Direzione generale
Servizio Informazione e Comunicazione
Ufficio Stampa
Imola, 17 marzo 2006
COMUNICATO STAMPA
ELEMENTI DI TEORIA E PRATICA NEL TRATTAMENTO DELLE DIPENDENZE
PATOLOGICHE PRESSO L’UNITÀ OPERATIVA DIPENDENZE PATOLOGICHE
DELL’AUSL DI IMOLA
E’ ormai da tempo accertato che nello sviluppo e nel mantenimento di ogni forma di
dipendenza patologica (da droghe, da alcol, da gioco d’azzardo ecc.) vada sottolineata una
eziologia multifattoriale.
Sono determinanti, in modo complesso e in misura diversa tre tipi di fattori: fattori genetici e
neurobiologici; fattori psicologici e relazionali; fattori sociali, culturali e ambientali. I primi
riguardano una vulnerabilità ereditaria, l’effetto gratificante e incentivante delle sostanze o di
certi comportamenti, l’astinenza, la tolleranza e il craving. Tra i secondi vanno segnalati una
personalità debole o patologica, situazioni emotive o relazionali negative, eventi stressanti,
disturbi psichiatrici. La terza categoria di fattori è collegata a situazioni occasionali ambientali,
al gruppo sociale di riferimento incentivante, a disagi sociali o condizioni conflittuali
interpersonali e familiari.
Il nostro cervello funziona con un meccanismo di ricerca, di gratificazione e di ricompensa che
è attivato da stimoli piacevoli naturali (come ad esempio cibo, sonno, attività sessuale), ma
anche da comportamenti ad alta carica emotiva (tipo gioco d’azzardo, videogiochi, internet) e,
infine, dall’assunzione di sostanze psicoattive. La ripetizione dell’assunzione di droghe o alcol
e di comportamenti ad alta carica emotiva fa si che lo stimolo artificiale prenda
progressivamente il posto degli stimoli piacevoli naturali sopraelencati e che quindi la
gratificazione indotta artificialmente diventi parte integrante del nostro funzionamento mentale.
L’attrazione patologica verso droghe, alcol o gioco d’azzardo viene definita craving: non
è altro che un desiderio intenso e incontrollabile dell’effetto di queste sostanze o
comportamenti che il cervello si è abituato a conoscere e che placa il malessere psicofisico. Vi
sono anche specifici sintomi che accompagnano il craving quali: sudorazione, tremori,
tachicardia, cefalea, ansia, irritabilità, depressione, astenia, bassa stima di sé, passività nelle
relazioni con gli altri, pensiero e attrazione verso sostanze e luoghi di consumo,
comportamento di ricerca senza capacità di interromperlo.
La cura proposta dall’Unità Operativa Dipendenze Patologiche dell’AUSL di Imola nei confronti
di ogni utente che si rivolge ai vari settori del nostro servizio (ambulatori Ser.t\ alcologia,
settore nuove droghe\nuovi consumi, centri semiresidenziale e residenziale di Casola Canina,
settore tabagismo), è una terapia integrata e personalizzata sui bisogni del cliente.
Il trattamento terapeutico-riabilitativo si basa sulla nostra concezione, peraltro ormai condivisa
dalle evidenze scientifiche più avanzate, che le forme di dipendenza patologica siano una
malattia globale che comprende l’area psico-fisico-sociale con conseguenti disturbi fisici,
psicologici, psichiatrici insieme a problemi relazionali e sociali dei nostri pazienti, delle loro
famiglie e del loro sistema sociale di riferimento. Gli interventi sono quindi rivolti alla cura delle
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patologie correlate, alla riabilitazione psicosociale e, ove possibile, al coinvolgimento del
nucleo familiare e della comunità sociale intesa come individui, gruppi e collettività (sistemi di
aiuto informali e\o più o meno formali). Il trattamento integrato è gestito dagli operatori
dell’Unità Operativa Dipendenze Patologiche che si connota per una stabilità nel tempo delle
figure professionali coinvolte, da una cultura condivisa in continuo aggiornamento e da una
metodologia di comprovata efficacia clinica in relazione alle più moderne evidenze
scientifiche.
Le componenti fondamentali del programma globale si basano sui seguenti punti:
- sostituzione della dipendenza patologica presentata dal paziente con una dipendenza
controllabile e non patologica;
- trattamento dei disturbi psichiatrici o di personalità sottesi alla dipendenza patologica;
- aiuto nel mantenere nel tempo l’astinenza dall’abuso primario;
- reinserimento in un sistema sociale che funga inizialmente da sostegno, poi da veicolo verso
un cambiamento strutturale e una crescita delle personalità.
Un paziente che si rivolge alla nostra Unità Operativa riceve come primo intervento una
approfondita valutazione diagnostica multidimensionale (fisica, psicologica, sociale) che
consente di individuare un percorso terapeutico personalizzato e integrato; questo
trattamento può essere effettuato in ambito ambulatoriale e territoriale o può comportare
l’utilizzo di ricovero presso strutture residenziali o semiresidenziali; l’intervento socioriabilitativo finale consente poi all’utente di riappropriarsi di capacità lavorative perdute, o di
acquisirne delle nuove, mettendolo nelle condizioni di sperimentare una nuova e ricostruita
stima di sé.
UNITÀ OPERATIVA DIPENDENZE PATOLOGICHE AUSL DI IMOLA
Anno 2004
Anno 2005
Numero Utenti
808
901
Numero trattati per etilismo
361
429
Numero dimessi
88
177
GAMBLING (GIOCO D’AZZARDO)
Alla luce di quanto esposto affrontiamo nello specifico il tema del gioco d’azzardo, cioè
quando l’eventuale vincita di una scommessa è più dovuta al caso che alla perizia del
giocatore.
Anche per parlare di giocatore d’azzardo patologico occorre avere una situazione in cui il
giocatore non riesce ad interrompere a piacimento l’atto dello scommettere. In questo caso
insorgono sintomi di malattia tipiche della dipendenza sovrapponibili a quelle da droghe o alcol
quali tolleranza (cioè bisogno di sempre più gioco per ottenere lo stesso livello di eccitamento),
astinenza (che si manifesta con nervosismo e ansia se si tenta di smettere) e perdita di
controllo (con presunta capacità di poter smettere senza riuscirci nella realtà).
Il comportamento del giocatore patologico (gambler) finisce poi per compromettere le
relazioni personali, familiari e lavorative. Fermo restando la sensazione eccitante o
addirittura esaltante che prova il gambler quando è in azione viene spontaneo chiedersi
perché a fronte di queste conseguenze rovinose, non solo sotto il profilo patriomoniale, il
giocatore a un certo punto non riesce a fermarsi. Questo accade perchè nelle dipendenze si
determinano una serie di circoli viziosi che automantengono il comportamento. Nello specifico
risalta “l’inseguimento delle perdite”. Spesso, infatti, dopo una prima fase caratterizzata da
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successi cospicui, la tendenza dell’individuo predisposto all’abuso è quella di
rincorrere altre vincite aumentando la frequenza di gioco e le puntate. Quando infatti il
giocatore inevitabilmente inizia a perdere, attribuisce ciò ad un periodo sfortunato e tende ad
aumentare il fattore di rischio, nell’illusione di poter ottenere premi più alti. Le perdite a questo
punto superano di gran lunga i guadagni ed inizia cosi la fase dell’inseguimento delle somme
perdute con un colpo di fortuna, vedendo nel gioco l’unica possibilità di recupero.
In questo modo si sviluppa l’evoluzione del gioco d’azzardo patologico:
- Fase vincente: qui il gioco è occasionale, ci sono vincite iniziali, spesso il gioco è
un rimedio contro depressione o ansia e si prova piacere.
- Fase perdente: qui il gioco è solitario, si pensa solo a questo, si utilizzano coperture e
menzogne, si fanno debiti, si inseguono le perdite e si sviluppano i sintomi della
dipendenza.
- Fase di disperazione: a questo punto vi è panico, ci si isola socialmente, si compiono
azioni illegali, spesso avvengono arresti e separazioni familiari.
- Fase critica: compare finalmente il desiderio di aiuto, la speranza del
cambiamento, vi è un tentativo realistico di sospensione, si torna a lavorare e si
pianificano i risarcimenti dei debiti creati.
- Fase di ricostruzione e crescita: migliorano ora i rapporti familiari e l’autostima,
si pianificano gli obiettivi, c’è una diminuzione delle preoccupazioni legate al gioco,
una maggiore introspezione e un nuovo stile di vita.
Si può curare questa patologia? La risposta è affermativa anche se con una certa
difficoltà. Ecco la scaletta degli interventi:
- Primi colloqui diagnostici e valutativi della motivazione a smettere.
- Ulteriori colloqui con tecniche motivazionali.
- Definizione di un contratto terapeutico con il paziente con reciproci impegni nel
lavoro terapeutico.
- Eventuale trattamento residenziale o semiresidenziale se necessario con relativi
interventi specialistici.
- Trattamento ambulatoriale con colloqui individuali, con la famiglia, approccio
psicoterapico di tipo cognitivo comportamentale, terapie di gruppo.
- Piano di rientro dai debiti.
- Contatto con le famiglie per la gestione del denaro.
L’Unità Operativa dipendenze patologiche dell’Ausl di Imola ha in carico dodici
persone. Lo sportello per i gamblers è attivo dall’inizio dell’anno con il seguente orario:
lunedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 13, il martedì dalle 9 alle 11.
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