Storia – Civiltà antiche – dispense

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NASCITA E SVILUPPO della TERRA
La nascita della terra è stimata intorno ai 4,5 miliardi di anni fa (la terra nasce 10 miliardi di anni dopo il Big
Bang) e si pensa sia stata creata dalla solidificazione di una nebulosa di polvere interstellare, prima
incandescente poi raffreddatasi e quindi solidificatasi nel tempo.
-
L’acqua venne probabilmente portata dall’impatto di meteori e comete di ghiaccio, ma anche dalle
piogge che caddero per milioni di anni
La nostra luna si formò quasi insieme alla terra, si pensa dallo scontro con un altro pianeta.
Quattro furono i periodi più importanti, ed ogni periodo è diviso in tante ere, ognuno delle quali termina
solitamente con un grande disastro e quindi con una grande estinzione di massa: meteoriti, eruzioni vulcaniche
e glaciazioni portarono all’estinzione periodica di alcune di queste specie ma, mentre alcune di esse
scomparivano, altre prendevano il sopravvento.
1. Archeozoico: dalla nascita della terra fino ai 540 milioni di anni fa. Circa 3,5 miliardi di anni fa,
alcune reazioni chimiche portarono alla formazione delle prime molecole organiche che cominciarono
ad unirsi tra loro e a formare altre molecole in grado di riprodurre sé stesse, da organismi unicellulari
a pluricellulari, fino a diventare i primi batteri: nascono le prime forme di vita
2. Paleozoico: da 540 a 251 milioni di anni fa. A causa dei diversi movimenti tellurici provenienti dal
mantello e dal nucleo magmatico, la crosta terrestre si divise in varie parti, la cosiddetta deriva dei
continenti. Circa 300 milioni di anni fa si formò Pangea, il mega continente dal quale si svilupparono,
dividendosi, i continenti che conosciamo oggi.
La vita si differenzia notevolmente, sia vegetale sia animale, sia acquatica che terrestre, e c’è una
prima colonizzazione delle terre emerse.
3.
a)
b)
c)
-
Mesozoico: da 251 a 66 milioni di anni fa. L’età di mezzo dei dinosauri. Si divide in:
Triassico:
Giurassico:
Cretaceo:
Si pensa che l’estinzione dei grossi rettili sia stata causata:
O da un meteorite del diametro di 10 KM che colpì l’attuale golfo del Messico
O da continue eruzioni vulcaniche avvenute in India
Cenozoico: da 66 milioni ad oggi. Circa 6 milioni di anni fa una differenziazione del ramo evolutivo
dei primati ha portato allo sviluppo dell’australophitecus, il primo ominide, da cui discesero, oltre
all’uomo, anche gli oranghi, gli scimpanzè e i gorilla).
PREISTORIA
E’ la cosiddetta età della pietra, e va da 2.500.000 di anni fa (comparsa dell’uomo habilis) al 3500 AC
(invenzione della scrittura) e può essere diviso in 3 periodi:
1. PALEOLITICO 2.500.000 AC – 10.000 AC. La più antica e lunga storia dell’uomo (ricopre il 99%
circa della sua storia). Inizia con la comparsa della prima tecnologia e termina con l’inizio
dell’agricoltura.
Durante questo periodo si compie il passaggio dall’australopitecus all’homo habilis, ergaster, erectus,,
rhodensiensis, heidelbergensis, sapiens (che circa 200.000 anni fa, dall’Etiopia colonizzò il mondo),
neanderthal, sapiens sapiens (l’uomo moderno, che comparve circa 40.000 anni fa). Questi furono gli
elementi principali che portarono l’homo a dominare l’ambiente circostante:
1
-
La posizione eretta
Il pollice opponibile
L’aumentata dimensione del cervello
Lo sviluppo delle capacità comunicative
Caratteristiche salienti della vita dell’homo sapiens sapiens sono:
L’uomo conduceva una vita selvaggia, basata sul nomadismo
L’economia era fondata sulla caccia e sulla raccolta e, in seguito, anche sulla pesca
I ripari erano principalmente naturali e più tardi divennero capanne costruite con pelli d’animali
Gli strumenti prodotti furono inizialmente semplici, pietre scheggiate, poi sempre più complessi,
come l’arco
Fu caratterizzata da lunghi periodi di raffreddamento della crosta terrestre, le cosiddette glaciazioni
L’uomo cominciò a padroneggiare il fuoco per scaldare, difendersi, illuminare e cuocere
Nacquero le prime comunità umane, inizialmente perché il lavoro di gruppo desse maggiori risultati
nella caccia. Da qui si elaborarono sempre più complesse forme di linguaggio.
Si sviluppano prime forme di arte figurativa (disegni nelle caverne) e plastica (statuette).
Si sviluppa il culto dei morti con le prime sepolture.
2. MESOLITICO: 10.000 – 8.000 AC. La fase di transizione, appena dopo l’ultima glaciazione, vede
inondazioni e l’alzamento della temperatura. I grandi mammiferi, renne e mammut, abituati ad un
clima rigido, scappano verso nord, mentre per l’uomo si sviluppa un ambiente boscoso più consono
alla sua esistenza
3.
NEOLITICO 8000 – 3500 AC: concluso il freddo dell’ultima glaciazione, le popolazioni da nomadi
si trasformano in sedentarie, dedite all’agricoltura e all’allevamento: tutto ciò permise la nascita delle
prime più importanti civiltà
STORIA dal 3500 AC ad oggi
E’ il periodo della storia umana che parte dalla nascita della scrittura. E’ possibile dividerlo in 4 periodi:
1.
2.
3.
4.
Civiltà antiche: dal 3500 AC al 476 DC (caduta dell’impero romano d’occidente)
Medioevo: dal 476 DC al 1492 DC (scoperta dell’America)
Storia moderna: dal 1492 DC al 1789 DC (rivoluzione francese)
Storia contemporanea: dal 1789 DC ad oggi
CIVILTA’ ANTICHE
Sorgono le prime civiltà in 4 luoghi del mondo, vicino ad importanti fiumi:
-
Mesopotamia: tra il fiume Tigri ed Eufrate
Egitto: intorno mal fiume Nilo
India: sul fiume Gange
Cina: sul fiume Giallo
MESOPOTAMIA
SUMERI: Tra il 4000 al 3000 AC nacque la civiltà sumera nell’attuale Iraq tra il fiume Tigri ed Eufrate.
A causa del tempo alterno (piogge abbondanti in inverno e siccità in estate) e del complesso sistema di canali
per poterli meglio governare, i villaggi intorno ai fiumi fioriscono e si sviluppano le prime città, indipendenti
e sempre in lotta tra loro, dove si sviluppano artigianato e commercio e si concentra il potere religioso e
politico. Sono loro ad inventare la scrittura cuneiforme (scritta con legnetti sull’argilla), a forma di cuneo,
dove ad ogni segno corrisponde una parola, non un suono.
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BABILONESI Tra il 1900 e il 500 AC nell’attuale Iraq prosperarono i Babilonesi che ebbero come re
più importante Hammurabi che creò il cosiddetto Codice di Hammurabi, la più importante raccolta di leggi
antiche, basato sulla legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente), ma che non veniva applicata in
maniera uguale tra i cittadini.
Un altro fondamentale sovrano fu Nabucodonosor II che fu ricordato soprattutto per aver costruito un grande
regno comprendente la Mesopotamia, la Siria e la Palestina dopo aver sconfitto:
Gli Egizi
Gli Ebrei: Gerusalemme divenne babilonese. Il sovrano mise lo zio Sedecia a governare la città, ma
dopo qualche anno quest’ultimo si alleò con gli egiziani contro i babilonesi.
La reazione del re fu tremenda: mura e Tempio di Salomone della città di Gerusalemme furono
completamente distrutti e la popolazione deportata in massa in Babilonia
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•
L’impero babilonese finì con l’arrivo di Ciro II il Grande, il re di Persia nel 539 AC che, da grande
diplomatico, sconfisse i Babilonesi e conquistò Babilonia senza sguainare la spada.
ASSIRI: Dal 2000 al 600 AC arrivarono i feroci Assiri che prosperarono nei territori dell’attuale Iraq del
Nord e della Turchia, con la loro capitale, Ninive. Dal 1300 AC in poi, nel giro di qualche decennio gli Assiri
riuscirono a formare un impero organizzato gigantesco partendo inizialmente dall’Alta Mesopotamia e
giungendo alla Bassa, fino ad arrivare in Siria, Israele, Fenicia, piegando addirittura l’Egitto.
Questo successo fu in parte causato dall’esercito, la più imponente macchina militare mai vista prima,
che utilizzava nuovi strumenti di guerra (carri e arcieri a cavallo) ed un’inaudita crudeltà.
EGITTO
La sua importante civiltà si sviluppa dal 3100 al 1075 ed il suo successo nasce principalmente grazie alla
presenza del fiume Nilo che, con la stagione calda, alimentato dai ghiacci che si sciolgono alle sorgenti, straripa
e poi rientra negli argini lasciando il limo, importante concime naturale.
Per poter sfruttare le sue potenzialità si sviluppò un’immane sistema idraulico di canali e dighe, che
permisero il fiorire di un’economia agricola importante, ed un conseguente aumento demografico
(crescita della popolazione)
La sua importante società si fonda sul concetto di faraone, il sovrano dal potere divino, discendente di Ra, il
dio del sole, avente un potere illimitato su tutti i suoi sudditi. La gerarchia della società egizia era la seguente
e vedeva in cima alla scala:
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Faraone
Visir il braccio destro del faraone, dirigeva la macchina burocratica su ordine del faraone
Ministri aventi ognuno il proprio settore di competenza (ministro dell’agricoltura, della guerra, della
religione….)
Sacerdoti: avevano grande potere (in tutti i settori ed attività della società) soprattutto quando il
comando del faraone vacillava
Scribi cui spettava sia il compito di rendicontare (fare una relazione) le importazioni/esportazioni e le
merci vendute, sia quello di trascrivere i testi sacri
Guerrieri
Architetti ed ingegneri fondamentali per la costruzione delle tombe dei faraoni, le piramidi, i simboli
della loro grandiosità. Le più importanti, furono quelle costruite a Giza (Chefren, Cheope e
Micerino) insieme alla Sfinge
Artigiani
Contadini
Schiavi
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Inizialmente il potere del faraone era pressochè totale, ma col tempo la casta di sacerdoti e funzionari aumentò
notevolmente la propria influenza tanto da essere temuta dagli stessi faraoni: quindi se il faraone voleva
comandare ed avere il potere assoluto, necessitava dell’appoggio continuo dei suoi sacerdoti.
L’impero egizio nel corso del tempo aumentò il proprio territorio dall’Egitto, fino alla vicina Libia, la Nubia
(l’attuale Sudan), la Palestina, la Somalia e la Siria, grazie al suo temibile esercito composto dagli implacabili
carri a due posti. Nel fare questo dovette scontrarsi con le più importanti civiltà dell’epoca, soprattutto contro
gli Ittiti, un popolo di abili combattenti che risiedeva nell’attuale Turchia.
Imponente fu la battaglia combattuta a Qadesh nel 1275 AC: gli egiziani, guidati dal faraone Ramses
II, si scontrarono contro gli Ittiti nella battaglia più grande mai vista prima (oltre 50.000 soldati
coinvolti) che però si concluse con nessun vincitore e con un trattato di pace (il primo della storia) che
portò alla conseguente spartizione della Siria.
MA: la fine dell’importanza dell’impero egizio cominciò intorno all’anno 1000 AC a causa dei continui
attacchi dei popoli confinanti e della progressiva disgregazione del potere del faraone, sempre più succube
della casta sacerdotale.
EBREI
Anche se non costruirono mai un impero rilevante, la loro storia, racchiusa nella Bibbia (libro sacro non solo
per gli ebrei, ma anche per i cristiani e i musulmani), è di fondamentale importanza.
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Comincia intorno al 1900 AC circa, con Abramo, che per ordine di Dio conduce il proprio popolo
dalla Mesopotamia, a Canaan, l’attuale territorio comprendente Israele, Siria, Palestina, Giordania.
La convivenza con le popolazioni locali non fu mai facile a causa dei continui attacchi: gli ebrei
dovettero spostarsi verso l’Egitto intorno al 1600 AC, dove nel giro di poco tempo si trovarono ad
essere oppressi e schiavi.
Fu Mosè nel 1250 AC a guidare il proprio popolo fuori dall’Egitto contro la volontà del Faraone che
non voleva privarsi di tanta forza lavoro gratuita. La fuga spinse gli ebrei nella regione desertica del
Sinai, dove vagarono per 40 anni. E’ durante questo periodo che Dio fece dono delle leggi
fondamentali, i 10 comandamenti.
Fu solo con Giosuè, successore di Mosè, che il popolo ebraico riuscì a tornare in Palestina, con la
storica conquista di Gerico. Il popolo ebraico, suddiviso tra 12 tribù, trovava unità sotto un leader
scelto tra tutti, il giudice, soprattutto quando veniva minacciato da potenze straniere.
Fu soprattutto una popolazione venuta dal mare, quella dei Filistei, giunti nella terra di Canaan intorno
al 1100 AC, a dare maggiori problemi agli ebrei: per far fronte alla loro tenacia, venne nominato re
prima Saul, poco prima del 1000 AC, in seguito Davide, che li sconfisse e vide in Gerusalemme la
capitale del nuovo regno.
Il figlio di Davide, Salomone, si dedicò al rafforzamento dello Stato: eresse il famoso Tempio di
Gerusalemme e la poderosa cinta muraria.
MA: Per facilitare le relazioni con gli stati confinanti si fecero matrimoni combinati con le figlie dei vicini
sovrani che, se da una parte evitarono possibili conflitti, dall’altra però contriburono ad indebolire il potere
degli ebrei, tanto che il regno nel 932 AC si divise in due: Regno di Giuda e Regno di Israele:
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Nel 721 AC i sanguinari assiri riuscirono ad assediare il regno di Israele e a deportare la sua
popolazione a Ninive
Nel 586 AC il re babilonese Nabucodonosor II fece la stessa cosa nel regno di Giuda. Il re, furioso
per il tradimento di Sedecia, il sovrano di Giudea che decise di passare dalla parte degli egizi, scatenò
la propria ira contro tutta la città di Gerusalemme che venne deportata e distrutta insieme al suo tempio
(l’odierno Muro del Pianto)
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La cattività babilonese (l’esilio) cessò nel 538 AC quando Babilonia cadde in mano ai Persiani sotto Ciro il
Grande, il quale decretò la liberazione degli Ebrei e il loro ritorno in Palestina.
CRETA
La fortuna di questa isola nasce sicuramente dalla sua posizione strategica nel Mediterraneo, in mezzo tra
Oriente ed Occidente. Il dominio sul mare che riuscì a creare venne definito con il termine talassocrazia
(dominio commerciale incontrastato su una certa area marittima) e durò da circa il 2200 AC al 1400 AC.
Creta diventa il fulcro del commercio del Mediterraneo: rame e legname giungevano da Cipro, in
cambio i cretesi vendevano i loro manufatti (vasi e armi), dagli egizi si riceveva oro, avorio, pietre
preziose e vetri colorati, dai Greci si riceveva il porfido, il marmo e l’argento.
MA: nonostante il grande splendore e le immense ricchezze, il popolo cretese fu del resto molto pacifico, basti
pensare che ogni città era carente di una cinta muraria difensiva. In compenso sull’isola si costruivano palazzi
immensi, talmente grandi da diventare delle piccole città. La grandezza dei loro palazzi, insieme alla loro
passione per i tori, fecero nascere il mito del labirinto voluto dal re Minosse e del Minotauro battuto da Teseo.
Sulla fine di questa importante civiltà due sono le ipotesi:
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L’eruzione del vulcano della vicina isola di Santorini avrebbe provocato onde immense (Tsunami)
tali da distruggere quasi tutta Creta
L’invasione da parte di un popolo straniero: gli Achei, detti anche Micenei, che occuparono l’isola
intorno al 1450 AC, distruggendo tutto quello che incontrarono
GRECIA
I primi abitanti della penisola greca furono i Micenei (altrimenti detti Achei), un popolo guidato da sovrani
guerrieri, che riuscì ad aumentare il proprio potere nel Mediterraneo in seguito a due importanti conquiste:
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L’invasione dell’isola di Creta nel 1450 AC, che diede agli Achei la possibilità di acquisire il potere
commerciale cretese e la loro florida cultura
La conquista della città di Troia (nell’odierna Turchia) nel 1250 AC, raccontata nell’Iliade di Omero,
che diede la possibilità ai Micenei di poter accedere al mar Nero senza dover pagare tasse eccessive.
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MA: Il dominio miceneo venne intaccato dall’invasione del 1100 AC secolo della popolazione dei Dori che
colpirono la potenza greca provocando un’epoca di forte regresso per tutta la Grecia: il calo demografico, le
continue migrazioni, l’impoverimento economico, la scomparsa della scrittura, l’abbandono della grande
architettura, la fine del potere unico del sovrano, furono chiari segni di questa crisi.
Non tutto però fu negativo, all’interno di questa situazione frammentata la società si trasformò: si passò da un
potere accentrato in mano ad una persona, ad un potere suddiviso tra diverse persone. In pratica si passò dalla
monarchia (potere del re) all’aristocrazia (potere dei nobili)
Nel 700 AC la crisi delle città greche finì: la popolazione greca tornò a crescere, i campi vennero
nuovamente coltivati, i commerci fiorirono e fece la sua ricomparsa la scrittura che vide la nascita di
un vero e proprio alfabeto
Nascono le prime Polis (città) caratterizzate dal fatto di essere totalmente indipendenti dalle altre, con
un proprio territorio ed un proprio governo. Il cuore politico e religioso di ogni polis era l’Acropoli,
il punto più alto e protetto di ogni città, mentre il centro artigianale e commerciale era l’Agorà, situato
nella parte più pianeggiante e basso, luogo di incontro e discussione popolare.
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Con la nascita delle polis la popolazione greca comincia a crescere di numero e questa cosa costrinse molti
abitanti ad abbandonare le terre della Grecia per cercare fortuna altrove: i coloni greci si diressero così verso
l’Italia Meridionale (Puglia, Calabria, Campania, Sicilia) fondando la cosiddetta Magna Grecia, ma anche
verso le coste turche del mar Nero, in Africa nordorientale, in Francia e Spagna.
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SPARTA: intorno al 700 AC la città di Sparta era la Polis più forte tra quelle presenti sulla penisola greca
chiamata Peloponneso.
La sua società si divideva rigidamente in 3 classi:
1. Spartiati: 25.000 unità, erano proprietari terrieri e comandavano
2. Perieci: 100.00, erano generalmente commercianti ed artigiani. Avevano diritti civili e possedevano
terre, ma non possedevano diritti politici. Partecipavano alle guerre come fanteria
3. Iloti (catturati): 2/3 della popolazione, gli schiavi e i loro discendenti, catturati durante le battaglie.
Lavoravano i campi, permettendo agli spartiati di esercitarsi all’arte militare, curavano le case, e
partecipavano a volte alle guerre.
La struttura sociale spartana prevedeva che:
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Tutti i neonati venivano esaminati dagli anziani e se presentavano segni di handicap o di particolare
debolezza venivano abbandonati sul monte Taigeto (solo la pietà di qualche periece o ilota li poteva
salvare).
I bambini, il giorno del settimo compleanno, venivano sottratti alla loro famiglia e affidati ad un
paidonomos, una sorta di giudice tutelare che si occupava dell’educazione dei fanciulli, attraverso
sistemi molto rigidi che portavano i ragazzi ad essere addestrati per uccidere (allenamenti estenuanti,
privazioni di ogni sorta, tremende prove di forza). Il lusso e l’agiatezza erano malvisti e vietati.
Ai ragazzi che non riuscivano a superare il rigore dell’addestramento veniva negata la cittadinanza
Quelli che riuscivano a resistere diventavano invece parte dell’esercito a 20 anni (fino ai 60 anni),
mentre a 30 anni si poteva cominciare a partecipare ai sissizi, i pasti comunitari degli spartiati dove si
discuteva di politica con i membri più anziani.
Anche le ragazze erano sottoposte ad un’educazione ferrea: più si era forti e allenate, migliori
sarebbero stati i bambini
Questo duro addestramento serviva:
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Nelle guerre con l’esterno: gli spartani erano indietro sul piano culturale e tecnologico rispetto alle
altre città elleniche, ed inferiori di numero, quindi dovevano per forza essere più forti
Ma anche nel resistere quotidianamente contro il nemico interno, gli iloti, schiavi e nemici al tempo
stesso, superiori di numero (il rapporto a volte era di 1 spartano contro 8 iloti)
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ATENE:
Dal 700 AC Atene passò dalla monarchia all’aristocrazia e la sua società si divideva in:
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Eupatridi (di nobile padre) cioè i nobili, che comandavano ed erano ricchi
Geomori, i grandi latifondisti (possessori di terre) che insieme agli eupatridi detenevano la stragrande
maggioranza delle terre coltivabili della polis ateniese, ma che non comandavano
Demiurgi, i membri del demos, formato da artigiani e mercanti arricchiti grazie ai commerci. Il demos
era anche quella fetta della popolazione che, pur essendo esclusa da ogni sorta di decisione politica,
forniva uomini e mezzi per andare a comporre l’esercito degli opliti (la fanteria greca)
Gli schiavi, costretti ai lavori più umili e faticosi
Le donne che non avevano alcun diritto (la loro condizione era peggiore di quella spartana)
Meteci, gli stranieri che erano liberi, ma esclusi da ogni forma di partecipazione politica
Di fronte a questo quadro naturale fu l’avversione dei geomori e dei demiurgi, come drastica la risposta dei
nobili alle loro pretese: di fronte ad una loro ribellione nel 621 AC, il potere fu riversato tutto nelle mani di
Dracone a cui fu affidato il compito di scrivere un codice di leggi molto dure che regolamentasse le pene per
i rivoltosi.
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MA: la durezza delle norme non portò la pace ad Atene: questa venne cercata in successione da 3 importanti
personaggi che comandarono Atene
SOLONE (594 AC), un nobile che comprese subito le difficoltà in cui si trovavano le classi inferiori e che
quindi attuò una complessa serie di riforme che agivano su tutti i livelli della scala sociale: elaborò un sistema
di classi non più suddiviso in base alla nascita, ma sulla ricchezza posseduta (timocrazia = potere del censo,
ricchezza). Vennero creati 4 censi e solo i primi due, quelli più ricchi, potevano votare.
MA: le riforme di Solone ugualmente non riuscirono a smorzare il clima di tensione sociale esistente
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I nobili si lamentavano per l’apertura al voto da parte della classi sociali più basse
I piccoli proprietari terrieri, gli artigiani e i commercianti invece ritennero le riforme insufficienti a
creare una vera uguaglianza politica
Gli unici contenti furono i grandi proprietari terrieri e i ricchi che non erano eupatridi: molti geomori
e demiurghi arrivarono ad accumulare ricchezze spropositate (a volte maggiori di quelle dei nobili)
PISISTRATO: cavalcò l’onda del malcontento e si fece portavoce dei piccoli proprietari terrieri: con un colpo
di stato occupò l’Acropoli (560 AC) e si fece proclamare tiranno, concentrando nelle sue mani tutto il potere
fino alla sua morte nel 518 AC. La sua amministrazione fu esemplare:
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Assegnò molte terre ai piccoli proprietari terrieri, sottratte ai nobili che lo avevano avversato
Adottò misure protezionistiche a favore dell’artigianato e del commercio ateniese
Fu un grande mecenate (finanziò gratuitamente l’arte e la cultura)
Riorganizzò il sistema fiscale
Rafforzò la flotta mercantile e commerciale
Ordinò la colonizzazione dell’Ellesponto (l’attuale stretto dei Dardanelli, vicino all’odierna Istanbul),
per assicurarsi il passaggio verso il mar Nero
Fu un abile diplomatico, riuscendo a instaurare dei rapporti pacifici con alcune altre polis greche
CLISTENE: dopo la morte di Pisistrato giunse Clistene che capì che per rivolvere i conflitti sociali fosse
necessario abolire qualsiasi forma di discriminazione e per questo venne creata la prima costituzione (legge
fondamentale dove vengono segnati i principi fondamentali, l’ordinamento politico, le principali figure
istituzionali, le regole della convivenza civile) democratica della storia
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Inoltre creò la prima vera e propria forma di democrazia, dividendo il territorio di Atene in 10 territori
all’interno dei quali erano presenti tutte e 4 le classi di censo. Ogni territorio avrebbe votato i propri
rappresentanti politici, indifferentemente dalla ricchezza: per la prima volta anche i poveri avrebbero
potuto rappresentare la volontà del popolo.
LIMITI: delle riforme di Clistene:
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Non c’era nessuna retribuzione per coloro che ricoprivano una carica pubblica: gli appartenenti alle
classi più povere, anche se eletti, non accettavano l’incarico perché impossibilitati a mantenersi
Fu solo successivamente con Pericle che vennero date retribuzioni ai politici
Donne, meteci e schiavi erano esclusi da ogni diritto politico
PERSIANI
Il popolo persiano (attuale Iran) cominciò ad espandersi in maniera esplosiva solo con la venuta di al trono di
Ciro II il Grande nel 559 AC, che allargò notevolmente i propri confini (conquistando Mesopotamia e
Turchia, successivamente il figlio Cambise II conquistò anche l’Egitto), amministrando saggiamente l’impero
attraverso la divisione del territorio in satrapie
Ciascuna satrapia era governata da un satrapo, avente grande autonomia nonostante il gran re
esercitasse un forte controllo soprattutto sui suoi due compiti principali:
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La riscossione dei tributi
La creazione dell’esercito del re
Con i popoli vinti egli agì sotto due punti di vista:
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Politico: mantenne al loro posto molti dei vecchi governanti così da avere l’appoggio dei loro
funzionari
Culturale: mostrò grande rispetto per la religione, gli usi e i costumi dei popoli sottomessi, così da
accattivarsi le simpatie dei nuovi sudditi, che appartenevano a tante popolazioni tra loro assai differenti
L’opera di espansione dell’impero fu proseguita da Dario I nel 522 AC, il quale allargò notevolmente l’impero
giungendo ad est fino all’Indo (vicino ai confini con l’India) e ad ovest occupando la Tracia (la parte europea
dell’odierna Turchia)
MA: nonostante avesse continuato con la politica di rispetto delle varie tradizioni di Ciro II, commise l’errore
di sovraccaricare di tasse eccessivamente le sue satrapie, e questo provocò dei malumori soprattutto nei territori
delle poleis greche sottomesse in Asia Minore (Turchia).
Le città greche si ribellarono e furono aiutate da Atene, preoccupata della potenza persiana e della sua
rapida espansione: ben presto riuscirono a sconfiggere il satrapo che li amministrava.
MA: Dario I reagì con grande violenza, riconquistò le poleis greche in Turchia dichiarò guerra ad Atene:
cominciò così la Prima Guerra Persiana 490 AC, che inizia con l’invasione persiana della Grecia
Inizialmente i persiani vennero fermati sia da una tempesta che distrusse molte navi vicino alla
penisola Calcidica, sia dalla tenace resistenza di una tribù della Tracia ma, dopo essersi ripreso,
l’esercito di Dario conquistò molte isole del mar Egeo, tra cui le Cicladi, e giunsero sulle coste greche
sulla spianata di Maratona, a 42 km da Atene.
A fronteggiarli ci furono gli Ateniesi, guidati da Milziade, che conosceva bene le strategie dell’esercito
persiano che basava molto della sua offensiva sulle frecce scagliate dai suoi abilissimi arcieri. Proprio per
questo Milziade fece equipaggiare la propria fanteria oplita con lunghe lance ed armature resistenti alle frecce
e grazie ad una mossa a tenaglia, il suo esercito perse solo 192 uomini contro le migliaia di Persiani, e riuscì
non solo a ricacciarli sulle loro navi, ma anche a rubargliene alcune.
La flotta di Dario pensò allora di dirigersi verso Atene per conquistarla mentre era sguarnita, ma
Milziade riuscì a far ripiegare velocemente il proprio esercito nella città e l’assedio non avvenne.
Seconda Guerra Persiana: La sconfitta segnò profondamente il Grande re che morì nel 485 AC lasciando il
proprio posto al figlio Serse, il quale si ripromise di vendicarlo ed organizzò un esercito immenso, 200.000
unità con una flotta di 1200 navi. Questa volta il piano del re fu quello di attaccare Atene sia via terra che via
mare.
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Ordinò la costruzione di un ponte di barche per permettere all’esercito di attraversare l’Ellesponto
Fece scavare sul promontorio del Monte Athos un canale, per far attraversare più facilmente le
barche, evitando il pericoloso promontorio dove nella prima guerra c’era stata la tempesta
Fortunatamente, il governo ateniese era da un po’ di tempo gestito da Temistocle, che nei 10 anni intercorsi
tra una guerra e l’altra:
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Aveva convinto tutta la popolazione ateniese ad implementare drasticamente la flotta navale
(facendola diventare di 200 triremi)
Aveva allargato le proprie alleanze ad altre 32 poleis, tra cui, la più importante, Sparta
L’esercito greco, guidato dallo spartano Leonida, si schierò al passo delle Termopili nel 480 AC, nella Grecia
centrale: quivi stava un esercito di 6000 greci di cui solo 300 spartani, contro uno immenso dall’altra parte
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Lo scopo era solo quello di prendere più tempo possibile, nella speranza che le navi greche riuscissero
a vincere su quelle persiane. In caso di successo, l’enorme esercito a piedi si sarebbe ritirato, non
avendo più nessun approvvigionamento dalle navi
Così successe, e per qualche giorno gli strenui soldati spartani riuscirono a fronteggiare il nemico (anche la
stessa guardia imperiale, i temutissimi Immortali), fino a quando non venne scoperto un passaggio secondario
per giungere alle spalle dei greci, spifferato da un greco traditore.
•
Leonida lasciò andare via l’esercito greco e affrontò coi suoi uomini il gigantesco esercito,
sacrificandolo con gran coraggio, per dare tempo ai greci di prepararsi al meglio per la battaglia
decisiva. I 300 riuscirono a sconfiggere ben 20.000 uomini!
Con la sconfitta di Leonida le navi greche arretrarono verso Atene e la sua popolazione venne evacuata
sull’isola vicina, Salamina
L’esercito di Serse nel frattempo si diresse direttamente verso Atene che, oramai svuotata, fu
completamente saccheggiata: gli ateniesi assistettero allo scempio dalla vicina isola di Salamina
Fu proprio nelle acque intorno a Salamina che Temistocle attirò la flotta persiana, in uno stretto lembo di mare,
proprio per sfruttare l’agilità e possenza delle sue piccole 300 triremi contro le 700 navi persiane, molto più
grandi. Le navi greche erano inoltre dotate di sperone, molto utile per abbordare e affondare oltre 200 navi
persiane.
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Mentre avveniva questa battaglia quasi 100.000 soldati si trovarono a scontrarsi contro l’esercito greco
più grande di sempre, circa 100.000 uomini, guidati dallo spartano Pausania, a Platea nel 479 AC e
la sconfitta persiana fu totale
Atene così, sconfitti per la seconda volta i persiani (l’esercito più grande al mondo) divenne la prima potenza
della Grecia, ma si trova fin da subito a dover fronteggiare l’ex alleato spartano, che non vedeva di buon occhio
la sua espansione nell’area ellenica. Si creano così due diverse alleanze:
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La Lega di Delo nel 477 AC, un’unione di poleis greche comandate da Pericle, il nuovo condottiero
di Atene
La Lega del Peloponneso, fondata da Sparta, come segno del suo dominio nella regione.
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Del resto, le due città erano tra loro assai differenti:
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Ordinamento politico: Atene era una democrazia mentre Sparta un’aristocrazia
Cultura: Atene era patria dell’arte, della cultura, delle scienze, Sparta patria della forza e della guerra
Atteggiamento in politica estera: Atene voleva creare un impero ed espandersi, mentre Sparta voleva
comandare unicamente sul Peloponneso
Commercio: Atene era il fulcro dei commerci, Sparta cercava di essere autosufficiente
Tutte queste differenze e la volontà di Atene di volersi espandere sempre di più portarono le due città, e i loro
alleati, a scontrarsi nella cosiddetta Guerra del Peloponneso, una sanguinosa guerra che vide come teatro
della battaglie l’intera Grecia e che durò dal 431 AC fino al 404 AC.
Questa feroce battaglia vide la sconfitta di Atene, la cui popolazione si dimezzò non solo a causa delle
perdite militari, ma anche della peste, che la colpì durante i combattimenti. Ma anche se Sparta vinse,
questa guerra portò alla fine della potenza e dello splendore greco in generale: era finita la fiorente
epoca delle poleis e del loro primato nel Mediterraneo.
Inoltre, la guerra aveva notevolmente indebolito tutte le città più importanti, tra cui la stessa Sparta: ad
approfittarne furono i persiani, che facilmente riuscirono a conquistare quasi tutta la Grecia, lasciando alla
sola Sparta il compito il ruolo di guida delle città greche per conto della Persia
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Solo una città si erse contro questo accordo, Tebe, che con il suo generale, Epaminonda, riuscì a
sconfiggere gli imbattibili spartani nella famosa battaglia di Leuttra, grazie ad una innovativa tecnica
militare, il cosiddetto ordine obliquo: si concentrava il grosso dell’esercito solo sull’ala sinistra,
mentre il resto dell’armata veniva disposto obliquamente lungo il campo di battaglia e lasciato
contenere l’avanzata avversaria: in questo modo si colpiva il fianco dell’esercito nemico, sorpreso
dalla sorprendente spinta laterale delle forze tebane
MA: con la morte di Epaminonda, Tebe dimostra di non riuscire a mantenere il proprio primato a lungo, e la
Grecia rimane senza un vero e proprio comando
ALESSANDRO MAGNO
Il popolo macedone (che viveva nell’attuale area chiamata Macedonia), considerato dai greci come barbaro,
incivile, cominciò distinguersi in guerra solo grazie ad un suo principe, Filippo II che nel 354 AC si dichiarò
re della Macedonia.
Nel giro di pochi anni riuscì a creare un vasto impero intorno a sé, tanto che ad un certo punto si
diresse nella vicina Grecia con l’intento di conquistarla per intero. Nel giro di poco tempo riuscì a
conquistare quasi tutta la Grecia, ma un suo ufficiale traditore lo uccise e al suo posto nel 336 AC andò
al potere il figlio, Alessandro, quello che poi i romani definirono Magno, il Grande.
I tanti successi militari di Filippo prima, ed Alessandro dopo, si ottennero grazie alla falange macedone,
un’unità di combattimento armata di scudo e sarisse (lunghe lance di 7-9 metri), dove l’ordine era tutto:
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Le prime file tenevano le lance tese, come strumento di offesa e difesa
Le file dietro invece tenevano le lance alte per erigere di questo modo una barriera protettiva contro
frecce e giavellotti dei nemici
Quando le prime file cadevano sotto i colpi degli avversari, venivano immediatamente rimpiazzate da
quelle dietro così da preservare l’impenetrabile selva di lance
A protezione dei fianchi venivano poste delle unità di fanteria leggera e di cavalleria, capaci di sganciarsi e di
colpire i fianchi degli avversari o di lanciarsi all’inseguimento contro l’esercito nemico in rotta
Conquiste di Alessandro: come il padre, Alessandro non voleva solo conquistare la Grecia, ma attaccare il
nemico più grande di sempre, la Persia.
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Prima di intraprendere tutte le sue avventure, decise di lasciare al sicuro la Macedonia e la Grecia da
attacchi interni ed esterni e quindi uccise tutti i possibili pretendenti al trono, e schiacciò tutte le
possibili resistenze nelle poleis greche (la città di Tebe fu completamente rasa al suolo e la sua intera
popolazione schiavizzata)
Partì nel 334 AC verso l’attuale Turchia con l’intento di conquistare tutta quanta la Persia ed uccidere
personalmente il re Dario III.
La prima vera e propria vittoria fu nella battaglia di Isso (Turchia, vicino al confine con la Siria), dove
i macedoni sconfissero un esercito di 100.000 soldati
Invece di puntare subito alla Mesopotamia, Alessandro decise che per piegare definitivamente il
sovrano Persiano avrebbe dovuto chiudere al nemico ogni sbocco marittimo sul Mediterraneo, per
evitare di fargli usare la sua immensa flotta: conquistò le città più importanti della Fenicia (attuale
Libano), Gerusalemme ed infine l’Egitto (dove venne acclamato come un faraone)
Era così giunto il momento di attaccare il Grande Re nel 331 AC, nella spianata di Gaugamela (Iraq),
luogo scelto dal potente esercito persiano superiore di 5 volte quello di Alessandro (200.000 contro
40.000). Ma la vittoria di Alessandro fu schiacciante e in trionfo entrò a Babilonia
A questo punto mancava da conquistare solo la Persia, e ciò avvenne prima conquistando Susa, poi
la capitale, Persepoli. Dario, fuggitivo, venne inseguito da Alessandro e successivamente tradito ed
ammazzato dal satrapo Besso, dove Dario si era rifugiato. Alessandro però voleva scontrarsi alla pari
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con Dario, il suo grande nemico e, quando venne a sapere del suo tradimento, ammazzò lui stesso
Besso, il traditore del sovrano persiano.
Cosmopolitismo: l’ideale di Alessandro fu quello di unire Occidente ed Oriente in un grande impero e per
questo cercò di mantenere alcune tradizioni ed usanze locali dei popoli sottomessi, adottandone addirittura
alcune (per esempio sposò alcune nobildonne persiane). Proprio per questo fu molto amato dai conquistati.
MA: furono soprattutto greci e macedoni a non amare del tutto questo cosmopolitismo, soprattutto dopo che
Alessandro cominciò a diventare sempre più “capriccioso”, come quando obbligò i fieri macedoni a doversi
inchinare alla sua presenza
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Il desiderio di Alessandro di andare oltre ogni immaginazione, ai “confini del mondo” lo portò a
condurre un “nuovo” esercito nel 327 AC al di là della catena dell’Hindukush, dopo Afghanistan e
Pakistan, arrivando sulle sponde dell’Indo.
MA: molti furono i problemi incontrati
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Territori sconosciuti
Piogge monsoniche
Ricchissimo mosaico di popoli
Stanchezza e sfiducia dei suoi ufficiali
L’ultima grande battaglia di Alessandro venne combattuta nel 326 AC sul fiume Idaspe contro il re Poro, che
riuscì ad ostacolare notevolmente Alessandro grazie all’uso di 200 elefanti che
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Spaventarono i cavalli disperdendo la cavalleria (il suo cavallo Bucefalo morì, ed in suo nome venne
fondata una città Alessandria Bucefala)
Impedirono alla falange di sfondare per le vie centrali
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MA: Nonostante tutto riuscì a vincere e a proseguire ancora per poco il suo cammino nel cuore dell’India, ma
lo sforzo del suo esercito era diventato insostenibile e a malincuore Alessandro finì nel 324 AC la sua marcia
e tornò in Persia. Nel giro di soli 12 anni aveva creato l’impero più grande di sempre
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Al suo ritorno, Alessandro si mise ad amministrare con grande perizia il suo immenso impero
Promosse matrimoni misti
Fondò nuove città
Assegnò grandissimi appezzamenti di terra ai suoi soldati più fedeli
Usò il greco come lingua unica
Coniò una sua moneta
Formò un esercito multietnico
MA: a soli 33 anni morì e si accese una feroce lotta tra i generali di Alessandro per capire chi l’avesse dovuto
sostituire. Questa lotta provocò la morte di tutti i parenti prossimi di Alessandro e portò nel 281 AC alla
creazione del:
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Regno di Macedonia: governato dai discendenti di Antigono
Regno di Egitto: governato dai discendenti di Tolomeo
Regno Seleucide (Siria, Mesopotamia, Persia): governato dai discendenti di Seleuco
Anche se le 3 più importanti civiltà antiche (egiziana, greca e mesopotamica) vennero nuovamente divise,
l’eredità culturale lasciata dal grande sovrano portò alla nascita della cosiddetta civiltà ellenistica (dove oriente
ed occidente si fusero: le grandi capacità tecniche occidentali si unirono al gusto per lo sfarzo ed il grandioso
tipicamente orientale) un’epoca che sarebbe conclusa solo con l’avvento dell’impero romano, nel 31 AC.
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