Luglio, 23 2014 L’opinione di Mediolanum #12 Analisi di contesto..........................................................................................................pag 1 Portafoglio......................................................................................................................pag 2/3 “Non c’è spina senza rosa”.......................................................................................pag 4 S “ALLA FINE HO VINTO” e il Btp, Piazza dalle società di rating. Affari e tutti gli A distanza di poco più strumenti fidi due anni Btp e nanziari marcati ItaPiazza Affari da indelia, avessero voce e siderati sono oggi il possibilità di rilaprincipale oggetto del sciare una dichiaradesiderio di tutti i zione, sarebbe qualprotagonisti di mercosa di simile al cato. Si era a un 7% di messaggio pronunrendimento e con un ciato da Marco Beliindice di Borsa retroMarco Belinelli con la bandiera tricolore (Reuters) (1) nelli : “Nessuno ha cesso di un ventennio creduto in me, ma alla fine ho vinto”. Nel No- e nessuno osava avvicinarsi, invece oggi, con il vembre 2011 si era nel pieno della tempesta rendimento del BTP sceso sotto il 3% e Piazza politico-economica e finanziaria che faceva ri- Affari, rispetto ai minimi, praticamente radtenere l’Italia a rischio fallimento e Piazza Af- doppiata, vediamo come venga loro riservato fari e Btp subivano violente oscillazioni, la un trattamento quasi da rockstar, con il ricrisi affossava le azioni tricolori e infiammava sparmio mondiale che fa a gara per aggiudiil termometro del debito al 7%, eppure, nono- carsi anche solo un pezzetto di tricolore che dà stante il rendimento da acquolina, ci hanno tanto lustro a qualsiasi portafoglio. creduto in pochi. Non il privato, spaventato dal Non tutti però sono stati miopi. Infatti nell’audisordine e dal panico, non le banche italiane tunno del 2011 alcuni hanno comprato e sono costrette a vendere per diminuire il rischio e coloro che riconoscono nelle difficoltà tutte le nemmeno le banche estere, non i fondi pen- grandi opportunità che si manifesteranno nel sione a causa delle severe bocciature subite lungo termine. PAGINA 1 [ SEGUE ] L’opinione di Mediolanum PORTAFOGLIO AZIONARIO Sembrava un “sabato del villaggio” e invece ancora una volta Mario Draghi strabilia. Pensavamo di conoscere tutte le manovre: il taglio dei tassi, le mosse tecniche che avrebbero favorito il credito delle banche verso l’economia reale e anche il possibile allentamento monetario - lo stampaggio di moneta - e così, come succede quando arriva il giorno della festa che già si pensa mestamente al giorno dopo, mestamente ci si rivolgeva ai problemi che ancora frenano l’Europa. Invece Draghi ha stupito ancora. Con le sue affermazioni: “una decisione presa all’unanimità” e “non è finita qui” ha inebriato il mercato azionario, già orientato posi- Per il giornale tedesco Handelsblatt è l’imperatore ‘’Mario Cesar Draghi’’. Alla vigilia del voto europeo dedica in questi termini la copertina dell’edizione del fine-settimana al presidente della Bce. Draghi compare immortalato in una cornice dorata, e con tanto di corona d’alloro: fino alla fine del suo mandato nel 2019 ‘’è lui il vero presidente d’Europa, whatever it takes’’. tivamente, che così ha trovato carburante e potenza per inserire il turbo. Quali motivazioni saranno capaci di inventare, i pessimisti, per le loro tesi? Ci hanno provato variamente Henry Blodget(2) e Robert J. Shiller(3) nell’allarmare gli investitori sull’approssimarsi di una nuova irrazionalità dei prezzi e dei valori azionari, per tutta risposta si sono ritrovati gli indici USA su nuovi record e un’Europa che sembra non avere nessuna intenzione di arrestare la rincorsa. Nella natura umana sono contemplati sia il panico sia l’euforia, l’uno e l’altra portano a reazioni irrazionali che difficilmente possiamo contrastare con i nostri soli mezzi caratteriali, sui mercati però esistono sempre strategie e strumenti ben definiti con cui possiamo circoscriverli. Il ciclo rialzista partito a Wall Street agli inizi degli anni Ottanta si è distinto per i parecchi momenti di esaltazione e per gli altrettanti momenti di timore. A ogni nuovo massimo spuntava un allarme; o una crisi politica, o una bellica o solo di natura speculativa. Ma il ciclo ha resistito ed è durato quasi vent’anni. In quegli anni l’economia, con le fisiologiche pause, è sempre cresciuta, si è trasformata e si è innovata, contribuendo all’aumento dei profitti delle imprese, il motore dei mercati azionari, e nonostante i mutamenti dell’età moderna, quello rimane l’unico strumento affidabile e valutativo dei mercati finanziari. La domanda che dobbiamo porci è: sono veramente cari oggi i mercati finanziari? No se li rapportiamo ai parametri storici. Rapportandoli alla crescita economica, dalla fine della grande recessione a oggi è cresciuto di più il Pil rispetto agli indici di Borsa. Probabilmente al di la degli allarmismi, dovremmo guardare le azioni senza pregiudizi e semmai chiederci perché in Cina persista una dicotomia, uno strabismo economico-finanziario per il quale mentre il Pil continua a crescere la Borsa scende e si adagia su livelli minimi. In genere anziché allarmarsi e vendere è più saggio spostare: meno Usa, un incremento su Europa e Italia e un maggior peso verso Paesi Emergenti come Cina e Russia. PAGINA 2 [ SEGUE ] L’opinione di Mediolanum OBBLIGAZIONARIO Non vi sono rischi che tengano, gli investitori internazionali comprano e lo fanno principalmente per un motivo: la liquidità che circola nelle autostrade finanziarie è immensa e ha bisogno di trovare parcheggio nel rendimento, più alta è la resa e meglio il capitale alloggia. I classicisti legati all’antico adagio “più alto è il rendimento più elevato è il rischio” resterebbero atterriti dall’eccessiva compiacenza nell’allocazione del risparmio. Di questi vizi, partecipe tutt’altro che involontaria sembra essere la Fed che grazie alla nuova guida “dolce” del Presidente Janet Yellen accorcia ancor di più il cordone ombelicale che lega la Banca Centrale Americana con l’intera platea degli investitori. Se fino a qualche anno fa, sia con Greenspan sia con il successore Bernanke valeva il motto “mai combattere la Fed”, oggi il nuovo paradigma sembra essere “la Fed è tua amica”. Janet Yellen, capo della FED, sulla copertina della rivista Time Il messaggio è chiaro, non solo a parole ma anche nei fatti e lo possiamo spiegare con pochi e semplici numeri. I riferimenti decisi da Yellen come spartiacque tra un’economia politica espansiva a restrittiva sono sostanzialmente due: il tasso di disoccupazione e quello di inflazione. Per il primo la soglia di allarme era stata fissata al 6,5%, sotto quel livello l’economia non avrebbe più avuto bisogno di sostegni, oggi, che quel livello è stato perforato al ribasso, Yellen ha deciso di correggere la rotta, definendo come non abbastanza la capacità di lavoro recuperata. Ma l’accondiscendenza della Fed verso l’attuale stato diventa indiscutibile nell’osservare il secondo parametro, l’inflazione, dove la soglia prestabilita è già stata abbondantemente superata, uno sforamento definito dalla governatrice come semplice “rumore”. E’ facile quindi capire, come anche i titoli di stato dell’Iraq, un tempo nemmeno considerati per l’elevato rischio, oggi, che la liquidità sgorga abbondantemente e in modo costante, si trasformino improvvisamente in investimenti allettanti. Il carattere di allerta contenuto nella dichiarazione di Warren Buffett: “alla ricerca di titoli ad alto rendimento e basso rischio si è sostituita la ricerca di titoli a basso rendimento e alto rischio” merita attenzione. Di certo non vuole essere un allarme verso la totalità del settore obbligazionario e neanche alimentare azioni di fuga, ma solo porre attenzione e ragionamento. Forse, a questi prezzi, e dopo esagerate e ridotte nel tempo rivalutazioni nel nostro BTP, entrare ora con grandi aspettative di guadagno potrebbe essere un errore oltre che un’illusione. Meglio, come per le azioni, dirigersi verso paesi che offrono oltre a una strutturale crescita economica, un rendimento sostenibile unito a una più rassicurante sottovalutazione. L’identikit porta sempre alle stesse latitudini, i Paesi Emergenti, fino a ora troppo e ingiustamente sacrificati. PAGINA 3 [ SEGUE ] L’opinione di Mediolanum “NON C’È SPINA SENZA ROSA” Un’immagine della cerimonia di inizio quotazione di Moncler. Come in un immaginifico sbarco sulla luna i modelli, vestiti di tutto punto in tenuta tecnica da sci, attendono la fine del conto alla rovescia. Si temeva che il mega aumento di capitale di Deutsche Bank potesse prosciugare la liquidità destinata agli aumenti di capitale che, una a una, la gran parte delle banche italiane si preparano a richiedere, invece, se persino l’esorbitante richiesta dell’istituto senese (5 miliardi di nuovi titoli) è stata soddisfatta, si ha la conferma non solo di una generosa irrigazione di denaro in tutto il continente, ma anche che c’è moltissima richiesta per tutti i prodotti marcati “made in Italy”, fino a ora senza limite di sazietà. Infatti, agli aumenti di capitale si aggiungono le IPO(4), al successo di Fineco si stanno per accodare altre matricole pronte al grande passo, da Sisal a Rottapharm, Libero, Virgilio, Enav fino a un gigante come Poste Italiane. È molta la voglia di azioni e di Borsa purchè abbiano come stemma distintivo il nostro tricolore. Fincantieri è sbarcata in Borsa. Abbiamo visto una Piazza Affari accogliere il debutto “vestita” da nave. Pioggia di offerte che trova abbondante domanda di denaro e di richieste. Ne avevamo avuto un assaggio con Moncler, offerta che ha superato più volte la domanda. Eventi straordinari che non trovano ostacoli nemmeno nella tanto temuta “Tobin Tax” - la tassazione sulle compravendite di Borsa - e nemmeno nel nuovo e penalizzante aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Nulla sembra fermare la rincorsa del listino di Piazza Affari. Due anni fa, qualunque cosa avesse avuto anche solo il sentore di “made in Italy” veniva venduta, stracciata. Oggi accade il contrario, qualsiasi prezzo pur di avere qualcosa di tricolore. E quanto più ieri si esagerava in negativo tanto più oggi lo si farà in positivo. Il Rinascimento italiano, almeno per quanto riguarda economia e finanza, è finalmente cominciato. PAGINA 4 [ SEGUE ] L’opinione di Mediolanum (1)Gioca nel ruolo di guardia nei San Antonio Spurs. È il primo ed unico italiano entrato nella storia sportiva per aver vinto il titolo NBA nella stagione 2013-2014 con i San Antonio Spurs. È anche il primo italiano ad aver vinto la gara da 3 punti all’All Star Game 2013-2014. (2)Henry Blodget è direttore e CEO (il ruolo equivalente al nostro amministratore delegato) di Business Insider, un popolare sito di news americano da 24 milioni di utenti al mese, che tratta principalmente di finanza e tecnologia ma anche di notizie più leggere. Blodget è una faccia familiare, negli Stati Uniti: oggi conduce un programma ospitato sul blog di finanza di Yahoo!, ma alla fine degli anni Novanta era spesso in televisione come esperto di web e new economy. Lavorava come analista finanziario per la banca d’investimento Merrill Lynch quando scoppiò la bolla speculativa delle dot-com (nel 2001) (3)È uno dei tre economisti vincitori del premio Nobel per l’Economia 2013. (4)Un’offerta pubblica iniziale o IPO (dall’inglese initial public offering) è un’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato. COLOPHON AVVERTENZA LEGALE: questo è un foglio di informazione aziendale con finalità promozionali il cui contenuto non rappresenta una forma di consulenza nè un suggerimento per gli investimenti NOTA DI REDAZIONE : gli argomenti, le immagini e i grafici sono frutto di elaborazione interna