Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico Stefano Piotto – [email protected] Simona Concilio – [email protected] 1 Biomateriali polimerici 2 Mercato della Plastica in medicina I materiali termoplastici dominano il mercato con un po’ meno del 50% del volume totale. Quasi l'80% dei polimeri utilizzati nel settore medico è rappresentato da PVC, polipropilene e polistirene. Principali prodotti di mercato non monouso includono apparecchiature diagnostiche, strumenti chirurgici e relative attrezzature, protesi/impianti, dispositivi dentali/oftalmici. Prodotti monouso sono: siringhe, kit, tubi da laboratorio, sacche per sangue, utensili, guanti, vassoi, cateteri, termometri, ecc. Biomateriali polimerici Sono molto usati in bioingegneria perché: è facile ottenere manufatti in molte forme quali fibre, tessuti, pellicole, barre, liquidi viscosi, inoltre si possono fabbricare materiali compositi di cui possono costituire sia la matrice sia il riempitivo. I polimeri sintetici hanno una struttura molto simile a quella dei polimeri naturali contenuti nei tessuti biologici (collagene). In alcuni casi è possibile ottenere legami chimici tra le catene dei polimeri naturali e quelle dei polimeri sintetici (es. fissaggio delle protesi) Possono avere quindi una buona biocompatibilità e in alcuni casi il polimero può essere metabolizzato, degradato ed eliminato (polimeri bioassorbibili). Biomateriali polimerici I polimeri per uso biomedico devono contenere una quantità molto limitata, se non addirittura assente, di additivi e di residui monomerici, in quanto questi risultano solitamente tossici e in alcuni casi anche cancerogeni. Biodegradazione La biodegradazione consiste essenzialmente nell'alterazione chimica e fisica che un materiale subisce in ambiente biologico. E' un fenomeno molto vasto che va dalla biodegradazione dei materiali di scarto operata dai microrganismi nelle discariche, alle modificazioni che i biomateriali, utilizzati per costruire gli impianti medicali, subiscono in vivo. La biodegradazione interessa, in modo più o meno importante, tutti i materiali impiantati nell'organismo e quindi anche i biomateriali di natura polimerica. Biodegradazione La biodegradazione può essere voluta, come nel caso dei polimeri utilizzati per il rilascio controllato dei farmaci e per le protesi riassorbibili, oppure può essere del tutto indesiderata, come nel caso di protesi programmate per durare per molti anni o, addirittura, per tutta la vita del paziente. Biodegradazione dei polimeri Il processo può essere artificialmente indotto ad un tempo specifico dopo l'inserimento dell'impianto oppure può scatenarsi inaspettatamente. I materiali impiantati, nel tempo, possono solubilizzarsi, sbriciolarsi, assumere indesiderate caratteristiche di deformabilità o di fragilità. I prodotti di degradazione possono risultare tossici per l'organismo oppure possono essere ben tollerati e/o svolgere un'azione farmacologica specifica. In applicazioni recenti, la degradazione di membrane polimeriche viene telecomandata e controllata da sistemi computerizzati esterni all'organismo, permettendo il rilascio di reagenti o di molecole bioattive nella successione e nella quantità richiesta. Biodegradazione dei polimeri I principali tipi di biodegradazione (e di degradazione) che presentano i materiali polimerici sono i seguenti: Biodegradazione chimica e biochimica; Biodegradazione idrolitica; Biodegradazione ossidativa; Processi idrolitici indotti dall'organismo ospite; Ossidazione diretta da parte dell’organismo; Ossidazione indotta da ioni metallici; Ossidazione mediata dall’ambiente esterno; Rottura per sollecitazione meccanica; Sterilizzazione. Classi di polimeri e loro applicazioni in campo biomedico 10 Poliammidi sintetiche Nylon Nylon I Nylon hanno una grande tendenza a formare fibre, sono dotati di elevata cristallinità e hanno elevata resistenza in direzione della fibra. I nylon e le poliammidi in generale sono considerati materiali biocompatibili anche se non va mai dimenticato che essi perdono molta della loro resistenza quando vengono impiantati in vivo a causa della loro igroscopicità (è noto che le molecole d’acqua adsorbite da questi polimeri tendono a plasticizzarli). Il Nylon viene attaccato dagli enzimi proteolitici. Kevlar Altro rappresentante delle poliammidi sintetiche è il poli(p-fenilen tereftalato), meglio conosciuto come Kevlar, polimero fabbricato dalla Dupont®. E’ una poliammide aromatica; viene facilmente trasformato in fibre che presentano una resistenza anche di cinque volte maggiore rispetto all’acciaio. Il Kevlar trova largo sbocco di applicazione nella realizzazione di materiali compositi. Poliesteri Poliesteri I poliesteri maggiormente utilizzati per applicazioni biomediche sono polimeri termoplastici lineari aromatici o alifatici quali il polietilentereftalato (PET o Dacron), l’acido poliglicolico (PGA), l’acido polilattico (PLA). Il campo di applicazione principale di questi materiali è quello delle suture che possono essere: bioassorbibili, realizzate con poliesteri lineari alifatici o loro copolimeri (PLA, PLGA); non bioassorbibili, realizzate in PET, Nylon 66 o Nylon 6 Poliammidi e Poliesteri: applicazioni In ortopedia sono utilizzati tessuti o fibre in Dacron o Kevlar impregnati con gomme siliconiche per la sostituzione di tendini e legamenti. I tessuti di Dacron (PET) trovano interessanti applicazioni quando è necessario rinforzare tessuti danneggiati come nelle ernie addominali e inguinali Poliammidi e Poliesteri: applicazioni ortopediche In ortopedia si usano polimeri biodegradabili (PGA, PLA e loro copolimeri) per placche, viti, chiodi intramidollari che, quando hanno esaurito la loro funzione stabilizzante di ossa fratturate, vengono riassorbiti ed eliminati dall’organismo ospite. Il processo di degradazione deve però essere controllato ed adeguato alla velocità di guarigione dell’osso, infatti, durante la degradazione, le proprietà meccaniche del polimero peggiorano, e ciò deve avvenire contemporaneamente alla mineralizzazione dell’osso. Poliammidi e Poliesteri: applicazioni cardiovascolari Nel settore cardiovascolare si usa il Dacron o il Mylar per fabbricare protesi vascolari e anelli di sutura per protesi valvolari cardiache. Questi materiali vengono prodotti in fibre e poi successivamente tessuti. La coagulazione del sangue sulla loro superficie consente una progressiva crescita del neoendotelio che li riveste e li rende emocompatibili. Poliammidi e Poliesteri: applicazioni estetiche Recenti utilizzi dell’acido polilattico (PLA) riguardano le applicazioni estetiche. Tale materiale viene infatti utilizzato sia in chirurgia plastica (seno) sia per correggere gli inestetismi della pelle: tramite iniezioni di idrogel di acido lattico è possibile eliminare rughe, correggere o aumentare il volume delle labbra, zigomi, mento, guance e fianchi. E’ inoltre possibile correggere le cicatrici post acne e post operatorie. Polisilossani I polisilossani sono polimeri a base di silicio la cui catena è del tipo seguente : Sono molto usati in quanto hanno eccellenti proprietà chimico-fisiche, di biocompatibilità (sono altamente emocompatibili) e di affidabilità nel tempo in ambiente biologico. Comprendono materiali quali elastomeri, gel, fluidi lubrificanti e adesivi, antischiumanti. Sono chimicamente stabili e non reagiscono con altri materiali come farmaci, tessuti o fluidi biologici. Polisilossani Non subiscono alterazioni durante l’uso clinico di ultrasuoni e si sterilizzano sia in autoclave sia con ossido di etilene sia con radiazioni gamma. Il più comune tipo di polisilossani è il SILASTIC (elastomero biomedico). Si usano per la fabbricazione di cateteri e tubi per condurre fluidi biologici (sangue) o altre sostanze fluide all’interno dell’organismo. Poliolefine Poliolefine Per il polietilene, all’aumentare del grado di polimerizzazione (e quindi della densità), aumentano sia la temperatura di rammollimento che la viscosità. Migliorano inoltre le proprietà meccaniche, in particolare la resistenza ad usura. Polietilene: applicazioni Oggetti in polietilene con massa molecolare e con cristallinità molto diverse e quindi con proprietà meccaniche molto diverse: il guanto e i sacchetti sono in Low Density Polyethylene (LDPE) i contenitori di liquidi sono in High Density Polyethylene (HDPE) il piatto tibiale e la protesi di rotula sono in Ultra High Molecular Weight Polyethylene (UHMWPE) Polietilene: reticolazione E’ possibile reticolare il polietilene e le sue caratteristiche meccaniche sono funzione del grado di reticolazione. In particolare aumenta la sua resistenza (aumenta il carico di rottura e di snervamento), ma diventa più fragile (aumenta il modulo elastico). Esistono diversi modi per incrementare il cross-link del polietilene, sia per via chimica che per irraggiamento. Polietilene reticolato Attenzione il comportamento del polietilene crosslinked è buono anche se: Non esistono allo stato attuale informazioni di nessun tipo riguardo al comportamento clinico a lungo termine di componenti protesiche in polietilene reticolato; L’utilizzo di tali dispositivi deve pertanto avvenire con cautela e si consiglia il monitoraggio continuo del paziente; I dati clinici ottenuti dal follow-up di protesi in UHMWPE non reticolato non possono essere utilizzati congiuntamente a risultati delle sperimentazioni in vitro per prevederne realisticamente il comportamento. Poliuretani e Poliuree Es. Struttura Poliuretani Sono polimeri molto usati per applicazioni biomediche, in quanto hanno eccellenti proprietà chimico fisiche, di biocompatibilità e di affidabilità nel tempo in ambiente biologico. I poliuretani sono in genere copolimeri a blocchi o a segmenti costituiti da due fasi. Una meno rigida (soft segment) dell’altra (hard segment). Il rapporto in peso tra le due fasi determina le caratteristiche meccaniche del polimero. In funzione della struttura può essere rigido, elastico, adesivo, schiumoso, ecc. Poliuretani In genere, per le applicazioni biomediche si usano poliuretani che hanno proprietà di elastomeri. Fra questi, i più usati sono quelli noti come Biomer, Pellethane, Corethane e Tecoflex. Le loro applicazioni riguardano la realizzazione di camere di pompaggio dei cuori artificiali e dei ventricoli di assistenza per la circolazione assistita e protesi vascolari di piccolo calibro che presentano un’elasticità radiale simile a quella delle arterie naturali. 31 Poliuretani Altre loro applicazioni riguardano la realizzazione di guanti chirurgici Sono realizzati in poliuretano i rivestimenti delle protesi di arto superiore sia passive che attive. Poliacrilati Poliacrilati: Struttura PMA PMMA Poliacrilati Data la presenza di gruppi metilici, PMA e PMMA si presentano come materiali amorfi. Essi sono di solito trasparenti; in particolare il PMMA presenta una trasmissione della luce pari al 92% ed ha un alto indice di rifrazione (1,49). La presenza di gruppi più ingombranti nella catena laterale rende, a parità di peso molecolare, il PMMA più resistente allo stiramento del PMA (carico di rottura di 60 contro 7 MPa) e ne aumenta anche la temperatura di rammollimento (125° contro 33°C). PMA PMMA Poliacrilati: applicazioni PMMA è un materiale altamente biocompatibile in forma pura, che possiede eccellenti proprietà di resistenza chimica alle condizioni ambientali ed è molto duro rispetto agli altri polimeri, ma presenta una certa fragilità. Può essere stampato, fuso o lavorato con le macchine tradizionali. Allo stato puro ha eccellenti caratteristiche di stabilità. È molto usato nella fabbricazione di: lenti a contatto rigide, lenti impiantabili, cementi ossei per la fissazione di protesi delle giunture, protesi dentali e maxillo-facciali. Adesivi cutanei: polialchilcianoacrilati Le ferite cutanee caratterizzate da una tensione non eccessiva (i bordi sono ravvicinati senza bisogno di forti trazioni) possono essere riparate congiungendo i lembi mediante un adesivo cutaneo. Il cianoacrilato è il componente di base, ma le proprietà fisiche di ogni prodotto variano considerevolmente in ragione della catena chimica del polimero. Polialchilcianoacrilati Dermabond: 2-Octyl-cianoacrilato La resistenza e l’elevata flessibilità lo rendono adatto all'impiego su ferite di notevole lunghezza (fino a 70 cm), senza necessità di punti La polimerizzazione dell'adesivo avviene attraverso l'attivatore presente nel tampone di applicazione E’ possibile applicare più strati del prodotto per ottenere una pellicola flessibile e resistente ai movimenti. La pellicola formata da Dermabond* è una barriera antimicrobica per le prime 72 ore dall'applicazione, efficace contro Gram positivi e Gram negativi : S. epidermidis, S. aureus, E. coli, P. aeruginosa e Enterococcus Faecium. Crea uno strato protettivo per la ferita ed un ambiente umido, favorendo così una più veloce riepitelizzazione. Idrogeli acrilici Sono dei poliacrilati contenenti gruppi ossidrilici nella loro struttura. Gli idrogeli possono assorbire dal 30 al 60% di acqua rispetto al loro peso. Per questa caratteristica, oltre che per la loro buona permeabilità all'ossigeno, vengono impiegati per fabbricare le lenti a contatto morbide. Per questo impiego costituiscono una valida alternativa alle gomme siliconiche, che possiedono pure elevata trasparenza e ottima permeabilità all'ossigeno. Polimeri fluorurati PTFE Il polimero è altamente cristallino e possiede eccellenti caratteristiche fisiche e meccaniche. Il PTFE ha buone proprietà antiattrito ma basso limite elastico. Per ottenere un materiale con migliori proprietà meccaniche può essere caricato con altre sostanze realizzando un composito a matrice di PTFE La temperatura di fusione è di 600 K e anche a questa temperatura è molto viscoso, e quindi difficile da stampare e da estrudere e non può essere plastificato. PTFE espanso Una peculiare proprietà del PTFE è la possibilità di espansione su scala microscopica, con formazione di un materiale microporoso che ha notevoli proprietà di isolamento termico: GORETEX (microfibrille orientate di PFTE tenute insieme da nodi solidi, anch’essi in PTFE.) Per la produzione di impianti, la polvere viene generalmente sinterizzata sotto pressione a circa 50 MPa. Tessuti di Gore-Tex sono impiegati per la fabbricazione di protesi vascolari e protesi di legamenti Gomme naturali e sintetiche Gomme sintetiche Polimeri termoplastici ad elevata resistenza Udel Polisulfone UDEL ® offre una maggiore resistenza al calore e una migliore stabilità idrolitica del PC. Mantiene le sue buone proprietà meccaniche quando esposto a vapore e altre tecniche di sterilizzazione. Usato per Membrane di emodialisi, trattamento acque, Food and beverage, Gas separation. Hemodialysis Membranes Heart Valve Holders Water Treatment Membranes 47 Polimeri biodegradabili o Polimeri biodegradabili Policaprolattone (PCL) Ingegneria dei tessuti Uno scaffold ideale per applicazioni nell’ambito dell’ingegneria del tessuto osseo dovrebbe: possedere una struttura tridimensionale altamente porosa e dotata di pori interconnessi, essere biocompatibile e biodegradabile, con velocità di degradazione coordinata con quella di formazione del nuovo tessuto in vitro o in vivo, possedere proprietà meccaniche compatibili a quelle del tessuto osseo, promuovere e guidare la rigenerazione del tessuto attraverso il controllo locale del microambiente, rilasciando opportuni segnali al sito di interesse in maniera controllata nel tempo. Rigenerazione di tessuti Affinché si possa rigenerare il tessuto naturale si devono realizzare strutture tridimensionali in cui indurre stimoli adeguati alla ricrescita tessutale. Recenti studi dimostrano, infatti, che cellule isolate sono difficilmente in grado di organizzarsi spontaneamente per formare tessuti complessi in assenza di strutture tridimensionali che le guidino e ne stimolino le attività. Nella quasi totalità dei casi esaminati le cellule in coltura tendono a moltiplicarsi e proliferare soltanto in due dimensioni. 4/5/2017 53 Requisiti dello scaffold Biocompatibilità: il materiale utilizzato non deve determinare alcun tipo di alterazione nei tessuti con cui viene a contatto Bioattività: I materiali bioattivi favoriscono le interazioni dirette di tipo biochimico con il tessuto biologico, che può crescere sulla superficie del materiale stesso. Tutto ciò permette l’instaurarsi di un solido legame tra il tessuto naturale e l’impianto protesico (Osteocunduzione e osteoinduzione) Bioassorbibilità: il tempo di degradazione dei materiali che costituiscono l’impalcatura deve essere strettamente coordinato a quello della formazione del nuovo tessuto: la degradazione troppo rapida della matrice non permette la formazione di un tessuto completo e robusto. Tempi troppo lunghi, al contrario inducono invece la formazione di tessuto attorno allo scaffold in modo imperfetto o incompleto. Compatibilità meccanica: i materiali impiegati devono mostrare caratteristiche meccaniche (moduli elastici, risposte a tensioni applicate) compatibili con quelle del tessuto sostituito. Chimica di superficie: la funzionalità chimica della superficie (proprietà che dipende dal materiale) è un fattore importante che influenza sia l’adesione delle cellule, la loro migrazione e la segnalazione intracellulare in vitro, che il reclutamento cellulare e la cicatrizzazione dell’interfaccia tessuto-scaffold in vivo. Lavorabilità: in fase di costruzione e di impianto i materiali impiegati devono essere facilmente modellabili in modo da permettere il loro completo adattamento in funzione del tipo di impiego. Indeformabilità post-impianto: Il materiale, una volta impiantato, deve risultare indeformabile per guidare l’avanzamento del tessuto in crescita garantendone il corretto sviluppo all’interno della matrice tridimensionale. Materiali polimerici usati I materiali naturali in uso presentano il vantaggio di possedere specifiche interazioni cellulari (“riconoscimento cellulare”). Tuttavia, tali materiali vengono prelevati da tessuti umani o animali e, quindi, non sono sempre disponibili in grandi quantità e possono essere portatori di agenti patogeni. I materiali sintetici possono essere industrialmente riproducibili su larga scala e possono essere trasformati in una matrice tridimensionale nella quale la struttura principale, le proprietà meccaniche e la velocità di degradazione possono essere controllate e manipolate. Il principale svantaggio dei materiali sintetici consiste nella mancanza di segnali specifici per il riconoscimento cellulare. Materiali naturali e sintetici I materiali naturali più ampiamente utilizzati nell’ambito dell’ingegneria dei tessuti sono il collagene, gli alginati, il chitosano e l’acido ialuronico. I polimeri sintetici più ampiamente utilizzati nell’ambito dell’ingegneria dei tessuti sono: i poliesteri biodegradabili. Acido poliglicolico (PGA) Acido Polilattico (PLA) Policaprolattone (PCL)