I MAMMIFERI
INTRODUZIONE
Mammiferi Classe di animali vertebrati a sangue caldo,
caratterizzati da pelle munita di peli e di numerose ghiandole.
Comprende gli esseri umani e tutti gli altri organismi che
La classificazione dei mammiferi
È abbastanza difficile stabilire l'esatto numero dei mammiferi, poiché
vengono alla luce sempre nuovi resti di forme estinte e spesso si
scoprono nuove forme viventi: costituiscono comunque una delle classi
maggiori, comprendente gli animali più evoluti. La respirazione polmonare
rende i mammiferi prevalentemente terricoli, anche se esistono alcune
specie come le balene, i delfini e le foche, adattate alla vita acquatica e
altre, come i pipistrelli (chirotteri) che «volitano», cioè volteggiano
con comprende
movimenti simili
volo degli uccelli.
La classe deinell'aria
mammiferi
le duealsottoclassi:
-prototeri, cui appartiene l'unico ordine dei monotremi
-teri, cui appartengono l'unico ordine dei marsupiali e il gruppo dei
placentati.
Il gruppo dei placentati ha valore tassonomico di infraclasse, comprende a
sua volta 17 ordini.
marsupiali
Relazione
Lo scheletro dei mammiferi è suddiviso in tre parti: capo,
tronco e arti; la cavità cranica che contiene la massa cerebrale
è molto ampia e il maggior volume del cervello rispetto alle
altre specie fa sì che i mammiferi abbiano capacità intellettive
più sviluppate che non gli altri animali, capacità che aumentano
proporzionalmente alle circonvoluzioni e ai solchi presenti
sopra la superficie cranica.
Il tronco è formato dalla colonna vertebrale, asse di sostegno del corpo, le
cui vertebre sono intervallate da dischi fibrosi; le ossa sono internamente
cave e contengono una sostanza detta midollo osseo; generalmente
posseggono quattro arti che, in relazione al genere di vita che conducono,
presentano notevoli diversità: per esempio gli animali adattati all'ambiente
marino sono privi degli arti posteriori e quelli anteriori sono molto ridotti
(natatoie). Le clavicole che collegano il tronco con gli arti anteriori mancano
o sono ridotti quando gli arti anteriori compiono solo movimenti pendolari
(corsa, salto, nuoto) mentre sono molto sviluppati in quei mammiferi che si
sono specializzati nella corsa (gazzelle, giraffe, ghepardi). Uno dei tanti
sistemi di classificazione dei mammiferi è quello che tiene conto del modo
di camminare: vi sono mammiferi digitigradi - che poggiano sul suolo solo le
dita (cani, gatti) - plantigradi - che poggiano tutta la pianta del piede (orso,
uomo) - unguligradi - che camminano poggiandosi solo sulle ultime falangi,
munite di unghie, chiamate zoccoli (bue, cavallo).
Il corpo dei mammiferi è rivestito da una pelle ricca di vasi
sanguigni che dà origine ai peli o a formazioni cutanee di notevole
durezza (unghie, corna, scaglie, aculei); la funzione del pelo, che
può essere di vari colori, è quella di mantenere uniforme e
costante la temperatura del corpo; negli animali privi di pelo
(cetacei), si sviluppa sotto l' epidermide uno strato di adipe ricco
di grassi che serve a impedire la dispersione del calore.
La pelliccia dei mammiferi può essere di due tipi: la «lanugine» formata da
peli fitti, morbidi e corti, e la «giarra», formata da peli radi, lunghi e rigidi;
nel riccio e nell'istrice i peli si sono trasformati in aculei, che servono loro
come armi di difesa, mentre nei rinoceronti, il caratteristico corno è dovuto
alla fusione di setole; nei bovidi le corna sono sporgenze ossee ricoperte di
materiale corneo, mentre le corna dei cervidi sono solo di materiale osseo.
Infine alcuni roditori e felini sono dotati di «vibrisse», peli particolari con
funzione sensitiva (per esempio i baffi del gatto). Nello strato profondo
della pelle sono situate le ghiandole sebacee che secernono una sostanza
grassa destinata a proteggere la pelle, e le ghiandole sudoripare, che
servono all'animale per difendersi dal caldo eccessivo: si pensa che proprio
da una modificazione di queste ghiandole siano derivate le ghiandole
mammarie delle femmine, la cui secrezione - il latte, contenente sostanze
proteiche, grassi, sali e zuccheri - serve alla nutrizione dei piccoli nel primo
periodo di vita.
L'apparato digerente mostra variazioni sensibili, in modo particolare
nei denti, che si differenziano per la forma, la funzione e la posizione.
Mentre la funzione primitiva dei denti era quella di trattenere in
bocca la preda, nei mammiferi attuali essi hanno assunto una nuova
funzione, quella della masticazione. l denti possono essere tutti uguali
(dentatura omodonta) o suddivisi in quattro categorie (dentatura
eterodonta): incisivi, canini, premolari e molari. In alcuni mammiferi
( formichiere ) mancano totalmente; in altri esistono allo stato
embrionale o, come nella balena, sono sostituiti da lamine cornee
(fanoni); nei roditori, privi di canini, gli incisivi crescono
continuamente; nelle scimmie la dentatura è completa; nei trichechi e
negli elefanti, infine, alcuni denti si sviluppano enormemente (zanne),
perdendo la funzione masticatoria. In alcuni mammiferi erbivori
(bovini, caprini, ovini e altri), lo stomaco, diviso in quattro cavità, è
adatto alla ruminazione.
Varie specie di mammiferi, che al sopraggiungere dell'inverno vengono a
trovarsi nell'impossibilità di procurarsi il cibo, cadono in un sonno (letargo)
che dura per tutta la stagione fredda, durante il quale la respirazione
rallenta, il battito cardiaco diminuisce e i processi di combustione corporei
si riducono a un valore minimo, cosicché l'accumulo di grasso basta a fargli
superare l'inverno.
Degli organi di senso il più sviluppato è l'olfatto, ma anche quello del gusto è
più sviluppato che in ogni altra classe di animali: ha sede nella lingua che,
generalmente piatta e carnosa, può essere sottile, mobile e protrattile (come
nel formichiere) costituendo un organo di presa o per catturare piccoli insetti.
Il tatto è ben sviluppato (un elefante avverte quando una mosca si posa sulla
sua pelle. Le orecchie, molto perfezionate forniscono ai mammiferi un udito
superiore a quello degli altri vertebrati. Anche la vista, inferiore a quella degli
uccelli è acuta nei predatori, ma manca nelle forme viventi nel sottosuolo
(talpa).
Nei mammiferi la riproduzione è sessuale o gamica, cioè la
formazione di un nuovo individuo avviene grazie alla
fecondazione. Le femmine degli unici mammiferi ovipari, i
monotremi, depongono le uova racchiuse entro un guscio
protettivo, in buche scavate nel terreno (ornitorinchi) oppure in
una borsa ventrale detta marsupio (echidna)
Alcuni mammiferi
i più comuni
I LEONI
•
Il leone è noto come il re degli animali, ma non si capisce bene come si
sia meritato questa fama, dato che non è né il più grosso, né il più forte
dei felini. E' vero che l'ampia criniera e il ruggito possente gli
conferiscono un aspetto fiero e regale, ma forse la fama di "re" venne
al leone nei tempi antichi, quando i nostri padri non conoscevano altri
animali ben più feroci. Al tempo dei Cartaginesi era molto diffuso anche
nell'Africa settentrionale, dove è stato distrutto nel secolo scorso.I
leoni hanno zampe relativamente corte, corpo lungo e muscoloso e testa
grossa. Il maschio arriva a misurare fino 2,5 m di lunghezza, esclusa la
coda, che è lunga 90-105 cm; esso raggiunge un'altezza al garrese di
circa 1,2 m e un peso di 250 kg. La criniera ricopre testa e collo e a
volte si estende fino alle spalle e al ventre. Le femmine, più piccole ma
ugualmente muscolose, sono prive della criniera, ma spesso sono più
feroci dei maschi. I loro artigli e le lunghe zanne sono potenti mezzi di
offesa e di difesa. Il ruggito del leone, che può essere udito fino a 9 km
di distanza, viene emesso al tramonto prima della caccia, dopo
l'uccisione di una preda, e poi nuovamente al mattino presto. Nelle
savane il leone vive in gruppi non molto numerosi, riposando di giorno e
dedicandosi di notte alla caccia. Sue prede preferite sono le zebre, le
antilopi, i bufali. I leoni sono poligami e allo stato selvatico si
riproducono ogni 18-26 mesi, mentre in cattività ciò avviene ogni anno.
Dopo una gestazione di circa 110 giorni vengono alla luce da uno a
quattro cuccioli, con un folto mantello maculato. I leoni possono vivere
in cattività fino a 20 anni, mentre allo stato selvatico i maschi vivono al
Il ghepardo
Il suo manto è simile a quello di un leopardo, ma la sua
struttura fisica ne fa un animale assolutamente unico.
Il corpo è allungato e sottile, la testa relativamente piccola,
le zampe lunghe e scattanti. Inoltre, ha gli artigli non
retrattili (caratteristica unica fra i felidi) che gli consentono
una miglior presa sul terreno durante i suoi inseguimenti alle
prede.
Mediamente la lunghezza testa-tronco è di 145-160 cm, più
circa 75-90 cm di coda; l'altezza al garrese di 90 cm e pesa
fra i 55 e i 75 kg. La sua struttura leggera, e le altre
caratteristiche fisiche, come la spina dorsale
straordinariamente flessibile, ne fanno un formidabile
velocista. Il ghepardo infatti è il più veloce animale su terra.
Quando insegue le sue prede, per lo più gazzelle, supera
anche i 100 km/h. Il record cronometrato di velocità è di
115,2 km/h su un esemplare che aveva percorso 640 metri in
20 secondi. Di fatto il ghepardo è più veloce di tutte le sue
prede, se si pensa che le zebre e le gazzelle più agili possono
arrivare fino a 95 km/h. Però non può mantenere la sua
massima velocità per più di 30/40 secondi, in quanto ha un
cuore non molto grande, per questa caratteristica il ghepardo
si stanca velocemente ed è costretto a rallentare o fermarsi.
Perciò prede che possono tenere la massima velocità, anche
se
nettamente
di quella
del ghepardo,
per più
tempo,
Esistono
alcuniminore
esemplari
di ghepardo,
che, forse
a causa
di
hanno
la
possibilità
di
battere
sulla
resistenza
il
predatore
un inizio di melanismo, tendono ad avere nebule invece che e
quindi
di fuggire
e mettersi
in salvo.
macchie.
Un tempo,
si credeva
che questi curiosi ghepardi
fossero una sottospecie a se stante, chiamata Ghepardo
Reale, invece oggi si tende a credere che siano semplici
variazioni melanistiche.
L’ elefante
Gli elefanti (indiani e africani) sono animali di grandi dimensioni, con
occhi relativamente piccoli e grandi orecchie mobili; sono dotati di due
zanne prominenti (da cui si ricava l'avorio) e di una proboscide,
derivata dalla fusione di naso e labbro superiore: un organo molto
versatile, prensile, dotato di terminazioni tattili, e che può essere usata
per aspirare acqua per poi spruzzarla (per bere o lavarsi).
Gli elefanti hanno udito e olfatto sviluppatissimi, che compensano una
vista piuttosto debole.
La gestazione dura circa 21 mesi; viene partorito un singolo piccolo.
Gli elefanti sono erbivori, e si nutrono principalmente di fogliame degli
alberi. Necessitano di grandi quantità di cibo, e il loro passaggio ha un
effetto devastante sulla vegetazione; di conseguenza, tendono a
spostarsi in continuazione. Prima dell'avvento dell'uomo, che ne ha
limitato fortemente la circolazione sul territorio, erano certamente una
specie meno stanziale di quanto non appaia oggi.
Oltre alle zanne, l'elefante ha altri 4 denti, molari grossi come un pugno. L'intestino è eccezionalmente lungo
(nelle specie africane misura mediamente 37 metri) e predisposto alla digestione di qualsiasi tipo di vegetale. Il
cervello dell'elefante è quattro volte più grosso di quello di un uomo (in proporzione però è più piccolo, perché un
elefante pesa circa 100 volte più di un essere umano).
Nonostante la somiglianza esteriore, gli elefanti africani e asiatici presentano alcune importanti differenze sul
piano anatomico. Lo scheletro dell'elefante asiatico ha 19 paia di costole e 33 vertebre caudali, mentre l'elefante
africano ne ha rispettivamente 21 e 26. Nel primo il cranio è appiattito sulla fronte, nel secondo molto incurvato.
Nell'elefante asiatico, inoltre, le zanne sono più corte di quelle dell'elefante africano. Altra visibile differenza tra
l'elefante africano e l'elefante asiatico è la dimensione delle orecchie: il primo ha i padiglioni auricolari molto più
grandi (183 cm lunghezza e 114 cm di larghezza) rispetto a quelli del secondo (60 cm di lunghezza e 30 cm di
larghezza
La scimmia
Scimmie antropomorfe Nome comune dei primati
appartenenti alle famiglie dei pongidi e degli ilobatidi che,
caratterizzati da un notevole volume cerebrale, da una
taglia corporea mediamente superiore a quella delle altre
scimmie e dall'assenza di coda, risultano vicini agli
ominidi, vale a dire agli esseri umani. Insieme a questi
ultimi, le scimmie antropomorfe costituiscono la
superfamiglia degli ominoidei. tra i pongidi sono
classificati l’orango o orangutan, il gorilla, lo scimpanzé e
il bonobo o scimpanzé nano; tra gli ilobatidi, i gibboni e i
siamanghi.
I caratteri fisici che distinguono le scimmie antropomorfe dalle altre
scimmie riguardano prevalentemente la struttura scheletrica: le spalle sono
più ampie, lo sterno è pure più largo e rigido e la distanza tra la colonna
vertebrale e il petto è minore. Anche il numero di vertebre delle diverse
regioni della colonna – cervicale, toracica, lombare e sacrale – è diverso,
più simile a quello dell’uomo. Inoltre, come già sottolineato, il volume e la
complessità del cervello sono notevolmente superiori.
Il cane
Il cane è un mammifero onnivoro (con la
addomesticazione si è distinto dal suo
predecessore carnivoro, il lupo, del quale
rappresenta una forma neotenica e
rispetto al quale ha canini meno aguzzi,
intestino più lungo, ed è privo di artigli
affilati).
Il cane è un animale dotato di una
notevole agilità e versatilità, che
contribuiscono alla sua facile convivenza
con l'uomo e che lo rendono un buon
compagno e un aiuto prezioso in molte
situazioni sul lavoro oltre che un amico
sempre pronto ad accorrere in aiuto del
suo padrone.
Le famiglie italiane che possiedono un
cane sono 7 milioni
Il gatto
Il gatto o gatto domestico (Felis silvestris catus) è un mammifero
carnivoro di piccola taglia della famiglia dei felidi (genere Felis).
Venne introdotto in Europa dall'antico Egitto dove era considerato
un animale sacro; in alcuni casi veniva mummificato e messo nei
sarcofagi delle famiglie più ricche. Uno studio pubblicato sulla
rivista Science smentisce però la tesi che il felino sia stato
addomesticato per la prima volta all'era dei Faraoni. Sembra
infatti che circa 10mila anni fa, da qualche parte nel vicino
Oriente, un audace gatto selvatico si introdusse in uno dei primitivi
insediamenti umani, il primo a coltivare grano e orzo. Qui si sentì
al sicuro. Le sue prede erano i roditori che infestavano i granai
degli umani. Dato che il nuovo arrivato si guadagnava il suo
sostentamento gli abitanti cominciarono a tollerarlo con grande
gioia dei bambini.
Si può trovare allo stato selvatico (ne esistono ancora diverse
specie), ma prevalentemente vive nell'ambito domestico. La sua
temperatura corporea oscilla fra i 38° e i 38,5°C; la frequenza
respiratoria normale è di 10/20 respiri al minuto e quella cardiaca
di 110/140 battiti al minuto. Il suo corpo è agile, flessibile e
massiccio, tale da consentirgli di camminare in modo
silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili
(più precisamente protrattili, dato che nella condizione ordinaria di
riposo si trovano nascoste e sono estratte solo all'occorrenza) gli
permettono di arrampicarsi con grande agilità.
Il canguro
Canguro è un nome comune con cui si indicano oltre 50 specie della
famiglia dei macropodidi (ordie dei marsupiali). Le più comuni sono il
Canguro Rosso e il Canguro Grigio. Vivono in Australia, Nuova Guinea,
Tasmania e nelle isole limitrofe. La vita media di un canguro può
arrivare fino a 28 anni in cattività mentre nelle vita selvatica dura tra i
12 e i 18 anni. Grazie a resti fossili si ritiene che i canguri siano
comparsi in Australia 15 milioni di anni fa. Una loro peculiarità è la
capacità di compiere lunghi salti fino a 9 metri di lunghezza.
Può raggiungere un metro e mezzo di lunghezza (esclusa la coda) e
pesare fino a 100Kg. La testa è piccola rispetto al resto del corpo. Gli
arti anteriori sono molto corti ma nonostante ciò vengono usati nella
lotta unitamente agli arti posteriori.
Gli arti posteriori sono lunghi e potenti. La coda è utilizzata come
sostegno, infatti a riposo il canguro poggia sulle due zampe e la coda.
Nella femmina è quasi sempre presente una tasca addominale, detta
marsupio, nella quale sono protetti i piccoli, che nascono precocemente,
a causa della scarsa funzionalità della placenta vitellina, e quindi
hanno bisogno di altro tempo per completare lo sviluppo.
L’ornitorinco
L'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus, Shaw 1799),
detto anche platipo o mallangong, è un piccolo
mammifero semi-acquatico endemico della parte orientale
dell'Australia. È una delle sei specie ancora esistenti che
compongono l'ordine dei monotremi, gli unici mammiferi
che depongono uova invece di dare alla luce dei piccoli
(le altre cinque sono note complessivamente col nome di
echidna).Il suo nome scientifico è composto da due parole
greche: la prima significa "naso da uccello" (becco), la
seconda significa "anatra". Il termine "platipo", in uso
soprattutto in inglese (platypus) significa "piede piatto";
questo nome fu inizialmente assegnato al genere, ma in
seguito lo si abbandonò in quanto già utilizzato per un
insetto parassita del legno.
Il delfino
Con il nome di delfini si indica comunemente un
gruppo parafiletico di mammiferi marini appartenenti
all'ordine degli Odontocei e che raggruppa le famiglie
Delphinidae (delfini oceanici) e Platanistidae (delfini
di fiume), i cui membri generalmente sono di piccole
dimensioni.
I Delfini hanno un corpo affusolato, adattato per
nuotare velocemente. La testa contiene un organo
particolare e voluminoso, utilizzato per
l'ecolocalizzazione. In molte specie le mandibole sono
elongate e formano un becco, o rostro.Il cervello del
delfino è sviluppato. La pupilla nell'occhio del defino
ha una figura cuoriforme (a forma di cuore).
Dispongono di un sistema di comunicazione
complesso, come un vero e proprio linguaggio fondato
sulla capacità di emettere ultrasuoni ed eseguire
movimenti utilizzati come segni all’interno del gruppo.
Il lamantino
I lamantini sono mammiferi acquatici di
grosse proporzioni appartenenti al genere
Trichechus, a volte noti col nome di mucca
del mare o pesce bue. I trichechidi
differiscono dai dugongidi per la forma del
cranio e della coda. Le code dei lamantini
sono a forma di pinna, simili ad una
Il cammello
Cammello Nome comune di un mam
mifero di grossa taglia appartenente
all’ordine degli artiodattili,
classificato Camelus bactrianus nella
famiglia dei camelidi e diffuso negli
altipiani dell’Asia centrale. Il
cammello si differenzia dal
dromedario (Camelus dromedarius),
che appartiene allo stesso genere, ma
costituisce una specie diversa per
l’abbondante mantello di cui è dotato
nella stagione fredda e per il numero
di gobbe dorsali: due nel cammello,
una nel dromedario.
Note sono le capacità del cammello di resistere alla sete producendo urine molto concentrate e riducendo
l’evaporazione diurna, esso può far durare a lungo le riserve di liquidi del proprio corpo, sopportando una
perdita d’acqua pari fino al 25% del proprio peso. Quando poi trova una sorgente abbondante, può bere e
incamerare 100 litri di acqua. Le gobbe, spesso erroneamente ritenute riserve d’acqua, sono invece riserve di
grasso, che vengono riassorbite quando il cibo – piante erbacee, cardi, rami anche spinosi – scarseggia.