da lunedì 28 AGOSTO a lunedì 4 SETTEMBRE 2017 EPIRO IN VIAGGIO TRA GRECIA E ALBANIA METEORE DODONA IONNINA NIKOLOPIS BUTRINTO GIROCASTRO ISOLA DI CORFÙ (durata 8 giorni – 7 notti) Hellàs e Héllenes erano i nomi con cui gli antichi Greci designavano la propria patria e il proprio popolo ma nell’uso moderno essi risultano del tutto soppiantati dal termine Grecia. Un’affascinante ipotesi suggerisce che Graeci fosse la trascrizione del nome Graikòi, appartenente a una tribù dell’Epiro che probabilmente venne a contatto per prima con i Romani, i quali denominarono in questo modo tutti gli abitanti di quella regione. Questa etimologia rappresenta un curioso paradosso perché l’Epiro, un territorio scosceso e in antico inaccessibile, resta sempre ai margini del mito e della storia dei Greci. Ma ci sono delle straordinarie eccezioni, una soprattutto: nell’entroterra epirota, non distante dalla moderna Ioànnina, in uno spettacolare panorama di foreste e dirupi si trovava il più antico santuario oracolare venerato da tutte le stirpi della Grecia. Aveva nome Dodòna ed era sacro a Zeus. Nonostante la formidabile concorrenza di Delfi conservò durevole prestigio e ampio concorso di pubblico, come dimostrano oggi i suoi resti archeologici, in particolare il grandioso teatro di età ellenistica. Questo viaggio è dedicato all’antica regione dell’Epiro, percorre strade che attraversano i moderni territori della Grecia nord-occidentale e dell’Albania meridionale: la greca Iònnina e l’albanese Girocastro, inaspettate per storia e bellezza, sono oggi le due città principali, mete fondamentali di questo nuovo e originale percorso. Lunedì 28 agosto ROMA – SALONICCO - VERIA Appuntamento con il gruppo alle ore 9:00 all’aeroporto di Roma Fiumicino (Terminal 3), al chek-in della compagnia Aegean Airlines per il volo delle ore 11:00 per Atene. Arrivo previsto alle ore 14.00. Successivo volo Aegean per Salonicco delle ore 15:55, con arrivo previsto alle ore 16:50. Trasferimento in pullman per la cittadina di Veria. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Veria. Martedì 29 agosto VERGINA E LE TOMBE REALI MACEDONI LE METEORE E I MONASTERI SOSPESI Prima colazione e partenza per la visita di Verghìna; successivo trasferimento a Kalambàka e nel pomeriggio visita alle Meteore. Successiva partenza per Ioànnina. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Ioànnina. Lungo il percorso che dalla Macedonia ci conduce in Epiro, fino alla città di Ioànnina, oggi non possiamo trascurare due tappe fondamentali, una alle tombe reali macedoni a Verghìna e l’altra ai monasteri delle Meteore. Verghìna si trova a circa 80 chilometri a nordovest di Salonicco: era la capitale politica dei Macedoni, dalle origini molto antiche e senza dubbio uno dei siti archeologici più importanti della Grecia. Gli scavi nell’area hanno riportato alla luce parti delle mura della città, il palazzo, il teatro, edifici sacri, l’agorà e diversi edifici pubblici. Di grande importanza sono i resti provenienti dall’area dell’Acropoli fortificata, da cui sono emerse le tombe reali con importanti tesori appartenenti alla dinastia di Alessandro il Grande. Era l’anno 1937 quando venne scoperto a Verghìna un grande tumulo del diametro di 110 metri e a partire dal 1950 si portarono alla luce altre tre tombe clamorose, oltre alle fondamenta di un palazzo: erano i resti delle tombe sepolcrali della famiglia reale macedone e dell’ultima dimora di Filippo II, padre di Alessandro. Risale al 1978 il più recente rinvenimento di un’ulteriore tomba reale, conservata completamente intatta, e i cui ricchi corredi sono esposti nel Museo Archeologico di Salonicco. Metèora significa sospeso nell’aria e rappresenta uno dei principali raggruppamenti di monasteri della Grecia, secondo solo a quelli del monte Athos, collocato sul bordo nord occidentale della pianura della Tessaglia. I primi insediamenti risalgono all'XI secolo, quando i primi eremiti occuparono alcune grotte nei fianchi dei dirupi. Nei pressi della formazione rocciosa detta "Dupiani", agli inizi del XII secolo si formò una comunità di asceti che dette avvio ad uno stato monastico organizzato. Nel XIV secolo, allo scopo di difendersi dai turchi, furono costruiti monasteri sulle cime di rocce inespugnabili. Dei 24 monasteri edificati con enormi sacrifici in cima a falesie di arenaria, attualmente solo sei sono ancora abitati, in parte recuperati dopo anni di abbandono: il Sacro Monastero del Grande Meteoron, il più grande dei monasteri che si trovano nella località di Metéora, il Sacro Monastero di Varlaam, il Sacro Monastero di Rousanou - Santa Barbara, fondato intorno alla metà del XVI secolo, il Sacro Monastero di San Nicholas Anapausas, costruito nel XVI secolo, il Sacro Monastero di Santo Stefano e il Monastero della Sacra Trinità, situato in cima ad uno strapiombo, edificato nel 1475 e ristrutturato varie volte tra il 1684 e il 1741. Mercoledì 30 agosto DODÒNA E IOÀNNINA In mattinata visita dell’antico sito di Dodòna, sede di un importante oracolo dedicato a Zeus, e del suo teatro, tra i meglio conservati in Grecia. Nel pomeriggio visita di Ioànnina, situata sull'omonimo lago: la città vecchia con i quartieri turchi e le moschee, il castello e il museo archeologico. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Ioànnina. Nella città di Dodòna si trovava un oracolo dedicato a due divinità pelasgiche: Zeus, re dell'Olimpo, e la Dea Madre, identificata con Dione. Secondo quanto riportato da Erodoto Dodona fu il più antico oracolo di tutta la Grecia, datandolo in epoca pre-ellenica forse addirittura risalente al II millennio a.C. I sacerdoti e le sacerdotesse interpretavano il fruscio delle foglie di quercia o di faggio per predire il futuro e assicurare la benevolenza delle divinità. In età arcaica, all'epoca in cui Omero compose l'Iliade, non era presente alcun edificio nel sito, e i sacerdoti dormivano sul terreno senza alcun riparo. Nonostante non riuscisse ad eclissare la fama e ricchezza dell'oracolo di Apollo a Delfi, Dodòna acquistò allo stesso modo una certa importanza e celebrità fra i Greci. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, che narra dei viaggi di Giasone e degli Argonauti, la nave Argo aveva la capacità di profetizzare perché un'asse della sua carena era stata intagliata nel legno di una quercia proveniente da Dodòna. Nel III secolo a.C. Pirro, celebre re dell'Epiro, fece ricostruire il santuario di Zeus in maniera grandiosa, e aggiunse molti altri edifici con festeggiamenti che prevedevano giochi atletici, agoni musicali e tragedie da rappresentarsi nel teatro. Furono costruite delle mura che circondavano l'oracolo e gli alberi sacri, così come vennero edificati i templi di Eracle e Dione. Pirro re dell'Epiro tra il 306 e il 272 a.C., appartenente alla casa degli Eacidi, dichiarava di discendere da Neottolemo figlio di Achille, e imparentato agli Argeadi e quindi ad Alessandro Magno: la storia lo accredita come uno dei principali antagonisti della Repubblica Romana. Anche se non fu sempre un re saggio e men che mai moderato, la sua leadership fu instancabile e vivace. È ricordato come uno dei più brillanti capi militari del suo tempo, classificato da Annibale stesso come il secondo più grande, dopo Alessandro Magno. Pirro passò anche alla storia come una persona molto generosa ma fu proprio questa la sua più grande debolezza politica infatti lasciò per i doni, le spese militari e gli aiuti ai cittadini, le casse dello stato in crisi. Si dimostrò tuttavia molto attivo e capace: riorganizzò lo stato rafforzando i propri poteri, organizzò un governo centrale e abbellì le città. Purtroppo, non lasciando un successore degno di nota, l'Epiro decadde e divenne vassallo prima della Macedonia, poi degli Etoli e infine fu occupato da Roma. Scrisse un memoriale e diversi libri sull'arte della guerra, testi che andarono perduti nonostante le influenze che lasciarono in seguito su Annibale e gli elogi che ricevettero da Cicerone. Nel 281 a.C. la città di Taranto entrò in conflitto con Roma e stava preparandosi a un attacco che le avrebbe inferto una dura sconfitta. Roma era già diventata una potenza egemone, e si muoveva con l'intenzione di sottomettere tutte le città della Magna Grecia. Per questo i Tarantini inviarono speranzosi una delegazione da Pirro perché intervenisse e la salvasse da una inevitabile capitolazione. Pirro, già desideroso di vittorie, vide la possibilità di fondare senza sforzi un regno in Italia, nonché quella di conquistare la Sicilia ed espandersi fino in Africa; inoltre, fu incoraggiato nell'impresa dalle predizioni dell'oracolo di Delfi, nonché dall'aiuto dei re ellenistici: Tolomeo gli fornì truppe mentre Antigono II una piccola flotta ed Antioco I danaro. Pirro sbarcò in Italia nel 280 a.C. con 3.000 cavalieri, 2.000 arcieri, 500 frombolieri, 20.000 fanti oltre a 20 elefanti da guerra, che per la prima volta appaiono sul suolo italico. Dopo la vittoriosa battaglia di Ascoli Satriano, Plutarco narra che: …gli eserciti si separarono; e, da quel che si dice, Pirro rispose a uno che gli esternava la gioia per la vittoria che "un'altra vittoria così e si sarebbe rovinato". Questo perché aveva perso gran parte delle forze che aveva portato con sé, quasi tutti i suoi migliori amici e i suoi principali comandanti; non c'erano altri che potessero essere arruolati, e i confederati italici non collaboravano. Dall'altra parte, come una fontana che scorresse fuori dalla città, il campo romano veniva riempito rapidamente e a completezza di uomini freschi, per niente abbattuti dalle perdite sostenute, ma dalla loro stessa rabbia capaci di raccogliere nuove forze, e nuova risolutezza per continuare la guerra… Una vittoria di Pirro è diventata, da questi fatti, una battaglia vinta a un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto da far sì che la stessa scelta di scendere in battaglia, nonostante l'esito vittorioso, conduca alla sconfitta finale. Pirro a Eraclea e ad Ascoli Satriano subì, pur nella schiacciante vittoria, perdite così alte da essere in ultima analisi incolmabili, condannando il proprio esercito a perdere, alla fine, la guerra pirrica. Le pittoresche stradine di Ioànnina, il lago con la sua isola abitata, le testimonianze di età romana, le chiese bizantine, le moschee della città ottomana, danno a questo importante centro del nord-ovest della Grecia un particolare fascino. Successivamente al periodo dell’imperatore Giustiniano Ioànnina diventò un'importante città dell'Impero Romano d'Oriente e, più tardi, del Despota dell'Epiro e della Grecia sotto l'occupazione turca. Nella sua lunga storia ha ospitato popoli di diversa cultura, che hanno lasciato tracce indelebili sia nell'architettura che nella fisionomia stessa della città e proprio quest'armoniosa commistione ancora oggi riesce ad affascinare il visitatore. Il panorama sulla città vecchia e le sue moschee, oltre al castello, rappresenta la ricca testimonianza di secoli di storia, dall'età bizantina fino alla dominazione ottomana, quando convivevano comunità cristiane, musulmane ed ebraiche. Al centro del lago Pamvòtida si trova una piccola isola abitata da circa 450 persone, ricca di fiori e di bellezze naturali, con un incantevole piccolo borgo dalle stradine lastricate e dalle case costruite secondo la tradizione locale, testimoni di una storia millenaria. Nella tarda età bizantina l'isoletta diventò un importante centro religioso, con molti monasteri e chiese decorate con magnifici affreschi, conservati ancor oggi. Giovedì 31 agosto NIKOPOLIS E IL NEKROMATION L’antica Nikòpolis, la città augustea, il centro religioso del Nekromation, dove ci si recava per chiedere l'oracolo ai morti, e il fiume Acheronte, rappresentano i grandi temi di questa giornata. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Ioànnina. Actia Nicopolis ovvero la città della Vittoria di Azio, rappresenta anche la prima fondazione coloniale di Augusto che volle così celebrare la sua vittoria epocale su Antonio e Cleopatra del 31 a.C., fondando nell’area dove si era accampato il suo esercito una città di veterani mescolati a Greci della regione. Questa celebre battaglia navale ebbe un’importanza decisiva per la storia di Roma decretando la vittoria di Ottaviano nell'ultima guerra civile di età repubblicana; in questo senso segna simbolicamente il tramonto definitivo della repubblica romana e il passaggio al nuovo principato sanzionato nel 27 a.C. dal conferimento a Ottaviano del titolo di Augusto. La concezione geografica degli antichi Greci poneva il regno dei morti all’estremità occidentale del mondo conosciuto che coincideva con la costa più occidentale del loro orizzonte geografico. Per questo la localizzazione dell’ingresso nell’Ade alle foci dell’Acheronte è antichissima e la prima descrizione dell’oracolo dei morti sull’Acheronte si trova nell’Odissea, quando Circe spiega a Ulisse come farsi dare dall’indovino Tiresia la strada di ritorno ad Itaca. Venerdì 1 settembre IN ALBANIA: BUTRINTO In mattinata trasferimento in Albania e giornata dedicata alla visita del sito e del museo dell'antica Butrinto. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Girocastro. Butrinto, vicino al confine moderno con la Grecia e di fronte l’isola di Corfù, era conosciuta in antichità come Bouthroton dai Greci e Buthrotum dai Latini. Il sito è collocato in posizione strategica molto rilevante e in un contesto naturale straordinario, in una laguna presso il canale di Vivari e lo sbocco in mare. I resti archeologici più antichi la datano ad un periodo compreso fra il X e l'VIII secolo a.C. e a partire dal IV secolo a.C. crebbe in importanza comprendendo un teatro, un tempio dedicato ad Asclepio e un'agorà. Nel 228 a.C. Butrinto divenne protettorato romano insieme a Corfù, e successivamente parte della provincia dell'Illyricum. Nel 44 a.C. Cesare designò Butrinto come colonia per ricompensare i soldati che avevano combattuto per lui contro Pompeo, cosa che venne ripetuta nel 31 a.C. da Augusto, fresco vincitore della Battaglia di Azio, il quale fece di Butrinto ancora una colonia di veterani. I nuovi residenti espansero la città e, fra l'altro, costruirono un acquedotto, le terme, un foro e un ninfeo. È assai lunga la storia di questo centro, che passa attraverso le vicende dell’impero bizantino e delle invasioni barbariche, l’espansione veneziana dell’Adriatico e la dominazione ottomana fino a diventare, come oggi, parte della nazione indipendente di Albania dall’anno 1912. Sabato 2 settembre IN ALBANIA: GIROCASTRO Intera giornata dedicata alla visita della città di Girocastro, pittoresca per posizione e per le sue bellissime case ottocentesche, dominata da un'elegantissima cittadella fortificata posta a controllo del fiume Drino. Al termine partenza per Ioànnina. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Ioànnina. Girocastro, o meglio ancora Argirocastro nella lingua dei Greci che in questa città costituiscono un’importante minoranza, significa la Fortezza d’Argento. Rappresenta una delle più antiche città albanesi; importante punto di incontro tra le culture greca, romana, bizantina, turca e albanese. Nella sua storia più recente, durante la prima guerra balcanica del 1912-1913 la città venne reclamata, senza successo, dalla Grecia, mentre durante la seconda guerra mondiale la città fu occupata a più riprese dagli Italiani, dai Greci stessi e dai Tedeschi, prima di tornare sotto il controllo albanese nel1944. Il regime comunista che si insediò dopo la guerra sviluppò qui un polo industriale e commerciale. Venne elevata allo status di città-museo principalmente perché era il luogo di nascita del dittatore Enver Hoxha, che nacque qui nel 1908. La sua casa natale venne trasformata in un museo che divenne il punto focale del culto della personalità del presidente. Dopo la crisi che colpì il paese e l’economia della città negli anni ’90, oggi Girocastro è il centro più importante dell'Albania meridionale, centro amministrativo, universitario e imprenditoriale, oltre ad essere uno degli importanti centri culturali e turistici del Sud Albania. Per le sue caratteristiche uniche e i valori storici ed architettonici dal 2005 Argirocastro fa parte dei centri mondiali protetti dall'UNESCO. Il Castello è la costruzione più imponente del suo centro storico, costruito su un grande masso di roccia che assomiglia a un'immensa nave da combattimento. Il caratteristico Bazar rappresenta un'altra testimonianza della vitalità e originalità di questo centro. Domenica 3 settembre ISOLA DI CORFÙ L’ultima tappa di questo ricco itinerario è l’isola di Corfù. Pranzo libero. Cena e pernottamento a Corfù. Nel mito l’isola di Corfù fu prodigo luogo di sosta per Giasone e gli Argonauti, mentre nell’Odissea viene citata col nome di Scheria, identificata con isola dei Feaci dove Ulisse approdò forzatamente una volta fuggito da Calipso, incontrandovi da naufrago la principessa Nausicaa. L’isola viene denominata nella sula lunga storia in diversi modi: Makris (= la lunga), Drepanon (= la falce), Scheria, perché su preghiera di Demetra il dio Poseidone fermò gli schin, i depositi alluvionali, affinché l’isola non si unisse alla terraferma. E ancora quello attuale di Kérkyra, derivato dal nome della ninfa amata da Poseidone che la portò in quest’isola dandole il suo nome; dal loro amore nacque Feacas, capostipite, appunto, dei Feaci. Molti studiosi ritengono che il mito della ninfa Kerkyra sia da collegarsi etimologicamente alla parola di origine bizantina Koryfò, il nome dell’Acropoli situata di fronte alla città odierna. Dalla parola Koryfò proviene finalmente il nome latino di Corfù con cui l’isola viene oggi comunemente chiamata dai non Greci. La storia dell’isola è lunga e straordinaria, legata a tutte le fasi storiche del Mediterraneo orientale, dalle fasi di colonizzazione di Eubei e Corinzi alle alleanze con Atene durante le guerre del Peloponneso, fino alla inesorabile dominazione romana. Di grande importanza per i destini dell’isola fu la sua lunga appartenenza alla Serenissima Repubblica di Venezia: Nel 1149 i Bizantini con la flotta alleata veneziana riuscirono a liberare l’isola di Corfù dall’occupazione normanna e dopo un'alternanza di invasori, nel 1386, l'isola si offrì ai Veneziani che in cambio lasciarono molte libertà nel campo religioso e sociale. L’egemonia veneziana a Corfù durò per oltre quattro secoli, fino al 1796, periodo in cui, sul modello del regime aristocratico di Venezia, venne organizzata l’amministrazione della stessa isola di Corfù. Gli abitanti vennero quindi suddivisi in tre differenti classi: i nobili, i civili ed i popolari. L’istruzione era organizzata tramite l’insegnamento da parte del clero all’interno dei monasteri, mentre alle classi più agiate erano consentiti gli studi presso alcuni atenei italiani. I Veneziani inoltre imposero ed incentivarono la coltivazione degli ulivi, gettando importanti basi per il futuro economico dell’isola, permettendo allo stesso tempo un prezioso e costante rifornimento di olio alla città di Venezia. Anche dal punto di vista architettonico i Veneziani hanno lasciato un grande patrimonio caratterizzando dal punto di vista urbanistico il capoluogo dell'isola. La lunga dominazione veneziana ha permesso a Corfu di essere oggi una delle poche zone della Grecia a non aver subito nel passato l’opprimente egemonia dei turchi ottomani. L'Imperatrice Elisabetta d'Austria, molto nota col nome di Sissi, amava la Grecia e l’isola di Corfù, e qui si fece costruire a Corfù una villa che chiamò Achilleion, dedicata quindi alla figura dell’eroe omerico Achille. E in questi luoghi che l’imperatrice alleviava i suoi problemi di salute e la sofferenza per la perdita dell’unico figlio maschio morto suicida dopo i drammatici fatti di Mayerling. Lunedì 4 settembre CORFÙ - ATENE - ROMA In mattinata volo di rientro per Roma con cambio volo ad Atene. Arrivo a Roma Fiumicino previsto alle ore 16.40. il programma, nel corso di svolgimento, potrebbe subire per motivi organizzativi modifiche nella sequenza delle visite ma non nei suoi contenuti Viaggio in Epiro, 28 agosto - 4 settembre 2017 Programmazione e Conduzione / Associazione Culturale Flumen, Piazza Pompei 14 – Roma Organizzazione tecnica / tour operator “The Partner”, via G.Sommeiller 13 – Roma SCHEDA TECNICA VIAGGIO CONDOTTO DA: Barbara Di Lorenzo Gabriele Rossoni LA QUOTA PREVEDE Voli di linea Roma-Atene-Salonicco e Corfù-Atene-Roma con Aegean Airlines Pernottamenti in hotel categoria 4* Tutte le cene Trasferimenti con pullman privato Trasferimenti in traghetto sul lago di Ioànnina e nella tratta Igoumenitsa-Corfù Presenza di una guida greca e albanese durante il viaggio Assicurazione Viaggio Sistema di amplificazione Assistenza tecnica e culturale durante il viaggio di Barbara Di Lorenzo e di Gabriele Rossoni LA QUOTA NON PREVEDE Gli ingressi a monumenti e musei in programma Eventuali mance Le bevande ai pasti Tutti gli extra a carattere personale Tutto quanto non espressamente riportato alla voce “la quota prevede” QUOTE DI PARTECIPAZIONE A PERSONA EU 2.080,00 con un gruppo di 15-20 partecipanti EU 1.850,00 con un gruppo di 21-25 partecipanti EU 1.740,00 con un gruppo di 26-30 partecipanti EU 230,00 supplemento camera singola EU 15,00 quota di iscrizione annuale a Flumen (se prevista) POSTI LIMITATI IN CAMERA SINGOLA Il numero delle camere singole è limitata e invitiamo le persone che viaggiano sole a mettersi a disposizione per condividere la camera con un compagno di viaggio. ISCRIZIONE AL VIAGGIO E MODALITÀ DI PAGAMENTO Per motivi legati alla rapida conferma dei servizi, l’iscrizione al viaggio deve pervenire quanto prima, possibilmente non oltre la data del 15 giugno ai seguenti numeri: 06.45504424 oppure scrivendo una mail a [email protected] Le modalità del pagamento verranno diramate tramite comunicazione direttamente a tutti gli iscritti. All’atto dell’iscrizione dovrà essere versato un acconto dell’importo di € 500 La sottoscrizione della polizza assicurativa di annullamento viaggio è facoltativa, il costo è calcolato sulla base della spesa finale sostenuta e va richiesta all’atto dell’iscrizione.