gestione /ů^/dĚĞůů͛KƐƐĞƌǀĂƚŽƌŝŽ ƉĞƌůĂďŝŽĚŝǀĞƌƐŝƚă ĚĞůůĂZĞŐŝŽŶĞhŵďƌŝĂ ĚŝWĂŽůŽWĂƉĂ͕ZĂŽƵů^ĞŐĂƚŽƌŝ͕ŶƚŽŶŝŽŽŐŐŝĂ͕>ƵŝƐĂWĂŽůŽƚƚŝ͕ůĞƐƐĂŶĚƌŽWƌŽƉĞƌnjŝ͕/ǀĂŶDĂƌĐŚĞƐŝŶŝĞ>ƵĐĂĂƐĂŐƌĂŶĚĞ /ŶƚƌŽĚƵnjŝŽŶĞ >ĞĂƚƚŝǀŝƚăĚĞůů͛KƐƐĞƌǀĂƚŽƌŝŽ L’Osservatorio Regionale per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e la Progettazione Sostenibile, istituito dalla Regione Umbria con DGR n. 968 del 13.07.2009, è un centro di ricerca di respiro interregionale, finalizzato al monitoraggio di specie ed habitat di importanza comunitaria, in adempimento di quanto previsto dall’art. 17 della Direttiva 92/43/CEE. L’obiettivo fondamentale dell’Osservatorio è quello di raccogliere e rendere disponibili in un unico sistema informativo aperto al pubblico i dati regionali umbri sulla biodiversità. Il focus centrale dell’Osservatorio è infatti la biodiversità ma nella sua accezione più ampia e completa, che include tutte le dimensioni possibili, dando ϰϴͳϰϵ Territori n. 10/2012 importanza anche alla componente paesaggio rurale, così come richiesto a livello comunitario. Presso l’Osservatorio, quindi, vengono anche studiate e monitorate le trasformazioni del paesaggio rurale e degli elementi naturali presenti al suo interno, nonché i processi generali delle politiche di settore, per valutare gli effetti “cumulativi” sul paesaggio e sulla biodiversità in genere, al fine di formulare azioni correttive delle situazioni di criticità rilevate. Inoltre, un’altra tematica affrontata è quella dell’urbanizzazione e artificializzazione dei suoli, e in generale lo studio di come l’evoluzione urbana (es. sviluppo smisurato dei trasporti automobilistici, con conseguente enorme consumo di suolo) influisca profondamente sul paesaggio e sulla perdita di habitat e biodiversità. Tutte le osservazioni e gli studi hanno come filo conduttore e chiave di lettura costante la strategia della sostenibilità. Le attività di monitoraggio e analisi delle risorse ambientali riguardano la Regione Umbria, ma è prevista una costante attività di scambio di informazioni, studi congiunti e di confronto con le altre regioni del centro Italia. In particolare vogliono essere favorite ed incoraggiate le azioni di collaborazione allo scopo di condividere le metodologie di lavoro, ed anche, in prospettiva, allo scopo di una condivisione dei dati, che potrebbero essere raccolti insieme per analisi comparative e per una lettura integrata, considerato che biodiversità e paesaggio non conoscono confini amministrativi. L’Osservatorio si prefigge anche di fornire un supporto all’elaborazione di un Piano Strategico regionale sulla Biodiversità, al perseguimento dell’obiettivo di tutela di tale risorsa nella redazione di piani e programmi regionali, all’implementazione locale delle convenzioni internazionali sulla tutela della biodiversità e del paesaggio (Convenzione di Firenze del 2000, Convenzione di Rio sulla Biodiversità del 1992, World Heritage Sites del 1972, CITES del 1973, ecc.). Inoltre, esso è in grado di fornire le informazioni necessarie per consentire una valutazione economica della biodiversità, che è alla base di un utilizzo sostenibile di tale risorsa. Molti documenti politici sulla tutela della biodiversità esortano ad una quantificazione del valore economico di tale risorsa, al fine di rendere più incisiva l’opera di conservazione. La valutazione economica della biodiversità è prevista nell’ambito della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) del 1992, poiché l’articolo 14 prevede di adottare procedure appropriate al fine di valutare gli impatti sull’ambiente di progetti, programmi e politiche, suscettibili di avere effetti negativi rilevanti sulla diversità biologica. Non ultime, rientrano nelle attività dell’Osservatorio attività di divulgazione, formazione e progettazione secondo le linee europee di finanziamento, considerate anch’esse di fondamentale importanza, nonché attività di sensibilizzazione a diversi livelli; queste ultime vogliono essere espletate attraverso l’organizzazione di laboratori e seminari che perseguano obiettivi legati all’aggiornamento della cultura del progetto per la biodiversità, ed alla crescita di professionalità qualificate in merito alle tematiche della sostenibilità legate alla biodiversità. Tutto ciò in un’ottica di cooperazione efficace tra >͛KƐƐĞƌǀĂƚŽƌŝŽƌĞŐŝŽŶĂůĞŽƉĞƌĂ ƉĞƌŝůŵŽŶŝƚŽƌĂŐŐŝŽĚĞůůĂĚŝǀĞƌƐŝƚă ĐŽůƚƵƌĂůĞ͕ǀĞŐĞƚĂůĞĞĂŶŝŵĂůĞ͕ ƚƌĂŵŝƚĞƌĂĐĐŽůƚĂĞǀĂůŝĚĂnjŝŽŶĞ ĚŝĚĂƚŝĞŽƐƐĞƌǀĂnjŝŽŶŝ͕ĞĚŝƚŝĞĚ ŝŶĞĚŝƚŝ͕ůŽƌŽĂƌĐŚŝǀŝĂnjŝŽŶĞĞĚ ĞůĂďŽƌĂnjŝŽŶĞŝŶĂŵďŝĞŶƚĞ'/^ le diverse discipline, facendo interagire positivamente le diverse figure che hanno responsabilità nella programmazione, gestione e controllo delle azioni. Inoltre, l’Osservatorio ha già attivato nel corso del primo anno una vera e propria campagna di comunicazione. In particolare, sono stati predisposti un portale web (http://www.fondazionevillafabri.org/ osservatorio/), una newsletter periodica e delle brochure informative sulle attività dell’osservatorio stesso, con il fine ultimo della diffusione della conoscenza. Data la notevole varietà e ampiezza degli argomenti trattati, all’interno dell’Osservatorio sono coinvolti esperti nei settori della botanica, zoologia, aspetti insediativi, paesaggio rurale e valutazione economica della biodiversità, che fanno parte del gruppo di lavoro tecnico-scientifico attinente all’Osservatorio. In particolare, in base alle specifiche competenze espletate, sono stati creati i seguenti cinque gruppi di lavoro: ͻ flora, vegetazione, habitat e paesaggio vegetale Dipartimento di Biologia Applicata, Università degli Studi di Perugia ͻ fauna Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia ͻ impatto insediativo e scenari di evoluzione-pianificazione Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Università degli Studi dell’Aquila ͻ paesaggio rurale Scuola di Architettura “Eduardo Vittoria”, Università di Camerino ͻ valore economico della biodiversità e coordinamento scientifico Dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti, Università degli Studi di Perugia I primi due gruppi di lavoro sono quelli che gestiscono, raccolgono ed elaborano tutti i dati regionali relativi alla biodiversità vegetale e animale. L’unità di ricerca sull’evoluzione insediativa sviluppa invece un programma di attività centrato su due canali: gestione ͻ ͻ ͻ ͻ ͻ dƌĂůĞĨƵŶnjŝŽŶŝĚĞůů͛KƐƐĞƌǀĂƚŽƌŝŽ ǀŝğŝůƐƵƉƉŽƌƚŽĂů^ĞƌǀŝnjŝŽƌĞĞWƌŽƚĞƚƚĞ ĚĞůůĂZĞŐŝŽŶĞhŵďƌŝĂƉĞƌƚƵƚƚĞůĞƚĞŵĂƚŝĐŚĞ ĚŝƉƌŽĨŝůŽĂŵďŝĞŶƚĂůĞĞƉĞƌůĂƉƌŽŐĞƚƚĂnjŝŽŶĞ ĚŝŝŶƚĞƌǀĞŶƚŝĚ͛ĂƌĞĂǀĂƐƚĂ – dati sulle modificazioni insediative e sulla conversione urbana dei suoli a livello regionale, prima su sezioni temporali di riferimento storiche (1956), poi attuali (2002), con aggiornamenti successivi agganciati alla produzione istituzionale degli strati informativi sulla condizione del territorio; – dati sulla interferenza delle infrastrutture di mobilità verso la biopermeabilità regionale mediante l’allestimento dei profili di occlusione ecosistemica delle principali arterie di mobilità veicolare della regione (http://www.fondazionevillafabri.org/osservatorio/106-35/ ITA/Descrizione). Il gruppo di lavoro Paesaggio Rurale si occupa, come già menzionato, di analizzare tale componente della biodiversità e le modificazioni che su di essa avvengono, nonché i fattori determinanti tali modificazioni. L’ultimo gruppo di lavoro si occupa di tutti gli aspetti connessi alla valutazione economica della biodiversità, nonché del coordinamento scientifico dell’intero gruppo di lavoro. In definitiva, i compiti e le funzioni svolte all’interno dell’Osservatorio possono quindi essere sintetizzate in: ͻ Monitoraggio: della diversità culturale, vegetale e animale, tramite raccolta e validazione di dati e osservazioni, editi ed inediti, loro archiviazione ed elaborazione in ambiente GIS (Markus e Helena, 2004), compresa l’applicazione delle misure di conserva- zione, contenute nei Piani di Gestione e l’affermazione dei programmi POR e PSR, ad essi collegati. Alta formazione: sotto la forma di master e corsi di alta specializzazione in tematiche specifiche correlate alla tutela e conservazione della biodiversità, diretta alle Università, Pubbliche amministrazioni, Centri di ricerca, Professionisti, Imprenditori, Associazioni, ONG. Progettazione a livello nazionale ed europeo, sui temi legati alla tutela della biodiversità. Diffusione della conoscenza: relativa alla didattica, divulgazione, informazione, educazione, sensibilizzazione. Supporto: al Servizio Aree Protette, Valorizzazione dei Sistemi Naturalistici e Paesaggistici, della Regione Umbria, per tutte le tematiche di alto profilo “ambientale” e/o progettazione a forte connotazione “territoriale”. Convegni e workshop͗ organizzazione di seminari, workshop, convegni nazionali ed internazionali sul tema della biodiversità. KƌŐĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶĞĚĞůŵŽŶŝƚŽƌĂŐŐŝŽ La Regione Umbria dispone già di una buona base di partenza per questa esperienza: da anni esiste un osservatorio regionale faunistico (istituito con L.R. n.14/94) che opera il monitoraggio della consistenza e della dinamica delle popolazioni di fauna selvatica, quindi esiste già la relativa organizzazione per proseguire i rilievi e gli studi. Nello specifico il progetto di monitoraggio è strutturato su tre livelli: ͻ I Livello. Conoscenza a livello di specie. Il prodotto di questa attività è la banca dati GIS della vegetazione, flora e fauna dell’Umbria, attraverso la quale è possibile il controllo continuo dello stato della biodiversità in Umbria, anche in relazione alle misure di conservazione previste all’interno delle aree Natura 2000. ͻ II Livello. Conoscenza a livello di comunità. Significa analisi, valutazione, rilevazione e monitoraggio degli habitat, non solo quelli derivanti da Natura 2000, ma anche habitat biologici, non per forza ricompresi all’interno delle tipologie e delle aree Natura 2000. Il prodotto di questa attività è costituito da una serie di manuali interpretativi degli habitat, con la caratterizzazione e l’evoluzione degli stessi. ͻ III Livello. È il livello dell’integrazione fra tutte le dimensioni della biodiversità. In questa analisi viene considerata anche la presenza dell’uomo e quindi rientrano gli aspetti paesaggistici, quelli urbanistico-insediativi, quelli socio-economici e culturali. Non più solo, quindi, la diversità biologica. L’analisi integrata fra tutte le dimensioni della biodiversità è fondamentale sia per una completa interpretazione del concetto stesso di biodiversità, sia per lo sviluppo dei filoni di lavoro del paesaggio rurale e della progettazione sostenibile. Inoltre, questo livello di indagine è Territori n. 10/2012 preparatorio alla scelta dei siti Natura 2000 per i quali andare ad implementare i Piani di Gestione completi, quelli cioè che vanno oltre le misure di conservazione, e introducono una vera e propria pianificazione delle attività umane. L’attività di monitoraggio viene quindi svolta tramite raccolta e validazione di dati e osservazioni, editi ed inediti, loro archiviazione ed elaborazione in ambiente GIS. Tutti i dati derivanti dalle attività di monitoraggio confluiscono nel sistema informativo territoriale implementato nel corso del primo anno di attività dell’Osservatorio, e descritto più dettagliatamente nei successivi paragrafi. Le informazioni raccolte vengono utilizzate anche per l’applicazione delle misure di conservazione individuate attraverso i Piani di Gestione dei siti Natura 2000 dell’Umbria, nonché come supporto all’attuazione delle misure di programmi comunitari come il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) ed il Programma Operativo Regionale (POR), ad essi collegati. ϱϬͳϱϭ In linea con quanto richiesto da INSPIRE i dati territoriali sono pubblicati attraverso servizi standard OGC. In particolare, i servizi WMS sono aperti mentre quelli WFS sono protetti. GeoServer 2.1.2, installato come web application su Apache Tomcat 7.0, viene utilizzato per la creazione dei servizi. I dati pubblicati da GeoServer sono quelli archiviati in PostgreSQL/PostGIS. In questo modo qualunque aggiunta o modifica di feature ai dataset esistenti (tabelle) si rende immediatamente disponibile all’esterno. All’apice della catena di pubblicazione dei dati dell’osservatorio si colloca il Web Gis, sviluppato mediante librerie javascript (OpenLayers, GeoExt, ExtJS). I layer disponibili per la visualizzazione sul Web Gis sono generati automaticamente a partire dalla lista dei layer offerti come WMS da GeoServer (tecnicamente l’applicazione esegue una chiamata di GetCapabilities verso GeoServer e usa la risposta ottenuta per generare l’albero dei livelli disponibili). Questa soluzione limita la necessità di manutenzione e consente ai ricercatori di concentrarsi esclusivamente sulla gestione dei dati e l’eventuale Il sistema informativo territoriale Caratteristiche tecniche La direttiva europea INSPIRE (2007), il Decreto Legislativo DL 27 gennaio 2010 n. 32, nonché il recente D.P.C.M del 10 novembre 2011 hanno progressivamente e definitivamente indirizzato le pubbliche amministrazioni, ma anche molti privati, verso l’adozione di piattaforme standard ed interoperabili per la pubblicazione di dati e metadati spaziali (Mitchell, 2005; Groot e McLaughlin, 2000; Kralidis, 2008; Marchesini et al., 2010; Casadei et al., 2009). L’Osservatorio si è quindi dotato di una infrastruttura, per la pubblicazione dei dati territoriali, che sia in grado di rispondere ai requisiti previsti dalle normative prima citate. Inoltre, con lo scopo di investire nella conoscenza e nel capitale umano piuttosto che in costi di licenze, l’osservatorio ha deciso di adottare un sistema completamente basato su software Open Source. Il processo di gestione e pubblicazione dati è interamente gestito da una macchina virtuale GNU/Linux, basata sulla distribuzione 10.4 LTS di Ubuntu Server. La macchina virtuale è ospitata su un sistema di blade server. Gli utenti dei gruppi di ricerca hanno accesso alla macchina attraverso una rete VPN e possono gestire i dati territoriali archiviandoli su un DBMS con estensioni spaziali (PostgreSQL 8.4 + PostGIS 1.5 – Riggs, 2010; Obe e Hsu, 2011). Le autorizzazioni ed autenticazioni per l’accesso ai dati sono gestite a livello di schemi di PostgreSQL, in modo tale che ogni gruppo di lavoro abbia accesso diretto esclusivamente ai propri dati. Ad oggi, alcune tabelle contengono decine di migliaia di record inerenti osservazioni relative alle aree tematiche di riferimento dell’Osservatorio. La procedura di modifica viene effettuata mediante l’applicativo Quantum GIS che permette di modificare anche le proprietà geometriche degli elementi archiviati. creazione di nuovi servizi OGC (che verranno immediatamente visualizzati sul Web Gis). Il servizio di ricerca e creazione di metadati, fondamentale ai fini della aderenza alle specifiche INSPIRE, è gestito mediante GeoNetwork Open Source 2.6. Molti metadati sono ancora in fase di creazione ma alcuni servizi elementari sono generati automaticamente a partire dalle informazioni fornite a GeoServer, dai ricercatori, in fase di creazione dei servizi OGC (procedura definita “harvesting”). Le potenzialità di questo strumento permettono di eseguire delle ricerche non solo utilizzando criteri di tipo alfanumerico, ma anche geospaziale, così da poter ricavare, ad esempio, tutti i dati relativi ad una specifica estensione spaziale. gestione /ůdatabaseƉƌŽĚŽƚƚŽƌĂĐĐŽŐůŝĞŝĚĂƚŝ ƉƌŽǀĞŶŝĞŶƚŝĚĂŝĚŝĨĨĞƌĞŶƚŝŐƌƵƉƉŝĚŝƌŝĐĞƌĐĂ ŝŶŵĞƌŝƚŽĂůůĞƋƵĂƚƚƌŽĂƌĞĞƚĞŵĂƚŝĐŚĞ ĚŝƌŝĨĞƌŝŵĞŶƚŽ͗ďŽƚĂŶŝĐĂ͕njŽŽůŽŐŝĂ͕ ŝŶƐĞĚŝĂŵĞŶƚŽͬƉŝĂŶŝĨŝĐĂnjŝŽŶĞĞƉĂĞƐĂŐŐŝŽ ƌƵƌĂůĞ &ƵŶnjŝŽŶŝĞƉŽƚĞŶnjŝĂůŝƚă Il database così costruito raccoglie dati, frutto di anni di lavoro da parte dei differenti gruppi di ricerca afferenti all’Osservatorio, provenienti dalle quattro principali aree tematiche di riferimento: botanica, zoologia, insediamento e pianificazione, paesaggio rurale. Dentro il database, che è stato nominato “biodiversità”, vi sono quattro schemi corrispondenti alle quattro aree tematiche. Il database dell’Osservatorio è di tipo geografico, cioè contiene un campo con informazioni di tipo geometrico. Per quanto concerne l’area tematica botanica, allo stato attuale all’interno della banca dati sono state inserite circa 1000 entità floristiche, di cui un iniziale contingente di circa 700 entità ritenute di interesse conservazionistico, naturalistico e fitogeografico. A queste si aggiungono circa 300 entità che rappresentano il processo di implementazione della banca dati, che con frequenza periodica verrà effettuato per tutte le altre specie segnalate per il territorio umbro. In totale sono stati inseriti dati riferibili al 50% della flora umbra, circa 5.500 record, ognuno dei quali rappresenta una segnalazione di una specie sul territorio umbro. Per quanto concerne l’area tematica zoologia, l’archivio è costituito da 37526 record, raccolti tra il 1878 ed il 2010. Con riferimento ai Tetrapodi, la distribuzione temporale dei dati relativi nei 132 anni è, tuttavia, particolarmente disomogenea, tanto che il 99% dei record appartiene all’ultimo ventennio, nell’ambito del quale quasi l’80% si riferisce al primo decennio del Terzo Millennio. Ciò significa che tale patrimonio è, cronologicamente, particolarmente “fresco”. Nell’ambito delle classi tassonomiche dei Tetrapodi, le informazioni si distribuiscono come di seguito: – agli anfibi appartengono 856 record; riferiti a 12 specie; – ai rettili 1532 dati; ripartiti tra 19 specie; – agli uccelli 16479 osservazioni; relative a 112 specie; – ai mammiferi i 18603 dati; 56 specie; per un totale di 199 taxa specifici. Ciò significa che, per quanto concerne i Tetrapoda selvatici che attualmente risultano stabilire rapporti ecologici vitali con le risorse del territorio, la copertura specifica della fauna regionale umbra, da parte del presente archivio, è pari al 61%. In riferimento all’area tematica aspetti insediativi, sono presenti dati sull’evoluzione insediativa e sulla conversione urbana dei suoli alla dimensione regionale, su due sezioni temporali di riferimento (1956, 2002). Per l’area tematica paesaggio, si è proceduto al rilevamento e alla valutazione dei dati di previsione delle azioni trasformative, con particolare attenzione alla situazione delle previsioni pianificatorie e programmatorie più rilevanti in ambito comunale e provinciale. I risultati ottenuti consistono nell’individuazione a livello regionale di 8 aree, con relativa produzione cartografica1. I dati in possesso dell’Osservatorio hanno un alto valore scientifico perché frutto di anni di lavoro e di ricerca da parte di esperti del settore, ma tale lavoro sarebbe fine a se stesso se i dati non fossero fruibili e resi disponili al pubblico; per questo la condivisione dei dati geo-spaziali nel World Wide Web è permessa grazie ad un applicazione Web Gis installata nel server di Villa Fabri. Il Web Gis è il programma che permette di visualizzare sottoforma di mappe i dati contenuti nel database; le carte tematiche che vengono restituite possiedono un alto valore informativo poiché permettono la visualizzazione di dati, biologici e non, corredati di informazioni geografiche, stazionali e cronologiche. La mappa che il software Web Gis restituisce è formata da diversi “strati” posti uno sull’altro denominati layer. Nella sovrapposizione dei layer, quello “più esterno” è più visibile e copre in parte quelli che si trovano sotto. Ogni layer può essere costituito da immagini (raster), oppure da disegni vettoriali (shape). Mentre i raster sono i layer generalmente di “sfondo”, che rappresentano la cartografia di riferimento e servono a capire che zona stiamo inquadrando, i vettoriali sono essenzialmente disegni che possono essere di tre tipi: punti, linee, poligoni. I vettoriali sono correlati a quelle che vengono definite tabelle degli attributi, in cui sono contenute le informazioni specifiche associate ad ogni elemento. ϱϮͳϱϯ Territori n. 10/2012 ј&ŝŐƵƌĂϭ͘^ĞŐŶĂůĂnjŝŽŶŝĨůŽƌŝƐƚŝĐŚĞƉĞƌů͛hŵďƌŝĂ͕ƐƵďĂƐĞGoogle Hybrid͕ĐŽŶƌĞƚŝĐŽůŽĐĂƌƚŽŐƌĂĨŝĐŽhdD ј&ŝŐƵƌĂϮ͘^ĞŐŶĂůĂnjŝŽŶŝĨĂƵŶŝƐƚŝĐŚĞƉĞƌů͛hŵďƌŝĂ;ĂŶĨŝďŝ͕ŵĂůĂĐŽƐƚƌĂĐŝĞĚĞĐĂƉŽĚŝ͕ŵĂŵŵŝĨĞƌŝ͕ƌĞƚƚŝůŝ͕ƵĐĐĞůůŝͿƐƵďĂƐĞGoogle Hybrid Attraverso il software Web Gis è possibile visualizzare, da parte sia di un utente appartenente al gruppo di lavoro che da parte di un qualsiasi utente esterno, una mappa relativa ad esempio alla distribuzione di una determinata specie, sia essa vegetale o animale, in Umbria. Ciò che sarà visualizzato sarà quindi un raster come base, in cui apparirà la carta dell’Umbria, costellata di punti collocati nelle stazioni geografiche in cui sono state effettuate segnalazioni per quella specie (esempio: fig. 1 e fig. 2). Cliccando su uno dei punti vengono visualizzati gli attributi immagazzinati nel database e riferiti a quella specifica segnalazione (esempio: fig. 3). Tali informazioni hanno un alto valore conoscitivo ed è per questo che l’accesso al database è vincolato in modo diverso a seconda del tipo di utente che vi acceda; viene cioè operata una distinzione nei diritti di lettura e modifica a seconda che l’utente sia un “addetto ai lavori” o un esterno; questo perché è necessario filtrare alcune informazioni relative a specie sensibili meritevoli di tutela. gestione ј&ŝŐƵƌĂϯ͘^ĞŐŶĂůĂnjŝŽŶĞĚĞůůĂƐƉĞĐŝĞĨůŽƌŝƐƚŝĐĂ/ŽŶŽƉƐŝĚŝƵŵ^ĂǀŝĂŶƵŵ;ĂƌƵĞůͿĂůůĞdžƌĐĂŶŐ͕ƐƵďĂƐĞYƵĂĚƌŽĚŝhŶŝŽŶĞdZhŵďƌŝĂ͕ĐŽŶůĂǀŝƐƵĂůŝnjnjĂnjŝŽŶĞĚŝĚƵĞ ĨŝŶĞƐƚƌĞĐŚĞŝŶĚŝĐĂŶŽŐůŝĂƚƚƌŝďƵƚŝĚŝĂůĐƵŶŝĞůĞŵĞŶƚŝŐĞŽŐƌĂĨŝĐŝŝŶŵĂƉƉĂ ƚƚƌĂǀĞƌƐŽŝůƐŽĨƚǁĂƌĞtĞď'ŝƐğƉŽƐƐŝďŝůĞ ǀŝƐƵĂůŝnjnjĂƌĞůĂŵĂƉƉĂƌĞůĂƚŝǀĂĂůůĂĚŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞ ĚŝƵŶĂĚĞƚĞƌŵŝŶĂƚĂƐƉĞĐŝĞŝŶhŵďƌŝĂ͕ ĐŽŶů͛ŝĚĞŶƚŝĨŝĐĂnjŝŽŶĞĚĞůůĞƐƚĂnjŝŽŶŝŐĞŽŐƌĂĨŝĐŚĞ ŝŶĐƵŝƐŽŶŽƐƚĂƚĞĞĨĨĞƚƚƵĂƚĞƐĞŐŶĂůĂnjŝŽŶŝ La natura dei dati così differente, se da un lato complica la gestione del database, dall’altro permette di accedere ad informazioni di notevole dettaglio, che offrono un quadro conoscitivo approfondito sullo stato della biodiversità in Umbria. ^ǀŝůƵƉƉŝĨƵƚƵƌŝ L’Osservatorio per la Biodiversità ha nel suo primo anno di attività concentrato l’attenzione sul miglioramento della conoscenza L’interazione con il database è possibile attraverso 3 programmi: a livello di specie. I dati, raccolti dalle diverse aree tematiche e ͻ pgadmin3 (consente di avere visione dei dati in maniera profes- confluiti nella banca dati con le modalità sopra esposte, sono stati sionale ma non di inserirli); quindi sistematizzati ed omogeneizzati, considerato come detto che ͻ openoffice (ha un plugin che consente di accedere con il modulo si tratta di informazioni di natura molto diversa tra loro, che devono base e di creare le maschere di inserimento); però essere integrate allo scopo di tracciare un quadro chiaro e di ͻ qgis (con qgis è possibile l’aggiunta di un vettore postgis; inse- costruire dei trend interpretabili. rendo l’IP, il nome del database, la porta 5432 che è quella uti- Tale banca dati è il punto di partenza e di riferimento per tutti gli lizzata da PostgreSQL, è possibile visualizzare le tabelle presenti studi e gli approfondimenti che seguiranno nel corso delle attività nel database, in altri termini è possibile visualizzare dati, mappe dell’Osservatorio, nonché per supportare le attività di monitorage tabelle e operare delle modifiche). gio, che sono attualmente in corso. In particolare, l’inserimento Oltre a quello di diffusione della conoscenza in materia di biodiver- all’interno del sistema dei risultati delle attività di monitoraggio, sità, il fine ultimo dell’allestimento di questa banca dati è quello di permetterà in seguito l’interrogazione per anni, l’analisi di serie stoorganizzare e raccogliere tutti i dati biologici e insediativi riguar- riche e l’individuazione di trend. danti l’Umbria in modo da avere una base di informazioni su cui Successivamente, attraverso l’interpretazione dei dati sarà possibiappoggiarsi per interventi di monitoraggio, tutela, pianificazione le anche un’analisi a livello di habitat, nonché un confronto di tipo sostenibile o per individuare aree su cui concentrare sforzi di cam- interregionale, confrontando le situazioni per tipologie di habitat pionamento e di studio. nell’Italia centrale. ϱϰͳϱϱ Territori n. 10/2012 KDWK^//KE>>͛K^^ZsdKZ/KZ'/KE> L’Osservatorio coinvolge esperti nei settori della botanica, zoologia, aspetti insediativi, paesaggio rurale, e valutazione economica della biodiversità, che fanno parte del gruppo di lavoro tecnico-scientifico attinente all’Osservatorio. In particolare fanno parte dell’Osservatorio i seguenti gruppi di lavoro: Goretti, Dott. Vittorio D’Allestro, Dott. Igor Pivotti, Dott.ssa Angelisa Fabrizi. 'ƌƵƉƉŽĚŝůĂǀŽƌŽƉĞƌůĂ&ĂƵŶĂʹŝƉĂƌƚŝŵĞŶƚŽĚŝŝŽůŽŐŝĂĞůůƵůĂƌĞ ĞŵďŝĞŶƚĂůĞ͕hŶŝǀĞƌƐŝƚăĚĞŐůŝ^ƚƵĚŝĚŝWĞƌƵŐŝĂ. Responsabile scientifico: Prof. Bernardino Ragni. Collaboratori: Tetrapodi: Dott.ssa Francesca Vercillo, Dott. Cristiano Spilinga, Dott.ssa Silvia Carletti. Invertebrati: Prof. Elda Gaino, Prof. Enzo 'ƌƵƉƉŽĚŝůĂǀŽƌŽsĂůŽƌĞĐŽŶŽŵŝĐŽĚĞůůĂŝŽĚŝǀĞƌƐŝƚăĞŽŽƌĚŝŶĂͲ ŵĞŶƚŽƐĐŝĞŶƚŝĨŝĐŽʹŝƉĂƌƚŝŵĞŶƚŽĚŝ^ĐŝĞŶnjĞĐŽŶŽŵŝĐŽƐƚŝŵĂƚŝǀĞ ĞĚĞŐůŝůŝŵĞŶƚŝ͕hŶŝǀĞƌƐŝƚăĚĞŐůŝ^ƚƵĚŝĚŝWĞƌƵŐŝĂ͘ Responsabile scientifico: Prof. Antonio Boggia. Collaboratori: Dott.ssa Carla Cortina, Dott.ssa Luisa Paolotti, Dott. Matteo Polito. 'ƌƵƉƉŽĚŝůĂǀŽƌŽ/ŵƉĂƚƚŽ/ŶƐĞĚŝĂƚŝǀŽĞ^ĐĞŶĂƌŝĚŝǀŽůƵnjŝŽŶĞWŝĂͲ ŶŝĨŝĐĂnjŝŽŶĞʹŝƉĂƌƚŝŵĞŶƚŽĚŝƌĐŚŝƚĞƚƚƵƌĂĞhƌďĂŶŝƐƚŝĐĂ͕hŶŝǀĞƌͲ ƐŝƚăĚĞŐůŝ^ƚƵĚŝĚĞůů͛ƋƵŝůĂ͘ 'ƌƵƉƉŽĚŝůĂǀŽƌŽƉĞƌůĂ&ůŽƌĂ͕sĞŐĞƚĂnjŝŽŶĞ͕,ĂďŝƚĂƚĞWĂĞƐĂŐŐŝŽ Responsabile scientifico: Prof. Bernardino Romano. Collaboratori: sĞŐĞƚĂůĞʹŝƉĂƌƚŝŵĞŶƚŽĚŝŝŽůŽŐŝĂƉƉůŝĐĂƚĂ͕hŶŝǀĞƌƐŝƚăĚĞŐůŝ Dott. Francesco Zullo, Dott.ssa Serena Ciabò. ^ƚƵĚŝĚŝWĞƌƵŐŝĂ. 'ƌƵƉƉŽ Ěŝ ůĂǀŽƌŽ WĂĞƐĂŐŐŝŽ ZƵƌĂůĞ ʹ ^ĐƵŽůĂ Ěŝ ƌĐŚŝƚĞƚƚƵƌĂ Responsabile scientifico: Prof. Roberto Venanzoni. Collaboratori: ͞ĚƵĂƌĚŽsŝƚƚŽƌŝĂ͕͟hŶŝǀĞƌƐŝƚăĚŝĂŵĞƌŝŶŽ͘ Dott.ssa Daniela Gigante, Dott. Fabio Maneli, Dott. Alessandro Responsabile scientifico: Prof. Massimo Sargolini. Collaboratori: Properzi. Dott. Daniele Fabiani, Dott. Corrado Gamberoni. ^dZd dŚĞhŵďƌŝĂŶƌĞŐŝŽŶĂůKďƐĞƌǀĂƚŽƌLJĨŽƌŝŽĚŝǀĞƌƐŝƚLJ͕ZƵƌĂů>ĂŶĚƐĐĂƉĞ ĂŶĚ^ƵƐƚĂŝŶĂďůĞWůĂŶŶŝŶŐ͕ĞƐƚĂďůŝƐŚĞĚďLJƚŚĞƌĞŐŝŽŶĂůůĂǁŶ͘ϵϲϴ ŽĨ:ƵůLJϭϯ͕ϮϬϬϵ͕ŝƐĂƌĞƐĞĂƌĐŚĐĞŶƚƌĞĂŝŵĞĚƚŽƚŚĞŵŽŶŝƚŽƌŝŶŐ ŽĨƐƉĞĐŝĞƐĂŶĚŚĂďŝƚĂƚƐŝŵƉŽƌƚĂŶƚĂƚhůĞǀĞů͕ŝŶĂĐĐŽƌĚĂŶĐĞ ǁŝƚŚƚŚĞĨƵůĨŝůŵĞŶƚƐŽĨƚŚĞŝƌĞĐƚŝǀĞϵϮͬϰϯͬ͘KŶĞŽĨƚŚĞ ŵĂŝŶŽďũĞĐƚŝǀĞƐŽĨƚŚĞKďƐĞƌǀĂƚŽƌLJŝƐƚŽĐŽůůĞĐƚƌĞŐŝŽŶĂůĚĂƚĂ ĂďŽƵƚďŝŽĚŝǀĞƌƐŝƚLJŝŶĂƵŶŝƋƵĞĂŶĚƉƵďůŝĐŝŶĨŽƌŵĂƚŝŽŶƐLJƐƚĞŵ͘ dŚŝƐǁĂƐƉŽƐƐŝďůĞďLJŵĞĂŶƐŽĨƚŚĞĐŽŶƐƚƌƵĐƚŝŽŶŽĨĂĂƚĂďĂƐĞ͕ ĐŽŵƉůĞƚĞůLJďĂƐĞĚŽŶKƉĞŶ^ŽƵƌĐĞƐŽĨƚǁĂƌĞ͕ĞůĂďŽƌĂƚĞĚŝŶĂ'/^ ĞŶǀŝƌŽŶŵĞŶƚ͘ /ŶƚŚĞƉƌĞƐĞŶƚǁŽƌŬƚŚĞĚŝĨĨĞƌĞŶƚĂĐƚŝǀŝƚŝĞƐŵĂĚĞǁŝƚŚŝŶƚŚĞ KďƐĞƌǀĂƚŽƌLJ;ŵŽŶŝƚŽƌŝŶŐŽĨďŝŽĚŝǀĞƌƐŝƚLJ͕ďƵƚĂůƐŽƉƌŽũĞĐƚŝŶŐ͕ ĞĚƵĐĂƚŝŽŶĂŶĚƚƌĂŝŶŝŶŐ͕ŽƌŐĂŶŝnjĂƚŝŽŶŽĨǁŽƌŬƐŚŽƉĂŶĚŵĞĞƚŝŶŐƐ͕ ĞdžĐ͘ͿĂŶĚƚŚĞĐŚĂƌĂĐƚĞƌŝƐƚŝĐƐĂŶĚĨƵŶĐƚŝŽŶƐŽĨƚŚĞ'/^ĂƚĂďĂƐĞ ĂƌĞŝůůƵƐƚƌĂƚĞĚ͘ ŝďůŝŽŐƌĂĨŝĂ Casadei S., Bellezza M., Casagrande L., Pierleoni A., Marchesini I. (2009) Tecnologie libere ed open source per la consultazione e l’elaborazione di dati territoriali ed idrometeorologici in applicazioni web-based. GEOmedia, 4. Convenzione Europea del Paesaggio, 20 ottobre 2000, Firenze. Convenzione di Rio de Janeiro sulla diversità biologica, giugno 1992. Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali selvatiche minacciate di estinzione, Washington, 3 Marzo 1973. Decisione del Consiglio 93/626/CEE, del 25 ottobre 1993, relativa alla conclusione della Convenzione sulla diversità biologica. Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 32. Attuazione della direttiva 2007/2/CE, che istituisce un’infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (Inspire). Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Direttiva 2007/2/CE, del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2007 - INSPIRE - Infrastructure for Spatial Information in Europe (Infrastruttura per l’Informazione Territoriale in Europa). Groot R., McLaughlin J. 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Gli autori fanno parte del Gruppo di lavoro dell’Osservatorio per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e la Progettazione Sostenibile della Regione Umbria.