CORSO DI TECNICHE E SISTEMI DI TRASMISSIONE FISSI E MOBILI Prof. C. Regazzoni COLLEGAMENTI HERTZIANI 1 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] P. Mandarini, “Comunicazioni Elettriche”, Vol. I e II, Editrice Ingegneria 2000, Roma: 1989. [2] J. G. Proakis, “Digital Communications”, (Terza Edizione), Mc.Graw-Hill, New York: 1995. [3] G. Maral, M. Bousquet, “Satellite Communications Systems” (Terza Edizione), Wiley, 1998. [4] A. Bernardini, “Sistemi di telecomunicazione - Lezioni”, Edizioni Ingegneria 2000, 1989. 2 GENERALITA’ iUn collegamento hertziano tra due punti è realizzato generando un campo e.m. proporzionale al segnale da trasmettere e sfruttando le proprietà propagative di tale campo. iLa conversione da segnale elettrico a campo e.m. viene effettuata da un'antenna detta TRASMITTENTE, mentre la conversione da campo e.m. a segnale elettrico viene effettuata da un'antenna detta RICEVENTE. L'insieme delle apparecchiature di trasmissione, o ricezione, prende il nome di STAZIONE (di trasmissione o ricezione). 3 MODELLO CIRCUITALE DEL COLLEGAMENTO HERTZIANO •Ogni antenna è in grado di effettuare le conversioni in modo ottimale solo se il segnale in transito presenta un'occupazione spettrale percentualmente molto contenuta rispetto alla sua frequenza centrale. •I collegamenti hertziani consentono la trasmissione di soli segnali modulati. Qui consideriamo segnali a banda stretta. Tali segnali possono ritenersi sinusoidi a frequenza portante f p e di ampiezza e fase lentamente variabili nel tempo, tanto che il segnale in transito potrà essere spesso considerato come una sinusoide pura. 4 •La frequenza di portante può anche indicarsi attraverso la corrispondente lunghezza d'onda: λp = c f p in cui c è la velocità di propagazione dell'onda e.m. nello spazio (c=3*108 nello spazio vuoto). •Si può ritenere che il collegamento soddisfi un modello di rete a due porte (vedi Figura slide seguente) con le seguenti notazioni: •impedenza di ingresso: Z AT ( f ) ( Z i ( f ) ) •impedenza di uscita: Z AR ( f ) ( Z u ( f ) ) •funzione di trasferimento intrinseca: H P ( f ) ( H Q ( f ) ) 5 Rete a due porte V1 ( f ) = Z11 ( f ) I1 ( f ) − Z12 ( f ) I 2 ( f ) V2 ( f ) = Z 21 ( f ) I1 ( f ) − Z 22 ( f ) I 2 ( f ) Circuito equivalente di una rete a due porte (passiva) alimentata da un generatore e collegata ad un carico (modello adatto a collegamento hertziano) 6 •La distanza tra le antenne è così grande che la presenza di antenne riceventi non altera il campo e.m. prodotto dall'antenna trasmittente e quindi il termine Z12 ( f ) può ritenersi praticamente nullo: • Z AT ( f ) può considerarsi una quantità caratteristica della sola antenna trasmittente ed eventualmente della conformazione dell'ambiente esterno in cui è inserita; prende il nome di IMPEDENZA DI INGRESSO dell'antenna trasmittente; • Z AR ( f ) avente proprietà analoghe, prende il IMPEDENZA DI USCITA dell'antenna ricevente; nome di 7 Z11 ( f ) = Z i ( f ) = Z AT ( f ) e quindi, Hp( f ) = Z AT ( f ) + Z G ( f ) Z 21 ( f ) Z AT ( f ) + Z G ( f ) Z AT ( f ) non dipende dalle condizioni di adattamento delle antenne in ingresso e in uscita, ma solo dalle caratteristiche delle antenne e dai fenomeni propagativi che intervengono. H p ( f ) sostituisce un generatore controllato in tensione VG ( f ) ed è ideale perché ad impedenza di ingresso infinita (quella del generatore controllato in tensione) Trasmettitore VG(f) Ricevitore HP(f) ZG(f) ZAR(f) ZAT(f) 8 CARATTERISTICHE DI UN COLLEGAMENTO HERTZIANO IDEALE Ipotesi: ÎNello spazio non ci sono altri corpi, oltre alle due antenne; ÎLo spazio è isotropo e non dissipativo; ÎLe connessioni tra le antenne e il ricevitore sono adattate per il massimo trasferimento di potenza (le impedenze di uscita del trasmettitore e di ingresso del ricevitore devono essere rispettivamente pari a Z *AT ( f ) e Z *AR ( f ) all'interno della banda dei segnali in transito); ÎSi può quindi assumere che il collegamento hertziano si comporti come un canale perfetto, che introduce un ritardo, dovuto alla finita velocità di propagazione del campo e.m., ed una riduzione in ampiezza (attenuazione). 9 TIPI DI ANTENNE •Esistono due tipi fondamentali di antenna: •Antenna isotropa (o isotropica): è un tipo di antenna ideale che irradia energia uniformemente in tutte le direzioni; •Antenna direttiva: è un tipo di antenna che irradia energia in maniera non uniforme nello spazio, ma in misura maggiore o minore in dipendenza della direzione. Le antenne usate nelle applicazioni reali sono di questo tipo. 10 Antenna non isotropica •Nel caso in cui l’antenna trasmittente non sia isotropa, occorre fissare un sistema di riferimento in coordinate polari (r,θ,φ) solidale con l’antenna trasmittente (vedi Figura sottostante): O (θ,φ) (θ’,φ’) r L 11 GUADAGNO DI ANTENNA •E’ un parametro che dipende fondamentalmente dalle caratteristiche fisiche dell’antenna, in particolare dalla direzionalità. •Si definisce come funzione di guadagno GT(θ,φ ) il rapporto tra la potenza irradiata (o ricevuta) per unità di angolo solido da un’antenna direzionale (in una data direzione) e la potenza irradiata (o ricevuta) per unità di angolo solida da un’antenna isotropa; •Con guadagno di antenna (Gmax) si intende il valore massimo della funzione di guadagno, ovvero il valore in corrispondenza della direzione di massima radiazione (che in generale coincide con l’asse elettromagnetico dell’antenna); •Il valore del guadagno di antenna è GT=1 per antenne isotropiche. 12 •Nelle due figure sottostanti è evidenziata la funzione di guadagno (detta anche caratteristica di radiazione) di un’antenna direttiva in funzione della direzione. Tale rappresentazione è effettuata sia in coordinate polari (a), che in coordinate cartesiane (b). (θ3dB è l’angolo per cui il guadagno di antenna diminuisce di 3dB rispetto a Gmax) 13 POTENZA IRRADIATA Antenna isotropica •Si assume GT(θ,φ ) = GT =1; •Sia O un punto dello spazio in cui è posta un’antenna trasmittente, si indichi con PT la potenza disponibile all’uscita del trasmettitore. Si suppone che l’antenna abbia un rendimento unitario, per cui tutta la potenza assorbita PT viene irradiata. •Poiché lo spazio libero non dissipa potenza, nel caso di antenne isotrope, la potenza irradiata per unità di angolo solido è data da: W = PT 4π (W/steradianti) 14 Antenna non isotropa •Il valore del guadagno è pari a: ( ) G = 4π λ2 Aeff ove: λ = c fp Aeff area efficace di apertura dell’antenna Aeff = ηA Efficienza dell’antenna Area di apertura dell’antenna (dipende dalla geometria dell’antenna) 15 Il coefficiente η può essere visto come il prodotto di diversi fattori di efficienza, ognuno dei quali tiene conto di un diverso fattore: illuminazione, perdita di potenza, resistività dell’antenna ecc. η = η1 • η2 • ............ • ηk Tipicamente questo prodotto fornisce un valore dell’efficienza compreso tra 0.55 e 0.75. 16 •L’antenna non isotropa distribuisce la potenza irradiata nelle varie direzioni angolari secondo la funzione di guadagno, GT(θ,φ ), definita in precedenza. •Per cui, la potenza irradiata per unità di angolo solido, in direzione (θ,φ) è la seguente. Tale quantità è detta potenza isotropica equivalente irradiata (EIRP): G (θ , φ ) W (θ , φ ) = PT T (W/steradianti) 4π 17 •Avendo fissato efficienza unitaria, la potenza totale transitante attraverso una superficie sferica con centro nell’antenna tramittente e raggio r dovrà essere pari a PT ; •Ciò significa che Aeff = A, ovvero tutta la potenza transita nell’area di apertura dell’antenna, cioè: ∫∫W (θ ,φ )dθdφ = P T e quindi: θφ ∫∫ G (θ ,φ )dθdφ = 4π T θφ (indipendente da r) 18 •Per la definizione data di Guadagno di antenna, la funzione di guadagno GT(.,.) (rapporto tra potenza irradiata da un’antenna direzionale e potenza irradiata da antenna isotropica) assumerà valori compresi tra 0 e Gmax; •Un’antenna si dice direttiva se in una certa direzione (θ,φ) la funzione di guadagno assume un massimo sensibilmente maggiore di 1; •Tale valore massimo, indicato con Gmax, è il GUADAGNO DI ANTENNA, già definito in precedenza. 19 ANTENNE DIRETTIVE: CASO IDEALE δε δθ δφ Antenna a bandiera Antenna circolare Antenna a bandiera: R = {ϑ , φ :0 < ϑ < π 2 ;0 < φ < δΦ} Antenna circolare: R = {ϑ , φ :0 < ϑ < δΘ} GT (θ , φ ) = G cos θ Gmax = G = 4π δΦ GT (θ , φ ) = G Gmax = G = 2 δΘ Antenna a spillo R = insieme di direzioni in cui la funzione di guadagno assume il valore massimo Antenna a spillo: { R = ϑ , φ :ϑ +φ < δε 2 2 2 } GT (θ , φ ) = G = 4π πδε 2 =area del cerchio a r fissato Gmax = G = 4 δε 2 20 Densità di flusso di potenza (per unità di area) •Una superficie di area A a distanza L dall’antenna trasmittente, sottende un angolo solido A/L2. Tale superficie riceve una potenza pari a: GT (θ , φ ) A = ΦA (W) 2 L 4π •Il termine Φ è comunemente detto densità di flusso di potenza ed è misurata in W/m2. WR = PT •Si osserva che, nel caso dell’esempio riguardante l’antenna a spillo, vale la seguente: PT 4 δε 2 PT (cioè: potenza per angolo Φ= = solido a distanza L) 4πL2 δε 2πL2 ( ) 21 POTENZA RICEVUTA •Supponiamo che l'antenna ricevente si trovi ad una distanza L in direzione (ϑ , φ ) e "veda" l'antenna trasmittente nella direzione (ϑ ′, φ ′) . O (θ,φ) (θ’,φ’) r L •In queste condizioni, una frazione della potenza W irradiata, viene trasferita dall’antenna ricevente verso il ricevitore. •La frazione in questione viene solitamente espressa come un parametro di superficie, funzione di (ϑ ′, φ ′) ed è chiamata funzione di area efficace dell’antenna ricevente. 22 •La potenza disponibile all'uscita dell'antenna ricevente assume la forma: ( WdT GT (θ , φ )S R θ ' , φ ′' WdR = ΦS R (θ , φ ) = 4πL2 ' ( SR θ ' ,φ ' ) ' ) è la funzione di area efficace •Poiché un’antenna può operare in maniera indifferente come trasmittente e come ricevente, è logico pensare che esista un legame tra la funzione guadagno e la funzione di area efficace. E’ possibile dimostrare che tale legame è indipendente dalla geometria dell’antenna e vale: λ2p S R (ϑ , φ ) = GR (ϑ , φ ) Funzione di guadagno 4π dell’antenna ricevente 23 •Per un'antenna direttiva, la direzione di massima emissione corrisponde alla direzione in cui è massima la potenza ricevuta. •Il massimo valore di SR, che prende il nome di AREA DI APERTURA EFFICACE, si può quindi esprimere in funzione del guadagno di antenna. Si può verificare che tale espressione (in dB) vale: AeffR ( dB ) = max 10 log10 S R (θ , φ ) = GR ( dB ) − 21.5 − 20 log10 f p (θ ,φ ) •Antenna a bandiera: GdB = 28.6 − 10 log10 δΦ gradi •Antenna circolare: GdB = 20.6 − 10 log10 δΘ gradi Guadagno d’antenna in ricezione (in dB) •Antenna a spillo: GdB = 41.2 − 20 log10 δε gradi 24 L'attenuazione disponibile di un collegamento hertziano, dovuta unicamente a direttività e distanza e crescente con la frequenza, vale quindi: 2 ⎛ 4πL ⎞ 1 ⎟ Ad = ⎜ ⎜ λ ⎟ G (ϑ , φ )G (ϑ ′, φ ′) R ⎝ p ⎠ T Ad dB = 32.4 + 20 log10 Lkm + 20 log10 f pMHz − GT dB − GRdB Nell'ipotesi di guadagni d'antenna nulli (in dB), prende il nome di ATTENUAZIONE DI BASE DELLO SPAZIO LIBERO. Osservazione: L'attenuazione del collegamento hertziano aumenta col quadrato della lunghezza del collegamento, non esponenzialmente come nei coassiali o nelle fibre ottiche. 25 PEGGIORAMENTI INTRODOTTI DA UN COLLEGAMENTO REALE Assorbimento da superficie terrestre •La superficie terrestre può ritenersi un corpo conduttore con conducibilità e costante dielettrica dipendenti dalle caratteristiche del terreno sottostante il collegamento. •Secondo le equazioni di Maxwell, se le antenne sono molto prossime al terreno si prevede la propagazione di un campo e.m. lungo la superficie terrestre (ONDA SUPERFICIALE) e la corrispondente attenuazione è del tipo descritto in precedenza, peggiorata di un termine moltiplicativo as = as (L ) detta ATTENUAZIONE SUPPLEMENTARE, che tiene conto della dissipazione di potenza provocata dal suolo. 26 Per frequenze inferiori a 10MHz: a s ≈ (1 + 2 p ) p= dove σ ≈ 5 ⋅10 −5 5.8 10 −6 2 f p2MHz L km ≈ f p2MHz L km 10 σ è la conducibilità del suolo. Al crescere della distanza e/o della frequenza della portante, l'onda superficiale diventa inutilizzabile per la realizzazione di collegamenti hertziani (vedi Figura). 27 Attenuazione supplementare dell’onda superficiale in funzione della distanza e della frequenza di portante 28 Assorbimento atmosferico e da pioggia •L'ipotesi di spazio non dissipativo può ritenersi valida fino a circa 10GHz: oltre, l'attenuazione viene peggiorata da un termine moltiplicativo (ATTENUAZIONE SUPPLEMENTARE) derivante da ossigeno, vapor d'acqua e pioggia. •L’attenuazione supplementare dovuta all’assorbimento da parte dell’ossigeno diventa sensibile per frequenze portanti superiori a 30GHz e presenta un massimo a circa 60GHz (20dB/km). •Quella dovuta a vapor d’acqua presenta invece un massimo a circa 22GHz (1÷2dB/km al massimo). 29 Assorbimento da pioggia •Per quanto riguarda l'attenuazione supplementare dovuta alla pioggia, consideriamo un breve tratto del collegamento, di lunghezza .∆x . •Se la lunghezza d'onda è paragonabile al diametro delle gocce, allora si verifica assorbimento di potenza da parte di quest'ultime: ∆a p = Kr0α ∆x ∆a p dB / Km = log K + 10α log r0 dove r0 è l’intensità di precipitazione (mm/ora) e K ed α sono parametri che dipendono da diversi fattori (temperatura, velocità del vento, frequenza di portante, forma delle gocce, ecc.). 30 Dipendenza dei parametri K e α in funzione del valore della frequenza della portante portante (GHz) α K 10 1.27 0.010 15 1.14 0.036 20 1.08 0.072 25 1.05 0.120 30 1.01 0.177 35 0.97 0.248 31 Attenuazione supplementare dovuta alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni 32 •Fissando un riferimento X sulla congiungente le due antenne con origine nell’antenna trasmittente: L a p = a p (t ) = K ∫ r0α ( x, t )dx = KLrLα (t ) (1) 0 1α essendo: ⎡1 L α ⎤ ( ) ( ) rL t = ⎢ ∫ r0 x , t dx ⎥ ⎣L 0 ⎦ •rL è la precipitazione mediata in distanza; •r0 è la precipitazione puntuale. 33 •La funzione rL(t) di distribuzione dell’attenuazione supplementare in funzione della lunghezza del collegamento è una realizzazione di un processo aleatorio RL(t), le cui caratteristiche variano da zona a zona. • Per una certa zona essa è definibile come: DApdB ( a pdB ; L) = Pr{ ApdB > a pdB | L} o meglio la funzione inversa: a pdB = a pdB ( D; L) cioè il valore dell’attenuazione supplementare superata con probabilità D in funzione della lunghezza L del collegamento. 34 (Probabilità che la precipitazione superi una certa intensità su tratta di lunghezza L) Da (1) si ha che: { D ApdB (a pdB ; L ) = Pr{ApdB > a pdB | L} = Pr RL > (a pdB KL ) 1α } ( = rL* | L = DRL rL* = (a pdB KL ) ; L 1α ovvero, se si conosce DRL o L, la funzione inversa rl* = rl(D;L) si può esprimere come: (valore di precipitazione a cui corrisponde una probabilità D di essere superata) a pdB ( D, L) = KLrL ( D; L) α (attenuazione corrispondente) Per ogni sito è di solito nota la sola distribuzione puntuale dell’intensità di precipitazione DR ( r0 )e quindi anche la sua funzione inversa r = r ( D)è quindi necessaria un’estrapolazione da questa alla funzione DR ( rL ; L) in funzione di L. 0 0 0 L 35 ) •Tale estrapolazione viene effettuata con metodi empirici, per es. supponendo che piova con intensità costante su tutto il collegamento: r0 ( D) → rL ( D; L) α α e tenendo conto della disuniformità dell’intensità di precipitazione utilizzando una lunghezza di tratta equivalente : Le = L ⋅ f ( D, L) •Ove f(D,L) è un coefficiente riduttivo dipendente dalla distribuzione locale Nota: Se cresce D •Risulta pertanto: diminuisce l’attenuazione a pdB ( D, L) = KLe rL ( D; L) = KLr0 ( D ) f ( D, L) (ovvero è più probabile che •Sperimentalmente: quell’attenuazione − ( 0.632+ 0.0187 ln D ) . (100 D ) α 012 venga superata). Per a pdB ( D, L) = [ KLr0 ] 1 + 0.045 L D basso, i valori dell’attenuazione sono più significativi36 α α Distribuzione dell’attenuazione supplementare al variare delle frequenza Funzione di distribuzione dell’intensità di precipitazione nella località del Fucino Corrispondente distribuzione di attenuazione supplementare a 15 e 30 GHz (curve b e c) 37 Riflessione e diffusione La propagazione non avviene tramite traiettorie rettilinee: Îse esistono regioni con indice di rifrazione differente, il raggio e.m. curva verso le zone con indice maggiore (RIFLESSIONE o RIFRAZIONE); Îtransita attraverso regioni a struttura irregolare, e quindi può subire fenomeni di assorbimento e reirradiazione in tutte le direzioni (DIFFUSIONE). 38 Costituzione dell’atmosfera ÎLa fascia più bassa dell’atmosfera prende il nome di TROPOSFERA, e si estende fino ad una quota di circa 20km. L’indice di rifrazione può ritenersi variabile, ed in particolare decrescente con la quota. Possono crearsi fenomeni di diffusione per frequenze tra 100MHz e 10GHz. ÎLa IONOSFERA è localizzabile a circa 80km di quota; l’alta concentrazione di elettroni e ioni liberi provoca fenomeni di assorbimento e riflessione interessanti frequenze comprese tra 5 e 30MHz. Si possono individuare i seguenti strati: Ðstrato D (50-90km), assorbente (solo ore diurne); Ðstrato E (≈110km), riflettente e piuttosto stabile; Ðstrato F1 (≈220km), riflettente e piuttosto stabile; Ðstrato F2 (≈300km), riflettente e piuttosto stabile; Ðstrato E sporadico, riflettente. 39 •La ionosfera è anche sede di fenomeni di diffusione per frequenze comprese tra 35 e 50MHz, a causa della presenza di meteoriti. •In base al valore della frequenza di portante possono verificarsi i seguenti comportamenti: ÐTra qualche decina di KHz e qualche MHz, la propagazione avviene per onda di terra, e quindi con portata limitata; ÐTra qualche MHz e qualche decina di MHz, la propagazione avviene per raggio diretto (la portata è in questo caso quella ottica), oppure per successive riflessioni sugli strati E e F e sulla superficie terrestre, oppure per DIFFUSIONE IONOSFERICA. Il collegamento risulta estensibile oltre la visibilità, ma non perfetto, in quanto esistono infiniti percorsi tra le antenne; 40 ÐPer valori superiori a qualche decina di MHz, la propagazione avviene essenzialmente per raggio diretto e quindi tra punti in visibilità, oppure per DIFFUSIONE TROPOSFERICA. Propagazione in non visibilità per anomalie della ionosfera e frequenze comprese tra qualche MHz e qualche decina di MHZ ÐPossono quindi essere presenti percorsi multipli tra le antenne, a causa di fenomeni di riflessione dal terreno o di incurvamenti per variazioni dell’indice di rifrazione 41 CAMMINI MULTIPLI •Ciascuna delle anomalie di propagazione di cui si è parlato in precedenza può essere tenuta in conto immaginando che i raggi congiungenti le antenne siano più d'uno (CAMMINI MULTIPLI, detto anche CANALE MULTIPATH); 42 Generalità sui cammini multipli ÎNei corsi di telecomunicazioni di base, si è sempre considerato il canale radio come canale Gaussiano, additivo, ed a banda limitata (canale AWGN); ÎQuesta approssimazione può essere accettabile solo in pochi e particolari casi. In realtà le regole di propagazione dei segnali nell’etere sono assai lontane da una caratterizzazione del canale di tipo AWGN; ÎI canali radio sono caratterizzati da un tipo di propagazione detta multi-percorso (multipath), la quale provoca fenomeni di evanescenza (fading) del segnale ricevuto. Per questo si dice che i canali radio sono affetti da un tipo particolare di distorsione, detta multipath fading. 43 Risposta all’impulso tempo-variante ÎIl canale AWGN è caratterizzato da una risposta all’impulso tempoinvariante, nel caso in cui la condizione di Nyquist sia rispettata (ovvero il rate di segnalazione sia minore del doppio della larghezza di banda del canale); ÎInvece un canale multipath è caratterizzato da una risposta all’impulso di tipo tempo-variante; ÎSe trasmettiamo un impulso molto stretto (idealmente un delta di Dirac), la risposta di un canale multipath sarà tipicamente un treno di impulsi, distanziati uno rispetto all’altro da un intervallo di tempo detto time spread (τ). Le ampiezze degli impulsi saranno anch’esse alterate (attenuazione); Î Ripetendo gli esperimenti di trasmissione in tempi diversi sia il time spread, che l’attenuazione assumeranno caratteristiche diverse, come mostrato dalla figura nella slide successiva. 44 Esempio di risposta all’impulso di canale multipath 45 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso (1) •Un segnale passabanda generico può essere rappresentato nella seguente maniera: { s (t ) = Re sl (t )e j 2πf ct } (i) •Assumendo che vi sia propagazione multi-percorso, si assegna ad ogni percorso un ritardo di propagazione ed un fattore di attenuazione. In tal modo, il segnale passabanda ricevuto può essere espresso nella seguente forma: x(t ) = ∑α (t)s(t − τ (t)) n (ii) n n •Sostituendo (i) in (ii), si ottiene la seguente formulazione: ⎧⎡ x(t ) = Re⎨⎢ ⎩⎣ ∑α (t )e n n − j 2πf cτ n ( t ) ⎤ j 2πf ct ⎫ sl (t − τ n (t ) )⎥ e ⎬ (iii) ⎦ ⎭ 46 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso (2) •Appare chiaro che l’equivalente passabasso del segnale ricevuto in un canale multipath è il seguente: rl (t ) = − j 2πf cτ n ( t ) α ( t ) e sl (t − τ n (t ) ) ∑ n (iv) n •Poiché rl(t) è la risposta di un canale equivalente passabasso al segnale equivalente passabasso sl(t), ne consegue che la risposta all’impulso tempovariante di un canale caratterizzato dalla presenza di cammini multipli è la seguente: c(τ ; t ) = − j 2πf cτ n ( t ) α ( t ) e δ (τ − τ n (t ) ) ∑ n (v) n 47 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso (3) •Per alcuni tipi di canale, come ad esempio il canale troposferico, caratterizzati da un numero di percorsi potenzialmente infinito, è più opportuna una rappresentazione continua del segnale ricevuto (e non discretizzata sulla base di un numero finito di percorsi): +∞ x(t ) = α (τ ; t ) s (t − τ )dτ ∫ (vi) −∞ •Dove α (τ ; t ) indica l’attenuazione delle componenti del segnale multi-percorso corrispondenti al τ ed all’istante di tempo t. •Andando a sostituire l’espressione di s(t) riportata in (i), all’interno dell’espressione (vi) si otterrà: ⎧⎪⎡ +∞ ⎤ 2πf t ⎫⎪ − 2πf cτ x(t ) = Re ⎨⎢ α (τ ; t )e sl (t − τ )dτ ⎥ e c ⎬ ⎪⎩⎢⎣−∞ ⎪⎭ ⎥⎦ ∫ (vii) 48 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso (4) •L’integrale riportato nell’espressione (vii) rappresenta la convoluzione di sl(t) con la risposta all’impulso tempo-variante del canale c(τ;t), che pertanto è la seguente: c(τ ; t ) = α (τ ; t )e − j 2πf cτ (viii) ove c(τ ; t) rappresenta la risposta del canale nell’istante di tempo t, dovuta ad un impulso applicato nell’istante (t - τ). •L’espressione riportata in (viii) rappresenta l’equivalente passabasso della risposta all’impulso di un canale multipath di tipo continuo , mentre l’espressione riportata in (v) rappresenta l’equivalente passabasso della risposta all’impulso di un canale multipath caratterizzato da un numero discreto di percorsi. 49 Rappresentazione statistica di un canale multipath •Ritorniamo al caso si un canale multipath a cammini discreti. Supponiamo che il segnale trasmesso sia una portante non modulata a frequenza fc, in pratica: sl (t ) = 1 ∀t (ix) •In tal caso, il segnale ricevuto si riduce alla seguente espressione: rl (t ) = − j 2πf cτ n ( t ) − jθ n ( t ) θ n (t ) =ˆ 2πf cτ n(t) (x) α ( t ) e = α ( t ) e ∑ n ∑ n n n •Dal punto di vista vettoriale il segnale ricevuto è rappresentabile mediante una somma di fasori, caratterizzati da ampiezza e fase tempo-variante. 50 Im α1 rl(t) θ1 θ2 Re α2 Rappresentazione vettoriale di un canale multipath a due cammini 51 •Se il mezzo attraverso cui avviene la propagazione è stabile, il valore di αn(t) subirà lievi oscillazioni nel tempo; •Ma, per l’altro verso, θn(t) può variare di un fattore 2π se τn(t) varia di un fattore 1/fc, che è generalmente un numero molto piccolo; •Per cui θn(t) è un parametro molto sensibile anche a piccole oscillazioni della caratteristica tempo-variante del canale multipath; •Inoltre, ci si attende che il ritardo di propagazione τn(t) associato ad ogni cammino vari in maniera assolutamente non prevedibile (per cui si considera a tutti gli effetti un processo aleatorio); •Questo implica che anche il segnale ricevuto rl(t) può essere modellato come un processo aleatorio. 52 •Se il numero dei cammini è molto elevato (come è ragionevole supporre nei canali radio reali), si può invocare il teorema del limite centrale e supporre rl(t) come un processo aleatorio di tipo Gaussiano a valori complessi; •Per cui, anche la risposta all’impulso del canale multipath c(τ ; t) potrà essere modellata come un processo aleatorio Gaussiano a valori complessi; •La propagazione multi-percorso propria dei canali radio reali, rappresentata nella formula (x) si traduce, a livello fisico, in un fenomeno di evanescenza (fading) del segnale ricevuto. Tale fenomeno è noto in letteratura col nome di multipath fading. 53 Multipath fading: rappresentazione grafica vettoriale Im Im istante t+δ t α2 rl(t) θ2 θ1 α1 α1 istante t θ1 Re α2 θ2 rl(t+δ t) Re FADING (il segnale ricevuto è fortemente attenuato rispetto all’istante precedente) 54 Effetti pratici del multipath fading sulla qualità delle comunicazioni ÎDa quanto si è visto nei grafici della slide precedente, il multipath fading causa notevoli fluttuazioni temporali della potenza del segnale ricevuto. ÎIn pratica, il segnale talora viene amplificato (quando l’effetto della somma vettoriale dei cammini è costruttivo) e talora attenuato (quando l’effetto della somma vettoriale dei cammini è distruttivo), in istanti temporali successivi, a causa delle ampie escursioni del valore dello sfasamento tempo-varianteθn(t); ÎQuesto effetto può essere notato, a livello macroscopico (ed analogico), ad esempio quando il segnale ricevuto dalle comuni autoradio, come si suol dire, “va e viene”; ÎIn sistemi di trasmissione digitale, si noterà un consistente aumento del BER in corrispondenza di “sprofondamenti” del livello del segnale dovuti al multipath fading, che pertanto può essere considerato una sorta di auto-interferenza. 55 Fading di Rayleigh ÎQuando la risposta all’impulso del canale multipath c(τ ; t) è modellata come un processo aleatorio Gaussiano complesso a media nulla, l’inviluppo c(τ ;t ) ad ogni istante t è distribuito secondo Rayleigh, per cui, in tal caso, si parla di fading di Rayleigh; r2 ⎧ − ⎪ f R ( r ) = 2r e Ω r ≥ 0 ⎨ Ω ⎪⎩ f R (r ) = 0 altrimenti Ω =ˆ E ( R 2 ) Esempio di distribuzione di Raileygh a varianza unitaria 56 Fading di Rice ÎQuando la risposta all’impulso del canale multipath c(τ ; t) è modellata come un processo aleatorio Gaussiano complesso a media non nulla, l’inviluppo c(τ ;t ) ad ogni istante t è distribuito secondo Rice, per cui, in tal caso, si parla di fading di Rice, o di canale Ricean multipath; (r 2 + s 2 ) ⎧ − ⎪ f R (r ) = r e 2σ 2 I '0 ⎛⎜ rs ⎞⎟ r ≥ 0 2 ⎨ σ2 ⎝σ ⎠ ⎪ f (r ) = 0 altrimenti ⎩ R r =ˆ X 12 + X 22 var( X 1 ) = var( X 2 ) = σ 2 E ( X 1 ) = m1 s =ˆ m12 + m22 E ( X 2 ) = m2 I0(.) = funzione di Bessel di ordine 0 Esempio di distribuzione di Rice con m1 = m2 = 1 e varianza 1 57 Uso dei diversi tipi di modellamenti del fading ÎIl modellamento del fading di Rayleigh è generalmente usato nei canali radio ove non esiste una componente del segnale ricevuta in linea diretta (componente LOS) ed il segnale desiderato è ricevuto solo tramite le sue repliche variamente sfasate e ritardate. ÎQuesta situazione si verifica soprattutto nel caso di canali radio urbani, ove le antenne sono poste generalmente ad altezza inferiore rispetto ai mezzi di riflessione e dispersione del segnale (alberi, edifici); ÎIl modellamento del fading di Rice è utile nei casi in cui, invece, esista una componente LOS del segnale, che viene ricevuta insieme ad alcune repliche sfasate e ritardate generate, per lo più, da riflessioni secondarie della componente diretta. ÎTali repliche agiscono come puri segnali interferenti. 58 Esempio di collegamento aereo - torre di controllo, con un percorso diretto ed una singola componente multipath di riflessione, che viene ricevuta con un ritardo τ0 rispetto alla componente LOS. Risposta all’impulso del canale c(τ ; t ) = αδ (τ ) + β (t )δ (τ − τ 0 (t )) Percorso diretto (componente speculare fissa) Funzione di trasferimento componente multipath (modellabile con Rayleigh) C ( f ; t ) = α + β (t )e − j 2πfτ 0 ( t ) Questo tipo di canale multipath può essere rappresentato efficacemente dal modello di Rice, visto in precedenza. 59