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Antropologia del Barocco a Roma
Pubblicato: 03/04/2015 11:43 CEST Aggiornato: 29 minuti fa
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È stata inaugurata a Roma una interessante mostra sul Barocco con eventi satelliti
che valgono un Grand Tour Romano. Dal 1 Aprile al 26 luglio 2015 la Fondazione
Roma Museo ha allestito a Palazzo Cipolla in Via del Corso 320, Roma,una mostra
sulla Meraviglia delle Arti, e molti eventi satellite nelle più suggestive
localizzazioni del Barocco Romano.
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Si tratta di artistici siti originali per i quali la mostra è uno 'starting point' introduttivo,
una sorta di guida riassuntiva per incoraggiare un 'Barocco Hunting': una caccia ai
tesori sparsi per il centro storico di Roma, e tutti abbastanza facilmente raggiungibili a
piedi e con i mezzi.
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Ma cosa è il Barocco che la Mostra vorrebbe riassumere?
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Secondo l'architetto e scultore Bernini, un protagonista del Barocco, esso sarebbe una
tecnica di meravigliare con il vero scenografico. Aldilà della tecnica spettacolare, in
poco più di 40 anni, dal Papa Urbano VIII (1623-1644) ad Alessandro VII (16551677), Roma divenne il 'teatro' di una rivoluzione scenografica e monumentale, con
protagonisti artisti come Bernini, Borromini, Pietro da Cortona.
All'aspetto artistico e teatrale dell'architettura si deve qui aggiungere una
interpretazione di storia sociale e sntropologica, che spieghi come sia nato il Barocco e
come sia terminato. Due oggetti nella mostra lo rivelano. Un dipinto del 1627 di
Simon Vouet "Il Tempo vinto dalla Speranza e dalla Bellezza" e un orologio, alla fine
del Barocco. Quanto il dipinto è ideologico, tanto l'orologio monumentale sembra
volersi liberare della sua carcassa scenografica barocca, per mostrare a nudo la
genialità meccanica dei suoi congegni scientifici. L'orologio e l'ansia del Tempo
seppelliranno il Barocco.
Per aggiungere un'interpretazione antropologica alle inflazionate di una storia
dell'arte piuttosto descrittiva, cronachistica o idealistica dello spirito, potremmo dire
che il Barocco è l'ultima fase dell'entusiasmo rinascimentale per una storia 'senza
tempo', un godibile (per pochi eletti) "carpe diem": come se si potesse tornare senza
colpo ferire agli splendori del Classicismo.
Il Barocco è la ultima grande illusione 'senza il Tempo'. Dopo il Barocco ci sarà il
tentativo razionalistico dell'Illuminismo Settecentesco, che nasce anche a Roma con
l'Arcadia, tra il bucolico e lo scientifico, proprio all'esaurirsi della magnificenza
barocca e della grande miseria popolare, e infine della peste, che la circonda. Ma
nemmeno la razionalizzazione naturalistica dell'Arcadia riuscirà a evitare la
Rivoluzione Industriale e meccanica basata su artigiani, ingegneri, e sull'interesse
capitalistico, il motore temporale della civiltà che arriva sino a noi, e che seppellirà
l'aristocrazia protagonista del Barocco.
Il Barocco è dunque l'antico verista e finto, che vorrebbe lasciare tutto come è, in uno
splendore gattopardesco, ignorando il tempo, che rappresenta con disprezzo come un
vecchio oscuro e reclinato, vinto da effimere giovinette, da curve seducenti, da effetti
speciali, da impropri fondali monumentali per immagini spirituali di cristi e santi
sofferenti, tra feste nobiliari e processioni sfarzose, con stili politici quasi 'neroniani', di
arte da far vedere al popolo.
È un uso politico dell'estetica che non funzionò con Nerone, e nemmeno con il Flavio
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Domiziano e il Colosseo. Non funzionerà con il Barocco e nemmeno con i fondali
razionalisti neoclassici di Mussolini ed Hitler. La politica si fa con un ordine condiviso
e fatto rispettare, e non con espedienti estetici, tutto sommato molto più economici
delle necessarie opere infrastrutturali. E questo il popolo moderno, dopo un po' lo
capisce. Non a caso uno dei protagonisti dell'Antibarocco - quel Raffaele Fabretti
soprintendente alle Antichità, che fondò con Cristina di Svezia l'Arcadia - subito dopo
la peste, propose la ricostruzione degli acquedotti, conscio della sporcizia insalubre in
cui viveva il popolo romano. Non a caso alle Feste Barocche era chiamato ad assistere
il popolino romano. Perché il 'vedere' la ricchezza, era quanto gli veniva concesso.
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Ma aldilà dell'uso politico del Barocco per un certo consenso pubblico, resta la
sperimentazione antropologica nuova delle sinestesie artistiche, degli interventi su
molti sensi contemporaneamente: cultura, architettura, musica, cibo, eventi, profumi,
luci, balli, canti, processioni, teli e tende colorate, ecc.
Il Barocco ricorda le ricche architetture e cerimonie orientali, come quelle Indù,
Birmane, ecc. È stato anche in Oriente un modo espressivo conservativo, addirittura
castale. Ma, peraltro, anticipa il Consumismo contemporaneo, le droghe allucinogene,
e in genere il virtualismo colorato di Internet.
Il Barocco non è solo effimero, ma dura perché dura ancora l'Illusione
Rinascimentale iniziata con Michelangelo e il Manierismo Cinquecentesco. Presto il
Barocco sarà seguito dal Manierismo Rococò, molto più al risparmio.
Insomma, una mostra da godere e su cui riflettere. Il Barocco è più vicino a noi di
quanto possa apparire ad una prima impressione. E porta quindi i presagi dei disagi
che lo fecero nascere e morire. E se quei disagi fossero un po' simili ai nostri?
ALTRO: Barocco, Grand Tour, Bernini, Borromini, Antropologia, Seicento, Culture, Italia, Notizie, Arte,
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