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Università degli studi Roma Tre
Dipartimento di Scienze dell’Educazione
Dottorato di ricerca in Innovazione e valutazione dei sistemi d’istruzione
docente
Dati e procedure
attività
data
17.11.2003
Prof. M. La
Torre
resoconto
n. 01
argomento: Concetti di “dato”
Il tema di oggi riguarda i concetti di “dato”.
Il concetto di dato può sembrare un concetto banale, ma quando si tenta di definirlo appare in tutt’altra
luce e se ne intravede la complessità. Si intravedono varie ottiche d’interpretazione:
a) nel linguaggio comune, in metodologia della ricerca, nella filosofia della scienza;
b) nella didattica della matematica;
c) nella statistica e nell’analisi dei dati;
d) nell’informatica.
In molti trattati il concetto di “dato” non viene definito ma considerato come primitivo. Si è invece
sviluppata recentemente una vera e propria disciplina che si caratterizza come “analisi dei dati”.
In questo momento ci domandiamo se è possibile costruire una sorta di mappa concettuale del dato/dei
dati. Una mappa del genere potrebbe contenere sia concetti vicini a quello di “dato” che concetti
decisamente contrapposti.
Per quanto concerne l’attribuzione di una definizione al termine “dato”, si propongono in questa sede
una serie di frasi all’interno delle quali andremo ad individuare il termine al fine di stabilire che tipo di
significato gli si attribuisce in riferimento ad una particolare sfera applicativa.
Gli ambiti di riferimento individuati corrispondono alle quattro “filosofie d’interpretazione” suindicate.
All’interno di ciascuno di essi viene attribuito, al termine “dato/dati”, un particolare significato che sarà
oggetto della nostra conversazione odierna.
a) Nel linguaggio comune, in metodologia della ricerca, nella filosofia della scienza:
• Dato inteso come aggettivo
• Dato inteso come elemento che serve come base per un ragionamento, una discussione, un
bilancio, una ricerca, ed in questo senso assume un significato molto vicino a quello di
“informazione”
• Dato inteso come “oggettivo”. La conoscenza che si possiede, ovvero fatti o informazioni come
per es. dati metereologici, dati medici, dati sperimentali ecc.
• Dato inteso come concetto filosofico per es. i dati immediati della coscienza, ciò che è nella
mente prima di ogni atto di pensiero
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•
Dato inteso in senso filosofico nell’ambito della concezione classica di filosofi come Platone,
Aristotele, Euclide. È l’elemento di partenza, sta alla base di una indagine. Dalla considerazioni
di esso ci si pone un problema, si effettuano delle inferenze, si formula una ipotesi.
b) nella didattica della matematica:
• Dato inteso come elemento che è presente quando si affronta un problema in cui si richiede la
matematizzazione della realtà. Per un insegnante è di grande soddisfazione avere alunni che,
dato un problema, sanno subito individuare i dati disponibili, le condizioni di partenza, che
permettono di arrivare alla soluzione.
• Dato inteso come elemento all’interno di un problema dato che viene fatto oggetto di una
analisi metodica e indipendente, nel senso che ci si dimentica provvisoriamente della domanda
che ci è stata posta e quindi della soluzione. Lo spirito è libero di fare accostamenti, deduzioni,
constatazioni, senza avere il timore di non poter arrivare a deifinire una soluzione al problema.
• Dato inteso come capacità (per es. si vedano i programmi della scuola elementare) di a)
individuare la carenza dei dati e, all’opposto, di b) riconoscere la presenza di dati
sovrabbondanti. Spesso operazioni non proposte nei libri scolastici.
• Dato inteso come incognita (per es. in algebra), dato da inventare.
c) nella statistica e nell’analisi dei dati:
• Dato inteso in senso statistico (cfr. E. Lombardo, Analisi esplorativa dei dati statistici). Quando
raccogliamo dei dati (utilizzando una tabella, un questionario ecc.) dobbiamo tenere presente
che sugli stessi dati convergono varie cause. Bisogna cercare, perciò, di definirne i tratti
essenziali. Ma ciò è sempre possibile? Più si ragiona in base ai propri particolari interessi
maggiore saranno le probabilità di riuscire ad individuare alcune caratteristiche dei dati.
• Dato inteso in senso statistico e applicato alla pedagogia (cfr. E. Lombardo, I dati statistici in
pedagogia). Per quanto oggettivi possano essere, questi dati hanno più o meno senso a seconda
dei nostri strumenti interpretativi. Per es. parliamo di “analisi confirmatoria”, utilizzata per
confermare o meno l’ipotesi che si era pensata, o di “analisi esplorativa”, per esplorare
semplicemente i dati con altri tipi di metodologie.
• Dato inteso in senso statistico (le nascite, le morti) ma inteso come il prodotto di tante cause che
sfuggono al nostro controllo diretto (cfr. R. Arangio, autore che mette in luce concetti diversi di
“dato”). Bisogna fare attenzione al livello di copertura del dato rispetto al fatto. Molto spesso la
mancanza di una documentazione valida fa scattare il bisogno di chiedere i dati ovvero di
avviare una “rilevazione statistica”, progettando una indagine che ci faccia trovare i dati che ci
interessano
• Dato inteso come fenomeno da osservare (cfr. M. Carnevale). Per es. la lettura del contatore del
gas si può definire come una rilevazione di dati aggiornati. Si distinguono i dati discreti,
risultato di attività di enumerazione, dai dati continui, frutto di attività di misurazione, dai dati
grezzi, ancora da trattare
• Dato inteso come elemento principale in una rilevazione. Si propone l’applicazione della
statistica con applicativi informatici (cfr. Di Ciaccio, Borra). Essenziale qui è il concetto di
“codifica dei dati”. Si utilizza uno strumento informatico in grado di acquisire i dati osservati ed
effettuare le elaborazioni richieste
• Dato inteso come elemento caratterizzante i Servizi statistici nazionali, ovvero si ritorna al
discorso delle fonti di dati. In questo caso la quantità e la qualità dei dati statistici disponibili è
una base indispensabile per qualsiasi tipo di analisi, sia quella veloce, campionaria o
probabilistica, che quella a più ampio raggio che ci offre una visione più completa
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•
Dato inteso come elemento caratterizzante una rilevazione, una osservazione, un fenomeno sia
esso collettivo/di massa sia esso individuale (cfr. Prof. Lenzi, una volta era “la statistica” per gli
studenti di pedagogia)
• Dato inteso come variabile (formula matematica) che può assumere valori concreti, all’interno
di un modello teorico. Questi “valori” vengono chiamati dati
• Dato inteso con forte riferimento all’informatica e all’analisi dei dati con calcolatore (cfr.
Rizzi). Emerge il concetto di “massa di dati”. Questa interpretazione ha spinto gli statistici
verso livelli d’indagine più esplorativi, cioè si tratta di andare a cercare le strutture associative
dei dati (la struttura dei fenomeni e le relazioni sottostanti). La statistica tradizionale, invece,
partiva da modelli teorici e probabilistici
• Dato inteso come elemento per analisi dei dati di tipo sociologico (cfr. Ricolfi). Finora il
destino dell’analisi dei dati è stato quello di essere confusa o mal distinta dalle discipline
limitrofe, per es. statistica, informatica, metodologia della ricerca
• Dato inteso come elemento di una teoria dei dati che ha come oggetto proprio la sistemazione
dei tipi di matrice. Questi autori sostengono molto l’analisi qualitativa (non grandi masse di
dati) rispetto a quella quantitativa (cfr. Albano, Testa).
d) nell’informatica:
• Dato inteso come fatto, nozione o istruzione per la comunicazione, l’interpretazione, il
trattamento (con mezzi umani o automatici). Esistono enti a livello internazionale come ISO (in
Italia c’è l’UNI) che controllano i significati di certi termini fondamentali, anche se spesso i
termini non hanno una perfetta coincidenza tra versioni in lingue diverse (per es. versione
inglese e versione francese)
• Dato inteso in senso informatico definito in maniera enciclopedica: i dati sono le
rappresentazioni finite delle informazioni manipolate dai programmi. Si contrappone sia al
termine informazione che ai termini programmi e istruzioni
• Da un dizionario di informatica molto diffuso possiamo provare ad estrarre le definizioni sia per
il termine “dati” che per il termine “informazione” (cfr. Gallippi)
• Dato inteso in senso informatico in opposizione a programma. Il dato è l’effetto sul quale il
programma agisce. Il computer è capace di “processarlo”. Spesso il “dato” è inteso, qualche
volta, come semplice informazione numerica
Dopo questa panoramica di citazioni che ci hanno indicato i significati legati al termine “dato” in
quattro principali ambiti di applicazione, si sono aperte diverse strade per l’approfondimento: dal
trattamento dei dati/dell’informazione ai supporti di dati/di informazione, alla individuazione di tipi di
dati, di strutture di dati, di banche dati, di basi di dati ecc.
L’esercizio che viene proposto, in conclusione, è quello di provare a costruire una rete concettuale
strutturata per “nodi concettuali” a partire da una tabella di parole classificate per tipologia: aggettivo,
sostantivo, verbo, sostantivi che designano procedure, ambiti di significato. Tali termini sono al 95%
corrispondenti alle definizioni e/o ai termini che sono stati via via proposti a partire dalle citazioni di
alcuni autori, nei diversi ambiti analizzati. La costruzione della mappa concettuale sarà oggetto di
discussione/lavoro nel corso della prossima lezione.
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