RIS_02_GASTROMARK_1e_2e_OK_IT_00_MASTRO_DEF2 29/09/10 15.01 Pagina 36 gastromarketing Davide Pini, gestisce da oltre vent’anni progetti innovativi di marketing nell’ambito dei consumi alimentari fuori casa a livello locale e internazionale. www.gastromarketing.it Come un omaggio può accrescere il valore della relazione con i propri clienti “Non esiste un uomo tanto povero da non poter donare qualcosa agli altri” Romano Battaglia È una sera di fine estate, quando le giornate sono ancora calde ma il tramonto annuncia l’inderogabile arrivo dell’autunno. In un bar del centro un gruppo di amici si gode una delle ultime serate che possono essere spese chiacchierando amabilmente all’aperto. L’argomento su cui indugia la conversazione sono i ricordi delle vacanze; qualcuno lo fa per ostentare le proprie scelte, qualcuno perché ancora profondamente imbevuto di quel senso di pace, ma tutti, questo è sicuro, lo fanno con quella punta di nostalgia che porta già a pensare alla prossima avventura. Si ricordano i luoghi incantevoli, i problemi con la lingua per chi è stato all’estero, gli inevitabili contrattempi che, nel ricordo, sembrano sempre così simpatici e, con la stessa forza e a volte con ancora maggiore vigore, si raccontano i luoghi in cui si è andati a mangiare e bere. Siamo italiani, si sa, siamo fatti così. Luisa è un’attenta osservatrice, le piace ascoltare più che parlare, adora cogliere le sfumature nascoste in ciò che le viene raccontato, non si ferma alla mera 36 punto iT superficie. È così che si accorge di come, nella maggior parte dei casi, tutti i suoi amici mostrino particolare enfasi ricordando non solo i cibi o i vini degustati, ma ancor più gli episodi in cui il ristoratore ha offerto loro un piccolo cadeau. A volte un oggetto, altre volte un fiore, ma per lo più degustazioni di piatti locali che, non conoscendoli, non avevano richiesto o ancora un brindisi a fine pasto con un “giro” del liquore locale “offerto dalla casa”. Luisa si estrania per un momento dalla discussione con la comitiva e si chiede come sia possibile che il ricordo di un gesto economicamente così poco rilevante, possa invece essersi sedimentato così fortemente nella mente di tutti e, inconsciamente, si ritrova a pensare ai tanti locali che in città frequenta abitualmente, stilando una sorta di classifica di quelli che ricorda con piacere e più volentieri. È con una certa sorpresa che si accorge di come quelli ai primi posti siano proprio i più ospitali e disponibili, dove la frase “offerto dalla casa” risuona come un mantra all’interno del locale. RIS_02_GASTROMARK_1e_2e_OK_IT_00_MASTRO_DEF2 29/09/10 15.01 Pagina 37 gastromarketing Carol R. Ember e Melvin Ember sono direttore e presidente di Human Relations Area Files, un Istituto di ricerca noprofit della Yale University; sono gli autori di un manuale di antropologia (intitolato appunto “Antropologia culturale”). Spiegano come il dono sia un momento di forte scambio di valori simbolici, che genera forti aspettative di bilanciamento; quando ciò non avviene, nasce una situazione di “reciprocità negativa”, in cui “prendere qualcosa senza dare in cambio un compenso significa approfittare”. Visto in questi termini, offrire qualcosa alla clientela all’interno di un locale di ristoro, sembra essere un giusto riconoscimento al fatto che il cliente, tra le alternative possibili nei dintorni, abbia scelto di entrare proprio in quello. Gli antropologi spiegano che, nell’effettuare un dono, il suo valore economico è meno importante dei simbolismi che produce a livello subliminale; è il suo valore “relazionale” quello che conta. Questa forma di “scambio equo” sdrammatizza il rapporto venditore-acquirente che, da un punto di vista economico, si instaura tra ristoratore e avventore. Va considerato che, sebbene le transazioni commerciali siano più sofisticate del baratto di secoli fa, le emozioni e le regole non scritte dei rapporti di scambio, non sono di fatto cambiate e soggiacciono parcheggiate nel nostro subconscio. Chi non ricorda l’effetto che generavano i primi ristoranti cinesi che, a prescindere dalla valutazione sulla tipologia di cibo, venivano di solito ricordati per il prezzo competitivo, sempre accompagnato da un dono, un gadget di solito inutile, ma che rendeva più simpatico il ricordo. La semplice frase “offerto dalla casa” ha una valenza simbolica che travalica il valore oggettivo di ciò che viene realmente offerto; il caffè o l’amaro, il sorbetto, uno stuzzichino prima dell’ordinazione, una degustazione di un piatto non ordinato o un omaggio all’uscita. La creatività, in questo specifico campo, non ha limiti. Che dire di veicolare un messaggio sociale alla clientela attraverso un omaggio insolito? È ciò che avviene da Cabbages & Condoms, letteralmente Cavoli & Preservativi, un ristorante di Bangkok che ha fatto del sesso sicuro e della lotta contro l’Aids la propria missione. Il ristorante offre una magnifica atmosfera sulla spiaggia, con un menu che spazia dal pesce fresco a specialità regionali, costituite da un’ottima selezione di cucina Thai tradizionale con verdure, frutta ed erbe coltivate sul posto. Il bouquet sui tavoli è composto da profilattici a forma di fiore e un condom in omaggio accompagna il conto. Gli omaggi più graditi sono sempre quelli inattesi. Tutti ricordano piacevolmente coloro che si presentano con un piccolo regalo non dovuto. Fatelo dunque con i vostri clienti. È un giusto tributo alla loro scelta di essere venuti proprio da voi; è un modo di farli sentire coccolati; è un piccolo gesto che lavora sulla loro sfera emotiva che, nella maggior parte dei casi, è quella che governerà le loro prossime scelte. Il dono fidelizza; veicola una piccola privazione personale, di un oggetto o di un incasso, mirata a far sentire il proprio ospite più a suo agio e lo aiuta a ricordare il locale simpaticamente. Non pensiate che il dono serva solo nei casi in cui bisogna farsi perdonare una mancanza o soffocare una lamentela; è l’aspetto più limitante di un gesto che deve veicolare emozioni e sentimenti positivi. Pensate a come un biglietto disegnato da un bambino apra il cuore a chiunque. Il valore del dono è sempre e solo nel suo significato. Scegliete liberamente il quando, se prima, durante o a fine pasto; ciò che è importante è farlo realmente con il cuore. Preparate il vostro miglior sorriso e pronunciate le magiche parole “offerto dalla casa”. punto iT 37