Volevo solo averti accanto

Letteratura – R. H. Balson:
Volevo solo averti accanto
Volevo solo averti accanto di Ronald H. Balson è un legalthriller ambientato a Chicago che racconta una storia
sull’Olocausto a causa del riconoscimento di un criminale
nazista. Volevo solo averti accanto ci riporta ai tempi degli
orrori del nazismo, per non dimenticare, affinché non si
ripetano, ma è anche la storia del tradimento di un’amicizia
ed è anche la storia di un grande amore. Insomma, tanti
ingredienti in un romanzo scritto bene e ben documentato per
una storia toccante.
Volevo solo averti accanto ci racconta come, in un periodo di
grande depressione economica, di impoverimento generale, fu
facile trovare negli ebri un capro espiatorio, qualcuno a cui
dare la colpa di tutto, tanto la gente era allucinata dalla
paura del domani.
Volevo solo averti accanto ricorda la vita e le persecuzioni
in
Polonia
prima
e
dopo
la
guerra,
per
colpa
dell’antisemitismo aizzato dai nazisti e parla di un exnazista che, con gli averi e gli ori rubati agli ebrei, è
diventato un ricco imprenditore americano.
Volevo solo averti accanto è una storia
sull’Olocausto, attraverso gli occhi di una famiglia, i
Solomon, in una cittadina tipica di allora, in Polonia. In
Volevo solo averti accanto c’è anche spazio per il
romanticismo.
Elliot Rosenzweig è il più ricco e importante mecenate di
Chigago, ma Ben Solomon riconosce in lui l’amico d’infanzia
Otto Piatek, a cui la sua famiglia affidò i suoi averi quando
fu costretta a fuggire dalla Polonia, a causa delle
persecuzioni contro gli ebrei. Ben Solomon cercherà di
smascherare la vera identità di Elliot, grazie all’aiuto di
una brava avvocatessa Catherine, prima riluttante, ma poi
convinta e convincente. Il racconto di Ben sulla vita degli
ebrei in Polonia durante il periodo dell’occupazione nazista è
allietato dal ricordo della sua storia d’amore con Hannah.
I contenuti storici dei ricordi del periodo nazista in Polonia
sono veri, frutto delle ricerche dello scrittore durate tre
anni.
Conoscete la differenza tra campi di concentramento e campi di
sterminio?
Ben racconta della differenza tra campi di concentramento e
campi di sterminio, dove i primi erano essenzialmente luoghi
di prigionia dove i prigionieri lavoravano come schiavi per il
Reich (Dachau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Theresienstadt),
mentre i secondi erano campi di morte, cioè campi nati con
l’unico fine di eliminare il maggior numero di persone
possibile nel minor tempo possibile (Belzec, Sobibor,
Treblinka). Nei campi misti come quelli di Auschwitz e
dell’adiacente Birkenau i prigionieri lavoravano in attesa
della morte. I tedeschi iniziarono a costruire i campi di
sterminio nel 1941, quando decisero che la soluzione del
problema ebraico non era l’espulsione, ma lo sterminio di
massa. Nei campi di concentramento c’erano enormi baracche per
ospitare migliaia di lavoratori. Quelli di sterminio, invece,
si trovavano vicino alla ferrovia ed erano piccoli, giusto il
tempo di far scendere i prigionieri dal treno e spedirli nelle
camere a gas. “Auschwitz era enorme. Per costruirlo vennero
abbattute più di un migliaio di case polacche. Gli edifici in
mattoni rossi e le baracche di legno erano circondati da fili
dell’alta tensione e sorvegliati da ottomila SS. Intorno c’era
anche una zona cuscinetto di circa quaranta chilometri per
nascondere quell’orrore agli occhi del mondo. Attivo dal 1942,
fu il principale centro di sterminio degli ebrei europei”,
leggendo queste parole mi è ritornata in mente l’immagine dei
campi di Auschwitz che ho visitato alcuni anni fa ed un
brivido mi è corso lungo la schiena! Si stima che circa un
milione e mezzo di persone vi persero la vita!
Il romanzo porta alla luce anche un’altra conoscenza: quando i
nazisti, davanti all’imminente sconfitta, iniziarono a
fuggire, adottarono le identità delle famiglie ebraiche che
avevano ucciso; usarono quelle per emigrare in Inghilterra, in
Sud America e negli Stati Uniti. Questo fatto può essere
confermato da qualsiasi studioso della seconda guerra
mondiale!
Romanzi come questo sull’Olocausto, sullo sterminio di razza,
di religione, sulla schiavizzazione di una popolazione e sugli
orrori a cui può degenerare l’uomo, hanno un valore sociale,
oltre che politico: non permettono al mondo di dimenticare per
impedire che il seme marcio di tali orrori possa essere
nutrito e crescere.
Lettura consigliata!
Cinzia Malaguti