15/10/2014 QN - La Nazione - Siena Pag. 7 (diffusione:136993, tiratura:176177) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuove tecniche per combattere il cancro Intervento con il robot che asporta il colon Operazione unica in Italia eseguita alle Scotte dal professor Roviello INTERVENTO effettuato sottoponendo il paziente ad un'unica posizione; minore tempo effettivo dell'operazione; più rapida ripresa delle funzioni da parte del paziente stesso; e, infine, asportazione preventiva per scongiurare l'insorgere di un tumore. Innovazione e tanti benefici in ambito chirurgico trovano un caso esemplare nell'intervento effettuato al policlinico Le Scotte, dove grazie alla robotica è stato asportato totalmente un colon con tecnica unica in Italia. Il caso si è presentato con una giovane paziente con una malattia ereditaria, la poliposi familiare, in cui il colon genera continuamente polipi che possono trasformarsi in cancro, con altri casi in famiglia. «La paziente era già stata sottoposta a screening genetico e, in casi come questo, c'è l'indicazione a effettuare una colectomia preventiva» introduce così la non rara scena il professor Franco Roviello, responsabile Chirurgia generale e tecniche mini-invasive del policlinico. E' nell'approccio all'intervento invece la novità: per l'asportazione totale del colon in via laparoscopica, solitamente, è infatti necessario spostare la posizione del paziente sul tavolo operatorio per ben tre volte, allungando così molto i tempi d'intervento. «L'innovazione pensata ed introdotta dal nostro gruppo - spiega quindi il primario - semplifica questo tipo di problematiche: è infatti possibile posizionare il robot tra le gambe del paziente allungando i bracci verso la testa; vengono quindi praticati quattro incisioni sull'addome, due da un centimetro e due da sette millimetri. Con l'introduzione della telecamera e degli strumenti robotici si effettua prima l'asportazione del colon destro, poi si passa a sezionare il colon traverso ed infine si procede verso la parte sinistra asportando il colon discendente, il sigma e buona parte del retto; l'organo si dispone come una cornice all'interno della cavità addominale. Si pratica infine una piccola incisione trasversale nella parte bassa dell'addome da cui si asporta tutto l'organo sezionato durante la procedura robotica. In questa condizione patologica, altrimenti, il tumore può nascere in qualsiasi punto del grosso intestino, rendendo necessaria la sua asportazione in toto». SONO DUNQUE l'unica posizione e la mini invasività dell'intervento robotico ad aver dato luogo ai tanti benefici che si sono trovati in questo caso affrontato in modo particolare: «Tecnicamente - conclude Roviello - definiamo questa manovra 'un solo docking robotico', effettuata da noi per la prima volta in Italia. Con la chirurgia tradizionale questo intervento richiederebbe circa tre settimane di degenza; con la tecnica robotica invece la paziente è stata operata il martedì e dimessa la domenica». Se il robot arriva laddove non arriva la mano umana, sono però solo l'ingegno e la capacità del team di professionisti in carne ed ossa a guidare il macchinario non pensante: all'intervento hanno partecipato, oltre al professor Franco Roviello, i chirurghi Riccardo Piagnerelli, Edda Caputo e Roberto Benigni, l'anestesista Lucia Bobbio e gli strumentisti Melanie Echevarria, Pasquale Malavita, Gemma Barbini e Massimo Scali. Image: 20141015/foto/4345.jpg SCENARIO CHIRURGIA ROBOTICA - Rassegna Stampa 16/10/2014 8