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“Frammenti” di economia
IT
I prezzi medi dei carburanti
A partire dal 1.1.2003 entra in
vigore il decreto n. 569/2002 Racc. del
12 dicembre 2002, che fissa i nuovi
prezzi medi dei carburanti utilizzati per
calcolare le indennità per il 2003. Questi
valori vengono applicati come base di
calcolo quando il dipendente impieghi
per i viaggi di lavoro l’auto privata. È
esclusa, quindi, l’auto del datore di lavoro
e le spese per il carburante vanno naturalmente dimostrate.
I prezzi medi per un litro di carburante
sono stabiliti nei seguenti importi:
a) 24,80 CZK
O Special;
b) 24,80 CZK
O Normal;
c) 25,10 CZK
O Super;
d) 27,70 CZK
O Super;
e) 21,80 CZK
per i motori a benzina 91
per i motori a benzina 91
per i motori a benzina 95
per i motori a benzina 98
per i motori diesel.
Le tariffe base di indennità per 1 km di
percorso ammontano (come per il 2002):
0,90 CZK per i veicoli a due e tre
ruote
3,40 CZK per le utilitarie.
Gli stipendi nella Repubblica ceca
In Repubblica ceca si allarga la forbice
nelle paghe. I dipendenti del settore finanziario ed assicurativo in media guadagnano 172 CZK per un’ora di lavoro.
All’ultimo posto si confermano i dipendenti
del settore agrario e forestale con 100
corone in meno. Tra i lavori meglio retribuiti gli autisti e i professionisti. Seguono
gli ingegneri e le professioni tecniche ad
alta specializzazione. A metà classifica si
inseriscono le professioni intellettuali meno
qualificate e le attività manuali specializzate. Nelle ultime posizioni si collocano
gli impiegati della pubblica amministrazione, i macchinisti e gli operai generici.
Fanalino di coda i lavoratori generici di
supporto. Il grado di istruzione gioca
quindi ancora un ruolo fondamentale,
tranne forse che nel commercio, dove
viene controbilanciato dall’esperienza. Le
differenti retribuzioni trovano un riscontro
anche nell’appartenenza ai due sessi.
Una ricerca dell’agenzia Trexima ha infatti
dimostrato che negli ultimi quattro anni gli
stipendi degli uomini sono aumentate in
media di circa il 10 per cento in più
rispetto alle paghe delle colleghe donne.
Nella maggior parte dei casi, inoltre, le
donne ricoprono ruoli meno significativi
rispetto agli uomini.
In crescita la produzione
industriale
La produzione industriale in Repubblica
ceca è in crescita ormai da cinque mesi
consecutivi con un tasso di incremento
annuo pari al 6,4 per cento. Settori trainanti si rivelano quelli della gomma e
delle materie plastiche, con un aumento
della produzione del 19,3 per cento. La
produzione di materiale elettronico e dei
mezzi di trasporto è invece aumentato del
10 per cento mentre continua la crisi del
settore conciario che a gennaio ha registrato un calo della produzione del 30
per cento. L’ aumento della produzione è
legato all’ andamento positivo delle
esportazioni di alcuni prodotti industriali
(elettrotecnica, gomma e plastica) e dimostra la buona capacità concorrenziale di
questi che sanno imporsi nonostante il
protrarsi della crisi economica in alcuni
Stati di Eurolandia. Al contempo, però,
l’industria è anche la fonte principale di
disoccupazione nella Repubblica ceca. A
gennaio 2003 si è registrato un calo di
occupati del 2,2 per cento. In base ai
dati forniti dall’Ufficio di Statistica della
Repubblica ceca, la produttività della
forza lavoro nell’industria si è attestata al
12 per cento mentre i costi per unità lavorativa sono diminuiti a meno del sei per
cento.
L’economia delle regioni sopra la
media dei Paesi candidati
L’economia di tutte le regioni della
Repubblica ceca supera la media dei
Paesi candidati che l’anno prossimo
dovrebbero entrare a far parte
dell’Unione. Se prendiamo tale media
come valore di riferimento, pari a 100, il
PIL per abitante nel 2001 oscilla dal
118, 9 per cento della regione di
Olomouc al 336,5 per cento della capitale. Nella seconda metà degli anni ’90
l’economia delle regioni ceche si è però
sviluppata più lentamente rispetto a quella
delle altre regioni dei Paesi candidati. Se
nel 1996 la Repubblica ceca raggiungeva ancora il 167 per cento del PIL degli
altri candidati già nel 2000 scendeva al
152,7 per cento. Indiscutibilmente in
maniera più veloce è aumentato il PIL di
Praga che già nel 1996 era di tre volte
superiore alla media degli altri Paesi.
Praga è anche l’unica regione ceca la cui
economia ha fatto registrare l’incremento
maggiore rispetto all’economia degli altri
Stati. Significativo, invece, il calo delle
regioni della Boemia e della Moravia settentrionale, per quanto i loro valori economici rimangano sempre sopra la media
degli altri candidati.
In crescita il giro d’affari del
commercio al dettaglio
Stando all’Unione del commercio quest’anno il giro d’affari del commercio al
dettaglio crescerà dal 2 al 4 percento.
Nel 2002 il ritmo di crescita era sceso al
2,7 per cento rispetto al 4,5 per cento
dell’anno precedente. Nel settore turistico
e della ristorazione, l’Unione dei commercianti prevede una crescita anuale degli
incassi tra l’uno e il due per cento. L’anno
scorso nella maggior parte dei mesi gli
introiti superavano del 4-5 per cento il
limite dello stesso periodo del 2001,
mentre in giugno e in novembre sono
diminuiti dello 0,4 per cento. Il mese peggiore, comunque, rimane agosto quando
a seguito dell’alluvione si è avuta una perdita addirittura del 4,5 per cento. Sempre
lo scorso anno il calo nelle vendite di
auto nuove ha pesantemente colpito il settore automobilistico, risollevato però dall’aumento degli incassi dei venditori di
carburanti, che hanno migliorato il loro
giro di affari del 8,2 per cento. Senza la
performance negativa del motoristico il
commercio al dettaglio avrebbe potuto
registrare un‘incremento del 3,1 per
cento.
A Praga resta stabile la domanda
sugli affitti degli uffici
Se in tutta l’Europa occidentale la domanda per l’affitto degli uffici è in discesa, a
Praga invece l’interesse per queste superfici immobiliari resta ancora alto. L’anno
scorso nella capitale britannica i profitti
per l’affitto di alcuni uffici sono scesi addirittura della metà, anche se Londra rimane
pur sempre la città più cara dove affittare
un’ufficio. Nell’Europa centrale la domanda di uffici resta alta e per questo l’anno
scorso non si è arrivati a una significativa
diminuzione dei guadagni. Però anche in
questa regione i profitti sono calati di
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circa il 5 per cento negli ultimi tre anni.
Praga al momento non è stata ancora
interessata da questa tendenza: negli ultimi quattro anni si è assistito ad un sensibile incremento delle superfici destinate ad
uffici (delle quali il 60 per cento in nuove
costruzioni). Nella capitale ceca i prezzi
medi si aggirano attorno ai 19 euro a
metro quadro contro i 70 di Londra e i
25 di Parigi. I profitti secondo le previsioni sono destinati a diminuire anche a
Praga ma solo limitatamente. A Vienna,
ad esempio, che viene considerata dagli
investori come la concorrente di Praga, i
profitti dall’affitto di superfici ad uso d’ufficio sono diminuiti l’anno scorso del due
per cento.
Continua a crescere
l’indebitamento dello Stato
L’anno scorso il debito dello Stato è
cresciuto di 50,9 miliardi di corone,
sfiorando così la cifra record di 400
miliardi di corone. Nei prossimi cinque
anni di governo ČSSD le stime prevedono che il deficit sarà destinato a raddoppiare. Intanto il Ministero delle
finanze ha previsto che nel 2003 il
passivo dello Stato raggiungerà i
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516,5 miliardi di CZK. Se non si arriverà ad una riforma delle finanze pubbliche, il debito della Repubblica ceca
toccherà, sempre secondo il Ministero,
i 622 miliardi di corone nel 2004 e
nel 2005 sforerà i 725 miliardi. Gli
economisti non sono però allarmati da
queste cifre, in quanto il rapporto deficit/PIL è pari ”solo” al 18 per cento,
ponendo la Repubblica ceca tra i
Paesi a basso indebitamento. In
Slovacchia, ad esempio, il debito ha
superato in settembre il 36 per cento
del PIL, in Ungheria il 54 per cento.
Non è però il caso di giacere sugli
allori visto che negli ultimi anni il
Parlamento è costretto ad approvare in
rosso i conti dello Stato per coprire le
spese crescente del welfare. Lo Stato
nell’immediato futuro dovrà pure trovare
10,5 miliardi di corone per risolvere il
caso di TV Nova. La cifra che la
Republica ceca dovrebbe sborsare è di
molto superiore a quanto destinato
dalla riserva dello Stato per le spese
impreviste, che quest’anno ammonta a
2,3 miliardi di corone. Se si dovesse
pagare multa e penale emettendo
obbligazioni, si aggraverebbe ulteriormente il deficit statale.
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Dal 2004 in Europa senza
passaporto
Il Ministero degli interni ceco ha dichiarato
che sono già stati effettuati i passi necessari
affinchè i cittadini cechi non debbano più
esibire il passaporto per poter entrare nelle
altre nazioni europee. Oltre a questo non ci
sarà più l’obbligo di avere denaro necessario per il soggiorno all’interno degli Stati dell’area Schengen.La Repubblica ceca non
entrerà però immediatamente nell’area
Schengen a causa di un problema tecnico. I
database della polizia ceca sono troppo
grossi per poter entrare in linea con i database delle polizie europee che controllano
l’area Schengen. Il Presidente della Polizia,
Jiří Kolár, sostiene che entro il primo maggio
2004 la Repubblica ceca dovrà essere in
grado di far fede a tutti gli accordi che
riguardano l’area Schengen, ad eccezione,
per il momento, del collegamento informatico. Intanto il Parlamento ceco ha intenzione
di anticipare la data del referendum sull’entrata della Repubblica ceca in Europa, dal
15 e 16 giugno (domenica e lunedì) al 13
e 14 (venerdì e sabato, che sono giorni più
idonei per recarsi al voto). In questo caso
la Repubblica ceca andrà a votare un
venerdi’ 13.
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