Analisi Matematica II, Anno Accademico 2014-2015 Ingegneria Edile, Civile, Ambientale Paolo Acquistapace, Laura Cremaschi, Vincenzo M. Tortorelli 20 luglio 2015 - terzo appello - prima parte (un’ora) N. matr./anno iscr. Cognome docente/ crediti Nome Istruzioni al fine della valutazione: - compilate l’intestazione in stampatello. Ai quesiti contrassegnati con [12] deve rispondere chi deve farsi riconoscere 12 crediti. - scrivete solo le risposte su questo foglio, l’unico da restituire; -ricopiate a parte le vostre risposte per confrontarle con quelle ufficiali. ————————————————————————————————————————– * 1 1 1 1 + Esercizio 1 Calcolare A = 1 × −1 , 0 × −2 . A = 1 1 1 1 ————————————————————————————————————————– n Esercizio 2 Si consideri la successione di funzioni fn (x) = e−(x ) , x ≥ 0. (a) Per quali a ≥ 0 la successione converge uniformemente in [0; a]? (a) (b) Per quali a ≥ 0 la successione converge in L1 (0; a)? (b) ————————————————————————————————————————– Esercizio 3 Si consideri la funzione z = z(x, y) definita implicitamente, in un intorno di √ √ √ ( π, − π, 0), dall’equazione 2y + x + cos(x + y + z) − sin(zxy) = 1 − π. Se ne calcoli la √ √ ∂z √ ∂z √ derivata ( π, − π). ( π, − π) = ∂y ∂y ———————————————————————————————————————— Esercizio 4 Si classifichino i punti critici della funzione f (x, y, z) = x1 + y1 + z1 + xyz. p.min.rel. = , p.max.rel. = , p.sella = ————————————————————————————————————————– R Esercizio 5 Calcolare l’integrale di superficie I = Σ (x + y + z) dσ, ove Σ = {(x, y, z) : 0 ≤ x ≤ 2, x2 = y 2 + z 2 }. I= ————————————————————————————————————————– Esercizio 6 Sia data l’applicazione Φλ (x, y) = (x + λ, y + eλy ) =: (u, v), e sia B il disco determinato dalla disequazione x2 + y 2 ≤ 1. Si calcoli " Z # d D= u dudv . D= dλ Φλ (B) λ=0 ————————————————————————————————————————– Esercizio 7 Calcolare il flusso Φ del campo vettoriale F (x, y, z) = (x + sin(y + z), cos(x + y + z), z 2 cos(x + y + z)) uscente dalla superficie S = {(x, y, z) : max{|x|, |y|, |z|} = 1}. Φ= ————————————————————————————————————————– Esercizio 8 Calcolare il flusso Ψ del campo vettoriale G(x, y, z) = (y − x, y − z, z) attraverso la semisfera Σ = {(x, y, z) : x2 +y 2 +z 2 = 1, z ≥ 0}, orientata dal versore normale v = (0, 0, 1) nel punto P = (0, 0, 1). Ψ= ————————————————————————————————————————– [12] Esercizio 9 Si calcolino i coefficienti di Fourier della funzione 3x − 5, x ∈ [−π; π]. an = bn = Analisi Matematica II, Anno Accademico 2014-2015 Ingegneria Edile, Civile, Ambientale Paolo Acquistapace, Laura Cremaschi, Vincenzo M. Tortorelli 20 luglio 2015 - terzo appello - prima parte (un’ora) Studenti ex Galatolo-Georgiev. N. matr./anno iscr. Cognome docente/ crediti Nome Istruzioni al fine della valutazione: - compilate l’intestazione in stampatello; Ai quesiti contrassegnati con [12] deve rispondere chi deve farsi riconoscere 12 crediti. - scrivete solo le risposte su questo foglio, l’unico da restituire; -ricopiate a parte le vostre risposte per confrontarle con quelle ufficiali. ————————————————————————————————————————– R Esercizio 1 Calcolare l’integrale I = A xy dxdy, ove A = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ y(x2 + 1) ≤ 1 ≤ x}. A= ————————————————————————————————————————– 1 Esercizio 2 Si consideri la successione di funzioni fn (x) = 1+x n , x ≥ 0. (a) Per quali a ≥ 0 la successione converge uniformemente in [0; a]? a∈ (b) Per quali a ≥ 0 la successione converge uniformemente in [a; +∞[ ? a∈ ————————————————————————————————————————– Esercizio 3 Si consideri la funzione z = z(x, y) definita implicitamente, in un intorno di √ √ √ ( π, − π, 0), dall’equazione 2y + x + cos(x + y + z) − sin(zxy) = 1 − π. Se ne calcoli la √ √ ∂z √ ∂z √ derivata ( π, − π). ( π, − π) = ∂x ∂x ———————————————————————————————————————— Esercizio 4 Si classifichino i punti critici della funzione f (x, y, z) = x1 + y1 + z1 + xyz. p.min.rel. = , p.max.rel. = , p.sella = ————————————————————————————————————————– R Esercizio 5 Calcolare l’integrale di superficie I = Σ (x + y + z) dσ, ove Σ = {(x, y, z) : 0 ≤ x ≤ 2, x2 = y 2 + z 2 }. I= ————————————————————————————————————————– Esercizio 6 Data l’equazione differenziale y 0 (x) = sin y(x), se ne trovino le soluzioni stazionarie (punti fissi), asintoticamente stabili per x → +∞, comprese fra −4 e 5. y= ————————————————————————————————————————– Esercizio 7 Calcolare il flusso Φ del campo vettoriale F (x, y, z) = (x + sin(y + z), cos(x + y + z), z 2 cos(x + y + z)) uscente dalla superficie S = {(x, y, z) : max{|x|, |y|, |z|} = 1}. Φ= ————————————————————————————————————————– Esercizio 8 Calcolare il flusso Ψ del campo vettoriale G(x, y, z) = (y − x, y − z, z) attraverso la semisfera Σ = {(x, y, z) : x2 +y 2 +z 2 = 1, z ≥ 0}, orientata dal versore normale v = (0, 0, 1) nel punto P = (0, 0, 1). Ψ= ————————————————————————————————————————– [12]Esercizio 9 Si calcolino i coefficienti di Fourier della funzione 3x − 5, x ∈ [−π; π]. an = bn = Analisi Matematica II, Anno Accademico 2014-2015 Ingegneria Edile, Civile, Ambientale Paolo Acquistapace, Laura Cremaschi, Vincenzo M. Tortorelli 20 luglio 2015 - terzo appello - seconda parte (due ore) N. matr./anno iscr. Cognome docente/ crediti Nome Istruzioni al fine della valutazione: compilare l’intestazione in stampatello. Si risolva almeno un esercizio, in tutti i punti, riportando con ordine lo svolgimento della soluzione e motivandolo accuratamente. ————————————————————————————————————————– Esercizio 1 (a) Si analizzi l’intersezione dei grafici delle due funzioni u(x, y) = x + y 2 , v(x, y) = 2x2 + 2y 4 , mettendo in risalto: se tale intersezione è limitata in R3 , e se esistono punti nell’intorno dei quali essa non è sostegno di una curva regolare. (b) Si disegnino in modo approssimativo ma esauriente gli insiemi di livello delle funzioni u e v sopra definite. (c) Si individui sotto forma di luogo di zeri l’insieme dei punti del piano ove gli uni sono tangenti agli altri. ————————————————————————————————————————– Esercizio 2 Siano date due funzioni reali u ∈ C 1 (R3 ) e v ∈ C 2 (R3 ). (a) Si consideri il campo W (x, y, z) = (y, −x, 1)+u(x, y, z)∇v(x, y, z). Si mostri che rot W ≡ 0 se e solo se ∂u ∂v ∂z = ∂z = 0 ∂u ∂v ∂u ∂v − = 2. ∂x ∂y ∂y ∂x (b) Nel caso in cui W = ∇w per qualche potenziale w ∈ C 2 (R3 ), si provi che la mappa Ψ(x, y, z) = (u, v, w) da R3 in sé è localmente invertibile in ogni punto di R3 . ————————————————————————————————————————– Risoluzione - prima parte A. A. 2014-15 Esercizio 1 Per la formula di Cauchy-Binet, dati A, B, C, D ∈ R3 , scritti come vettori colonna, si ha: h(A × B) , (C × D)i = det[t (A|B) (C|D)]. Nel nostro caso, quindi, 1 1 1 1 1 2 0 0 −2 det = det = 8. 1 −1 1 2 4 1 1 Esercizio 2 (a) Analizziamo anzitutto la convergenza puntuale. Fissato x ≥ 0, vi sono tre casi: x < 1, x = 1 e x > 1. Nel primo caso si ha xn → 0 e quindi fn (x) → 1 per n → ∞; nel secondo caso è xn = 1 e fn (x) = e−1 per ogni n ∈ N; nel terzo caso risulta xn → +∞ e pertanto fn (x) → 0 per n → ∞. Dunque se 0 ≤ x < 1 1 −1 e se x = 1 lim fn (x) = n→∞ 0 se x > 1. Per la convergenza uniforme in [0; a], notiamo che se a < 1 si ha n n) sup |fn (x) − 1| = sup (1 − e−(x ) ) = 1 − e−(a x∈[0;a] →0 per n → ∞, x∈[0;a] quindi fn converge uniformemente a 1 in [0; a] per ogni a ∈ ]0; 1[ . Invece se a ≥ 1 non può aversi convergenza uniforme in [0; a], perché tutte le fn sono funzioni continue su [0; a] mentre il limite è discontinuo nel punto 1 ∈ [0; a]. (b) Per ogni a ≥ 0 e n ≥ 2 si ha, essendo xn ≥ x2 per x ≥ 1, 1 se 0 ≤ x ≤ 1 0 ≤ fn (x) ≤ g(x) =: 2) −(x e se x ≥ 1, quindi vi è convergenza dominata. Per il teorema di Lebesgue, dunque, le fn convergono al loro limite puntuale in L1 (a; +∞). Esercizio 3 Posto f (x, y, z) = 2y + x + cos(x + y + z) − sin(zxy) − 1, si ha 1 − sin(x + y + z) − zy cos(x + y + z) ∇f (x, y, z) = 2 − sin(x + y + z) − zx cos(x + y + z) , − sin(x + y + z) − xy cos(x + y + z) √ √ e quindi ∇f ( π, − π, 0) = (1, 2, π). Dunque siamo nelle ipotesi del teorema del Dini, e √ √ possiamo esplicitare la z, almeno in un intorno di ( π, − π, 0), come funzione delle altre due √ √ variabili. La funzione implicita z(x, y) verifica pertanto z( π, − π) = 0. Derivando l’identità √ 2y + x + cos(x + y + z(x, y)) − sin(xyz(x, y)) = 1 − π rispetto ad x e rispetto ad y, si ottengono le due relazioni ( 1 − (1 + zx (x, y)) sin(x + y + z(x, y)) − (yz(x, y) + xyzx (x, y)) cos(xyz(x, y)) = 0 2 − (1 + zy (x, y)) sin(x + y + z(x, y)) − (xz(x, y) + xyzy (x, y) cos(xyz(x, y)) = 0, le quali, valutate per x = √ √ π, y = − π e quindi z = 0, danno √ √ 1 zx ( π, − π) = − , π √ √ 2 zy ( π, − π) = − . π Esercizio 4 Imponendo la condizione di punto critico 1 1 1 ∇f (x, y, z) = − 2 + yz, − 2 + xz, − 2 + xy = (0, 0, 0), x y z si ottiene x2 yz = xy 2 z = xyz 2 = 1; dovendo essere non nulle tutte le coordinate, si deduce x = y, y = z e quindi x4 = 1. Pertanto gli unici punti critici sono P (1, 1, 1) e M (−1, −1, −1). Per verificarne il tipo, si considera in prima istanza la matrice Hessiana valutata nei punti critici: 2 z y x3 2 1 1 2 z x (±1, ±1 ± 1) = ± 1 2 1 . 3 y 1 1 2 2 y z z3 Utilizzando per esempio il criterio della variazione del segno dei determinanti dei minori diagonali, si ottiene che P (1, 1, 1) è un punto di minimo relativo, e M (−1, −1, −1) è un punto di massimo relativo. Esercizio 5 L’insieme Σ è un pezzo di cono equilatero con asse il segmento (t, 0, 0), 0 ≤ t ≤ 2. È in effetti, a parte il suo vertice, una 2-varietà. Una sua parametrizzazione è data da p (x, y, z) = ( y 2 + z 2 , y, z), (y, z) ∈ D, ove D = {(y, z) ∈ R2 : y 2 + z 2 ≤ 4}. Quindi si tratta di un grafico rispetto alle variabili (y, z), e l’integrale diventa, utilizzando le coordinate polari, s Z Z p y2 z2 I = (x + y + z) dσ = y2 + z2 + y + z 1+ 2 + dydz = y + z2 y2 + z2 Σ D Z 2π Z 2 √ Z 2 2 √ 16 √ = r(1 + cos ϑ + sin ϑ) 2 r drdϑ = 2π 2 r dr = π 2. 3 0 0 0 Esercizio 6 Per prima cosa si trasforma l’integrale del quale si deve fare la derivata, in modo che la variabile λ si trovi solo nell’integrando. Utilizziamo il cambiamento di coordinate (u, v) = φλ (x, y): essendo 1 0 det DΦλ (x, y) = det = 1 + λ eλy , 0 1 + λ eλy si ottiene Z Z u dudv = Φλ (B) (x + λ)(1 + λ eλy )dxdy. B A questo punto osserviamo che l’integrando è derivabile rispetto a λ, con ∂ (x + λ)(1 + λ eλy ) = 1 + λ eλy + (x + λ)(1 + λ y)eλy , ∂λ ed inoltre questa derivata è una funzione limitata per (x, y) ∈ B e per |λ| < 1. Quindi si può derivare sotto il segno di integrale e pertanto Z Z d d u dudv = (x + λ)(1 + λ eλy )dxdy = dλ Φλ (B) dλ B Z [1 + λ eλy + (x + λ)(1 + λ y)eλy ] dxdy, = B da cui finalmente " d D= dλ # Z Z u dudv Φλ (B) = λ=0 (1 + x) dxdy = π. B Esercizio 7 La superficie S è la frontiera del cubo C = [−1, 1]3 , quindi è regolare a tratti e chiusa. Utilizziamo allora il teorema della divergenza: dato che div F (x, y, z) = 1 − sin(x + y + z) + 2z cos(x + y + z) − z 2 sin(x + y + z), possiamo scrivere, detto n il versore normale esterno a S: Z Z 1Z 1Z 1 Φ = hF · ni dσ = [1 − sin(x + y + z) + 2z cos(x + y + z) − z 2 sin(x + y + z)] dxdydz. S −1 −1 −1 Osserviamo che gli ultimi tre addendi danno luogo a integrali nulli, essendo funzioni dispari della variabile z su un dominio simmetrico rispetto all’origine: quindi Z 1Z 1Z 1 Φ= 1 dxdydz = m3 (C) = 8. −1 −1 −1 Esercizio 8 Conviene evitare il calcolo diretto, ed usare il teorema della divergenza. La semisfera Σ, unita al disco D = {(x, y, z) : x2 + y 2 ≤ 1, z = 0}, costituisce il bordo della semipalla B + = {(x, y, z) : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1, z ≥ 0}. L’orientazione di ∂B + = S ∪ D coerente con le ipotesi è quella indotta dalla normale esterna, che denotiamo con ν. Per il teorema della divergenza, essendo div F = 1, si ha Z Z Z + m3 (B ) = div F dxdydz = hF, νi dσ + hF, νi dσ = Ψ + 0, B+ Σ D in quanto nell’ultimo integrale F ha la terza componente nulla in D mentre ν = (0, 0, −1). Si conclude che, detta B la sfera unitaria di R3 , Ψ = m3 (B + ) = 1 2 m3 (B) = π. 2 3 Esercizio 9 I coefficienti di Fourier di una somma di funzioni sono la somma dei corrispondenti coefficienti di Fourier degli addendi. Il primo addendo f (x) = 3x è una funzione dispari, quindi sarà an = 0 per ogni n ∈ N, mentre Z 3 π bn = x sin nx dx = π −π Z π iπ 3h x 3 6 3 6 = + cos nx dx = − (−1)n + [sin nx]π−π = (−1)n+1 . − cos nx 2 π n πn −π n πn n −π Il secondo addendo g(x) = −5 è una funzione pari, e quindi sarà bn = 0 per ogni n ∈ N+ , mentre a0 = −5 e an = 0 per ogni n ∈ N+ . In particolare, la serie di Fourier di f (x) + g(x) = 3x − 5 è ∞ S(x) − X (−1)n+1 5 +6 sin nx. 2 n n=1 Risoluzione - prima parte Galatolo-Georgiev Esercizio 1 L’insieme A si descrive nel modo seguente: A = (x, y) ∈ R2 : x ≥ 1, 0 ≤ y ≤ 1 1 + x2 . Inoltre la funzione integranda è continua e non negativa. Si può dunque applicare il teorema di Fubini-Tonelli e procedere con l’integrazione iterata: ! ! Z Z +∞ Z 1 Z +∞ Z 1 x2 +1 x2 +1 xy dxdy = xy dy dx = x y dy dx = A 1 = 1 4 0 Z 1 1 +∞ (x2 2x 1 dx = 2 4 + 1) Z 1 +∞ 0 dz 1 dx = . 2 (z + 1) 8 Esercizio 2 (a) Analizziamo anzitutto la convergenza puntuale. Fissato x ≥ 0, vi sono tre casi: x < 1, x = 1 e x > 1. Nel primo caso si ha xn → 0 e quindi fn (x) → 1 per n → ∞; nel secondo caso è xn = 1 e fn (x) = 21 per ogni n ∈ N; nel terzo caso risulta xn → +∞ e pertanto fn (x) → 0 per n → ∞. Dunque 1 se 0 ≤ x < 1 1 se x = 1 lim fn (x) = n→∞ 2 0 se x > 1. Per la convergenza uniforme in [0; a], notiamo che se a < 1 si ha xn ≤ an → 0 n x∈[0;a] 1 + x sup |fn (x) − 1| = sup x∈[0;a] per n → ∞, quindi fn converge uniformemente a 1 in [0; a] per ogni a ∈ ]0; 1[ . Invece se a ≥ 1 non può aversi convergenza uniforme in [0; a], perché tutte le fn sono funzioni continue su [0; a] mentre il limite è discontinuo nel punto 1 ∈ [0; a]. (b) Per la convergenza uniforme in [a, ∞[ , se a ≤ 1 si ragiona come prima e si vede che non può aversi convergenza uniforme in [a; ∞[ , perché tutte le fn sono funzioni continue su [a; ∞[ mentre il limite è discontinuo nel punto 1 ∈ [a; ∞[ . Invece se a > 1 si ha 1 1 sup |fn (x)| = sup = →0 per n → ∞, n 1 + an x∈[a;∞[ x∈[a;∞[ 1 + x quindi fn converge uniformemente a 0 in [a; ∞[ per ogni a ∈ ]1; ∞[ . Esercizio 3 Posto f (x, y, z) = 2y + x + cos(x + y + z) − sin(zxy) − 1, si ha 1 − sin(x + y + z) − zy cos(x + y + z) ∇f (x, y, z) = 2 − sin(x + y + z) − zx cos(x + y + z) , − sin(x + y + z) − xy cos(x + y + z) √ √ e quindi ∇f ( π, − π, 0) = (1, 2, π). Dunque siamo nelle ipotesi del teorema del Dini, e √ √ possiamo esplicitare la z, almeno in un intorno di ( π, − π, 0), come funzione delle altre due √ √ variabili. La funzione implicita z(x, y) verifica pertanto z( π, − π) = 0. Derivando l’identità √ 2y + x + cos(x + y + z(x, y)) − sin(xyz(x, y)) = 1 − π rispetto ad x e rispetto ad y, si ottengono le due relazioni ( 1 − (1 + zx (x, y)) sin(x + y + z(x, y)) − (yz(x, y) + xyzx (x, y)) cos(xyz(x, y)) = 0 2 − (1 + zy (x, y)) sin(x + y + z(x, y)) − (xz(x, y) + xyzy (x, y) cos(xyz(x, y)) = 0, le quali, valutate per x = √ √ π, y = − π e quindi z = 0, danno √ √ 1 zx ( π, − π) = − , π √ √ 2 zy ( π, − π) = − . π Esercizio 4 Imponendo la condizione di punto critico 1 1 1 ∇f (x, y, z) = − 2 + yz, − 2 + xz, − 2 + xy = (0, 0, 0), x y z si ottiene x2 yz = xy 2 z = xyz 2 = 1; dovendo essere non nulle tutte le coordinate, si deduce x = y, y = z e quindi x4 = 1. Pertanto gli unici punti critici sono P (1, 1, 1) e M (−1, −1, −1). Per verificarne il tipo, si considera in prima istanza la matrice Hessiana valutata nei punti critici: 2 z y x3 2 1 1 2 z x (±1, ±1 ± 1) = ± 1 2 1 . 3 y 1 1 2 2 y z 3 z Utilizzando per esempio il criterio della variazione del segno dei determinanti dei minori diagonali, si ottiene che P (1, 1, 1) è un punto di minimo relativo, e M (−1, −1, −1) di massimo relativo. Esercizio 5 L’insieme Σ è un pezzo di cono equilatero con asse il segmento (t, 0, 0), 0 ≤ t ≤ 2. È in effetti, a parte il suo vertice, una 2-varietà. Una sua parametrizzazione è data da p (x, y, z) = ( y 2 + z 2 , y, z), (y, z) ∈ D, ove D = {(y, z) ∈ R2 : y 2 + z 2 ≤ 4}. Quindi si tratta di un grafico rispetto alle variabili (y, z), e l’integrale diventa, utilizzando le coordinate polari, s Z Z p y2 z2 I = (x + y + z) dσ = y2 + z2 + y + z 1+ 2 + 2 dydz = 2 y +z y + z2 Σ D Z 2π Z 2 √ Z 2 2 √ 16 √ r(1 + cos ϑ + sin ϑ) 2 r drdϑ = 2π 2 r dr = π 2. = 3 0 0 0 Esercizio 6 Le soluzioni costanti dell’equazione sono y(x) ≡ kπ, k ∈ Z. Quelle che ci interessano sono quelle comprese tra −4 e 5, e sono solo tre: y1 (x) ≡ −π, y2 (x) ≡ 0, y3 (x) ≡ π. Essendo f (t) = sin t strettamente crescente in un intorno di t = 0, quindi negativa per valori negativi vicini a 0 e positiva per valori positivi vicini a 0, se un dato iniziale y0 è vicino a 0, la corrispondente soluzione y(x) sarà decrescente se y0 < 0 e crescente se y0 > 0; in ogni caso, essa si allontanerà per x → ∞ dal valore critico 0. Poiché f (t) = sin t è decrescente in un intorno di t = −π e in un intorno di t = π, essa è positiva per valori vicini ed inferiori, ed è negativa per valori vicini e superiori: quindi, per dati iniziali vicini a −π e maggiori di esso, oppure vicini a π e maggiori di esso, la corrispondente soluzione y sarà decrescente, mentre per dati iniziali vicini a −π e minori di esso, oppure vicini a π e minori di esso, la corrispondente soluzione y sarà crescente; in entrambi i casi essa tenderp̀er x → ∞ al valore critico ±π. Pertanto le soluzioni stazionarie asintoticamente stabili per x → ∞ sono y1 = −π e y3 = π. Esercizio 7 La superficie S è la frontiera del cubo C = [−1, 1]3 , quindi è regolare a tratti e chiusa. Utilizziamo allora il teorema della divergenza: dato che div F (x, y, z) = 1 − sin(x + y + z) + 2z cos(x + y + z) − z 2 sin(x + y + z), possiamo scrivere, detto n il versore normale esterno a S: Z Z 1Z 1Z 1 Φ = hF · ni dσ = [1 − sin(x + y + z) + 2z cos(x + y + z) − z 2 sin(x + y + z)] dxdydz. S −1 −1 −1 Osserviamo che gli ultimi tre addendi danno luogo a integrali nulli, essendo funzioni dispari della variabile z: quindi Z 1Z 1Z 1 Φ= 1 dxdydz = m3 (C) = 8. −1 −1 −1 Esercizio 8 Conviene evitare il calcolo diretto, ed usare il teorema della divergenza. La semisfera Σ, unita al disco D = {(x, y, z) : x2 + y 2 ≤ 1, z = 0}, costituisce il bordo della semipalla B + = {(x, y, z) : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1, z ≥ 0}. L’orientazione di ∂B + = S ∪ D coerente con le ipotesi è quella indotta dalla normale esterna, che denotiamo con ν. Per il teorema della divergenza, essendo div F = 1, si ha Z Z Z m3 (B + ) = div F dxdydz = hF, νi dσ + hF, νi dσ = Ψ + 0, B+ Σ D in quanto nell’ultimo integrale F ha la terza componente nulla in D mentre ν = (0, 0, −1). Si conclude che, detta B la sfera unitaria di R3 , 1 2 Ψ = m3 (B + ) = m3 (B) = π. 2 3 Esercizio 9 I coefficienti di Fourier di una somma di funzioni sono la somma dei corrispondenti coefficienti di Fourier degli addendi. Il primo addendo f (x) = 3x è una funzione dispari, quindi sarà an = 0 per ogni n ∈ N, mentre Z 3 π x sin nx dx = bn = π −π Z π iπ 3h x 3 6 3 6 = − cos nx + cos nx dx = − (−1)n + [sin nx]π−π = (−1)n+1 . π n πn −π n πn2 n −π Il secondo addendo g(x) = −5 è una funzione pari, e quindi sarà bn = 0 per ogni n ∈ N+ , mentre a0 = −5 e an = 0 per ogni n ∈ N+ . In particolare, la serie di Fourier della funzone f (x) + g(x) = 3x − 5 è ∞ S(x) − X (−1)n+1 5 +6 sin nx. 2 n n=1 Risoluzione - seconda parte Esercizio 1 (a) L’intersezione dei due grafici è l’insieme x + y2 − z = 0 3 2 2 4 3 Z = {(x, y, z) ∈ R : z = x + y = 2(x + y )} = (x, y, z) ∈ R : . 2(x2 + y 4 ) − z = 0 L’insieme Z è limitato: infatti se (x, y, z) ∈ Z deve essere soddisfatta l’equazione x + y 2 = 2(x2 + y 4 ), la quale può essere riscritta nella forma 1 2 1 2 1 2 x− + y − = . 4 4 8 Da questa relazione segue subito che la proiezione di Z sul piano xy è limitata: in particolare 1 . Di conseguenza, se (x, y, z) ∈ Z la coppia (x, y 2 ) sta in un disco di centro ( 14 , 14 ) e raggio 2√ 2 considerando una delle due altre eguaglianze che definiscono Z, per esempio z = 2x2 + 2y 4 , si ottiene anche 0 ≤ z ≤ 21 . Proviamo che l’insieme Z è localmente una curva regolare. Posto F (x, y, z) = (x + y 2 − z, 2(x2 + y 4 ) − z), la matrice Jacobiana 1 4x DF (x, y, z) = 2y 8y 3 −1 −1 ha rango massimo eguale a due: infatti, imponendo che si annullino i tre minori di ordine 2, si ottiene il sistema 3 8y = 8xy 8y 3 = 2y 4x = 1, le cui soluzioni ( 14 , 0), ( 14 , ± 12 ) non soddisfano l’equazione x + y 2 = 2(x2 + y 4 ), che invece deve essere soddisfatta dalle prime due coordinate di ogni punto di Z. Pertanto, per il teorema del Dini, Z è localmente sostegno di una curva regolare in ogni suo punto. (b) Le curve di livello di u sono le parabole x = −y 2 + c, c ∈ R; quelle di v sono curve chiuse, a simmetria assiale, di equazioni (x2 + y 4 ) = 2δ = d, d ≥ 0 (per d = 0 la curbva si riduce a un punto, l’origine). Si osservi che se d > 1 l’asse maggiore è quello orizzontale, viceversa se d < 1 quello verticale. Un disegno approssimativo è il seguente: (c) Le curve di livello di u e quelle di v sono fra loro tangenti nei punti (x, y) ∈ R2 , comuni ad entrambe, nei quali i vettori ∇u(x, y) e ∇v(x, y) sono paralleli: quindi dobbiamo trovare i punti che risolvono, per qualche λ ∈ R, il sistema 1 = 4λx 2y = 8λy 3 1 Se y = 0 si trova ogni x ∈ R \ {0} (basta scegliere λ = 4x ); quindi la retta y = 0, privata dell’origine, fa parte del luogo che stiamo cercando. Però, come osservato, l’origine è l’insieme di livello 0 di v ed è contenuto alla curva di livello 0 di u: dunque possiamo onsiderare questo caso degenere come un caso di tangenza e quindi inserire nel luogo che stiamo cercando l’intera retta y = 0. 1 Se invece y 6= 0, si trova λ = 4y12 4 e quindi x = 4λ = y 2 , ossia fa parte del nostro luogo anche la parabola x = y 2 . Dunque il luogo dei punti dove le curve di livello di u e di v sono mutuamente tangenti è descritto dall’equazione y(x − y 2 ) = 0. Esercizio 2 (a) Calcoliamo anzitutto rot W : essendo W (x, y, z) = (y + u vx , −x + u vy , 1 + u vz ), si ha facilmente, tenendo conto di qualche cancellazione, Dy (1 + u vz ) − Dz (−x + u vy ) uy vz − ux vy ; ux vz − uz vx rot W (x, y, z) = Dz (y + u vx ) − Dx (1 + u vz ) = Dx (−x + u vy ) − Dy (y + u vx ) −2 + ux vy − uy vx pertanto rot W (x, y, z) = 0 ⇐⇒ uy vz − uz vy = 0 ux vz − uz vx = 0 ux vy − uy vx = 2. Le prime due equazioni si possono riscrivere come −vx ux uz = 0, −vy uy vz e poiché il determinante della matrice, ux vy − vx uy è non nullo (in virtù della terza equazione), otteniamo che il sistema precedente equivale a uz = 0 vz = 0 ux vy − uy vx = 2. Ne segue la tesi, ossia che il sistema precedente equivale all’annullarsi di rot W . (b) Supponiamo che W (x, y, z) = ∇w(x, y, z), con w ∈ C 2 (R3 ): in particolare W è irrotazionale e quindi valgono le condizioni uz = 0 vz = 0 ux vy − uy vx = 2. Ne segue, essendo W = (wx , wy , wz ), ux vx wx ux vx y + u vx DΨ(x, y, z) = uy vy −x + u vy = uy vy −x + u vy . uz vz 1 + u vz uz vz 1 + u vz Perciò ux vx y + u vx ux vx y det DΨ(x, y, z) = det uy vy −x + u vy = det uy vy −x = 2 6= 0, uz vz 1 + u vz 0 0 1 e dunque Ψ è localmente invertibile in ogni punto.