GIACOMO LEOPARDI La vita • 29 giugno 1798 – nasce a Recanati • Figlio del conte Monaldo e di Adelaide Antici • Situazione economica familiare precaria • → 1803 – la gestione del patrimonio passa nelle mani della madre • → risistema il patrimonio con umilianti sacrifici per il marito e i figli • La formazione dei tre figli maggiori è affidata a precettori privati (ecclesiastici) • A dieci anni Giacomo è già in grado di scrivere composizioni in latino e italiano • Grande importanza della biblioteca paterna: testi eruditi, classici, ma anche recenti • 1809-1816 – “sette anni di studio matto e disperatissimo” • → grande vastità culturale, ma con gravi danni alla struttura fisica • 1817 – inizia la corrispondenza con Pietro Giordani • Rottura con le posizioni cattoliche e reazionarie della famiglia • 1819 – tentativo fallito di fuga da Recanati • → grande abbattimento, aumentato dal peggioramento delle condizioni fisiche • 1819-1822 – periodo dei Primi Idilli (L’infinito, La sera del dì di festa, Alla luna) • Affida allo Zibaldone molte riflessioni che testimoniano la sua adesione a una concezione materialistica e atea • 1822 – Giacomo può lasciare Recanati e si reca a Roma • → nuova delusione • 1823 – torna a Recanati • 1824 – scrive gran parte delle Operette morali • 1825 – lascia nuovamente Recanati • A Milano è impegnato in alcuni progetti editoriali per l’editore Stella • Vive tra Milano e Bologna • Dal 1826 si trasferisce a Firenze dove frequenta il salotto Vieusseux • È però lontano ideologicamente e culturalmente dai cattolici e romantici fiorentini • 1827 – vengono pubblicate dall’editore Stella le Operette morali • Nel novembre ai trasferisce a Pisa • 1828 – ritorna alla scrittura poetica: compone A Silvia • È costretto per motivi economici a tornare a Recanati (novembre 1828 – aprile 1830) • Periodo di depressione, ma di grande creatività poetica • 1828-1830 – Canti pisano-recanatesi • 1830 – su invito degli amici fiorentini lascia definitivamente Recanati • Consolida la sua amicizia con lo scrittore napoletano Antonio Ranieri • Si innamora di Fanny Targioni Tozzetti • → Ciclo di Aspasia • 1831 – esce a Firenze la prima edizione dei Canti • 1832 – consegna l’ultimo appunto allo Zibaldone (quasi cinquemila pagine) • 1833 – si trasferisce con Antonio Ranieri a Napoli • Le condizioni di salute peggiorano progressivamente • 1835 – il progetto di un’edizione completa delle sue opere fallisce per l’intervento della censura • L’edizione delle opere uscirà postuma nel 1845 • 1836-1837 – vive con Ranieri e la sorella di lui ai piedi del Vesuvio • Compone gli ultimi due canti: Il tramonto della luna e La ginestra o il fiore del deserto • 14 giugno 1837 – muore a Napoli Il sistema filosofico leopardiano Il problema del vero • • • • • Il vero che interessa Leopardi è: Il vero esistenziale dell’individuo E Il vero sociale dei molti → ogni esperienza e ipotesi, per essere vera, deve essere valida sia per l’esperienza individuale che per quella collettiva • → devono avere sia valore soggettivo che oggettivo Il “pessimismo storico” • 1817-1818 - prima riflessione filosofica • Si riaggancia ad un certo Illuminismo settecentesco, soprattutto a Rousseau • Problema: l’infelicità umana • L’infelicità non dipende dalla natura • La natura è un’entità positiva e benefica (madre benevola), perché produce le illusioni che rendono l’uomo capace di virtù • La civiltà umana ha però distrutto le illusioni che rendevano la vita sopportabile e ha mostrato all’uomo l’arido vero • → l’infelicità dell’uomo è un dato storico Il materialismo • 1819-1823 – Consolida la concezione materialistica e meccanicistica • Respinge ogni ipotesi sull’esistenza di elementi spirituali • “Il corpo è l’uomo” • “Il corpo è materia pensante” La “teoria del piacere” • L’uomo aspira naturalmente al piacere • Il piacere desiderato è illimitato, destinato quindi a non essere soddisfatto • Ogni piacere raggiunto è sempre inferiore a quello desiderato • → La coscienza di ciò produce ulteriore dolore e infelicità Il “pessimismo cosmico” • Ridefinizione del concetto stesso di natura • Ora la responsabilità dell’infelicità umana ricade per intero sulla natura (matrigna) • La natura determina la tendenza umana al piacere e al bisogno di felicità • Ma non può soddisfare a tale bisogno • → delusioni, sofferenze, noia • Unico scopo è andare verso la morte • La natura è orientata solo alla perpetuazione dell’esistenza, indifferente nei confronti del bisogno di felicità dell’uomo • La civiltà è l’arma attraverso cui l’uomo ha smascherato la verità della propria condizione • → dignità della coscienza • Ma la civiltà ha anche reso l’uomo più egoista e fragile, artificiale e inautentico Provvisoria saggezza distaccata e scettica • 1823-1827 • Operette morali: colpiscono attraverso il sarcasmo le illusioni dei contemporanei (fiducia nel progresso, spiritualismo, ecc.) La rinascita dell’impegno civile • A partire dal 1830 • Importanza della dimensione sociale della vita umana • Es.: il suicidio è una viltà e un errore, poiché scelta egoista che provoca ulteriore dolore nei superstiti (Dialogo di Plotino e di Porfirio – 1827) • → Lo sforzo degli esseri umani deve essere rivolto a soccorrersi scambievolmente • → morale fondata sul sentimento della fraternità sociale • Dalla consapevolezza del vero gli uomini devono allearsi per combattere il male comune e il nemico comune (la natura), in modo da ridurre il più possibile il dolore di tutti gli uomini (La ginestra) Le Operette morali Le edizioni • 1824 – è l’anno delle Operette morali • Prose di argomento filosofico, di taglio satirico • Scritte in forma di narrazione, o riscorso, o dialogo • 1827 – prima edizione • 1834 – seconda edizione, accresciuta • L’edizione definitiva esce postuma a cura di Ranieri (24 operette) Dialogo di un folletto e di uno gnomo • Viene derisa l’illusione antropocentrica • L’estinzione della specie umana non ha nulla di catastrofico, come invece pensavano gli umani • Tutto prosegue comunque, anche senza gli uomini La scommessa di Prometeo • Prometeo sostiene che l’uomo è l’essere più perfetto • Momo non è d’accordo • → scommessa: verifica della condizione degli uomini nei cinque continenti • America: incontrano un gruppo di antropofagi che si cibano dei loro figli • Asia: assistono a un rito funebre che impone alla moglie di essere arsa viva sul rogo del marito • Europa – Londra: sanno da un servitore che il suo padrone ricchissimo ha ucciso sé e i figli per tedio • → Prometeo paga la scommessa e rinuncia a visitare gli altri due continenti Dialogo della Natura e di un Islandese • L’Islandese ha fuggito per tutta la vita la Natura, colpevole della sua infelicità • Si imbatte proprio nella Natura: figura gigantesca di donna • Completa indifferenza della Natura al bene o al male degli uomini • La Natura persegue unicamente la durata dell’esistenza attraverso un “perpetuo circuito di produzione e distruzione” • La richiesta di significato dell’Islandese resta senza risposta Dialogo di Federico Ruiysch e delle sue mummie • Tema della morte • Coro di morti nello studio di Federico Ruysch (testo poetico): • - i morti dichiarano di fuggire la vita come da vivi fuggivano la morte • - si dichiarano più sicuri dai mali dell’esistenza • - la vita e la morte negano comunque entrambe la felicità • → dialogo di Federico coi morti: • - il morire non si accompagna a nessuna sensazione, anzi coincide col cessare di tutte le sensazioni • - la morte è assenza di ogni energia vitale • - la morte è piuttosto un evento piacevole che doloroso, poiché annullando la sensibilità, toglie il desiderio di piacere Dialogo di Plotino e di Porfirio • Temi dell’infelicità umana e del rapporto tra uomo e natura • Tema del suicidio • Plotino vuole convincere Porfirio a desistere dall’intenzione di suicidarsi • Non ci riesce con argomentazioni filosofiche • Si affida infine ad argomentazioni sociali • → il suicidio accresce l’infelicità dei viventi, aumentando il dolore nelle persone care del suicida • Vivere è un male → dovere degli uomini è collaborare insieme per rendere più sopportabile la “fatica della vita” Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere • Il venditore di calendari, ottimista, sostiene che l’anno venturo sarà più bello di tutti i precedenti • Il passante gli contrappone una visione disincantata: • → il piacere vero è quello che sta nel futuro, perché corrisponde con le illusioni, l’attesa e la speranza • → nel presente e nella realtà non esiste Dialogo di Tristano e di un amico • Tristano, accusato dall’amico di eccessivo pessimismo, finge di aver cambiato idea e di aderire all’ottimismo delle ideologie dominanti • Ironia – antifrasi • Contro le illusioni del secolo, viene riaffermato il valore della verità e della dignità della sua accettazione