La storia delle chiese Quindici secoli di creazioni architettoniche Di Jean-Pierre Caillet Professore di Storia dell’Arte medioevale. Università di Parigi X Nanterre Dall’inizio dell’architettura cristiana e sino alla sua fioritura medioevale e post-medioevale, le forme degli edifici non hanno cessato di trasformarsi. Vi presentiamo l’architettura religiosa che deriva dalle funzioni del santuario che, a loro volta, si sono evolute nel corso del tempo. In realtà, la liturgia e la vita della Chiesa, lo spazio dei laici e dei Ricostruzione della basilica di San Simeone lo Stilita a Qal’at Sem’ân, in Siria. Fine del V secolo. © J.-B. Héron 2 chierici, come pure la nascita del monachesimo, hanno esercitato un ruolo determinante. gli inizi della nostra era, i primi cristiani non hanno sentito immediatamente l’esigenza di costruire chiese. Riuniti in piccoli gruppi, si incontravano in case private, come a Dura Europos, in Siria: qui è stato rinvenuto un edificio in cui soltanto il battistero si distingue per la sua disposizione monumentale, mentre non è affatto segnalato il luogo nel quale si celebrava l’eucaristia. L’obiettivo essenziale in quest’epoca missionaria era accogliere nuovi fedeli. Già a partire dal III secolo, tuttavia, testimonianze di autori ostili ai cristiani dimostrano l’esistenza di comunità sempre più numerose che si riuniscono in edifici di notevole ampiezza. Questa situazione è conseguenza diretta della relativa tolleranza di cui beneficiano i cristiani in occasione della «piccola pace della Chiesa» (tra la persecuzione del 259-260 e quella di Diocleziano dopo il 300). I resti di uno di questi edifici, di impronta già basilicale con la sua aula quadrangolare, sembrano essere stati portati alla luce a Roma, sotto l’attuale chiesa di S. Crisogono in Trastevere. Con l’editto di Milano del 313, che proclama ufficialmente la tolleranza del cristianesimo, diventa necessario costruire, apertamente e rapidamente, edifici suscettibili di accogliere in massa i fedeli della città, con il loro vescovo, per assistere alla celebrazione eucaristica, e i catecumeni per ascoltare la liturgia della parola che la precede. Si costruiscono anche edifici per dare gloria alle sepolture dei martiri e ai luoghi legati alla memoria di Cristo in Terrasanta, nonché per accogliervi i devoti. Questa necessità di riunire i fedeli per le celebrazioni, con la sua diretta conseguenza sui progetti architettonici, s’imporrà per tutto il corso del Medioevo ed anche in epoca moderna. A partire dal 380, una serie di editti imperiali A Sezione longitudinale ovest-est della cappella palatina di Aquisgrana, in Germania. 790-805 circa. © J.-B. Héron porta alla proibizione dei culti pagani, e il cristianesimo diventa religione di stato. Si moltiplicano i santuari, in stretta relazione con l’aumento del numero dei convertiti. Si mette in opera una più serrata organizzazione dei cristiani, cominciando, nelle città, con la proliferazione delle chiese di quartiere. Il processo sarà più lento nelle campagne, e sfocerà, nel cuore del Medioevo, nella costituzione di una perfetta rete di parrocchie. Anche la moltiplicazione dei santuari è legata al precoce sviluppo del monachesimo, a partire dalla fine dell’Antichità. Le chiese monastiche che sorgono allora non hanno la particolare finalità di accogliere i fedeli, tranne in oc- ‘‘ Con l’editto di Milano del 313 è necessario costruire rapidamente edifici in grado di accogliere in massa i fedeli della città casioni speciali, ma di provvedere ai bisogni del culto della comunità religiosa. Nel Medioevo e nell’Età moderna, questi santuari monastici o conventuali si moltiplicano con la nascita di nuovi ordini religiosi. Essi cercheranno spesso di imporre il proprio modello al clero secolare. Un recente interesse per la storia delle chiese Ricostruzione del monastero di San Gallo, in Svizzera, IX secolo. © J.-B. Héron Le prime grandi manifestazioni di interesse per le chiese medioevali risalgono al XIX secolo. Da un lato emergono rapidamente le concezioni romantiche, che definiscono il santuario e, più precisamente, la cattedrale, come un’opera di fede e come espressione collettiva del popolo cristiano. Gli studi più recenti hanno fatto tabula rasa di queste concezioni. In seguito, alla metà del XIX secolo, sono stati privilegiati gli approcci tecnici. Essi focalizzano l’attenzione sullo studio propriamente architettonico e sui complessi sistemi delle volte, con il riconoscimento, nel migliore dei casi, di una logica costruttiva perfetta. Di qui l’idea di un «razionalismo» medioevale sostenuto in particolare da Viollet-le-Duc, architetto e grande restauratore. Anche gli approcci formali sono nati nel XIX secolo. Il loro obiettivo è di distinguere e definire gli stili, arrivando ad ” una classificazione in «scuole regionali» o in periodi (il romanico, il gotico, e così via). Poi, in una prospettiva più ampia, si è cercato di ricostruire i processi evolutivi, nei quali si distingue, per ogni stile, una fase sperimentale, la piena maturità, e i superamenti che sfociano in una degenerazione dello stile in questione; questa concezione è stata definita, nel periodo fra le due guerre, da Henri Focillon. Con l’interpretazione simbolica si mette in gioco l’autentica finalità dell’edificio o, almeno, la vera finalità della sua natura. Nei primi decenni del XX secolo il tedesco Josef Sauer si serve dei testi medioevali per ritrovare lo spirito che fu veramente alla base della costruzione di questi santuari e le intenzioni di chi li concepì. Da questa interpretazione simbolica si passa naturalmente ad un approccio funzionale della chiesa. Questo passaggio, che è tardivo, è distribuito in modo diseguale secondo i periodi. Paradossalmente l’epoca paleocristiana è la più studiata. Infatti, in molti edifici in cui si è perduto l’alzato, i dispositivi liturgici hanno lasciato traccia delle sistemazioni interne. Inoltre, la moltiplicazione degli scavi in tutta l’area dell’Impero romano ha permesso di aumentare gli esempi conosciuti. Per l’alto Medioevo disponiamo di alcuni documenti capitali, come il testo dell’abate Angilberto sulle celebrazioni nel grande monastero carolingio di Centula (Saint-Riquier), o anche la pianta di San Gallo, che indica con precisione tutti gli altari e tutte le sistemazioni annesse ad una chiesa abbaziale del IX secolo. L’approccio funzionale è invece più difficile a proposito delle epoche romanica, gotica e tardo medioevale. Benché permangano gli edifici nel loro alzato, le loro sistemazioni interne hanno subito, nella maggior parte dei casi, un totale sovvertimento. Inoltre, la quantità degli scavi all’interno di questi edifici rimane molto limitata. Comunque, nel corso degli ultimi decenni sono stati fatti sensibili progressi, attraverso l’indagine degli edifici stessi, prendendo in considerazione anche l’icono- 3 La storia delle chiese grafia della scultura, della pittura murale e delle vetrate, in quanto permette di precisare la destinazione degli spazi. La ricerca è proseguita anche per quanto riguarda le fonti testuali. Per l’epoca roma- sono state selezionate e ricomposte le tipologie di edifici più appropriati alle nuove esigenze. Molto presto sono stati messi in opera sistemi di separazione nell’edificio tra chierici e laici, focalizzando l’attenzione e sottolineando il polo (o i poli) del culto. In seguito, l’epoca altomedioevale (soprattutto carolingia) ha cercato di dare unità ai culti liturgici. Anche nelle cattedrali (con l’istituzione, nell’VIII secolo, dei capitoli delle cattedrali) tende a imporsi il modello monastico, che adatta lo spazio soprattutto alla celebrazione e ai celebranti. Questi tentativi di omologazione e di razionalizzazione nella disposizione dei molteplici altari sono destinati a provocare le prime grandi conseguenze sul rinnovamento architettonico. In epoca romanica, questo ideale monastico di «protezione» del clero rispetto ai fedeli trionfa. I monaci, che sempre più spesso vengono ordinati sacerdoti, celebrano quotidianamente la loro messa individuale. L’articolazione degli edifici, come conseguenza della moltiplicazione degli altari, è dunque sempre più complessa. Si vedono nascere numerose absidiole in corrispondenza di questi di- ‘‘ ROMANICO Architettura che, nei secoli XI e XII, utilizza soprattutto archi a tutto sesto (talora ad arco acuto), sviluppando sistemi di copertura a volta e la decorazione scolpita. GOTICO Nato nell’Île-deFrance a metà del secolo XII. L’uso della volta ogivale, all’incrocio di archi a sesto acuto, permette di alleggerire le strutture e favorisce la penetrazione della luce. Molto presto si sono collocati, all’interno dell’edificio, elementi di separazione tra chierici e laici, che sottolineano i poli cultuali nica disponiamo, in particolare per Cluny, di consuetudini. Per l’epoca gotica, i numerosi ordinari precisano gli usi liturgici da rispettare nei santuari a cui si riferiscono. In taluni casi, come quello della cattedrale di Siena, si è anche arrivati a ricostruire la disposizione della clausura del coro con le successive modifiche e la collocazione di ognuna delle pale in corrispondenza dei diversi altari. Quanto all’epoca moderna, un numero più significativo di edifici ha conservato la sua disposizione originaria sia nel contesto del culto controriformistico, sia in quello riformato. Uno studio di questo tipo tuttavia deve ancora essere sviluppato, in quanto gli storici dell’arte hanno largamente privilegiato gli approcci formali. Ciò che qui interessa è dare un significato alla storia delle forme mostrando la loro stretta correlazione con l’evoluzione delle funzioni dell’edificio. Così, in epoca paleocristiana, assistiamo ad una fase veramente creativa. Partendo dagli schemi proposti dal repertorio architettonico dell’Antichità, 4 versi altari. La devozione accresciuta verso i santi e le loro reliquie, nei luoghi di pellegrinaggio, porta a progettare dispositivi architettonici per incanalare i fedeli verso il punto focale della loro devozione. In epoca gotica, lo sviluppo dei capitoli dei canonici comporta l’aumento della dimensione dei cori per accoglierli nelle cattedrali e nelle collegiate. Si compie così la separazione fra i chierici e i laici. Come reazione a questa «esclusione» dei fedeli, dalla fine del XIII secolo, si pone l’accento sulla predicazione, che riunisce i fedeli in una visione ugualitaria. La nascita degli ordini mendicanti dà impulso ad una nuova tendenza verso la demolizione delle barriere all’interno degli edifici, e a nuove interpretazioni dello sviluppo architettonico stesso. Questa demolizione delle barriere culminerà nei santuari della Riforma. A suo modo, anche la Controriforma organizzerà nuovi modi di partecipazione dei ■ fedeli al culto. ” Sopra, disegno di un capitello di Cluny che rappresenta l’allegoria della Prudenza. Sotto, alzato di Cluny III, Saône-et-Loire. 1088-1130 circa. © J.-B. Héron Romanico 1073-1085 Pontificato di Gregorio VII, promotore della riforma «gregoriana», finalizzata a restaurare l’autorità della Chiesa di Roma, fondandosi in particolare sulla omogeneità degli usi liturgici (mantenendo tuttavia sempre il monachesimo benedettino come riferimento principale). Gotico 756 Istituzione dei capitoli delle cattedrali (di canonici) da parte di Crodegango, vescovo di Metz. Primi tentativi di imporre un modello monastico al clero secolare. 816-817 Concilio di Inden, presso Aquisgrana. Tentativo di uniformare gli usi monastici secondo il modello benedettino riformato. 1215 Concilio Lateranense IV sotto il pontificato di Innocenzo III: affermazione dell’autorità della Chiesa romana («Conclusione» degli sforzi iniziati sin dai tempi della Riforma gregoriana). Anni 1220 San Domenico (ca 1170-1221) e san Francesco (ca 1182-1226), fondatori dei due principali ordini mendicanti. 1264 Istituzione ufficiale del Corpus Domini. Particolare insistenza sulla venerazione dell’ostia nella celebrazione eucaristica. Riforma Carolingio Paleocristiano 313 editto di Milano Editto di tolleranza del cristianesimo in tutto l’impero romano. Prime costruzioni di chiese su committenza dello stesso imperatore. Seconda metà del IV secolo Prime grandi fondazioni monastiche in occidente (in particolare san Martino a Ligugé, poi a Tours) Anni 380 Vari editti imperiali proibiscono i riti pagani. Il cristianesimo diventa religione di stato. Moltiplicazione delle conversioni e nuovo slancio dell’architettura cristiana. Verso il 480-547 San Benedetto di Norcia, fondatore del monachesimo benedettino. Istituzione della regola monastica che si affermerà nei secoli successivi. 1483-1546 Lutero, teologo e riformatore tedesco. Il suo discorso davanti alla Dieta di Worms (1521) consuma la rottura con la Chiesa di Roma. Controriforma FINE DEL MEDIOEVO ALTO MEDIOEVO Alcune tappe nella cronologia della storia cristiana 1545-1549; 1551-1552; 1562-1563 Concilio di Trento. Organizzazione e realizzazione dei principi della Controriforma Spaccato dell’interno della Chiesa del Gesù a Roma (1568). © J.-B. Héron 5