Il tema del perfetto: i tempi dell’indicativo
Come sappiamo il sistema dei tempi verbali latini si basa sull’opposizione tra infectum, che indica
un’azione durativa o non conclusa, e perfectum, che caratterizza invece l’azione conclusa (il
participio perfectum significa per l’appunto “fatto fino in fondo, concluso”).
Per chiarire la nozione di infectum e perfectum facciamo qualche esempio in italiano:
“Giovanni era un ragazzo di quindici anni che frequentava la prima liceo scientifico. Prima di
trasferirsi a Bologna con la sua famiglia aveva abitato a Roma. Quella domenica camminava
tranquillo verso la casa della sua ragazza, quando incontrò Marcello, un suo compagno di classe
che gli disse «Quando sarai rientrato a casa, potresti telefonarmi»?”.
I verbi sottolineati sono degli indicativi imperfetti, che presentano in modo evidente le
caratteristiche dell’infectum latino:
 l’indicativo imperfetto era è usato per descrivere una caratteristica permanente del
personaggio;
 frequentava introduce una sua azione abituale;
 camminava introduce un’azione durativa, che viene interrotta da un evento imprevisto.
I verbi evidenziati in grassetto, invece, presentano le caratteristiche fondamentali del sistema del
perfectum latino:
 l’indicativo trapassato prossimo aveva abitato introduce un antefatto, un’azione conclusa
(Giovanni ora non abita più a Roma);
 l’indicativo passato remoto incontrò introduce un’azione momentanea, conclusa nel medesimo
momento in cui avviene;
 l’indicativo futuro anteriore sarai rientrato introduce un’azione futura, che si conclude prima
che ne cominci un’altra (nel momento in cui Giovanni telefonerà avrà già concluso l’azione di
rientrare in casa).
In latino, come abbiamo già detto, l’opposizione tra azione non conclusa e azione conclusa è molto
forte ed è evidenziata nella morfologia del verbo: c’è infatti un tema specifico per l’azione non
conclusa (il tema del presente o dell’infectum) e un tema per l’azione conclusa (il tema del perfetto
o del perfectum).
Nell’indicativo i tempi costruiti sul tema dell’infectum sono, come ricordiamo, il presente,
l’imperfetto e il futuro.
I tempi dell’indicativo costruiti sul tema del perfectum sono i seguenti:

il perfetto indica l’azione conclusa nel passato: corrisponde al passato prossimo e al
passato remoto in italiano;

il piuccheperfetto indica un’azione già conclusa prima di un’altra azione nel passato:
corrisponde al trapassato prossimo in italiano;

il futuro anteriore indica un’azione già conclusa prima di un’altra azione nel futuro:
corrisponde al futuro anteriore in italiano.
A differenza dei tempi derivati dal tema dell’ infectum, che hanno desinenze comuni e si
distinguono per la presenza di infissi specifici che caratterizzano ciascun tempo, le desinenze dei
tempi dell’indicativo derivate dal tema del perfetto sono proprie per ciascun tempo.
Osserviamole:
Desinenze personali dell’indicativo e desinenza dell’infinito
Perfetto
-i
-isti
-it
-imus
-istis
-erunt
Piuccheperfetto
-eram
-eras
-erat
-eramus
-eratis
-erant
Futuro anteriore
-ero
-eris
-erit
-erimus
-eritis-erint
Tali desinenze si saldano al tema del perfetto, che si distingue in modo evidente da quello del
presente.
Attenzione:
Talora alla terza persona singolare troviamo la desinenza alternativa –ēre: petiv-ēre = petiv-ērunt.
La formula:
Tema del perfetto + desinenze temporali
La formazione del tema del perfetto
Per formare il tema del perfetto, la radice del verbo (la parte portatrice del significato) subisce una
modificazione che avviene secondo quattro schemi:

aggiunta di una –v- o una –u-;

aggiunta di una –s- (perfetto sigmatico),

allungamento della vocale della radice;

raddoppiamento della la prima sillaba della radice.
Alcuni verbi, detti politematici usano per il perfetto un tema completamente diverso da quello
caratteristico del presente.
Un gruppo limitatissimo di verbi, invece, non differenzia in alcun modo i due temi.
Prima di vedere nel dettaglio questi quattro tipi di tema del perfetto, è bene sottolineare che essi
non corrispondono alle quattro coniugazioni: ad esempio, un verbo della prima e uno della
quarta coniugazione possono formare il tema del perfetto secondo lo stesso schema, e due verbi, ad
esempio, della terza possono formare il tema del perfetto secondo schemi diversi.
Dunque: per quanto riguarda i tempi verbali derivati dal tema del perfetto, la divisione in
coniugazioni non serve.
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
I verbi politematici
Alcuni verbi formano il tema del presente e quello del perfetto da radici diverse: per questo si
chiamano politematici, cioè con più temi.
E’ il caso del verbo sum, che, come in italiano, forma il perfetto dal tema fu-, e di un altro verbo
assai frequente, fero “portare, sopportare”, che presenta al perfetto il tema tul- (di questo verbo
molto importante ci occuperemo all’unità 18).
Attenzione:
Il verbo tollo, “levo”, è difettivo, manca cioè di alcune forme, fra cui il tema del perfetto. Esso
prende a prestito il perfetto sustuli (che deriva da un composto di fero poco usato).

Verbi senza differenziazione di tema
Un numero assai limitato di verbi non presenta alcuna distinzione tra il tema del presente e il tema
del perfetto. E’ possibile distinguerli solo attraverso le desinenze. I più frequenti sono:
bĭbo “bevo”> perfetto bĭbi
īcio “colpisco”> perfetto īci
prehēndo “prendo”> perfetto prehēndi
sīdo “mi siedo”> perfetto sīdi (ma anche sēdi)
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Esercizio 1
Ricostruisci i tempi derivati dal tema del perfetto di sum.
perfetto
piuccheperfetto
futuro anteriore
fui
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
primo tipo: sigmatico
Il primo modo di formazione del tema del perfetto è detto sigmatico perché aggiunge la -salla radice del verbo, senza interporre la vocale tematica.
L’incontro tra la -s- del perfetto e la consonante finale della radice porta dei mutamenti fonetici
che talvolta possono rendere difficoltoso risalire al presente.
Eccone lo schema completo:

c, g, + s = x
es. rego, “reggo, governo”: radice reg- + -s- + i = rexi

p, b + s = ps
es. scribo, “scrivere”: radice scrib- + -s- + i = scripsi

t, d, + s = s oppure ss
es. claudo, “chiudo”: radice claud- + -s- + i = clausi
es. cedo, “mi ritiro”: radice ced- + -s- + i = cessi

h+s=x
es. veho, “trasporto”: radice veh- + -s- + i = vexi

n, + s = ns
es. maneo, “rimanere”: radice man- + -s- + i = mansi

Alcuni verbi che hanno il tema dell’infectum in –r- hanno una radice in –s, che ha
subito il fenomeno del rotacismo. Perciò la –s della radice incontrandosi con la –s del tema
del perfetto, ha come esito una doppia –s.
es. gero, “portare”: radice ges- + -s- + i = gessi

Diversi verbi formano il perfetto secondo questo schema, ma seguono regole
fonetiche complesse; è pertanto bene memorizzarli:
contemno “disprezzo”> perfetto contempsi
haereo “sto attaccato”> perfetto haesi
indulgeo “sono indulgente”> perfetto indulsi
iubeo “comando”> perfetto iussi
mitto “comando”> perfetto misi
pergo “mi dirigo”> perfetto perrexi
premo “premo”> perfetto pressi
surgo “sorgo”> perfetto surrexi
vivo “vivo”> perfetto vixi
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Esercizio 2
Ricostruisci i tempi derivati dal tema del perfetto di dico, “dire”, che è della terza
coniugazione e ha un perfetto sigmatico che si forma secondo questa formula esempio: radice
(dic-) + marca del perfetto (-s-) + desinenze.
perfetto
dixi
piuccheperfetto
futuro anteriore
Esercizio 3
Tenendo conto delle regole fonetiche sopra ricordate, risali al presente dei seguenti perfetti
sigmatici.
scripsi, pres.: _____________; duxi, pres.: _____________; iussi, pres.: _____________;
vexi, pres.: _____________; misi, pres.: _____________; vinxi, pres.: _____________; cessi,
pres.: _____________; exarsi, pres.: _____________; gessi, pres.: _____________; traxi,
pres.: _____________; risi, pres.: _____________; suasi, pres.: _____________; lusi, pres.:
_____________; carpsi, pres.: _____________; hausi, pres.: _____________; sensi, pres.:
_____________; tersi, pres.: _____________; auxi, pres.: _____________; clausi, pres.:
_____________; incessi, pres.: _____________; saepsi, pres.: _____________; rexi, pres.:
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