ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE “AGOSTINO PARADISI” Sezioni Associate: Liceo “M. ALLEGRETTI” e I. T. “A. PARADISI” Via Resistenza n. 700 - 41058 Vignola (Mo) Tel. 059/774050-772860 - FAX 059/766544 - COD. FISCALE 80011210368 PEC: [email protected] E-mail: [email protected] Sito web: www.scuolaparadisi.org Circ. n. 50 Vignola, 10 ottobre 2016 Ai docenti Oggetto: Spettacolo teatrale “Leila della Tempesta” e a seguire dibattito con l’autore Ignazio De Francesco-, presso il Teatro Comunale La Venere di Savignano s.P. Grazie all’intervento della Dott.ssa Laura Garagnani, venerdì 21 ottobre 2016, alle ore 10.15 presso il Teatro Venere di Savignano s.P. ci sarà l’opportunità che sia messo in scena proprio per la nostra scuola lo spettacolo teatrale “Leila della Tempesta”, a cui seguirà il dibattito con l’autore del testo, Ignazio De Francesco. L’iniziativa avrà la durata circa di due ore. Si chiede ai docenti interessati di comunicare alle collaboratrici del D.S. il prima possibile, al massimo entro sabato 15 ottobre la loro adesione, indicando la classe coinvolta, il numero degli studenti partecipanti e il nominativo degli accompagnatori che si rendono disponibili. La partenza da scuola avverrà alle ore 10,00; mentre il rientro è previsto per le ore 12.15 circa. Per 200 alunni, il costo dello spettacolo è di euro 5, mentre quello del pullman di euro 3,50. Ignazio de Francesco è monaco della famiglia di Don Dossetti e il suo convento è a Montesole di Marzabotto. Proprio per la vocazione della sua famiglia religiosa, fondata da Dossetti padre Costituente della Repubblica Italiana, molto attenta ai valori “civili”, Ignazio si dedica ai carcerati della Dozza a Bologna predicando non tanto il Vangelo dal momento che sono mussulmani, quanto la tolleranza e il vivere civile basati sulla Carta Costituzionale del nostro paese. Da questa esperienza forte, Ignazio ne ha tratto un libro e Alessandro Berti ne ha tratto una pièce teatrale. La Conferenza Episcopale Italiana, Ufficio Ecumenismo e Dialogo Interreligioso (UNEDI) ha deciso di patrocinare l’opera per cui verrà portata in giro per l’Italia dopo la “prima” di Savignano. PER SAPERNE DI PIU’:DI21.00 “Leila della tempesta” è un progetto di comunicazione finalizzato ad educare al dialogo interreligioso e interculturale, articolato su due livelli: a) il libro; b) la sua rappresentazione teatrale. Nasce da un’esperienza pluriennale d’incontro con detenuti arabi/musulmani. Il fondale è, quindi, quello del carcere, e nel carcere in particolare il mondo delle persone coinvolte nel traffico di stupefacenti. Tra loro c’è Leila, giunta in Italia come clandestina, attraverso il mare, durante una tempesta sul Mediterraneo. Leila conoscerà in carcere un volontario, cristiano e monaco, con il quale intreccerà nel corso dei mesi un intenso rapporto, fatto di scoperte reciproche, scontri e incontri, sul filo di una scommessa: trovare punti comuni al di là di tutte le differenze reciproche. “Leila della tempesta” si propone dunque di oltrepassare i limiti della problematica del reato, per mostrare in modo più ampio gli orizzonti dell’incontro e dialogo tra civiltà, i problemi della cittadinanza in una società in forte evoluzione. Libro e versione teatrale consentono di calare temi e problemi in esistenze concrete, vive, palpabili. I personaggi in scena sono due, una donna e un uomo, una musulmana e un cristiano, ma nell’intreccio dei loro dialoghi emergono altre vite, altre storie di uomini e donne che come Leila hanno attraversato il mare e devono rielaborare la propria identità in un nuovo contesto, aprendosi a culture e idee altre rispetto a quelle dalle quali provengono. In questo senso “Leila della tempesta”, nella sua versione teatrale, può essere pensata non solo come pura pièce teatrale, adatta a ogni genere di pubblico, ma anche come “attività didattica” fatta per informare, suscitare quesiti, fare discutere, rivolta particolarmente a giovani, che in Leila ritrovano una loro coetanea. L’opera si prolunga quindi del tutto naturalmente nel dibattito successivo tra i partecipanti, come già verificato in alcune prime parziali sperimentazioni. Il testo è stato redatto da Ignazio De Francesco: monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata, islamologo, che da anni opera in carcere a Bologna tra i detenuti di lingua araba. Ha pubblicato, in ambito islamologico, La ricerca del Dio interiore (Paoline Editoriale Libri); Il lato segreto delle azioni (Pontificio Istituto Studi Arabi e Islamistica); Detti islamici di Gesù (Valla/Mondadori) eccetera. Ha diretto per un bienno un corso di lettura comparata delle Costituzioni (italiana e arabe) per i detenuti musulmani della Dozza. Il progetto è stato documentato da un libro della Regione Emilia Romagna (Diritti, doveri, solidarietà. Un’esperienza di Dialogo tra Costituzioni e culture al carcere “Dozza” di Bologna) e dal docufilm Dustur (di Marco Santarelli), vincitore di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. “Leila della tempesta” è quindi parte di questa attività. L’uscita del libro e la sua versione teatrale mirano a realizzare un’efficace sinergia comunicativa, che si aggiunge a quella già attivata da Diritti, doveri, solidarietà e dalla circolazione in sala di Dustur. L’avvio del doppio progetto (libro/teatro) è stato reso possibile da un contributo della Conferenza Episcopale Italiana, per interessamento del suo Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (UNEDI). “LEILA DELLA TEMPESTA” versione libro Il libro verrà pubblicato in ottobre da Zikkaron, la casa editrice della Piccola Famiglia dell’Annunziata, nata per diffondere testi dell’area biblico-semitica e sul dialogo tra religioni e culture. La distribuzione dei suoi volumi in tutta Italia (librerie religiose e laiche) è affidata alle Dehoniane. Il volume in preparazione include tre apporti significativi: le pagine introduttive di Piero Stefani, una Postfazione di Paolo Branca, sul tema del dialogo interreligioso, e un’altra di Valerio Onida, sul tema del costituzionalismo per l’edificazione di una società multiculturale. Una terza Appendice, redatta dall’autore del testo, ha per tema “L’anima del musulmano”: serve a mettere a fuoco, proprio a partire dai dialoghi con Leila, alcuni elementi che possono aiutare a comprendere meglio la vita interiore e i valori profondi dei quali sono portatrici le persone di fede islamica, senza omettere il lato delle criticità. Questa parte analitica è stimolata dalle numerose richieste di conferenze pervenute all’autore da organizzazioni caritative come la Caritas e altri soggetti che entrano in rapporto con persone di fede islamica “LEILA DELLA TEMPESTA” versione per il teatro La versione teatrale è affidata all’adattamento drammaturgico e alla regia di Alessandro Berti: scrittore, regista e attore teatrale, affianca da molti anni al lavoro scenico un percorso di scavo e ricerca a partire da fonti di spiritualità e biografie di figure di santità anonima, nella prospettiva di un dialogo tra esperienza spirituale e pratica artistica. Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo L'abbandono alla divina provvidenza (2009), dall'omonimo trattato spirituale, Combattimento spirituale davanti a una cucina IKEA (2011, premio I Teatri del Sacro), Maestro Eckhart (2013), Un cristiano (2014), soliloquio-testimonianza sulla strage di Monte Sole e Fermarsi / appunti sulla vita mite di un samaritano (2016), che ruota attorno alla figura di don Paolo Serra Zanetti, professore e prete dei poveri. Date, immagini, testi: alessandroberti.blogspot.it. In scena con lui, Angela Caterina, nella parte di Leila. Organizzazione e amministrazione: Maurizio Sangirardi, Ufficio Stampa: Maria Caterina Bombarda. Alessandro Berti scrive a proposito del progetto: “Quello cerco di fare, come drammaturgo e regista al lavoro su Leila della Tempesta, è mettere a disposizione il mio sapere teatrale, la valigetta di un artigianato tutto ritmico, legato all'efficacia di una voce, una pausa, una parola piuttosto che un'altra. Un testo politico può schiacciare la poesia e un testo poetico può evaporare senza mordere. Nel mezzo sta un lavoro paziente, in cui si cerca la misura giusta, tra il tradurre e il tradire, il dire poco e il dire troppo, il dirlo troppo presto o troppo tardi. Come nella vita, anche in teatro è una questione di attenzione, di presenza, date alle cose e agli altri. L’attore in scena e l'attore sociale sono figura e incarnazione di un dialogo continuo, faticoso, necessario”. Il Dirigente Scolastico Prof. Roberto Cavalieri