CATTIVI: MAI
COSÌ TANTI
IN UN SOLO
FILM
di Stefano Pistolini
MEDIA
SOMMARIO O 24 GIUGNO 2016 O NUMERO 1475
Tim Robbìns
e l'Arlecchino
dietro le sbarre
DI ENRICO DEAGLIO
LA FOTO
DI COPERTINA
È DI CONTRASTO
Il più radicale dei registi-attori Usa arriva al Festival di Spoleto con un film sulla libertà.
E dice la sua sull'America: dal cinema (da bocciare) alla situazione politica (tragica). Intervista
9 CONTROMANO
DI CURZIO MALTESE
ITALIA
ECONOMIE
SCOPERTINE
DI MARCO FILONI
11 INDIZI NEUROVISIVI
DI FILIPPO CECCARELLI
PSYCHO
DI VITTORIO LINGIARDI
13 IL SOGNO DIZORO
DI DIEGO BIANCHI
C'È VITA SULLA TERRA?
DI DARIO VERGASSOLA
15 SOTTOVUOTO
DI MASSIMO BUCCHI
27 L'OBAMA INGLESE
SINDACO DI BRISTOL
DAL CORRISPONDENTE
ENRICO FRANCESCHINI
16 QUESTIONI DI CUORE
DI NATALIA ASPESI
29 FOLLOW THE MONEY
DI LORETTA NAPOLEONI
18 PER POSTA
DI MICHELE SERRA
30 FOLLOW THE PEOPLE
DI PIETRO VERONESE
32 La mia Istanbul
ai tempi di Erdogan
DISIEGMUNDGINZBERG
36 Ma del Sultano non
si può fare a meno
DI PAOLO GARIMBERTI
I ritratti a
colorì dei nostri
opinionisti sono
di Giui. Quelli
in bianco e nero
delle rubriche
sono di Stefano
Savi Scarponi
39 LA COLLETTA
DEI PENDOLARI
DI GERARDO ADINOLFI
53 ANDARE IN VACANZA
CON LE APP
DI SIBILLA DI PALMA
41 CRONACHE CELESTI
DI FILIPPO DI GIACOMO
55 SOLIDARIETÀ
DI ANTONELLA BARINA
43 SIGNORI MIEI
DI SERGIO STAINO
56 Fmi, i neoliberisti
fanno autocritica
46 La mafia nigeriana
si prende le strade
DI RICCARDO STAGLIANO
DI ROBERTO BRUNELLI
48 Radiografia
del mare calabrese
DIANTONOCORBO
Su www-repubblicait/venerdi l'archivio del Venerdì con una scelta di reportage, interviste e approfondimenti
IL VENERDÌ • 24 GIUGNO 201EÌ
24 GIUGNO 201B • IL VENERDÌ • 3
MEDIA
C O P E R T I N A O IN UN MONDO f
ARLECCHI
HA LE ALI
DELLA
LIBERTA
di Enrico Deaglio
Le carceri sono lo specchio delle diseguaglianze in America, dice Tim
Robbins. Che nelle prigioni Usa ha
portato uno spettacolo nel quale rilegge la Commedia dell'arte in chiaSOPRA, I ACOP=RTINA
DEL VENERDÌ
A DESTRA, TIM ROBBINS
E UNA SCENA DI
MRLEOUINO, ON TO
F?EEDC*S (DAL 6 AL 10
LUGLIO AL FESTIVAL
DI SPOLETO], SCRITTO
E DIRETTO DA ROBBINS
E INTERPRETATO
DALLA SUA COMPAGNIA,
THE ACTOR'S GANG
ve politica: «Perché i giullari continuano a preoccupare il Potè- .
re». Ora lo presenta al Festi- ,
vai di Spoleto. Lo abbiamo
incontrato
MEDIA
MEDIA
COPERTINA O IN UN MONDO CHE
O
OS ANGELES. Arlecchino-il
«nostro» Arlecchino - si tocca
perplesso la maschera e si interroga sulla sua pelle: è davvero nero ebano. E allora lui, chi è? Arlecchino è sempre stato un servo, da cinquecento anni. Ma forse invece è uno schiavo?
E che differenza c'è? È solo nel salario?
Uno schiavo può amare? 0 prima deve ribellarsi? Colombina, dal canto suo, sospira: «Quanta gente sta in prigione perché
ha amato troppo».
Sto assistendo al nuovo spettacolo
della compagnia di Tim Robbins, non
siamo in molti in sala. Ma chi vi assiste,
A SPOLETO, DAL 30 GIUGNO AL 3 LUGLIO,
TIM ROBBINS METTE IN SCENA ANCHE
UNA RILETTURA DI 1984 DI GEORGE
ORWELL (IN ALTO). QUI SOPRA, IL SUO
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
PORTATO AL FESTIVAL NEL 2014.
A DESTRA, ROBBINS TIENE UNO STAGE
DI RECITAZIONE IN UN CARCERE USA
non solo si diverte, ma viene coinvolto
nella magia del teatro perché questo, alla
fine, ripete la sua missione: dare grazia e
nobiltà alla natura umana e alle sue passioni. Se è così, allora - è una delle domande cruciali-, dove dovrebbe essere rappresentato il teatro? La domanda se la fece,
ormai parecchi anni fa, una star di Hollywood e la risposta fu: chi davvero lo
necessita sono le peggiori prigioni della
California. E cosa dovrebbe essere l'ambizione ultima di un attore? L'applauso del
grande teatro? Oh, no ! Piuttosto, insegnare a recitare in una prigione di massima
sicurezza; vedere un detenuto - un essere
umano disumanizzato, privato delle
L'AMBIZIONE DI
sue emozioni, che
CHI FA TEATRO?
n o n s i a n o (™ene
INSEGNARE
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della
A RECITARE
«™- ael
INUNCARCERE
r a n c o r e , del SODI MASSIMA
spetto, con il corpo
SICUREZZA
tormentato da tatuaggi... diventare
Arlecchino, danzare, fare lazzi, controllare ed esprimere i
suoi sentimenti, pitturarsi la faccia, addirittura dialogare con un altro essere rinchiuso con cui fino a ieri ci si scambiava
coltellate sulla via della doccia.
Questo è il lavoro che da dieci anni ha
scelto di fare Tim Robbins. Ed è il tema e
il fascino di Harlequino, on to Freedom,
scritto e diretto dal famo so attore e regi sta
più a sinistra di tutta Hollywood. Con
questa pièce, e con una rivisitazione del
1984 di George Orwell, Robbins e la sua
Actor's Gang (in inglese, ma comprensibile a tutti grazie alla grande invenzione dei
supertitles, i veri globalizzatori dell'opera
e della commedia ) saranno la principale
attrazione teatrale al prossimo Festival
dei 2Mondi a Spoleto. E 2Mondi saranno
davvero, perché i nostri giullari, la nostra
Commedia deH'arte,le maschere ei costumi, il teatro che gli italiani avevano inventato cinquecento anni fa (e che cinquant'annifa avevamo esportato nelmondo con Dario Fo e Franca Rame) ci ritorneranno improvvisamente addosso dal
Nuovo Mondo che alle maschere aveva
so stituito gli eroi di celluloide e il consumo
dipopcomneH'oscurità.Saràunpo'diverso dall'Arlecchino cui siamo abituati:
meno furbo, meno astuto, meno democri-
2 0 • IL VENERDÌ • 24 GIUGNO 20'c
MEDIA
stiano, più sofferente, più eroico. E anche
Colombina sarà diversa: meno servetta,
meno paciosa, decisamente più militante,
in tema di diritto all'amore. Sulla scena
duetteranno l'Inquisitore, il Dottore, Pantalone, il C apitan Spavento, cui la fidanzata si rivolge continuamente, in italiano,
con un languido «0 capitano, o capitano
dai muscoli pettorali morbidi», Pulcinella,
la Bella Vedova. Teatro classico, ma con
musica folk e jazz; più un unicorno, una
bella nel bosco, un gran balletto da musical di Broadway, canzoni, comizi e monologhi sulla libertà, la censura, il ruolo
dell'arte, e diciannove bravissimi attori in
scena. Gli stessi che, guidati da Tim Robbins e Sabra Williams - una eccezionale
attrice shakesperiana londinese-caraibica - da dieci anni insegnano recitazione
nelle carceri della California.
Decisamente romantico il posto in cui
Arlecchino e Pulcinella hanno trovato la
loro nuova vita. La Actor's Gang ha sede
in un edificio bianco degli anni Trenta,
un'antica sotto stazione ferroviaria, a
Culver City, un tempo povero quartiere di
Los Angeles, ma alle spalle di Hollywood
e accanto ai grandi studios. Il palcoscenico è per nulla tecnologico: assi che scricchiolano, pochi mezzi, i costumi di scena
appesi sulle grucce nelle stanzette che
fanno da uffici, un grande disegno autografato da Dario Fo intitolato Mistero
Buffi) sopra la scrivania del direttore Tim
Robbins. E in effetti, l'atmosfera, per chi
se la ricorda, è quella de La Comune, il
famoso teatro politico milanese degli
anni Settanta. Dappertutto, inviti pressanti a sostenere la candidatura a presidente di Bemie Sanders.
E altrettanto romantica, la storia di
come la nostra Commedia dell'arte abbia
trovato nuova vitainAmerica.All'inizioc'è
un ragazzo che respira musica fin da piccolo perché il padre, Gii Robbins, è un famoso cantante folk sulla scena del village
newyorkese,uno di quelli che ebbero a che
fare con Bob Dylan e Dave Van Ronk. Tim
fa le sue prime esperienze con il teatro di
strada, tendenza «provocazione sociale»,
siamo ai tempi del Vietnam. Poi il ragazzo
si trasferisce a Los Angeles e con alcuni
amici mette insieme una squadra di
softball e una compagnia di teatro sperimentale, la Actor's Gang. Nel 1984, anno
delle Olimpiadi aLos Angeles (culmine del
reaganismo, con l'Urss e tutto il blocco
sovietico che boicottano i giochi) i nostri
ragazzi restano affascinati da una compagnia teatrale francese, il Théatre du Soleil,
che ha portato in America uno Shakespeare rivisitato dall'aria di libertà del maggio '68 parigino. Uno dei loro attori, Georges Bigot, sceglie di fermarsi dopo la tournée e comincia a lavorare con la Actor's
Gang: tema, l'origine del teatro moderno,
ovvero la nostra Commedia dell'arte, dalla quale i nostri rimangono stregati.
«Non solo ce la fece conoscere» dice ora
Tim Robbins, «ma ci insegnò molte cose.
All'epoca noi avevamo energia e anarchia,
ma con Bigot abbiamo imparato il vero
teatro: la disciplina, la regolazione delle
emozioni, l'espressione di diversi gradi di
verità, l'uso che si può fare della libertà.
Ormai sono trent'anni che lavoriamo su
quelle maschere, inventate cinquecento
anni fa. Sono l'universo della compagnia:
l'ufficiale codardo, il servo intelligente, il
vecchio avaro voglioso di donne giovani,
l'amante appassionato, sono diventati la
nostra umanità e ci divertiamo a inserirli
in un paesaggio, in una città mutevole. E
abbiamo ammirazione per quegli attori
che, secoli fa, in una geografia vaga, tra il
nord Italia e la Francia, cominciarono a
portare in giro le loro storie e co sì facendo,
provocarono la rivoluzione dell'arte. Diffusero idee,ribellione raccontando le cose
che vedevano intorno a loro,furono spesso
degli eroi e dei precursori».
«Una delle cose che mi affascina di
più» continua Robbins, «è la fase primordiale di questo
teatro, quella non
scritta. Noi conosciamo i testi della
Commedia, per come ci sono stati
AMMIRIAMO
QUEGLI ATTORI
consegnati, in parCHE, SECOLI FA,
ticolare da Carlo
DIFFUSERO IDEE
Goldoni, ma i giulRACCONTANDO
lari e le loro maLE COSE CHE
schere esistevano
VEDEVANO
MEDIA
già da due secoli: canovacci, improvvisazioni, flash mob. Recitavano agli angoli
delle strade, trasportavano notizie. Non
erano dei predicatori, non si potevano
permettere di essere imprecisi o noiosi o
saccenti. Non lo facevano per denaro, ma
perpiacere, si divertivano della vita. Raccontavano che cosa fanno i ricchi dei loro
corpi e dei loro soldi, come sono trattati
gli umili, la speranza di amore, le novità
della scienza».
«Nel lavoro che oggi portiamo nelle
carceri californiane e che vedrete a Spoleto, Arlecchino parla della differenza tra
servo e schiavo, si chiede se viene dall'Africa, quanto il suo padrone l'abbia pagato, che cosa sono lemonete del suo salario.
Io credo davvero che i giullari facessero
discorsi simili sulle piazze italiane del
Cinquecento. Dalle ricerche storiche, sappiamo che all'epoca in Italia esistevano,
accanto ai servi, anche gli schiavi - ci sono
pitture di Arlecchino con la pelle nera - e,
dunque: come sottrarsi al fascino di rivedere quel mondo trasportato nella
2
COPERTINA 0 IN UN MONDO CHE
Mozart, Omero,
latechno...
Da oggi,
tutti al Festival
di Spoleto
SARA WOLFGANG AMADEUS MOZART
A INAUGURARE OGGI LA NUOVA EDIZIONE DEL
FESTIVAL DEI 2MONDI DI SPOLETO. LA 59ESIMA
E LA NONA SOTTO LA DIREZIONE - FORTUNATISSIMA: 70 MILA PRESENZE NEL 2015 CONTRO
LE 5 MILA DEL 2007 - DI GIORGIO FERRARA.
REGISTA ANCHE DEL PRIMO SPETTACOLO IN
CARTELLONE, QUELLE NOZZE DI FIGARO CHE
NEL 1786, ANNO DELLA PRIMA RAPPRESENTASOPRA, ROBBINS CON KEVIN BACON IN MYSTIC RIVER (2003). SOTTO, IN LEALI DELLA LIBERTA (1994)
E SUL SET DEL SUO DEAD MAN WALKING CON SUSAN SARANDON E SEAN PENN (1995).
NELL'ALTRA PAGINA, LA BAND TIM ROBBINS & FRIENDS: SUONERÀ A SPOLETO DOMENICA 26 GIUGNO
ZIONE VIENNESE, DIEDERO SCANDALO PER LE
SFERZANTI CRITICHE ALLE CLASSI PRIVILEGIATE DELL'EPOCA. CON SCENOGRAFIE FIRMATE
DALLA COPPIA DA OSCAR DANTE FERRETTI
E FRANCESCA LO SCHIAVO, L'OPERA
APRE IL SIPARIO NEL TEATRO NUOVO GIAN
CARLO MENOTTI, DANDO IL VIA A17 GIORNI
DI SPETTACOLI, MOSTRE ED EVENTI. TRA GLI
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE, ROBERT
WILSON CON IL SUO TRIBUTO A JOHN CAGE (7
E 8 LUGLIO), LA DECADANCE DELLA BATSHEVA
DANCE COMPANY (1-3 LUGLIO), L'INCONTRO
TRA IL DJ TECHNO JEFF MILLS E L'ORCHESTRA
ROMA SINFONIETTA (8 LUGLIO), LA RILETTURA
DI EMMA DANTE DEL CAPOLAVORO DI OMERO
nostra modernità, nell'ingiustizia razziale di oggi, nelle migrazioni di intere popolazioni che arrivano sulle spiagge d'Europa, nei neri che affollano le carceri americane? Per me, quell'antico modo di fare
teatro è forse la forma più alta di tutta la
libertà artistica. E ricordiamoci anche che
quei giullari venivano anche chiamati a
corte - come in Francia perché il Re voleva
sentire quello che diceva il popolo, ma poi
decideva se mettere o meno una censura.
E sappiamo che il Gonzaga, il duca di
Mantova, fece uccidere gli attori perché si
era sentito offeso o insultato dai loro discorsi. Sono tempi lontani? No, sono oggi.
Oggi sono stati uccisi a Parigi i giullari di
Charlie Hebdo, oggi il potere è sempre più
intollerante, sia in America che sotto il
Califfato».
Saràil teatro a salvareilmondo? Saranno i libri e non le bombe? Saranno Arlecchino, Colombina e Pantalone, i non eroi,
ma semplicemente esseri umani? Tim
Robbins è convinto di sì. L'arte, alla fine,
sarà quella cosa che salverà il mondo. E il
teatro in particolare.
Storia esemplare e unica, la sua. Hollywood gli ha dato parecchio, ma lui non
la ama. È stato l'attor giovane, ingenuo e
snello, che arriva come talentuoso, ma
acerbo battitore nella squadra di baseball
dei Bull Durham, e consegnato alle cure
della superfan, una favolosa Susan Sarandon («ti conviene: tutti quelli che sono venuti a letto con me hanno migliorato il
loro rendimento»), che diventerà sua coni
pagna nella vita; è stato il sogno di tutti i
prigionieri, il detenuto che evade con destrezza nelle Ali della libertà; è stato premio Oscar per il ragazzo seviziato in Mystic River di Clint Eastwood; è stato uno
degli attori preferiti di Robert Altman e lui
stesso poi il regista di quel capolavoro di
Dead Man Walking, il film che ha davvero
messo in discussione la pena di morte
negli Stati Uniti. Oggi, a 57 anni è un massiccio gigante che mantiene le grazie
dell'adolescente e una passione per un
teatro povero, ribelle, libero.
Signor Robbins, qual è lo stato
MEDIA
{ODISSEA AIR, 6-10 LUGLIO) E QUELLA DI
LILIANA CAVANI DI FILUMENA MARTURANO,
CON MARIANGELA D'ABBRACCIO (1-3 LUGLIO).
E POI L'INCHIESTA SU GESÙ DI CORRADO
AUGIAS ((1-3 LUGLIO) E, A CHIUDERE, IL DOPPIO
OMAGGIO AL BAROCCO DELLA FONDAZIONE
CARLA FENDI, CON IL VESPRO DELLA BEATA
VERGINE DI MONTEVERDI (CHIOSTRO DI
SANT'EUFEMIA, 9 LUGLIO) E LA PERFORMANCE
CANGIANZE: UINGANNO DEL BAROCCO. IDEATA
E DIRETTA DA QUIRINO CONTI, ANDRÀ IN
SCENA IL 10 LUGLIO NEL RESTAURATO TEATRO
CAIO MELISSO SPAZIO CARLA FENDI,
DOVE IN SERATA VERRÀ CONSEGNATO
IL PREMIO DELLA FONDAZIONE AL MAESTRO
ANTONIO PAPPANO, CHE CHIUDERÀ LA
KERMESSE DIRIGENDO L'ORCHESTRA DI SANTA
CECILIA INSIEME A STEFANO BOLLANI NEL
CONCERTO CON MUSICHE DI SCHONBERG,
GERSHWIN E LEHÀR. (PER INFORMAZIONI:
FESTIVALDISPOLETO.COM.Ì
FESTIVAL
DEI
2MONDI
dell'arte oggi in America?
«Tragico.Tuttalaproduzione televisiva
un tempo era in mano a 500 persone e ora
a 12. E fanno a gara a proporre al pubblico
il peggio della nostra natura: violenza,
sopraffazione, razzismo. Il cinema ha
perso coraggio e funzione: andarci è diventato una scusa per poter controllare la
mail e mandare messaggi».
C'è qualcosa che salverebbe?
«Jon Stewart, il suo show televisivo è
vero teatro libero».
Lo spettacolo della politica?
«È osceno. Nessim politico ha grazia.
Abbiamo un candidato a presidente, Trump,una persona che dice tranquillamente
che vuole deportare dieci milioni di immigrati, che vuole costruire un muro con il
Messico, che aizza alla pulizia etnica. Ci
sarebbe da vergognarsi, e invece la televisione ce lo propone tutti i giorni. Ci fanno
sentire i suoi comizi, intervistano i suoi
sostenitori che vanno ai suoi comizi per
"sentire la verità". Ci dicono che è la risposta alla rabbia del popolo. Una rabbia di
cuiTrump si è preso il monopolio».
Come sarà il suo 1984 a Spoleto?
«La saga del potere, revisited. Orwell lo
scrisse pensando a Stalin, col quale però
noi eravamo alleati: l'Occidente,l'eurasia,
il dominio del mondo, la riscrittura del
passato. Nella nostra versione ci sarà,
all'inizio, l'uomo incappucciato nella prigione di Abu Ghraib. Ci sarà la guerra che
abbiamo fatto in Iraq, la più terribile nella
storia dell'umanità. E di cui l'Isis è solo lo
specchio postumo».
Il teatro deve fare politica?
«Certo! Io l'ho
sempre fatta. Il teatro è la politica.
Vuol sapere perché
andiamo a portare
Arlecchino nelle
ABBIAMO
UN CANDIDATO
prigioni? Perché
PRESIDENTE CHE
sono lo scandalo
DICE DI VOLER
della cosiddetta
DEPORTARE
democrazia ameriDIECI MILIONI
DI IMMIGRATI
cana. Milioni di
wk
MEDIA
persone - negli ultimi trent' anni - in America, sono state arrestate, condannate,
imprigionate solo perché erano povere,
nere, ispaniche. Il sistema delle prigioni
americane è ancora ispirato allo schiavismo: lo schiavo deve essere punito, terrorizzato. E così fanno ancora. Li hanno disumanizzati e, anche quando hanno finito
la pena, hanno tolto loro il diritto di voto.
Milioni di potenziali Arlecchini, davvero!
Ma sono anche fiero dei nostri risultati. I
detenuti che hanno fatto teatro con noi
sono diventati più forti, più empatici, più
sicuri di sé, quando escono hanno il minor
tasso di recidive, sono diventati più coscienti dei loro diritti».
Arlecchino, grazie.E grazie anche aTim
e Sabra Williams. Bella l'idea di giocare
con la C ommedi a dell ' arte nelle carceri. Se
ha funzionato inAmerica, chissà che effetti potrebbe avere in Italia, che la Commedia dell'arte l'ha inventata e in cui il carcere - invocato, temuto - è ormai parte
integrante del nostro paesaggio.
Enrico Deaglio