Progetto Educazione alla Salute > Chi siamo > 2 – La Vita sessuata: origini biologiche e caratteristiche di genere in Homo sapiens. Eva, Adamo & c. scuola secondaria di secondo grado – secondo anno Nel probabile intento, puro e inconsapevole, di non negare una presunta “verità” o di sostenere talune correnti di pensiero sociale o politico o pubblicitario, Umberto Veronesi, nell’estate del 2007, fece una dichiarazioni che in sintesi potrebbe essere la seguente: siamo animali probabilmente in una fase di raggiungimento di stabilità evolutiva, nei quali l’intelligenza e le tecnologie stanno soppiantando i meccanismi della riproduzione e della selezione naturale degli individui. In uno stadio biologico simile è molto probabile che Homo sapiens vada incontro alla perdita del differenziamento morfologico sessuale, lasciando spazio a nuove strategie riproduttive che non richiedano quella noiosa differenza “a incastro” che inspiegabilmente condiziona le fasi di sviluppo di un feto e affligge l’identità delle persone. Questo, per lo meno, è ciò che sembrerebbe di capire, dal suo emblematico intervento (recuperabile al seguente indirizzo: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/19/veronesi_bisessuali_sesso_amore.shtml ). Sono costretto a rimandare in altra sede un personale ampio commento negativo. Che il sistema di Vita sessuato sia uno strumento all’interno della meccanica evolutiva, ovvero uno stratagemma che accelera l’evoluzione, è abbastanza accettato da tutti gli esperti del campo. Secondo il vecchio Umberto, però, la vita sessuata e anatomicamente differenziata di Homo sapiens e di tutti i mammiferi, comparsa sul pianeta praticamente con i rettili e con gli uccelli sulla Terra più di 500 milioni di anni fa, cioè, a grandi linee, più di 499 milioni di anni prima della comparsa di Homo sapiens, proprio in quest’ultimo sarebbe giunta al suo capolinea (!) Si, cielo, se è vero che “tutto è possibile” allora potremmo considerare possibile anche questo! Ebbene, al di là della discutibile coscienza di un uomo considerato tra quelli di scienza, che si avventura in una tale dichiarazione al vasto pubblico, senza entrare nei dettagli della questione, la domanda ovvia è: quando? Quando avverrà? In quanto tempo? Non dimentichiamo che per trasformare un presunto australopiteco (Lucy) in un Homo sapiens ci sono voluti circa 3 o 4 milioni di anni e che le modalità con cui ciò si sia verificato è una questione ancora piuttosto misteriosa. Cosa avrà voluto dirci quindi quel galantuomo di Veronesi? Con tutti i meriti che gli si possono ascrivere nella lotta contro i tumori, per carità! Pare tuttavia di poter dire: “continuasse” a fare il medico, però. Detto questo, proviamo a capire in modo un po’ più preciso perché siamo fatti così da un punto di vista puramente biologico. Per gli appassionati propongo la lettura di questo breve brano scritto da Darwin ad introduzione del tema. “Al contrario ci sono molte altre strutture e istinti che sono stati certamente sviluppati dalla selezione sessuale, come le armi per l’attacco e i mezzi di difesa di cui si servono i maschi per lottare contro altri maschi e per eliminare i loro rivali; il loro coraggio e la loro combattività; i loro ornamenti di ogni genere; i loro organi per produrre della musica vocale o strumentale; e le loro ghiandole che emettono degli odori; la maggior parte di queste ultime strutture servono solo ad attirare o eccitare le femmine; è evidente che questi caratteri sono il risultato della selezione sessuale e non della selezione corrente, poiché maschi non armati, non ornati e non attraenti riuscirebbero altrettanto bene nella lotta per l’esistenza e nella produzione di numerosi discendenti se non esistessero altri maschi più dotati di loro… C. Darwin – L’origine dell’uomo…, 1871. Partiamo dagli elementi essenziali. Come si diceva sopra, il differenziamento sessuale è un fenomeno legato all’evoluzione degli esseri viventi. In linea di massima, infatti, secondo la scienza, gli animali mutano nel tempo (milioni di anni) e quindi si “evolvono”, sottoposti a quel fenomeno implacabile che va sotto il nome di selezione naturale. Cosa significa, riducendo all’osso, selezione naturale, cioè quella che nel brano di Darwin viene definita selezione “corrente”? Selezione significa che qualcuno viene “scelto” a scapito di qualcun altro. Esempio: volete entrare nella squadra olimpionica di salto in alto, o di lancio del giavellotto? Se lo volete, dovrete sottoporvi a gare di selezione, durante le quali viene scelto il più “adatto” a misurarsi con gli altri campioni olimpici di tutto il mondo. Nel nostro caso specifico di “selezione naturale”, chi fa la selezione è la natura, attraverso i suoi processi inesorabili e talvolta assai crudeli. Gli individui danno origine a numerosi figli, più o meno diversi tra loro, e la natura, attraverso le difficoltà di tutti i giorni “selezionerà” solo i figli migliori. Anzi, i più adatti. Perché l’aggettivo “migliore” può essere fuorviante. I più adatti, potranno diventare padri (o meglio, madri). Selezione naturale significa che in ciascun preciso momento storico e dentro ad ogni specifico evento naturale, lungo o breve che sia, qualcuno possiede dei caratteri propri, che gli consentono di sopravvivere e… come dire… di arrivare arzillo al momento della riproduzione, sia che essa avvenga in modo sessuato oppure no (ma questo lo vediamo tra poco). Ciò consentirà a lui e a tutti i suoi possibili figli e ai figli dei figli, di continuare a misurarsi con la natura attraverso i secoli. E significa che qualcun altro, invece, manca proprio di quei caratteri indispensabili alla sopravvivenza e alla riproduzione. Ebbene, chi non si riproduce, lui con la sua combinazione di caratteri che glielo hanno impedito, scompare dal pianeta. Scompare, anche se l’evento specifico, teatro dei fatti di quell’impedimento, non era oggettivamente avverso e, magari, era solo casualmente incompatibile con la collezione di quei suoi pochi caratteri “critici”. Ovviamente, chi non sopravvive ad un evento e incontra addirittura la morte, non può nemmeno riprodursi, e quindi scompare in ogni caso, nel senso che la sua collezione di caratteristiche più o meno scadenti non verrà mai più trasferita a nessuna progenie. È curioso come, nella visione più diffusa del concetto di Vita, l’obiettivo fondamentale e irrinunciabile sembri essere la sopravvivenza. Nell’economia della selezione naturale, invece, l’obiettivo è la riproduzione e, senza di essa, sopravvivere è inutile, la Vita si fermerebbe. Certo, se non sopravvivi non puoi nemmeno riprodurti, è ovvio, ma la riproduzione non è un hobby secondario, è un obiettivo da perseguire con determinazione. Il secondo elemento essenziale è il sesso. Il sesso non è l’attività sessuale, tanto meno com’è diffusamente intesa oggi o come la sogna Veronesi. Dal punto di vista puramente biologico, il sesso è una modalità di riproduzione, alla quale concorrono insieme non uno ma due individui (riproduzione sessuata). Tecnicamente è un differenziamento a livello di organi di uno stesso individuo oppure a livello di individui appartenenti alla stessa specie, a seguito del quale questi organi o individui differenziati, assumono un’identità cosiddetta di “genere” che può essere di tipo maschile o femminile. Il sesso è un potente mezzo di miglioramento dei caratteri di cui si è portatori, che agisce aumentando sensibilmente la velocità e la severità dei processi di selezione. In quale senso? Per fare un altro parallelo sportivo, sarebbe come se per migliorare le doti complessive di una squadra di calcio (la squadra di geni di un organismo), si provassero a caso diverse combinazioni di giocatori più o meno bravi (i geni), arrivando rapidamente alla selezione della compagine vincente. Se ogni giocatore venisse studiato e selezionato singolarmente, il processo sarebbe molto più lento, praticamente impossibile. La Vita sessuata non consente altro che un energico rimescolamento di caratteri, che, negli organismi più evoluti, avviene, prima, rimescolando i propri (soprattutto nei processi di crossing-over all’interno delle cellule germinali) e, poi, effettuando una fusione di caratteri con quelli del partner di sesso opposto, il quale si è anch’esso preoccupato di rimescolare i suoi. Il prodotto di queste mescolanze è un figlio non identico ai due genitori, che si espone alla forza selettiva della natura con un “formato” nuovo, la cui efficacia è del tutto ignota. Si tratta quindi di un sistema che può dare origine a figli “deboli” ma che può casualmente dare origine anche a figli sorprendentemente “forti” e abili. La natura opererà la sua impietosa selezione premiando i figli più forti e consentendo a quel tipo di individui (cioè a quella “specie”) di fare un grosso salto di qualità nella collezione dei suoi caratteri “utili” alla sopravvivenza e alla riproduzione. Si tenga presente, tra l’altro, che il figlio è il frutto di due individui e non di uno solo e quindi non proviene da un solo processo di selezione, ma da due, il che raddoppia le sue probabilità di essere il più adatto. C’è di più: in realtà, a questo lavoro di selezione così intenso e potenzialmente efficace, contribuisce in larga parte un tipo di selezione diversa da quella discussa fino a qui. Essa viene distinta dalla normale selezione naturale e viene chiamata selezione “sessuale”. La differenza fondamentale tra i due processi è che, mentre l’una è operata direttamente dagli eventi naturali dell’ambiente, la seconda, quella sessuale, ha luogo sostanzialmente nella attività di scelta operata dal partner o da comportamenti strettamente legati al fine riproduttivo. Capite? La natura, eventualmente, sceglierà il figlio migliore, ma il partner ce lo scegliamo noi! Siamo noi che operiamo una scelta basata su presunte qualità del nostro fidanzato! Siamo noi che abbiamo il potere di impedire o consentire a un individuo di riprodursi, per lo meno in un determinato momento (può anche capitare che, successivamente, un partner che noi avevamo rifiutato, venga accettato da altri). È abbastanza intuitivo immaginare che questa rigorosa attività di scelta del partner migliore, e di estromissione di quello sconveniente, abbia consolidato nel tempo caratteri “stravaganti”, apparentemente slegati da questioni di sopravvivenza e di efficienza fisica, piuttosto destinati semplicemente ad “attrarre” un possibile compagno di luna di miele. Ad esempio: se mi ritrovo casualmente con una livrea iridescente e vistosa e ciò piace molto alle ragazze, va da sé che nella popolazione ci saranno molti figli miei, anch’essi con un pelo artisticamente colorato come il mio. L’hanno preso da me! Ecco quindi il grande pullulare di caratteri “sessuali”, come quelli osservati e citati da Charles Darwin nel brano (colori, odori, abilità musicali etc.) Al fianco di questi vi sono anche i caratteri sessuali di forza o abilità fisica, destinati non tanto alla resistenza quotidiana contro le avversità o al procacciamento di cibo, ma necessari allo scontro con altri pretendenti della stessa fidanzata. Chi vince avrà figli robusti per questo tipo di lotte, la specie conserverà questi caratteri. In questo caso, la selezione si svolge direttamente tra individui, proprio come per il campione olimpionico di prima. Non è facilissimo, per tanto, definire se le differenze anatomiche che distinguono maschi e femmine, talvolta in maniera così marcata, siano attribuibili più alla selezione naturale (corrente) che a quella sessuale. Esse si intrecciano e, secondo studi proprio di quest’anno (2009), la selezione sessuale potrebbe rappresentare l’elemento cruciale nella nascita di una nuova specie, costituendo il supporto dei processi di selezione corrente da lì in avanti. Ora qualcuno potrebbe dire: come fa un animale a sapere che un soggetto con una livrea attraente o con nobili doti di canto o di battaglia, è anche un soggetto particolarmente adatto all’ambiente in cui si vive? O meglio, perché la mostra di alcuni caratteri “sessuali”, magari inutili ai fini pratici, risulta fisiologicamente eccitante, predisponendo all’accoppiamento? Cos’è che tiene associati le belle e abili mostre esteriori di un individuo con le sue reali qualità? Be’ una possibile spiegazione c’è, ma questa la vedremo un’altra volta (per approfondimenti segnalo soltanto che si chiama strategia dell’Handicap). Le origini della differenza. Andando alle vere origini di un sistema così efficiente non è insensato considerare che, in verità, il maschio sia in un certo senso un “prodotto” femminile, se per femminile intendiamo l’essere che, fin dalle origini, è in grado di dare luogo al fenomeno della riproduzione, ovvero la genesi di un nuovo essere somigliante all’originale. Del resto, dal punto di vista cromosomico il maschio è solo una femmina che ha improvvisamente perso un intero troncone di geni (una grossa porzione del cromosoma X). Potremmo intendere il maschio, almeno nel progetto originale, come uno strumento al servizio della femmina, ai fini di una riproduzione più valida in termini evolutivi. Compito del maschio sarebbe quello di effettuare un rimescolamento dei geni in un luogo differente da quello della femmina. Successivamente, tale compito, si sarebbe addirittura trasformato, richiedendo al maschio di esporsi maggiormente alla crudele selezione naturale. Come dire… è una storia in effetti che dura da parecchio: la donna invia l’uomo verso l’avventura, verso il procacciamento del cibo o di una nuova casa, verso la guerra contro l’invasore o il predatore, mentre lei si “dichiara” disponibile a sacrificarsi, restando a casa con la prole, con gli affari e i pericoli quotidiani o, talvolta, con la noia. Sotto sotto, però, sa bene che tra quella compagine di uomini inviati verso l’ignoto, se ne salveranno pochi, solo i migliori! Le caratteristiche di genere del maschio: corpo - forma (spigolosità, ruvidità, sguardo serio o anche minaccioso) - gestualità (movimenti a scatti, reattivo, anche grossolano e maldestro, precisione nello studio degli oggetti e della loro funzione) - … altro testa - impulsività - intuito-creatività - memoria breve con tendenze all’alterazione - tendenza ad una certa insensibilità (talvolta alla stupidità) - … altro Le caratteristiche di genere della femmina corpo - forma (rotondità, profumo, sguardo capace di miscelare forza e tenerezza) - gestualità (movimenti sinuosi, apparente lentezza, maggiore cura nella manipolazione degli oggetti, ma inferiore precisione nello studio delle forme specifiche e delle loro funzioni) - … altro testa - consapevolezza, accoglienza, riflessività, sopportazione - diffidenza verso la ricerca ossessiva di spiegazioni e risposte - memoria lunga e realistica - sensibilità all’emozione, al bello e alla vita - … altro Altri argomenti trattati nella discussione finale: - La crisi attuale dell’uomo e della donna: identità e autostima - La coppia umana di oggi: diversità di genere faticosa da gestire, difficoltà di accettazione di nuovi ruoli, l’ossessione logorante della “famiglia perfetta” - L’omosessualità: una tendenza comportamentale in collisione con l’anatomia dell’individuo; significati biologici e sociali; concetto di intolleranza, di emarginazione e concetto di orgoglio. Per ridere! (ricevuto per posta elettronica) Soprannomi: Se Laura, Susanna, Debora e Maria vanno a cena fuori, si chiameranno l'un l'altra Susanna, Debora, Laura e Maria. Se Mario, Luca, Carlo e Giorgio vanno a cena fuori, si rivolgeranno affettuosamente l'un l'altro come 'Ciccione', 'Testa di c*', 'Buffone' e 'Godzilla'. A cena fuori: 4 Uomini a cena fuori: anche se il conto è di 80 euro, ognuno tirerà fuori 50 euro e dirà che non ha tagli minori, e non vorrà il resto. 4 donne a cena fuori: quando arriva il conto, compare la calcolatrice. Soldi: Un uomo pagherà 5 euro per un oggetto che ne vale 2 euro, se lo vuole. Una donna pagherà 2 euro per un oggetto che ne vale 5, anche se non lo vuole. Bagno: Un uomo ha in media 6 oggetti nel bagno: uno spazzolino, un dentifricio, una schiuma da barba, un rasoio, un sapone e un asciugamano dell'Holiday Inn.. Una donna ha in media 337 oggetti, la maggior parte dei quali un uomo non riesce a identificare. Discussioni: Una donna ha l'ultima parola in ogni discussione. Qualsiasi altra cosa un uomo dice è l'inizio di una nuova discussione. Futuro: Una donna si preocupa del futuro finché non trova un marito. Un uomo non si preoccupa mai del futuro finché non trova una moglie. Successo: Un uomo di successo è colui il quale guadagna più di quanto sua moglie sia in grado di spendere. Una donna di successo è quella che trova quest'uomo. Matrimonio: Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà. Un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà. Vestirsi bene: Una donna si veste bene per fare shopping, dare acqua alle piante, buttare la spazzatura, rispondere al telefono e prendere la posta. Un uomo si veste bene per i matrimoni e per i funerali. Naturalezza: Gli uomini si svegliano con lo stesso aspetto con il quale sono andati a dormire. Le donne in qualche modo si deteriorano durante la notte. Prole: Una donna sa tutto dei suoi bambini: appuntamenti dal dentista, i migliori amici, sogni, incubi, paure e speranze. Un uomo è vagamente a conoscenza di una persona bassa che gira per casa.