Senza titolo-2 - Il Figlio di Jorio Storia e documenti delle Famiglie

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Storia e documenti delle Famiglie Cavalli
IL CODICE AMADI - ESTRATTO
Premessa
Ho trovato questo magnifico documento manoscritto miniato con una quarantina di pagine a colori, alcune
vere opere d’arte , copia unica, in condizioni superbe, nonostante sia stato scritto nel 1708, quattrocento anni
fa. L’ho trovato presso il museo Correr a Venezia(Ms Pq H 8) in Piazza S.Marco, per la perspicace capacità
della gentile Dottoressa Nicoletta Mantoan, giovane ricercatrice di Preganziol veneto. E’ stato fotografato da
professionisti e tradotto in un prezioso CD, da cui è tratto il testo che segue, che è in formato ridotto A4(ossia
formato standard) mentre in originale è più del doppio del formato A4. Il supporto è carta piuttosto consistente
ingiallita col tempo. La copertina è fatta da un cartoncino biancastro senza scritte.
In una delle prime pagine introduttive quasi “di copertina” a colori, in fondo si legge che l’autore è:
D.THEODORI AMADI EQUITIS, COMITIS(Cavaliere e Conte) DE AMADENO(località)
ABBATIS(SINDACO) S.MARIAE DE CASTRO, COMMENDATORIS S.MARTHAE
LIGNACENSIS(LIGNANO) ORDIN.S.IOANN. DE JERUSALEM MELITENSIS(di Malta) Dunque persona di
tutto rispetto , autorevole membro dell’ordine di S.Giovanni di Gerusalemme di Malta. Una bella garanzia di
serietà e responsabilità sui contenuti!
E poi segue VENETIIS e nella dedica a FEDERICO CAVALLI, a Pag 4 dove termina la enfatica dedica del libro
, figura la data 1708.
Questo Federico non è il capostipite dei Cavalli di Venezia nipote di Giovanni Cavalli( che ritorna in Italia attorno al 1274, mentre Federico è presente a Verona nel 1323, ma sicuramente il Federico che figura nell’albero
genealogico Amadi a Pag.226 del testo,
dove l’Amadi dice che sta scrivendo, nel 1708, dedicando questi elogi al grande veneziano Federico Cavalli ,
patrizio Veneto, Conte del Sacro Romano Impero, nato nel 1653 , senatore, ricco di palazzi e terreni . Titolo di
Pregadi, sposato a Isabetta Duodo di una importante famiglia dogale , di discendenza principesca Longobarda.
NB: mi pare che il vero motivo dell’autore del Codice sia di offrire un “regalo in occasione delle nozze” della
principessa Duodo in Cavalli, avvenute proprio nel 1708…
Configurazione del Codice Amadi 1708
Il codice è manoscritto in latino, parte con susseguente traduzione in Italiano, su carta tipica del 1600,di 227
fogli, con 24 stupende tavole miniate a colori, concernenti l’albero genealogico della famiglia Cavalli a partire
dall’anno 178 ab Urbe condita e tre bellissime tavole due delle quali(07 jpg e 012 Jpg) riguardano la nuova versione dello stemma con l’aggiunta preziosa dei tre gigli dello stemma francese, concesso a Marino Cavalli con
dedica del Re di Francia Enrico IV nel 1603, , l’altra, 0184 Jpg, è un quadro miniato che riproduce il suntuoso
Mausoleo Cavalli in S.S. Giovanni e Paolo a Venezia con il sarcofago, opera del Dalle Masegne, del famoso condottiero veneto Jacopo Cavalli defunto nel 1384 .
Il Testo è diviso in tre parti:
-
Prima Parte : storia dei Cavalli dall’epoca etrusca e poi romana,
-
che occupa le prime 100 pagine, a partire dai 200 anni dopo la fondazione di Roma ( avvenuta negli
anni 700 prima di Cristo, che è come dire che Publio Cavallo, il nostro Capostipite, che muore nel 203, era di
Roma, viveva in provincia di Roma nell’area degli Etruschi attorno all’anno 500 prima di Cristo, cioè in pieno
periodo Etrusco. Si tenga presente che il ferro nasce con gli Etruschi nel 700 A.C.
-
Risulta dal Codice che Publio Cavallo fu prefetto dei militari sotto il Re Servio Tullo e Lucio TarquinioVI e VII, Re dei Roma. I figli Tito, nato il 237 ab urbe còndita e Lucio, nato nel 239, agirono in posizioni
militari importanti, sotto il regno di Tarquinio il Superbo. Il codice , in questa prima parte dedicata ai Cavalli
Latini e poi Romani, l’albero genealogico è chiarissimo e documentato con descrizioni dettagliate, con citazioni storiche che sembrano indiscutibili e reperti di scritte marmoree. Ad esempio, nella guerra civile (anno 705
di Roma)il Senatore Tito Cavallo tenne la parte di Cesare, in collegamento con il Console Claudio Marcello,
parente di Cesare. Tito Caballo perorò in senato la sua parte, trascinando la maggior parte dei senatori a difesa
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di Cesare e Tito Cavallo divenne uomo di fiducia di Cesare.
Un altro Tito Cavallo è nominato in una “Vita dei pontefici” conservato nella biblioteca Vaticana e
siamo nel 40 dopo Cristo ed era uno specie di eremita aruspice famoso.
Persino Seneca cita nel suo libro IV un famoso Gneo Cavalli, nella stessa epoca.
Tacito cita negli anni 80 D.C. un questore importante , Marcus Caballus, ucciso poi in Roma da Galba.Un
altro Gneo, figlio di Marco fiorì in Roma nel 120 dC e fu amico di Traiano Imperatore. Un Publio Cavallo fu
prefetto in Asia nel 148 d C ed è citato nel Codice Aretino che ne fa l’elogio. Ne naque in Siria una linea della
famiglia “Caballa”.
La prima parte del Codice, quella dei Cavalli latini-romani conta 100
pagine di testo e termina con le gesta di Caio Caballus(fiorì in Roma negli anni 544 d.C e che affronta i Goti
invasori e poi, in battaglia con i Sassoni, viene ferito , fatto prigioniero e tenuto prigioniero in Sassonia, ove
con i figli Lucio e Marco, si genera la stirpe Cavalli sassone e bavarese,che aquista grande credito presso le
corti barbare. Vedremo poi che nel 1200 i Cavalli ritornano dalla Baviera e Sassonia (Castello di Schiarding)
in Italia (Milano-Brescia- Verona- Venezia).
Parte Seconda: i Cavalli si stabiliscono in Sassonia-Baviera
Dicevamo che il primo germe dei Cavalli in Sassonia è stato quello di Caius Caballus ed i suoi figli Lucio e
Marco attorno agli anni 550-600 dC, in condizioni di confino-prigionia pur agiata.
Sono i tre figli di Caio a iniziare una conversione di successo di prima generazione verso i Sassoni:
-Witta de Caballis nato a Bardowici nel 616, con ottimi finali rapporti con il Re Beroaldo, ed il Re Dagoberto,
- Oscus de Caballis nato a Bardowici, fiorì attorno al 620 sviluppando la linea nobiliare dei Romano-Sassoni,
sposando la Nobil Sulanna Von Hoberg.
-Bodicus, attorno agli anni 622, combattendo per i sassoni nella guerra Sasso Slavonica . anche lui sposo di
una nobile Sassone Von Schellendorf, figlia di Bertoldo.
Si veda a pag.91, 92 e 93 un riassunto della situazione iniziale dei Cavalli-Sassoni. E successivamente un
dettaglio del nuovo albero Genealogico con pagine dettagliate di commento. Nelle ultime pagine del capitolo Sassone, a pag.150,151,152 e 153, si veda la narrazione della riemigrazione in Italia della famiglia Cavalli
dalla Sassonia e dalla Baviera, gli attori della quale sono Guido de Caballis, bavarese, Federico de Cavalli e la
moglie Sassone Von Arnim Theofridi; e , sostanzialmente opera di un Giovanni de Caballis, a metà 1200, a
partire da impieghi prestigiosi, come comandanti militari a Milano e Verona .
Segue Nicolao, figlio di Pietro,fratello di Giovanni, che muore in Italia. Termina l’elenco dei transitori da
Sassonia- Baviera in Italia, con Ottone, del 1280, figlio di Guido, sposa una Sassone Maria Clementia de
Sintzenhofen con i figli Massimiliano e Ioannes, che dopo la morte del Padre continuano però la loro presenza in Bavaria,
Parte terza e ultima
che occupa le pagine da 155 a 230 e descrive lo sviluppo essenzialmente a Venezia, della famiglia Cavalli rientrata dalla Baviera –Sassonia.
Nelle prime pagine(155,156) si riassumono le premesse della appartenenza alla Sassonia-Baviera, della famiglia Cavalli, dall’anno 500 al 1200( 700 anni!!!)specificando che le invasioni barbariche provocarono anche
una migrazione di romani importanti nei paesi Barbari, ad esempio i Galli e i Sassoni, che restituivano poi la
libertà a questi immigrati che potevano di nuovo svilupparsi in loco acquisendo posizioni importanti , dato
anche le conoscenze e la scienza che essi possedevano, e finalmente poter ritornare , se lo volevano, nella
patria di origine, arricchiti di titoli e acquisite competenze.
A Pag. 161 e 168- 169 il solito dettagliato albero genealogico indica il nuovo capostipite dei Cavalli Italiani,
provenienti dalla Bavaria (Castello di Schiarding), che fu Joannes de Caballis che emigra in Italia, richiesto da
Milano, nel 1274 come vice comites del Principato di Milano, indi passa agli Scaligeri di Verona. Sua mo-
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glie fu Sophia Ròdern, Austriaca, di famosa famiglia che lo seguiva nelle battaglie, con la insegna del cavallo
bianco in campo rosso, arricchito dalle tre stelle d’oro su fascia azzurra dello stemma della moglie. Stemma
che durò fino al 1603 quando Enrico IV di Francia lo arricchì con i tre gigli francesi, con una magniloquente
pergamena inclusa nel codice.
Da notare che sullo stemma della tomba di Marino del 1570, in SS Giovanni e Paolo a Venezia, comincia a
comparire come motto dello scudo-stemma quello misterioso di MATURA, che si trova confermato anche
nello stemma coi tre gigli del 1603, sul quadro del Museo Correr di Antonio Cavalli Podestà di Brescia, figlio
del precedente Marino, che venne sepolto a Brescia nel 1601, in Duomo vecchio. Compare pure sul nostro
cannoncino da segnalazioni venatorie di chiara datazione del 1500. Da notare che nel 1548 Carlo V cambia
radicalmente lo stemma e il motto nominando Conte Giovanni Antonio Cavalli dichiarato nella pergamena
di attribuzione titolo, “caro Cittadino Bresciano”, mentre invece nel 1666 a Brescia Altobello Cavalli ottiene
la conferma della nobiltà con il vecchissimo stemma Cavalli col solo cavallo bianco rampante ma il motto
“Nihil generosius” che è lo stesso motto del nostro derivato da CarloV….mistero.
DA QUESTO GIOVANNI che si può considerare il nuovo capostipite della famiglia Cavalli di Milano- Verona-Venezia DERIVA IN LINEA FONDAMENTALE:
-Nicolò che si sposta da Milano a Verona nel 1291, avendo per sposa Susanna de Leiter di Berna(Scala de
Ursis), figlia di Cristoforo. E’ evidente l’internazionalità di tale famiglia.
-Federico,che servì gli scaligeri di Verona(Alberto e Mastino della Scala) come Archistratega :(anni 1323)e
sposò una Fiorentina, Franceschina Sommaia del Cav.Francesco.
Da Federico nascono Nicola, Iacopo e Pietro: Jacopo è il più famoso, sepolto con sfarzo nel 1384 nella tomba
Cavalli a Venezia, che nel 1371 passa da Verona a Venezia, dove sbaraglia tutti i suoi nemici ottenendo titoli
ed onori straordinari e l’ingresso nelle famiglie nobili Veneziane. Da Jacopo , secondo Amadi, nascono 7 figli
più un figlio naturale di cui parleremo specificamente e tra di essi nasce il conte di S.Orso, Signore di Schio,
Iorio Cavalli, che tanto ci interessa, perché da lui dovrebbero essere scaturiti i Cavalli Bresciani, con il figlio
Ludovico(IL FIGLIO DI JORIO….!!!!) e, per poter impadronirsi dei loro grandi beni, vengono condannati da
Venezia all’esilio a Candia “con solo otto servitori al seguito” nel 1406. C’era una tomba di Iorio a S.Orso nel
vicentino, dove risultava sepolto nel 1416 , ma ora dopo una frana non si trova più nulla.
DA PAGINA 155 A PAGINA 230 SI SVOLGE LA STORIA DETTAGLIATA DEI CAVALLI VENEZIANI
CHE COPRE GLI ANNI DAL 1250 AL 1650 SECONDO LA STESURA AMADI DATATA 1703. IN SOSTANZA IL CODICE AMADI COPRE L’INCREDIBILE PERIODO DAL 500 PRIMA DI CRISTO AL 1650
DOPO CRISTO, CIOE’ ….OLTRE 2000 ANNI !!! Cosa assolutamente unica e irripetibile.
Stupisce del testo il dettaglio e la puntigliosa storicità. Frutto di un cervello di tutto rispetto e degno di essere
conosciuto.
Chiudiamo l’affascinante capitolo Amadi con la cronologia dei Signori di Chiari, culla del nostro ramo Cavalli di Brescia, discendente da Baldassarre Cavalli patrizio bresciano ,dagli inizi del 1400(matricola Malatestiana ). Teniamo conto che fino al 1406 dominano i Visconti di Milano, poi:
1406-1419 Pandolfo Malatesta
1419- 1426 Visconti di Milano (attenzione!)
1426- 1429 Repubblica di Venezia
1429- 1432 Feudo del Carmagnola
1432- 1438 Repubblica di Venezia
1438- 1441 Visconti di Milano
1441- 1797 Repubblica di Venezia, cioè fino all’arrivo di Napoleone.
NOTE DI COLLEGAMENTO CON IL CODICE AMADI
La famiglia Cavalli di Milano,Verona, Venezia, Brescia ecc. ha antiche origini in Baviera/ Sassonia con Giovanni(1250-1318)che si sposta a Milano, dalla Baviera-Sassonia (Nicolò di Giovanni(1299-1370)) da cui
Federico, Veronese, Co. di S.Bonifacio, Podestà di Vicenza , sepolto nel mausoleo Cavalli in S.Anastasia di
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Verona. I figli di Federico si spostano poi a Venezia (Nicolò, Pod .di Vicenza è ancora sepolto in S.Anastasia
a Verona, il fratello Jacopo nel 1376 si sposta a Venezia , condottiero, ed è sepolto nel mausoleo Cavalli di SS
Giovanni e Paolo(cappella di fianco all’altare a sinistra). Da Jacopo, secondo il codice Barbaro dell’Archivio di
Stato di Venezia che io ho, nasce Iorio, condottiero famoso, Signore di Schio, fatto conte di S.Orso nel 1396
dall’imperatore Venceslao IV. Da questo Conte Iorio deriva, secondo la maggioranza degli storici specializzati
in araldica, Baldassarre Cavalli iscritto nella Matricola Malatestiana del 1406 come patrizio originario bresciano, da cui noi sicuramente deriviamo.NB dal 1406 fino al 1419, a Chiari e a Brescia regnava il Malatesta
Ma nel 1406 Iorio viene condannato da Venezia all’esilio a Candia e non se ne sa più niente se non che nel
1416 viene sepolto a S.Orso (ma la tomba non c’è più): sono peraltro in possesso della scritta tombale, datata
1416. Il figlio Ludovico è condannato a morte in contumacia e si fa vivo a Brescia, collegato coi Visconti e poi
sparisce anche lui. Secondo altri autori(Spreti) Giorio è figlio di Nicolò di cui sopra, nascendo nel 1330. Il
codice Barbaro dà Giorio figlio di Jacopo. Mentre il codice Amadi lo da figlio di Nicolò. Amadi dice che Giorio ha un fratello Giovanni di Nicolò e dice che da lui derivano i Cavalli Veronesi(Sanpiero Incarnaro), e che
Giorio fu esiliato a Candia nel 1406. Sposò Nicolea Capua, Mantovana, che generò il figlio Nicolò, che pure
era Conte di S.Orso e che anch’esso fu esiliato a Candia e che non ebbe figli. Sposò Hiroldina Malaspina, che
ebbe in dote Barco.Tutto il ramo Giorio risultò così estinto.
Il Codice Barbaro( V.Archivio di stato di Venezia) invece dice che figlio di Iorio e condannato a morte per
tradimento sempre nel 1406 è Ludovico e fornisce dovizia di particolari, con l’estratto della condanna che io
ho. Ma Ludovico risulta scappato a Milano per tentare di riconquistare Verona ai Della Scala dei quali era
amico, come il padre Giorio. Anche il libro Dizionario Biografico degli Italiani dice come il Barbaro e precisa
che Ludovico poi tentò di restaurare la signoria dei Visconti su Verona e se ne perdono le tracce.
Stranissimo che un Giorio Cavalli firmi il patto degli ottimati per la cessione di Brescia a Venezia nel 1426.
Ho in atto una serie notevole di ricerche di cui darò notizie con apposito studio-ricerca.
Resta un dato di fatto che i Cavalli di Padova, che derivano da quelli di Brescia, abbiano ottenuto nel 1919
dall’imperatore austriaco la conferma del titolo di “Conti di S.Orso”, quando in pari data il nostro Camillo
Cavalli fu Paolo ottiene la conferma del titolo di patrizio bresciano.
PROBLEMA:
A Brescia nelle stesse date(da fine Trecento e soprattutto ai primi del quattrocento) si evidenzia una famiglia
nobile Cavalli: Baldassarre Cavalli è il nostro capostipite: nel 1409 è iscritto nella matricola Malatestiana dei
nobili Bresciani e ci sono un sacco di tracce ma non quella essenziale :di chi è figlio? Occorre vedere a Brescia
e a Chiari .Risulta che Baldassarre è figlio di Benino, suo nipote anche si chiama Benino. Baldassarre muore
a Brescia a metà’400.Infatti, da una pergamena di Chiari, Morcelli(ASC 53) c’è un Petrus filius quondam Baldassarris de Cavallis del 1470 settembre 26: quondam, vuol dire che era defunto prima del 1470. Da notare
poi che di Giorio in circolazione ce ne sono due a Venezia ( uno morto al Brondolo). Diverse fonti danno
Baldassarre figlio di Nicolò di cui sopra e perciò Fratello di Giorio il grande, altri lo descrivono “congiunto”
dei Cavalli veneziani (Spreti, Orti Manara, Freschot, Raccolta Correr, Cartolari, Odorici)
Primo quesito: Giorio, Conte di S.Orso, Condottiero, Ambasciatore è un tramite verso il ramo Bresciano , lui
o il suo figlio Lodovico?
Secondo quesito: Il nobile Baldassarre capostipite bresciano dal 1400, di chi è figlio? Di Benino( dopo di che
la sua discendenza è chiara , figli, nipoti fino a noi)
A complicar le cose un Giorio Cavalli firma nel 1426 il patto di adesione di Brescia con Venezia. Ma non può
essere certo Giorio il Conte, in quanto morto nel 1416 e nemico dei Veneziani e se fosse un congiunto di
Ludovico esule e collegato coi Visconti?
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STEMMI: il più antico (S.Anastasia a Vrona e SS Giovanni e Paolo a Venezia) è un cavallo rampante con
fascia di tre stelle o di due aquile e due cavalli, con fascia e stelle con lo strano motto “MATURA”, che si vede
bene anche sul nostro cannoncino da caccia, che è del ‘500,e sulla tomba di Marin Cavalli , il grande, sepolto
a S:S Giovanni e Paolo di Venezia nel 1572 . A Brescia dal 1548 lo stemma viene cambiato da Carlo V per far
diventare Conte il suo condottiero Gian Antonio Cavalli che, sulla pergamena chiama “Bresciano”. Lo stemma diventa inquartato due cavalli e due spade. Ma nel 1600 è presente in alcune famiglie bresciane( vedi
bellissimo documento Iustificationes del 1666 al Archivio di stato di Brescia, per Altobello Cavalli) lo stemma
veneto, senza stelle, con lo stesso motto dei bresciani. ” Nil generosius”. Il conte Gian Antonio risulta figlio di
Sigismondo di Venezia, che era nato a Brescia nel 1530 durante la podesteria di Marino il Vecchio di S.Vidal
(Palazzo Cavalli Franchetti di cui… so tutto per la cortesia della signorina Nicoletta Mantoan) : nel testo””Tra
Gotico e Neogotico, il Palazzo Cavalli Franchetti a S.Vidal”, fotocopiatomi. Vi ho trovato una cosa curiosa
che dimostra il legame tra Cavalli di Brescia e Cavalli di Venezia. Gian Antonio Cavalli, il Conte di Carlo V,
comanda una nave di Bresciani a Lepanto(1471) con inalberato un cavallo marino, che si trova anche nella
documentazione di S.Vidal.
I Cavalli, Podestà o Capitanii a Brescia sono: Marino il Vecchio nel 1570, Antonio nel 1601, Marin Antonio ( 1636-1737). Ho molti documenti in proposito. Compreso 3 lettere autografe a firma del Colonnello
Gian Antonio Cavalli del 1572 sui problemi di Iseo e dovrebbe essere il Conte fatto da Carlo V°. E il Cavalli
che fa parte con una o due sue galere alla Battaglia di Lepanto nel 1571.
I Cavalli della nostra famiglia
primigenia(Milano- Verona- Venezia- Brescia), ci sono poi in Piemonte(Conti di Olivola), a Padova, in Emilia, a Bergamo, dove si fregiano dello stemma veneziano con cavallo rampante in campo rosso e fascia azzurra con tre stelle gialle .
Il Dizionario Biografico degli italiani scrive una cinquantina di pagine sui Cavalli , di cui ho coppia . Ci
sono moltissime documentazioni anche negli archivi di Verona e a Chiari.
Si vedano anche i seguenti documenti:
•
Codice Cicogna , parte Cavalli, Museo Correr: Misc. Codici storia veneta serie 1 N 18 Vol 8 BC
12240(2224)
•
Copia della parte del libro di Fr Rossi, edito a Schio nel 1876 pp 1-42 “Giorgio Cavalli, Signore di
Schio”( non si trova).
•
Libro di Casimiro Freschot Venezia 1682 “Gioco delle armi” “Pregi della nobiltà Veneta”, la parte
degli alberi genealogici Cavalli.
Testi che ho: oltre al Codice Amadi, il Codice Barbaro, il Dizionario degli italiani(Hoepli), l’Annuario Nobiltà
Italiana, il Libro d’oro della Nobiltà Italiana, l’Elenco storico Nobiltà italiana, Orti Manara Guerrieri Veronesi;
Crollalanza Dizionario Storico Blasonico, e poi le opere dei famosi genealogisti Spreti, Bembo, Capellari.
Inoltre: Rossi elogi istorici Brescia( ho il libro del ‘600). Guerrini e Odorici Brescia,
Dolcetti: il libro d’argento delle famiglie Venete ; Screuder Repertorio famiglie nobili.
Preziosi i documenti avuti dal Dott. Antonio Cavina Pratesi, figlio di Erminia Cavalli di Chiari, eredi di Ferdinando Cavalli , il Senatore
E molti altri su questi argomenti.
La storia del nostro stemma inquartato, avuto da Carlo V° nel 1548( Vedi pergamena con al centro detto
stemma identico al nostro e a quello dei Cavalli di Padova, oriundi bresciani) ha i seguenti capisaldi:
- 1548, Pergamena Carlo V°
- 1684, Libro alla Biblioteca Queriniana di Brescia“ La fortezza illustrata” sulla nobiltà Bresciana( ho copia),
del Beatiano, che descrive il nostro stemma,
- 1665, 1724 “ Ex Libris Ieronimus Cavalli” a Brescia bellissimo.Possiedo l’originale.
- 1724, librone miniato al Monte di Pietà di Brescia con dedica a Lelio Maurizio Cavalli, porta sempre il nostro stemma.
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Il Palazzo Cavalli in Via Vescovado a Padova , (in fondo) era nell’ottocento di proprietà di Ferdinando Cavalli, di Chiari, ma prima era dei Cavalli veneti. In facciata ha un paio di stemmi dei cavalli di Venezia antichi ( è
un edificio del 1500) , Ma nell’ingresso principale, il cancello porta il nostro stemma, sicuramente più recente,
-1890, Partecipazione di Nozze a Padova Cavalli- Salvadego con nostro stemma,
-1929, Rinnovo nobiltà bresciana della nostra famiglia, firmato Benito Mussolini porta lo stesso stemma di
Carlo V°. Analogo il rinnovo della nobiltà da parte dell’Imperial Regio Governo di metà ottocento ai Cavalli
di Brescia e Verona.
Curioso il fatto che la nostra casa avita di Via F.lli Bandiera a Brescia sul poggiolo interno reca uno stemma
con un solo cavallo non rampante. Idem su uno stemma nel cortiletto interno della sede antica dell’Universitàdi Padova, con la dicitura “Orphaeus Caballus Brixianus Phi et Med Doctor” di apparenza assai antica,
1500?
Anche sul Palazzo Cavalli di Chiari, In via Ferdinando Cavalli c’è lo stesso stemma, con un sol cavallo non
rampante e senza stelle, ma sulla sua tomba ottocentesca, bellissima nel bel mezzo del cimitero di Chiari,
figura il nostro stemma.
Invece nelle Iustificationes 1666 di Altobello Cavalli a Brescia, residente a Brescia in Via delle Sguissette (c’è
ancora) (Archivio di Stato) c’è sempre un sol cavallo bianco ma rampante in campo rosso dove si dice che lo
stemma Cavalli aveva il Cavallo nero, ma dopo battezzati, i Cavalli lo cambiarono in Bianco. Strano che nel
1666 i Cavalli di Brescia usassero ancora uno stemma più antico di quello di Carlo V° che è del 1548 e molto simile a quello antichissimo dei Cavalli Veronesi e Veneziani e con lo stesso motto “Nil generosius” del
nostro. Per contro nel 1700 un bel libretto di poesie per le nozze di una Dolfin(famiglia dogale) e un Marin
Cavalli podestà di Brescia reca lo stemma dei Cavalli veneziani, ma le nozze sono fatte a Brescia!( vedi copia
in mia mano della Queriniana di Brescia)….
Conclusioni: La vicenda stemmi che mescola Cavalli veneti con Cavalli Bresciani sembra una altra prova dei
reciproci legami, antichissimi, tra i Cavalli di Milano, Brescia, Verona, Venezia, Piemonte, Piacenza ecc.
I RETTORI VENETI A BRESCIA: QUATRO CAVALLI E CINQUE VALERIO
Antonio Valerio, Podestà 1548 e 1549
Marin Cavalli, Capitanio, 1553
Ottaviano Valerio, Podestà, 1583
Antonio Cavalli, Podestà, 1600/1601
Bernardo Valerio, Podestà, 1623, quello del nostro grande Dipinto.
Giovanni Alvise Valerio, Capitanio, 1646/1647
Pietro Valerio, Capitanio, 1672
Marin Antonio Cavalli, Capitanio e Vice Podestà, 1737
Alberto Cavalli, Presidente della Provincia di Brescia dal 1999 al 2008
Di Cavalli Rettori bresciani ne abbiamo tre: Marin Cavalli nel 1553; Antonio nel 1600; Marin Antonio nel
1737. Mentre di Valier, Valerio, ascendenti di mia moglie Camilla ne abbiamo 5, tra i quali il Bernardus Valerio di cui abbiamo un meraviglioso dipinto di scuola Tintoretto, Rettore a Brescia nel 1623. Il destino volle
che a Venezia, nella chiesa di SS Giovanni e Paolo, Pantheon dei nobili veneziani, si fossero riunite le tombe
antichissime dei Valerio e dei Cavalli. In due cappelle a distanza di una ventina di metri. Particolarmente suntuosa quella Valerio, riguardante ben due Dogi. Della nostra troverete successivamente qualcosa , lo stesso
dicasi per le tombe Cavalli antichissime in S.Anastasia in Verona. Da scoprire quella del Cavalli conte di
S.Orso nell’omonimo paese vicentino (Nipoti, fate qualcosa anche voi…).
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Un MARIN CAVALLI sposa a Brescia MARIA DOLFIN , di famiglia dogale veneta nel 1758. Alla queriniana
abbiamo fotografato un bellissimo ricordo della auguste nozze con una serie di ampollosi poesie e sul frontespizio i due stemmi dei Cavalli veneziani e lo stemma Dolfin con tre delfini: altra di mostrazione dell’intreccio dei Cavalli di Venezia con quelli di Brescia. Un Marin Antonio Cavalli nel 1737 è Capitanio e V.Podestà
a Brescia e poi a Bergamo, ed ho fotografato una cinquantina di suoi editti all’Archivio di Stato di Brescia, di
cui uno curiosissimo sulla processione del Corpus Domini nel 1738.
Ferdinando Cavalli Brescia
gennaio 2012
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