Acquariforum
Fondo per un acquario di barriera
Inviato da Webgandalf
Tante volte sentiamo chiudere il discorso fondo con un:" O ne metti più di 10 cm o ne metti solo una spolverata ". Vorrei
approfondire con voi questo argomento esaminando il perchè di queste due scelte. Iniziamo dal perchè nell' acquario
non si può fare un bel fondo da 4-5 cm come si fa nell' acquario dolce ma si devono rispettare delle regole ben precise.
Partiamo da una regola generale:
Nell' acquario marino gli inquinanti devono essere al minor livello possibile. In questo caso l' inquinante che ci interessa è
l' NO3 ed in misura minore il PO4.
Un acquario marino è in grado di smaltire un forte quantitativo di inquinanti grazie alle rocce vive ma, comunque, è
buona norma non crearsi problemi quando questi possano essere facilmente evitati.
Ora sappiamo che su qualunque superficie in acquario si forma uno strato batterico che contribuisce al corretto
andamento delle nostre vasche.
Facendo le cose semplici questo strato batterico cattura gli NO2 nocivi e li converte in NO3 non più dannosi per la salute
dei pinnuti . Fin qui tutto bene. In un acquario dolce il quantitativo di NO3 sopportabile dai pinnuti è alto ed in più
abbiamo le piante che ci aiutano a tenere questo valore sotto controllo.
In un Reef salta subito all' occhio che qualcosa manca ... le piante appunto. Per i reefer i consumatori di NO3 sono le
rocce vive.
Nonostante noi si disponga di questo aiuto le rocce vive non sono in grado di assorbere e convertire NO3 a livelli
indefiniti e proprio per queste si tenta di ridurre il più possibile gli inquinanti per evitare di “sovraccaricarle “.
Un valore elevato di nitrati porterà sia la classica formazione e crescita di alghe come in un dolce sia dei danni ai coralli ed
alla loro crescita.
Vediamo, aiutandoci con dei numeri, il come si comportano i differenti tipi di fondo.
Immaginiamo per un secondo che un granello di sabbia abbia un diametro di 1 mm e sia una sfera perfetta ( lo so lo so
... però fatemi semplificare i conto dove posso).
Calcoliamo ora la superficie di contatto a disposizione dei batteri:
A = 4 Pigreco * 0,5 mm al quadrato = (3,141*4)*(0,5*0,5) = 3,141 mm2 per ogni granello di sabbia che inseriamo in
vasca.
Per comodità di calcolo supporremo che la porosità propria di ogni granello di sabbia porti a raddoppiare il valore ottenuto
dando quindi una superficie teorica di 6,282 cm2 per ognuno.
In un acquario marino avremo i seguenti casi:
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Generata: 10 June, 2017, 04:19
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Niente: Supponendo di avere 1 mt2 di base dell' acquario daremo ai batteri, lasciando solo il vetro , una superficie utile di
1 mt2
Una spolverata: diciamo che in un cm2 ci possano stare 100 granelli , avremo quindi 3,141 cm2 di superficie utile per i
batteri ogni cm2 coperto in questo modo.
Proseguendo per assurdo supponiamo di avere una vasca con un fondo coperto di un metro quadro daremo ai batteri
una superficie da coprire pari a 6,282 mt2.
In questo caso immaginavamo SOLO una copertura di un granello di spessore, cosa ovviamente impossibile da fare nel
mondo reale.
Dovremo quindi considerare uno spessore dello strato di sabbia più realistico, diciamo di un cm oppure, per comodità
nostra , di 10 granelli.
In questo caso la superficie a disposizione sarà quindi 10 volte la precedente quindi 62,8 mt2.
Direi che in centro a Milano una simile metratura porterebbe già ad avere un bell' appartamento.
Mettendo 1 cm di sabbia in una vasca con una base da 1 Mt2 abbiamo quindi quasi 63 mt2.
In questo caso , per quanto assurdo , non avremo grossi problemi di nitrati alle stesse.
Una conduzione normale della vasca potrà compensare tranquillamente gli NO3 prodotti da questo strato.
Uno strato bello spesso come purtroppo consigliano molti. 6 cm di sabbia che ai pesci ci piace tanto e fa bella figura (e
non credo di essere stato l' unico a sentire questa frase ).
Se prima avevamo in un cm di spessore 62,8 mt di superficie utile ora dovremo moltiplicare questo valore per 6 ...
avremo la bellezza di 376,8 mt2 a tutti a disposizione dei batteri per fare danni.
Il nostro MT2 di partenza è diventato quindi 376 mt2.
Sarà facilmente deducibile che in Mt2 ci potrà stare un quantitativo n di batteri con una produzione m di NO3.
Nel secondo il quantitativo di batteri sarà 63 volte superiore e allo stesso modo crescerà la produzione di inquinanti.
Nel terzo tentativo sarà 376 volte superiore , la vasca sarà instabile ed il conduttore passerà le serate a tentare di capire
perchè l' NO3 non voglia scendere nonostante tutti i suoi cambi d'acqua.
Abbiamo un ulteriore caso che si differenzia fortemente da tutti quelli esaminati finora.
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Il DSB, deep sand bed. Un fondo molto spesso di sabbia estremamente fine ( Sugar ).
In questi casi si parla di una fondo alto più di 10 cm .
L' obiezione sarà:
Abbiamo visto che un fondo da 6 cm è dannosissimo, figuriamoci uno alto il doppio.
In questo caso però dobbiamo considerare un altro aspetto del comportamento dei batteri che popolano il nostro acquario.
In condizione di ossigeno libero in vasca i batteri si comportano esattamente come abbiamo visto finora, partendo da
NO2 e O2 catturano un O libero, restituiscono come valore NO3.
In un DSB invece ci si viene a trovare in una condizione in cui non vi è O2 libero e quindi i batteri sono obbligati a
procurarsi altrove l' ossigeno necessario alla loro sopravvivenza e lo fanno catturandone uno dagli inquinanti in vasca.
Ne più ne meno la stessa reazione che avviene all' interno di una roccia viva.
Vi è necessità di uno strato alto per fare in modo che nessuna traccia di O2 libero arrivi al livello inferiore obbligando così i
batteri a svolgere ciò che noi vogliamo. Io mi spiego meglio per esempio quindi preferisco anche in questo caso
avvalerneme.
Immaginate una roccia viva di 10 cm di diametro.
La parte dove effettivamente avviene la riduzione dei nitrati è minima , possiamo parlare di una sfera interna del diametro
di un cm3 si e no.
Applichiamo ora il nostro DSB alla vasca da 1 mt2 di prima.
Uno spessore di 10 cm di sabbia ci consentirà di avere un efficace riduzione dei nitrati a ( più o meno ) 2 cm dal fondo.
Cosa comporterà questo?
Che avremo una zona anearobica di 20 cm cubici , molto più di quanto potrebbe fornirci una normale roccia.
Ovviamente i primi centimetri del DSB si comporteranno esattamente come detto prima quindi anche loro produrranno
NO3 ma, l' aumentata superficie anaerobica contribuirà a tenere a bada anche questi.
I vantaggi di un fondo alto non si limitano però , solo , alla sua capacità di ridurre i nutrienti ma permette anche di creare un
ambiente ottimale sia per il sostentamento di alcuni ospiti sia per piccoli crostacei e stelle marine fondamentali nell'
equilibrio della vasca.
Animali come piccole ofiure che si insabbiano alla ricerca di detriti o piccoli organismi planckonici , Anfipodi copepodi e
mysis, considerano preferenziale per la loro crescita questo tipo di substrato.
Oppure diventa un luogo perfetto per appoggiare anemoni della sabbia o tridacne. Anche i pesci che amano rovistare nel
fondo cercando piccoli crostacei apprezzano un fondo di questo tipo che ricrea decisamente di più il loro ambiente
naturale piuttosto di un nudo vetro seppur ricoperto da alghe calcaree.
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Un altro vantaggio è dato da nulla più che il suo colore. Infatti la sua colorazione chiara riflette la luce che lo colpisce
rendendo decisamente più luminosa la vasca e conferendogli un aspetto decisamente più naturale.
Nel caso si intenda allestire un DSB in vasca tutta la vasca dovrà essere ripensata di conseguenza.
Calerà il numero di rocce necessarie per l' allestimento, non si potrà usare KW per l' integrazione del calcio in quanto si
rischierebbero problemi a livello di pH.
Insomma, il DSB è bello ma non è una cosa che possa essere improvvisata. In realtà richiede un deciso approfondimento
da parte di chi intende servirsi di questo complemento statunitense del metodo berlinese.
Un altro modo di allestire il fondo, anche se non più molto popolare, è lo Jaubert.
Un sistema particolare che permette di avere una riduzione di nitrati simile al DSB ma allestito in un modo leggermente
diverso.
Il DSB prevede un fondo unico di sabbia sugar .
Lo Jaubert prevede invece un Plemun , uno spazio vuoto sul fondo che permetta all’ acqua di stazionare. Il
principio di funzionamento è molto simile a quello del DSB che ha preso il sopravvento sul metodo francese dato che è di
molto più semplice realizzazione.
Di Mauro (Webgandalf)
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