Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Settembre 2002 CANBERRA Diamanti nella crosta continentale subdotta Diamonds in subducted continental crust Jörg Hermann Jörg Hermann Il diamante è il carbonio nella sua forma più densa e rappresenta il materiale più duro conosciuto sulla Terra. Affinché si possa ottenere quest’ammasso di atomi di carbonio, ci vogliono pressioni oltre i 40 kbar. Tali pressioni equivalenti a 40000 volte quelle dell’atmosfera si raggiungono a profondità di 120 km nell’interno della Terra. I diamanti sono estremamente rari perché necessitano di un materiale di trasporto per portarli sulla superficie terrestre. Ad una profondità di 120 km, predominano rocce mantelliche che sono generalmente parzialmente fuse e costituiscono l’astenosfera. Solamente al di sotto di vecchia crosta continentale, come per esempio in Australia e nell’Africa del Sud, le rocce mantelliche hanno avuto abbastanza tempo per raffredarsi e solidificarsi completamente a queste profondità. Un mantello è comunque essenziale per il trasporto dei diamanti alla superficie. Magma esplosivi (lamproiti e kimberliti) che hanno origine ad una profondità di 150200 km sono capaci di portare in periodi molto brevi le rocce che trasportano i diamanti attraverso il mantello solido. Per questi motivi, l’esplorazione per i diamanti si è sino ad ora concentrata sulla ricerca di kimberliti e lamproiti nei vecchi continenti. Circa 15 anni fa, è stata scoperta la presenza di diamanti in condizioni completamente nuove. Geologi russi hanno trovato micro-diamanti (grandezza media di 20µm) dentro gli gneiss del massiccio di Kokchetav nel Kazakhstan Diamond is carbon in its densest form and represents the hardest material known on Earth. In order to obtain this dense packing of carbon atoms, pressures exceeding 40 kbar are required. Such pressures corresponding to 40000 times the atmospheric pressure are reached at a depth of 120 km in the Earth’s interior. Diamonds are extremely rare because they need a carrier material, which brings them to the Earth’s surface. At 120 km depth, mantle rocks predominate, which are generally partially molten and constitute the asthenosphere. Only under old continental crust such as in Australia and South Africa, the mantle rocks had enough time to cool down to completely solidify at these depths. A solid mantle, however, is crucial for the transport of diamonds to the surface. Explosive magmas (lamproites and kimberlites) originating at 150-200 km depth are able to carry diamond bearing rocks in very short time through the solid mantle. For these reasons, diamond exploration focussed on the finding of kimberlites and lamproites in old continents. About 15 years ago, a completely new occurrence of diamonds has been discovered. Russian geologists found micro-diamonds (average size of 20µm) within gneisses of the Kokchetav massif in Kazakhstan (See Figure 1). 39 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Settembre 2002 CANBERRA massiccio di Kokchetav nel Kazakhstan (vedi Fig. 1). Figure 1). Figura 1: inclusioni di diamanti in zircone Fig. 1. Diamond inclusions in zircon Gli gneiss sono rocce tipiche della crosta continentale. La crosta continentale ha generalmente uno spessore di 30 km. Raramente, in zone di collisione continentale come l’Himalaya e le Alpi, la crosta continentale raggiunge una profondità di circa 70 km. Tali profondità non sono sufficienti per formare i diamanti. Di conseguenza, la scoperta di diamanti negli gneiss ha cambiato drasticamente l’idea dei geologi sulla profondità a cui le rocce continentali possano essere trasportate dai processi tettonici. È stato suggerito che le rocce continentali possono essere trascinate giù in zone di subduzione tra due zolle convergenti. In tale processo, le rocce continentali sono subdotte ad una profondità di circa 150 km dove i diamanti vengono formati e poi riportati in superficie dai processi tettonici. 40 Gneisses are typical rocks of the continental crust. The continental crust is generally only 30 km thick. Rarely, in continental collision zones such as the Himalaya and the Alps, the continental crust reaches a depth of about 70 km. Such depths are insufficient to form diamond. Therefore the finding of diamonds in gneisses drastically changed the ideas of geologist on how deep continental rocks can be carried down by tectonic processes. It has then been suggested that continental rocks can be dragged down in subductions zones between two converging plates. In such a process, the continental rocks are subducted to a depth of about 150 km where diamonds form and then brought back to the surface by tectonic processes. Because such slices of continental crust are much bigger Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Settembre 2002 CANBERRA superficie dai processi tettonici. Siccome tali scaglie di crosta continentale rappresentano volumi molto più grandi delle rocce mantelliche contenenti diamanti che vengono trasportate in superficie tramite magmi, la crosta continentale subdotta costituisce la più grande riserva di diamanti esistente. Tuttavia, i diamanti sono troppo piccoli e perciò non hanno valore economico. L’identificazione della crosta continentale subdotta a 150km od oltre è stata ristretta alle rocce che effettivamente contengono diamanti. All’Australian National University si sta attualmente determinando la stabilitá e la composizione dei minerali nella crosta continentale subdotta mediante esperimenti con presse cilindriche. Questo apparato è un grande pressa idraulica, nel quale pressioni fino a 50 kbar e temperature fino a 1800°C possono essere generate per simulare le condizioni all’interno della terra. Le rocce prodotte artificialmente in quest’apparato possono così essere confrontate con rocce naturali. Quest’approccio permette di stabilire le condizioni sotto le quali le varie rocce si formano. Applicando questo metodo alle rocce provenienti dal Massiccio Dora-Maira (Piemonte, Italia), abbiamo potuto dimostrare che questa scaglia di crosta continentale è stata subdotta ad una profondità di circa 130 km, dentro il campo di stabilità del diamante. Questo rappresenta la prima scoperta di rocce che hanno origine nel campo di stabilità di diamante in Italia. 41 continental crust are much bigger than the volume of diamond bearing mantle rocks carried by the volcanic rocks, subducted continental crust are the biggest reservoir for diamond. However, the diamonds are too small and hence are not of economic interest. The recognition of continental crust subducted to 150 km or more has been restricted to rocks actually containing diamonds. At the Australian National University we are currently determine with piston cylinder experiments, stability and composition of minerals in subducted continental crust. A piston cylinder apparatus is a large hydraulic press, in which pressures of up to 50 kbar and temperatures of up to 1800°C can be generated to simulate conditions in the interior of the earth. The artificially produced rocks in this apparatus can then be compared to natural rocks. This approach permits to establish the conditions under which different rock types formed. Applying this method to rocks from the DoraMaira Massif (Piemonte, Italy) we were able to demonstrate that this slice of continental crust was subducted to about 130 km depth, within the stability field of diamond. This represents the first finding of rocks originating from the diamond stability field within Italy. This result is extremely important to understand the dynamic process of the formation of the Alps as a consequence of the collision between the European and the African continent. However, no Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Settembre 2002 CANBERRA Questo risultato è estremamente importante per capire il processo dinamico della formazione delle Alpi come conseguenza dello scontro tra il continente europeo e quello africano. Tuttavia, nel massiccio del DoiraMaira non sono stati ancora trovati diamanti. Ricerche future mostreranno se il diamante è sfuggito alla vista o se altre condizioni come la temperatura, il tempo di permanenza, la pressione parziale dell’ossigeno non erano favorevoli per la sua formazione. diamonds have been found in the Dora-Maira Massif yet. Future research will show whether diamond has been simply overlooked or whether other conditions such as temperature, residence time and partial pressure of oxygen were not favourable for diamond formation. Dr Jorg Hermann, Research School of Earth Sciences, The Australian National University Canberra Versione originale in inglese Original version in English 42