, posizione sociale, esercita un influsso su una o più persone, ha capacità di organizzare gruppi e di assumerne la guida, di stabilire e far osservare le regole del gioco, di coordinare le competenze di una rete di individui, abilità essenziali del leader. Se è anche Grande l’aggressività data dall’Ascendente assume connotazioni più forti ed esce dalla costruttività e dai limiti di accettabilità sociale: è di chi vuole arrivare primo, ha l’obiettivo di vincere a tutti i costi ed impone la propria volontà senza possibilità di negoziazione. Raggiunge posizioni di prestigio non solo per meriti propri ma anche grazie 9 In questo ambito giocano un ruolo fondamentale le aspettative, che definiscono non soltanto il valore dell’oggetto (o evento) ma anche il valore del suo conseguimento. La tendenza al successo è data dall’interazione fra la motivazione stessa al successo, l’incentivo rappresentato dall’ottenimento del successo e la probabilità di ottenerlo. In questo processo, parlando di probabilità e in base al livello di aspirazione del soggetto, viene ad assumere rilevanza anche la tendenza a evitare l’insuccesso. Come conseguenza, l’individuo con una elevata motivazione a evitare il fallimento si orienta o verso mete altamente probabili (condizione perfettamente comprensibile) o verso mete il cui perseguimento risulta altamente improbabile (condizione paradossale). La spiegazione di questo apparente paradosso consiste nel fatto che l’insuccesso in compiti molto difficili è meno frustrante e risulta giustificato, in quanto esperienza condivisa da molti altri individui. Cfr. L. Anolli P. Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, Bologna 2003, p. 221. alla prepotenza, sulla scia di uno smodato bisogno di autoaffermazione che lo spinge a salire nella gerarchia del gruppo a cui appartiene, assicurandosi posizioni di controllo. Insofferente per ostacoli che si contrappongono alla realizzazione delle sue aspirazioni, nelle relazioni assume atteggiamenti vessatori, colloca gli altri in posizione di subalternità e, in casi più evidenti, di sottomissione, stimolando negli interlocutori atteggiamenti e comportamenti a loro volta aggressivi o di protezione o di fuga (aumenta Interlettera stretta). Quando l’ascendenza sconfina oltre i 50 cg. si parla di Ascendente utopico. L’eccesso di ascendenza porta ad un distacco dalla realtà, diventa invadenza, presunzione, sopravvalutazione delle proprie forze e possibilità.10 L’innalzamento del proprio livello di aspirazione sconfina nell’utopia, nell’autoesaltazione, in cui compaiono elementi di grandiosità e previsioni super ottimistiche che riempiono di energia e spingono ad una continua attività euforica. Gli stati di euforia e di eccitazione, frequenti negli stati di mania (il contenuto del pensiero maniacale, o ipomaniacale, è il contrario di quello depressivo) sono sproporzionati rispetto alle situazioni che dovrebbero motivarli. Il soggetto attribuisce indiscriminatamente un valore positivo e percepisce un guadagno significativo da ogni esperienza della sua vita, esagera le sue capacità e si aspetta irrealisticamente risultati favorevoli dai suoi sforzi. L’aspirazione è un atteggiamento che il soggetto assume di fronte ad una meta o ad un ideale. Sulla realizzabilità dell’ideale non esistono certezze e l’aspirazione può rimanere allo stadio di desiderio velleitario.11 Quindi, se l’Ascendente utopico non è accompagnato almeno dal punto di ancoraggio del segno Radicata, ossia dalla consapevolezza delle proprie capacità e della possibilità della loro attuazione, si hanno fantasie solipsistiche, difficoltà ad individuare obiettivi realistici e coerenti con le proprie possibilità, è alto il rischio di lanciarsi in voli di Icaro. Con Piccola: l’ascendenza è a compensazione di sentimenti di sottovalutazione. Grande + Ascendente: supervalutazione delle proprie qualità e delle proprie azioni, autoreferenzialità, presunzione, ricerca di status, competizione. 10 “L’ascendenza oltre 50 cg. è proiezione di una situazione psiconervosa che produce utopismi e può concorrere a determinare stravaganze. D’altra parte la situazione psiconervosa proiettata nell’ascendenza di qualunque grado può produrre la vanificazione, cioè una sensazione pesante di vanità del valore intrinseco della personalità. Ciò è dovuto al fatto che l’ascendenza conferisce una intraprendenza che accentua i valori intellettuali e volitivi della persona e dà la sensazione di aver diritto a una posizione sociale in cui sia possibile mettere a frutto le proprie risorse. Quando ciò non è possibile, la sensazione di vanificazione dà luogo ad agorafobia (aumenta molto Piccola e Rapida; cfr. M. e R. Marchesan, Dizionario di Ipnopsicologia e di Psicologia della Scrittura, Edizioni Milella, Lecce 1971, p. 27.) con sensazioni varie di angoscia, sensazione di anormale lunghezza della strada, sensazione di avere la strada o piazza a livello del collo, e simili, e con possibilità di somatizzazioni varie, come tachicardia, affanno, senso di soffocazione, capogiro, vertigini, dolori alle gambe e altro del genere. La sensazione di vanificazione può dar luogo anche allo sciopero dell’inconscio, che il soggetto sente come una incapacità di concentrare le proprie energie intellettuali e volitive e come un afflosciamento della sua personalità.”, Marchesan, p. 156. 11 K. Lewin ha introdotto il concetto di livello di aspirazione che indica il grado di esigenza che i soggetti attribuiscono ad una prestazione il cui risultato e rendimento sono legati alla nozione soggettiva di successo o insuccesso. È stato rilevato per via sperimentale che il livello di aspirazione aumenta dopo ripetuti successi nella medesima prestazione e diminuisce dopo ripetuti insuccessi. Inoltre, dopo la soluzione positiva di un compito il tempo di scelta del successivo si riduce e si ha la tendenza a rivolgersi immediatamente a compiti più complessi. In seguito all’insuccesso il tempo di scelta si mantiene identico e talvolta può persino crescere. L’aumento del livello di aspirazione dopo il successo e la sua diminuzione dopo l’insuccesso è definito spostamento tipico (lo spostamento atipico si ha invece quando, dopo un successo, il livello di aspirazione diminuisce, mentre aumenta dopo l’insuccesso). Anche la motivazione al successo agisce in modo determinante sul livello di aspirazione dei soggetti, insieme con le situazioni sociali, le caratteristiche personali, la coscienza delle proprie capacità, gli impulsi momentanei e i caratteri di urgenza della situazione. Ascendente + segni di autoaffermazione (Fluida, Grande, Aste grosse): egopatia, atteggiamento aggressivo e ostile nei confronti degli altri dovuto ad una supervalutazione di sé; attraverso l’ostilità e l’aggressività il soggetto si rassicura della propria forza e virilità. Con Statica, Modello: contenute probabilità di realizzazione dei propositi, le aspirazioni rimangono allo stato di desiderio velleitario, aumentano Accorciata inferiormente, Svettante, Superdilatata, Slegata. Con Fluida, Antimodello: buone probabilità di realizzazione dei propri obiettivi. Con Fluida, Elastica, Interlettera larga: predisposizione a stati di felicità. La felicità non coincide con la gioia, ma le è strettamente imparentata. La gioia è un’emozione fondamentale e, come le altre emozioni fondamentali, dura per qualche secondo in ogni episodio, raramente più di un minuto. La felicità, invece, è uno stato d’animo, e gli stati d’animo durano molto più a lungo.12 Fig. 15, 16 12 D. Evans, Emozioni - La scienza del sentimento, Laterza, Bari 2004, p. 57.