New opportunities for young people

TITOLO
New opportunities for young people
LUOGO E DATA
04 settembre 2013
Parlamento Europeo – Room ASP 3C050
Rue Wiertz/Wiertzstraat 60,
B-1047 Bruxelles
ORGANIZZATORE
COMECE – Comitato della Conferenza dei
Vescovi della Comunità Europea
RELAZIONE
Patrizia Toia, MEP(S&D), Vicepresidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia, ha
aperto la conferenza analizzando il titolo del seminario: “nuove opportunità per i giovani”. La
conferenza infatti nasce per stimolare una riflessione riguardo la problematica della
disoccupazione giovanile non con un approccio distruttivo e asettico bensì con positività. La
Deputata sottolinea dunque che non si può accettare un’affermazione tanto forte quanto
distruttiva di “Generazione perduta”; il problema della disoccupazione giovanile va dunque
affrontato nel suo complesso che racchiude anche quella parte di giovani che occupati vivono
una precarietà insostenibile. Precarietà che da lavorativa permea alla vita reale, una
precarietà totalizzante che intacca il senso stesso di responsabilità e con esso la società
stessa. Una tematica dunque molto importante e delicata che fortunatamente è finita ai primi
posti nell’agenda del Parlamento Europeo e che la giornata di riflessioni potrà dipanare
maggiormente.
Juan José Omella, Vescovo di Calahorra e di La Calzada-Logroño, Spagna, ha presentato la
drammatica situazione della disoccupazione giovanile in Spagna chiedendosi che tipo di
società l’Europa stia costruendo se non inserisce i giovani tra le sue priorità. Ha ricordato
inoltre come sia necessaria una ricetta europea per trovare una soluzione a questo problema.
Si è poi occupato di affrontare le motivazioni che hanno portato la situazione ad essere quella
presentata scagliandosi contro un’economia lasciata al liberismo più estremo in cui regna
sovrana la speculazione. Ha infine ricordato quanto sia importante la formazione e la
creazione di ponti tra la parte formativa e quella operativa, in special modo per quei settori
che hanno, anche in un momento di crisi come quello attuale, ancora mancanza di addetti. E’
necessaria una politica occupazionale che si occupa di creare lavoro aiutando i giovani ad
esempio semplificando la politica contrattuale.
Prima tavola rotonda: la crisi dell’impiego: le prospettive sociali e personali
Thomas Mann MEP (EPP), Vicepresidente della Commissione Occupazione ed Affari Sociali,
ha sottolineato l’importanza della partecipazione dei giovani in queste riflessioni ed in questa
discussione. Senza i giovani parlare di Giovani e di problemi giovanili perde infatti di
significato. Ha ricordato poi l’importanza di evitare l’immobilismo attendendo che il problema
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venga risolto da qualcun altro sottolineando che è quello che l’Unione Europea deve evitare di
fare. Il problema va affrontato e risolto e vanno utilizzati per questo gli strumenti che l’Unione
mette a disposizione. Gli FSE ad esempio sono un ottimo ed importante strumento che andrà
utilizzato ed implementato ad ogni livello. Ogni Stato infatti investirà questi soldi nel miglior
modo possibile per formare i giovani al lavoro. Riporta poi la struttura presente in Germania
con il suo sistema duale che avvicina i giovani che studiano al mondo del lavoro. Riporta infine
un esperimento in atto in questi giorni in cui cento giovani spagnoli sono partiti con un
progetto per seguire dei corsi di formazione in Germania.
Detlef Eckert, Direttore Unità: Politiche per l’Occupazione, DG Occupazione, Affari sociali ed
Inclusione, Commissione Europea, ha analizzato la problematica della disoccupazione
giovanile da un altro punto di vista, quello della mobilità tra stati, e di riflesso come affrontare
la problematica della fuga di cervelli. Per lui queste due criticità non esistono e la mobilità tra
stati è un valore aggiunto per i territori virtuosi. Critica poi le azioni messe in atto dall’Unione
Europea per affrontare il problema della disoccupazione giovanile che sono, in sua opinione,
troppo flebili. Le risorse finanziarie destinate all’operazione non sono sufficienti e chiedere ai
vari livelli di spendere gli FSE non servirà a molto se non saranno rese virtuose le istituzioni
che si occupano del settore e di spendere i fondi FSE. Lo sforzo rivolto a questo campo deve
essere forte cercando di diffondere le buone pratiche e di confrontarsi grazie a workshop come
quello in cui esso sta parlando. Strumenti come l’alleanza per l’apprendistato dovranno essere
utilizzati per affrontare la drammatica situazione. Altro modo per affrontare la situazione è
spingere le PMI fornendo loro il credito necessario, attraverso la BEI, a ricreare nuovi posti di
lavoro.
Sarah Prenger, Coordinatrice della Rete Europea dei Giovani Lavoratori Cristiani e Presidente
dei Giovani Lavoratori Cristiani in Germania, ha presentato la sua esperienza soffermandosi a
riflettere sullo stress che deve affrontare oggi un giovane che cerca di entrare nel mondo del
lavoro. Riporta inoltre che la situazione è forse più grave di quello che le statistiche
sottolineando il fatto che in Germania molta disoccupazione è camuffata nelle statistiche da
una precarietà endemica. Riflette infine sul fondo di garanzia per i giovani riportando l’erroneo
focus in quanto, da giovane qual è, essa non vuole essere garantita bensì vorrebbe avere la
possibilità di esprimersi.
Xavier Deleval, Associazione Cristiana dei Dirigenti e dei Quadri dell’imprese (ADIC), Belgio,
ha aperto il suo discorso argomentando che la situazione di mobilità internazionale è presente
nella nostra società da molte generazioni. Suo nonno e suo padre infatti hanno vissuto
all’estero e questo in sua opinione non ha creato delle problematiche bensì ha permesso lo
sviluppo della società stessa. Ha poi parlato della sua esperienza con i giovani sottolineando
come essi vogliano essere coinvolti e vadano coinvolti per la soluzione della problematica della
disoccupazione giovanile. Ha poi presentato delle proposte nella logica di una formazione
orientata alle necessità della società facendo notare che oggi, con la disoccupazione ai livelli
degli anni trenta, ci sono posizioni che rimangono aperte per mancanza di personale formato.
Ha concluso poi citando l’importanza della riattivazione nei giovani e negli europei del senso di
imprenditorialità che sembra essere svanito ponendo un focus sull’importanza
dell’imprenditorialità legata alla Responsabilità Sociale di Impresa.
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Ri-Pensare l’Educazione: quale approccio?
Marijana Schechtner, Capo Unità “Stampa e relazioni pubbliche”, Giovani Cattolici in
Austria, partendo da una riflessione sulla presenza dei giovani nei centri decisionali ha
affermato che c’è la necessità da parte dell’Unione Europea di dare un segnale di solidarietà
contro un economia orientata dalle lobby e dalla speculazione. Ha poi riportato che i giovani
europei hanno una loro opinione sulle problematiche economiche e sulla loro soluzione però
questa generazione non viene quasi mai coinvolta nelle riflessioni e nelle decisioni. Ha poi
difeso i giovani dall’accusa di esser loro che non hanno voglia di adattarsi e di cercare lavoro
riportando la necessità di codecisioni con essi per risolvere le problematiche giovanili. Ha
infine riportato l’importanza della formazione non formale in cui si formano dei cittadini e non
solo dei lavoratori.
Seconda tavola rotonda: “Empowering” i giovani
Silvia Costa MEP (S&D), Membro della Commissione Educazione e Cultura, è intervenuta con
un video messaggio essendo impegnata al festival del cinema di Venezia. Ha sottolineato che
la problematica è politica e va risolta dalla politica. I dati che emergono da tutte le analisi
riportano la drammaticità della disoccupazione giovanile e mettono in evidenza la strutturalità
di questa problematica, special modo in quei paesi come Italia e Spagna che non hanno una
formazione duale. Ha poi riportato l’importanza delle azioni messe in atto dall’Unione come i
fondi FSE e la Youth Guarantee oltre ai programmi di mobilità come l’Erasmus e lo Youth in
Action. Si è soffermata poi a ribadire l’importanza di questi fondi per il loro fondamentale
ruolo di educazione non formale che svolgono nei territori. Ha poi riportato all’interno di
questo contesto il nuovo supporto che verrà dato allo sport oltre che da Horizon 2020 e da
Creative Europe. A concluso riportando che per trovare una soluzione alla problematica della
disoccupazione giovanile si dovrà rilanciare oltre al profit anche il settore del no profit.
Konstantinos Kyranakis, Presidente dei Giovani del Partito Popolare Europeo (YEPP), ha
riportato la necessità di mettere in atto un piano che dovrebbe vertere su:
• incentivi e tassazione agevolata per chi assume giovani;
• un’educazione orientata alle competenze con l’obbligo di svolgere uno stage;
• stimolo all’imprenditorialità con politiche a burocrazia zero e con facile accesso al
credito.
Ha concluso criticando l’intervento deciso dall’Unione europea con il Youth Guarantee perché a
suo dire, e riporta anche la voce degli operatori del settore, l’importo stanziato per
l’operazione non è abbastanza.
Don Giovanni D’Andrea SDB, Federazione Servizi Civili e Sociali – Centro Nazionale Opere
Salesiane (SCS/CNOS), ha raccontato la sua esperienza personale a Palermo in cui ha
lavorato con giovani disoccupati delle classi al margine della società. Ha proseguito indicando
come i Salesiani, da cui esso proviene, si siano sempre occupati di educazione delle classi più
in difficoltà. Da questa esperienza va tratto un insegnamento riguardo tutti i giovani che è
quello di lavorare non per i giovani ma con i giovani in un’ottica di educazione non formale e
condivisa. Ha richiamato infine l’importanza delle scuole professionali e tecniche che stanno
sparendo in paesi come l’Italia e che invece rappresentano un logo fondamentale di sviluppo
per i giovani.
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Pascal Lejeune, Capo Unità EAC.D.1 Gioventù, DG Educazione e Cultura, Commissione
Europea: ha aperto il suo intervanto ponendo delle domande.
• Cosa si aspettano i giovani da futuro?
• Cosa si aspettano dall’Europa?
• Cosa la Chiesa può fare per il futuro dei giovani?
Dalla risposta di queste tre domande deve, a detta di Pascal, nascere la proposta per i
giovani. Ha riportato poi la sua visione di formazione che oltre ad essere non formale deve
assolutamente occuparsi di fornire ai giovani le competenze per affrontare il mondo del
lavoro. Allo stesso tempo deve formarli e accompagnarli dando loro il tempo di sedimentare e
provare le cose imparate. Solo un educazione che preveda dunque dei tirocini ed educazione
non formale potrà dare una svolta in questo settore.
Lothar Harles, Direttore della Federazione dei Centri di formazione sociale cattolica in
Germania e Presidente dell’Advisory Council del Programma Gioventù in Azione, ha
sottolineato come sia importante, per risolvere la problematica della disoccupazione giovanile,
agire con politiche europee a tutti i livelli da quello centrale a quello territoriale in un ottica di
sussidiarietà. Ha ribadito inoltre l’importanza del volontariato e dell’educazione non formale
per lo sviluppo dei giovani, sottolineando che l’utilizzo di strumenti come internet possono
facilitare questo sviluppo attraverso network e azioni di inclusione sociale. Uno sviluppo
dunque inclusivo che mira a sviluppare le capacità e la possibilità dei giovani di partecipare
allo sviluppo della società con l’obiettivo specifico di rinnovare la stessa coinvolgendo proprio
questo strato sociale tenuto lontano dagli organi decisionali per troppo tempo.
LINK
Programma:
http://www.comece.eu/site/en/activities/events/youthconference
NON DISPONIBILI AL SITO
DISPONIBILITÀ SLIDES
Eseguito da: Giorgio De Bin
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
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