Matteo Gianatti - www.matteogianatti.com
OTTOBRE 2011: AUTUNNO SENZA MEZZE MISURE.
Primolo (1300 m circa, Valmalenco), 29 ottobre 2011. I ciliegi cominciano timidamente ad arrossire, qualche larice
ingiallisce, ma i prati e il fondovalle sono ancora verdi. Solo i versanti Nord delle alte vette, ormai coperti di neve, ci
ricordano che siamo nel pieno dell'autunno. Foto di Enrico Benedetti (Beno).
I repentini sbalzi di temperatura osservati nella prima parte dell'autunno sono proseguiti per tutto il
mese di ottobre, per l'alternanza di fasi anticicloniche al passaggio di alcune perturbazioni. Le
piogge hanno inizialmente riguardato la regione alpina e a tratti quelle peninsulari, mentre durante
l'ultima decade mensile un peggioramento più organizzato ha coinvolto gran parte dello Stivale,
arrecando enormi danni e anche delle vittime tra Levante ligure e il Nord della Toscana.
L'evento si colloca perfettamente nel
quadro che, dalla fine del mese
scorso, ha visto coinvolte da intenso
maltempo pure diverse città del
Centro-Sud, sebbene con modalità
e tempistiche differenti. L'autunno è
giunto soltanto nell'ultima settimana
di ottobre, dopo una prima parte
mensile dalle sembianze estive,
ereditate da settembre, seguita da
un periodo piuttosto fresco su gran
parte del continente. Gli eccessi
termici
d'inizio
mese
hanno
consentito un ulteriore accumulo di
energia nell'atmosfera, pronta per
essere utilizzata come carburante
durante le successive infiltrazioni
atlantiche.
L'appendice
estiva
cominciata
nell'ultima decade settembrina e
proseguita sino ai primi giorni di
ottobre anticipa una più intensa
ondata di calore fuori stagione
all'inizio della seconda settimana.
Ad eccezione dell'intenso ma
temporaneo raffreddamento che ha
investito in misura più efficace le
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regioni settentrionali tra l'8 e il 10, la prima metà di ottobre ha visto susseguirsi svariati record
mensili di caldo al Centro-Nord. Le temperature hanno raggiunto valori da piena estate su tutta
l'Europa occidentale, con punte fino a 35/37 gradi all'inizio della seconda decade tra Francia e
Penisola Iberica, mentre nelle Alpi lo zero termico ha nuovamente toccato i 4000 metri di quota.
stazione
T max
data
note
Gravesand
+29,9°C 01/10 (record nazionale)
Firenze
+31,6°C 02/10 (precedente +30,8°C il 01/10/1985)
Parigi
+28,9°C 02/10 (precedente +28,4°C il 06/10/1921)
Torino-Caselle
+30,0°C 12/10 (precedenti l'11 e il 2 ottobre 2011, +28,4°C il 01/10/1997)
Torino-Bric d. Croce
+26,0°C 12/10 (precedente +25,7°C il 23/10/1971)
Mondovì
+28,2°C 12/10 (precedente +27,2°C il 03/10/1997)
Jerez de la Ffrontera +36,5°C 12/10 (precedente +35,8°C il 03/10/1970)
Conqueyrac
+35,4°C 12/10 (record nazionale, precedente Ajaccio +35,0°C il 15/10/1988)
Alcuni record di temperatura massima più calda in Italia e in Europa, ottobre 2011.
6-9 ottobre: intensa perturbazione da Nord-Ovest mette temporaneamente fine al caldo.
A sinistra: geopotenziali, temperature a 500 hPa, e pressione al suolo, venerdì 7 ottobre 2011. Le Alpi sono raggiunte
da una massiccia invasione artica da Nord-Ovest. La linea rossa e quella blu indicano i fronti caldo e freddo collegati
alla depressione scandinava. Fonte: Wetterzentrale. A destra: abbondanti nevicate ricoprono l'Engadina tra l'8 e il 9
ottobre. Nella webcam, uno scorcio prettamente invernale di Ftan (1650 m) domenica mattina. Fonte: pixxerBase.
Nella prima settimana, un profondo vortice sulla Scandinavia sospinge correnti artico-marittime
verso le Alpi, determinando il secondo intenso peggioramento stagionale tra giovedì 6 e venerdì 7
ottobre. La differenza di temperatura fra la massa d'aria fredda in arrivo con quella più calda
preesistente innesca piogge a carattere temporalesco, particolarmente diffuse ed abbondanti nelle
Orobie valtellinesi (Pescegallo 96,8 mm, Gerola Alta 96,0 mm, Passo San Marco 89,8 mm, Rasura
72,4 mm il 07/10), generalmente a macchia di leopardo altrove (Mezzovico-CH 93,0 mm il 06/10,
Saviore dell'Adamello-BS 111,8 mm il 07/10). Il passaggio frontale è seguito da un rinforzo dei
venti settentrionali e da un vistoso calo delle temperature a tutte le quote (raffiche fino a 60/70 km/
h nei fondovalli e sulla pianura lombarda), quindi dal transito di una linea d'instabilità che interessa
soprattutto il pendio Nord-alpino tra sabato 8 e domenica 9 ottobre, con nevicate fin sotto i 1000
metri (accumuli fino a 70/80 cm oltre 2300 metri in Svizzera). Lo spostamento del minimo al suolo
verso i Balcani provoca forte maltempo al Centro-Sud (oltre 100 mm di pioggia a Palermo) e
nevicate sulle zone appenniniche oltre 1000/1400 metri (fiocchi segnalati anche a Teramo durante
un temporale).
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10-12 ottobre: alluvioni a Nord delle Alpi, temperature estive al Sud per effetto favonico.
All'inizio della seconda settimana, una nuova espansione dell'Anticiclone delle Azzorre convoglia
correnti tiepide oceaniche verso la regione alpina. Il fronte caldo associato provoca forti piogge
nelle zone oltreconfine recentemente innevate (105 mm sul Säntis), nonché una brusca ripresa
delle temperature che innalza il limite delle nevicate fino a 3500 metri. Il forte sbalzo termico unito
agli ingenti quantitativi cumulati sono responsabili di gravi inondazioni nell'Oberland bernese.
Martedì 11 e mercoledì 12, complice l'aria calda sub-tropicale marittima, l'effetto subsidenza e
quello favonico, le temperature registrano di nuovo valori estivi a Sud delle Alpi (30/31 gradi in
pianura fra Piemonte, Lombardia occidentale e Ticino, +30,5°C ad Aosta, +21,2°C sul Monte
Cimetta-1661 m).
13-23 ottobre: prime gelate, forti piogge al Nord-Est, isolati nubifragi sulla penisola.
Nei giorni a seguire, fatta eccezione per il passaggio di una debole perturbazione Nord-atlantica tra
mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre, fino a metà della quarta settimana il tempo si mantiene
relativamente stabile e dai connotati tipicamente autunnali sulla Lombardia. Venti freddi orientali
portano le prime deboli gelate in pianura soprattutto all'inizio della terza decade. Le precipitazioni
risultano assai esigue sui settori occidentali, discrete su quelli orientali, abbondanti al Nord-Est, su
regioni tirreniche e di nuovo al Centro-Sud con episodi estremi (fino a 180 mm di pioggia sulle
Prealpi friulane, quasi 170 mm in Lunigiana e picchi di oltre 150 mm a Roma durante l'eccezionale
nubifragio del 20 ottobre).
24-26 ottobre: arriva il primo vero peggioramento autunnale sull'Italia.
A sinistra: geopotenziali, temperature a 500 hPa, e pressione al suolo, martedì 25 ottobre 2011. Una corposa
saccatura dalla Groenlandia porta le prime grandi precipitazioni stagionali sul Mediterraneo. Fonte: Wetterzentrale.
A destra: anomalie pluviometriche in Europa, 23-29 ottobre 2011. Il maltempo ha interessato in forma diffusa le coste
atlantiche, il Sud della Francia, l'Italia settentrionale e le coste tirreniche. Sul resto del continente spicca l'estesa
siccità legata al dominio anticiclonico. Fonte: NOAA CPC-NCEP.
Nell'ultima settimana le regioni settentrionali sono investite dalla prima perturbazione autunnale
organizzata, responsabile della disastrosa alluvione richiamata in testa all'articolo. Tra lunedì 24 e
mercoledì 26 ottobre una vasta saccatura provoca estese precipitazioni su tutto il Nord Italia (non
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solo sulle Alpi, quindi). Le temperature in prossimità del suolo favoriscono nevicate inizialmente
anche a quote collinari in Val d'Aosta e sul basso Piemonte martedì, a quote progressivamente più
elevate sui settori alpini Centro-orientali (ben oltre i 2000 metri su Orobie e Retiche). In Lombardia
sono caduti dai 30 ai 60 mm di pioggia, con picchi fino a 120/150 mm in prossimità dello
spartiacque orobico (Pescegallo-SO 123,2 mm). Martedì in provincia di Sondrio i quantitativi
oscillano perlopiù fra 35 e 40 mm, ma non mancano punte di 50/60 mm sull'alta Valchiavenna
(Madesimo 52,1 mm), su media e bassa Valtellina (Castionetto 59,5 mm, Campo Tartano 56,1
mm), mentre piogge più significative interessano una ristretta zona delle Orobie bergamasche
(Colere 120,9 mm, Alpe Arera 112,3 mm). Mercoledì il maltempo si trasferisce al Nord-Est,
apportando quantitativi localmente superiori a 200 mm sulla fascia prealpina friulana (Chievolis-PN
237 mm).
Martedì 25 ottobre: gravi inondazioni tra Liguria e Toscana.
La giornata balza in testa agli annali meteorologici per l'inusitata intensità dei nubifragi che hanno
colpito il Levante ligure e l'alta Toscana, flagellate da terrificanti alluvioni lampo che sono costate
la vita a dodici persone. Sebbene tutta la regione sia ad elevato rischio idrogeologico (si ricordi
l'alluvione dell'ottobre 2010 nel Ponente ligure), un episodio come quello attuale non conosce
precedenti nelle zone recentemente martoriate. Lo dimostrano i dati registrati in appena sei ore
dalle stazioni di Brugneto (SP) e Pontremoli (MS), dove sono caduti 540 mm e 378 mm di pioggia
rispettivamente (fonte ARPAL), nonché il precedente record di piovosità giornaliera per la piccola
comunità toscana, letteralmente polverizzato, di 282 mm (agosto 1952).
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All'origine dell'eccezionale ondata di maltempo è un sistema temporalesco a mesoscala
autorigenerante proteso dal Golfo Ligure verso l'entroterra (con forma a “V” o V-shaped). Ma quali
dinamiche si nascondono dietro la diretta causa del disastro? Le correnti di Scirocco e di
Tramontana nei bassi strati favoriscono inizialmente le maggiori precipitazioni sulle regioni di
Nord-Ovest, dove residue sacche d'aria fredda provocano le prime nevicate a quote collinari nel
Cuneese e in Valle d'Aosta durante i fenomeni più intensi. Dal Tirreno verso la costa ligure di
Levante soffiano correnti umide e tiepide di Ostro/Scirocco, che più a Ovest incontrano i venti in
discesa dall'Appennino ligure verso il mare, creando una linea di convergenza semi-stazionaria.
L'indice ThetaE a 950 hPa evidenzia la disponibilità di aria caldo-umida che predispone allo
sviluppo di temporali intensi o di sistemi a mesoscala. Infine, ai livelli superiori, il flusso portante
da Sud-Ovest lungo il ramo ascendente del getto polare trascina verso l'entroterra i nuclei piovosi,
mentre la cella di alta pressione sulla Scandinavia con blocco ad omega rallenta l'avanzata del
fronte, contribuendo a mantenere lo stazionamento della cella temporalesca per diverse ore nello
stesso posto. Una complicanza è data dai rilievi appenninici, i quali, forzando i moti convettivi,
favoriscono ulteriormente le precipitazioni.
Bilancio locale.
Dai rilevamenti effettuati, ottobre 2011
risulta circa 0,5°C più caldo della media
di riferimento 1971-2000 tra la
25
35
provincia di Sondrio e le vicine aree
30
20
svizzere, con precipitazioni inferiori al
25
normale del 19%. Sul fondovalle
15
20
valtellinese l'inversione termica ha
15
10
influenzato il bilancio finale, che per il
10
5
capoluogo rivela un'anomalia di
5
-0,28°C rispetto alla norma. Le altezze
0
0
01 03 05 07 09 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31
di pioggia cumulata mostrano un
giorni
gradiente crescente verso Nord, con
Andamento giornaliero della temperatura media (verde) rispetto alla quantitativi via via sopra media, e
norma di riferimento 1971-2000 (rosso) e altezze delle precipitazioni compresi fra 150 e 200% dei valori
attesi nella regione di Davos.
cumulate (azzurro), Sondrio, ottobre 2011.
°C
mm
Sondrio - temperatura media e precipitazioni ottobre
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Fonti consultate
•
ARPA Lombardia
•
Centro Meteorologico Lombardo
•
Corriere della Sera
•
ISAC-CNR
•
MeteoGiornale
•
MeteoNetwork – Sondrio
•
MeteoSvizzera
•
Metradar
•
NOAA CPC-NCEP
•
pixxerBase
•
Sondrio - omogeneizzazione delle serie climatiche dal 1971
•
Wetterzentrale
•
Serie climatiche: rete MeteoNetwork - temperature e precipitazioni di Sondrio Sud; Servizio
Meteorologico Svizzero - temperature e precipitazioni omogeneizzate di Sils-Maria; ARPA
Lombardia, Servizio Idrografico - temperature e precipitazioni di Bormio; Gianatti M omogeneizzazione delle serie climatiche fino al 2009 (Sondrio, temperature: APAT 1971-1987,
ERSAF/ARPA 1988-2002, rete MeteoNetwork dal 10/2002; Sondrio, precipitazioni: APAT
1971-1987, ERSAF/ARPA 1988-2002, rete MeteoNetwork dal 12/2002; Bormio, temperature: AEM
1924-1993, ARPA Lombardia 1994-2009; Bormio, precipitazioni: AEM 1926-1959, Ufficio
Idrografico del Po 1960-1993, ARPA Lombardia 1994-2009); medie trentennali di riferimento
1971-2000.
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