Diradamento meccanico del pesco

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SP EC I ALE
Pesco
PROV E DI A PPL IC A ZION E DE L L A M ACC H I NA DA RW I N I N PI E MON T E
Buona pezzatura e costi minori
diradando a macchina il pesco
•
so concetto sulle drupacee e di valutare
l’efficacia della macchina Darwin anche
su pesco. Nel 2009 in Piemonte, parallelamente alle applicazioni sul melo, il Centro di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura (Creso) ha condotto prove di diradamento meccanico su diverse
varietà di pesche e nettarine.
Il primo problema che si è dovuto frongici del Lago di Costanza – viene testato teggiare è stato quello del periodo applicada diversi anni su melo e ha ormai dimo- tivo: dalle esperienze californiane risultastrato di poter sostituire efficacemente va, infatti, che l’epoca del passaggio con la
il mezzo chimico (Dorigoni et al., 2010; macchina fosse limitata, come per il melo,
alla fioritura. Nelle conVittone e Asteggiano,
dizioni climatiche pie2010; Bassi, 2009; DoriAnche se l’intervento
montesi, tuttavia, il pegoni, 2009; Kelderer et
meccanico
è stato effettuato
riodo della fioritura e il
al., 2009). Fino al 2009
alla fase di scamiciatura,
mese successivo possonon esistevano invece
non si sono evidenziati
no essere interessati da
esperienze a livello nagelate tardive; di consezionale di utilizzo della
danni sui frutticini
guenza, il frutticoltore
Darwin sulle drupacee,
non è ben disposto a efbenché fosse stata già
sperimentata su pesco in Canada (Slin- fettuare un diradamento nell’incognita di
gerland 2009) e negli Stati Uniti (Baugh- possibili abbassamenti termici. Si è testata
quindi l’ipotesi di un diradamento mecner et al., 2008; Schupp et al., 2008).
Poiché la possibilità di un diradamen- canico posticipato alla fase di scamiciatuto meccanico del pesco e delle drupacee ra, riducendo così di un paio di settimane
in generale rappresenterebbe una novità l’esposizione alle gelate primaverili.
davvero rivoluzionaria per il comparto
riducendo sensibilmente i costi di produLe prove
zione, sulla base dell’esperienza maturata
Nel 2009 il Creso ha svolto sei prove, le
sul melo si è pensato di trasferire lo stesquali sono iniziate nel periodo fiorale e si
sono protratte sino alla fase di scamiciatura (tabella 1). L’applicazione è avvenuta
operando in diverse situazioni di velocità
La mancanza di sostanze attive per il diradamento chimico
del pesco ha portato a sperimentare quello meccanico,
ottenendo risultati incoraggianti: diradamento di rifinitura
con tempi ridotti del 40%, pezzatura dei frutti maggiore
•
I
di Graziano Vittone,
Laura Asteggiano,
Daniele Demaria
l diradamento dei frutti rappresenta
uno dei punti cardine per il conseguimento di una produzione di elevata qualità, ma allo stesso tempo
costituisce una voce di costo di primaria
importanza nel bilancio aziendale.
Sul melo, seppur con le recenti restrizioni, sono tuttora praticabili alcune soluzioni di tipo chimico (vedi L’Informatore Agrario n. 9/2008). Al contrario, per
quanto riguarda il pesco, nonostante decenni di sperimentazione a livello internazionale, il diradamento dei frutti è ancora oggi un’operazione esclusivamente
manuale, con elevata incidenza sul costo
di produzione finale.
Il diradamento meccanico con la macchina Darwin – macchina nata per effettuare questa operazione nei meleti biolo-
Foto 2 - Esito del diradamento
meccanico su rametto di pesco
2
1
Foto 1 - La macchina Darwin in funzione nel pescheto utilizzato
per le prove di diradamento meccanico
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L’Informatore Agrario • 26/2010
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
Pesco
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AUMENTA LA VELOCITÀ DI LAVORO MA SOLO SU PIANTE IN PARETE
Diradamento meccanico tra pro e contro
Vantaggi
• Il tempo necessario per il diradamento meccanico va da
1,2 a 1,5 ore/ha, per cui il costo dell’intervento risulta molto
contenuto se paragonato al diradamento manuale (Baldini e
Scaramuzzi, 1981).
• L’operazione di rifinitura manuale, sebbene necessaria, risulta
comunque meno onerosa in quanto i tempi richiesti per il tradizionale passaggio manuale vengono ridotti del 40% e oltre.
• È possibile ritardare il passaggio fino alla fase di scamiciatura
senza danno ai frutti, limitando quindi i rischi derivanti dalle
gelate tardive.
• Il diradamento meccanico, essendo realizzato più precocemente di quello tradizionale manuale, permette di ottenere
una pezzatura maggiore alla raccolta in quanto le sostanze di
riserva della pianta si trovano a dover nutrire, fin da subito, un
numero di frutti limitato.
• Il diradamento meccanico è altresì applicabile a impianti giovani (2-3 anni) e/o deboli, i quali reagiscono con una maggiore
di avanzamento del trattore (compresa tra
6 e 8 km/ora) e di velocità di rotazione del
mandrino (compresa tra 150 e 200 rpm).
La maggior parte delle prove è stata
condotta con metà delle fruste originarie
nella parte bassa del mandrino, in quanto
la totalità delle fruste presenti sembrava
causare un diradamento eccessivo.
L’efficacia dell’applicazione è stata valutata prendendo in considerazione i seguenti aspetti: il numero di fiori o frutticini rimasti per metro lineare di ramo
e la loro distribuzione in pianta, l’entità
del diradamento manuale di rifinitura e
il tempo impiegato per tale operazione, la
produzione ottenuta in termini di quantità e pezzatura. È stata inoltre prestata attenzione alla presenza di eventuali danni
causati dal passaggio della macchina, controllando la presenza di rami rotti subito
dopo l’intervento e la presenza di frutti
danneggiati alla raccolta.
TABELLA 1 - Prove di diradamento
meccanico realizzate nel 2009
in provincia di Cuneo
Cultivar
Fase fenologica
% di fruste
Diamond Ray* 82% fiori aperti
100%
100% parte alta;
Magique®
50% fiori aperti
Maillarmagie*
50% parte bassa
Magique®
piena fioritura
Maillarmagie*
Big Top® Zaitabo* piena fioritura
Glohaven
pre-scamiciatura
Rome Star*
scamiciatura
spinta vegetativa senza compromettere lo sviluppo degli impianti stessi.
Svantaggi
• Questa tecnica di diradamento non è generalizzabile a tutti
gli impianti in quanto necessita di piante aventi forme di allevamento in parete. Nel caso di forme in volume è necessario
adattare la forma della pianta attraverso una progressiva e razionale potatura.
• Il diradamento meccanico non è proponibile quando il piano di campagna è eccessivamente sconnesso o in pendenza, in
quanto la velocità di percorrenza della trattrice e la distanza
dalle piante deve essere mantenuta costante.
• Su piante molto vigorose un diradamento particolarmente
intenso può dare origine a ricacci.
• Le traversine di appoggio dei rami basali possono impedire
di avvicinare sufficientemente la macchina al filare; piante non
saldamente legate ai fili possono intralciare l’operazione.
•
Buona efficacia
del diradamento meccanico
In generale il diradamento meccanico ha avuto una buona efficacia e nella
maggior parte dei casi si è osservato un
miglioramento nella pezzatura dei frutti. In talune condizioni si è osservato un
sovradiradamento, per cui è necessario
identificare con esattezza la velocità di
avanzamento e la velocità di rotazione del
mandrino ottimali. In base alle prove eseguite la velocità di avanzamento ottimale
è risultata essere 6 km/ora, con una rotazione del mandrino di 150-160 rpm. Tali
parametri, tuttavia, devono essere determinati di volta in volta, a seconda della
varietà, della forma di allevamento e del
carico produttivo.
In tutte le prove il passaggio con la macchina Darwin ha determinato un’importante riduzione del tempo necessario per
il diradamento manuale di rifinitura, che
in alcuni casi ha superato il 40%. Vengono
riportati con maggiore dettaglio i risultati di due prove, condotte rispettivamente
su Diamond Ray* e Rome Star*, varietà
di ampia diffusione nell’areale peschicolo cuneese.
Prova su Diamond Ray*
50% parte bassa
50% parte bassa
50% parte bassa
50% parte bassa
La prova condotta su Diamond Ray* è
stata svolta in piena fioritura e al passaggio meccanico non è succeduto alcun passaggio manuale di rifinitura, sia perché il
carico produttivo non pareva essere molto elevato, sia per osservare l’effetto sulla
produzione di un diradamento esclusivamente meccanico.
Il passaggio meccanico ha largamente
ridotto la carica finale dei frutti alla rac-
Frutti
(n./m)
Frutti
(n./pianta)
Produzione
(kg/pianta)
Peso medio
frutto (g)
0
50 100 150 200 250 300 350 400
Testimone
160 rpm - 6 km/ora
150 rpm - 6 km/ora
mandrino inclinato
170 rpm - 6 km/ora
GRAFICO 1 - Prova di diradamento
meccanico su Diamond Ray*
ad asse colonnare, Manta (CN)
Tutte le tesi con diradamento
meccanico evidenziano un peso medio
dei frutti maggiore rispetto
al testimone.
26/2010 • L’Informatore Agrario
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Prova su Rome Star*
150 rpm 6 km/ora
mandrino
inclinato
160 rpm 6 km/ora
170 rpm 6 km/ora
Testimone
0
5
10 15
20 25 30
Produzione (kg/pianta)
AA
AAA
A
Categoria:
B
C
D (scarto)
GRAFICO 2 - Produzione per pianta
suddivisa in classi di pezzatura
di Diamond Ray* ad asse colonnare,
Manta (CN)
Nelle tesi con diradamento meccanico
viene prodotto un numero maggiore
di pesche, che ricadono nelle categorie
più pagate (A e AA).
colta, a favore di una maggiore pezzatura
(grafico 1 e 2).
Nella tesi migliore si è infatti registrato
un incremento del peso medio dei frutti
rispetto al testimone di 30 g. L’inclinazione del mandrino, sebbene in talune
condizioni possa rappresentare un vantaggio, è da considerarsi in linea generale sconsigliabile, in quanto determina un
maggior diradamento della parte apicale
della pianta, dove si trovano le pezzature migliori.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
170 rpm - 7 km/ora
Dirado manuale
parte bassa
Disposizione frutti
parte media
sulla pianta:
parte alta
GRAFICO 3 - Numero di frutti
per metro rimasti dopo il diradamento
meccanico di Rome Star*, Cuneo
Il diradamento meccanico
ha determinato una riduzione
del numero di frutti in pianta di circa
il 50% a favore della produzione.
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Su Rome Star* la prova è stata svolta
in fase di scamiciatura e il diradamento meccanico è stato seguito da un passaggio manuale di rifinitura,
come consigliabile nella prassi aziendale. Il diradamento
meccanico ha determinato
una riduzione del numero di
frutti in pianta di circa il 50%
(grafico 3), a favore della produzione. Nella tesi diradata
meccanicamente si è osservato un importante incremento
della produzione, sia in termini di chilogrammi per pianta sia di pezzatura (grafico 4).
Sebbene subito dopo il passaggio della macchina Darwin le
piante non si presentassero in
condizioni ottimali, i danni
sono stati limitati e di breve
durata. È importante sottolineare che non si sono osservati danni sui frutti neanche in
quelle aziende ove l’intervento
è stato effettuato tardivamente, rivelando
quindi la reale possibilità di ritardare l’intervento fino alla fase di scamiciatura.
Attenzione alla forma
di allevamento
La macchina Darwin, sebbene sia stata
inizialmente concepita per il diradamento del melo, è una soluzione davvero interessante anche per il pesco.
Produzione (kg)
Produzione (frutti/m)
Pesco
S
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
170 rpm - 7 km/ora
AAA
Categoria:
B
Dirado manuale
A
AA
C
D (scarto)
GRAFICO 4 - Produzione per pianta
suddivisa in classi di pezzatura
di Rome Star*, Cuneo
Nella tesi diradata meccanicamente
si è osservato un importante
incremento della produzione,
sia in termini di chilogrammi per pianta
sia di pezzatura.
L’Informatore Agrario • 26/2010
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
Questa tecnica permette infatti di ridurre il tempo necessario per il diradamento del 40% e oltre, con conseguente
riduzione del costo necessario per tale
operazione. La possibilità di ritardare
l’intervento alla fase di
scamiciatura tranquillizza inoltre i frutticoltori, i quali generalmente gradiscono poco
il diradamento dei fiori
per il possibile rischio
di gelate tardive.
Chiaramente questa
tecnica presenta anche
alcuni limiti, primo tra
tutti la necessità di disporre di piante aventi
forme di allevamento
in parete. La presenza
di rami di grosso calibro ed eccessivamente lunghi rende difficile un diradamento
meccanico omogeneo
tra interno ed esterno
pianta, per cui nel caso di forme in volume si deve adattare
la pianta attraverso una razionale e progressiva potatura e comunque in certe
situazioni tale trasformazione non potrà ai essere attuata. Senza una forma
in parete si dirada poco all’interno della chioma, con il rischio di favorire una
maggiore allegagione e una riduzione
di pezzatura.
Da queste prime esperienze risulta che
questa tecnica può davvero costituire un
mezzo per contenere i costi elevati del
diradamento. Ulteriori approfondimenti sono tuttavia necessari per definire con
esattezza le modalità operative ottimali,
che consentano quindi di ridurre ulteriormente il tempo necessario per il passaggio
manuale.
•
Graziano Vittone, Laura Asteggiano
Creso - Consorzio di ricerca e sperimentazione
per l’ortofrutticoltura piemontese
Manta (Cuneo)
[email protected]
Daniele Demaria
Regione Piemonte, Settore agricoltura
Ricerca finanziata dalla Regione Piemonte
nell’ambito del Programma di ricerca,
sperimentazione e dimostrazione agricola
in frutticoltura e orticoltura.
Un grazie ai tecnici del coordinamento frutticolo
Creso e a Fabrizio Vittone, che hanno collaborato
nella realizzazione delle prove.
Per consultare la bibliografia:
www.informatoreagrario.it/
rdLia/10ia26_5160_web
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Pesco
Articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 26/2010 a pag. 50
Buona pezzatura e costi minori
diradando a macchina il pesco
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