La La gestione gestione del del rischio rischio clinico clinico nel nel grande grande anziano. anziano. Management Management del del paziente paziente anziano anziano ricoverato ricoverato ″…se il nostro destino non è di essere immortali, bisogna desiderare che l′uomo si spenga quando è venuta la sua ora, poiché in natura c′è una misura per tutte le cose, vita compresa″. ( De Senectute, Cicerone) Galeno, considerava la vecchiaia “…a metà strada tra la malattia e la salute, uno stato normalmente anormale in maniera sconcertante e parte naturale della vita”. Evoluzione dello scenario di riferimento • Invecchiamento della popolazione • Aumento delle patologie cronico degenerative • Maggiori bisogni per particolari fasce di popolazione • Conoscenza dei bisogni sanitari e dei percorsi di accesso • Risparmio forzoso per bilanci pubblici vincolati a tetti di spesa • Sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche • Complessità di modelli ed interventi basata su evidenze • Crescente impegno sul versante delle procedure e degli esiti • Relazione tra sistema sanitario e sviluppo socio economico L’invecchiamento della popolazione è caratterizzato dall’aumento prevalente degli ultraottantenni (oldest old). In questo gruppo di soggetti è estremamente frequente la cosiddetta sindrome clinica da fragilità. Essa esprime una condizione di estrema instabilità omeostatica che mette l’anziano a rischio di gravi complicanze, perdita dell’autosufficienza, istituzionalizzazione e morte anche per eventi di per sé di modesta entità. caso "estremo" di anziano fragile: "… paziente storicamente ignorato dalla medicina tradizionale, in quanto numericamente irrilevante, non gratificante sul piano professionale, perché inguaribile, "scomodo" da gestire da parte delle strutture sanitarie ed assistenziali, anche perché spesso disturbante …" 1999). (Senin U., Chi sono gli anziani fragili? “quei soggetti di età avanzata o molto avanzata, cronicamente affetti da patologie multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e delle malattie sono spesso complicati da problematiche di tipo socio-economico. Sulla base di questa definizione, la fragilità comporta un rischio elevato di rapido deterioramento della salute e dello stato funzionale ed un elevato consumo di risorse.” Linee guida per la valutazione multidimensionale dell’anziano fragile Giornale di Gerontologia 2001; 49 (suppl. 11) ANZIANO FRAGILE almeno una delle seguenti caratteristiche: >80 anni dipendenza fisica almeno 3 elementi di comorbilità: incontinenza urinaria instabilità posturale allettamento o immobilizzazione sindrome depressiva decadimento cognitivo L’invecchiamento è un fenomeno inevitabile e quindi come tale non è oggetto d’interventi sanitari, ma i fattori di rischio sono modificabili grazie all’educazione sanitaria e a interventi di prevenzione secondaria. L’età, peraltro, non è a priori una determinante di fragilità. 27.4.2010 Dott. Egidio SESTI – Direttore UOC Qualità Aziendale e Risk Management NUOVA TENDENZA • diversa distribuzione delle risorse • riorganizzazione dei servizi socio-sanitari • visione olistica della persona In questo senso l’assistenza diventa • continuativa nel tempo • incentrata sul concetto di riabilitazione e di recupero (almeno parziale) delle funzioni perdute • orientata alla prevenzione del decadimento psico-fisico • ‘integrata’ e coordinata nell’ambito di un sistema di • SERVIZI A RETE Anni 70 OGGI LUOGHI DELLE CURE Ospedale Poliambulatorio Med.condotto Farmacia manicomio Med. Provinciale uff. sanitario pronto soccorso degenza ter.intensiva Week Hospital Day Hospital Day surgery riabilitazione Day service cure primarie centro diurno ospedale a domicilio comunità protetta comunità alloggio gruppo auto-aiuto RSA - ospice Il case-manager Facilita il passaggio di presa in carico tra ospedale e territorio che non deve presentare discontinuità o frammentazioni e le strutture coinvolte devono essere in collegamento fra loro attraverso precisi e codificati rapporti funzionali. Il problema del ricovero in ospedale del paziente anziano affetto da malattia acuta, che rappresenta uno degli aspetti più rilevanti per quanto concerne l’utilizzo dei servizi sanitari, non è stato a tutt’oggi adeguatamente affrontato né risolto e la discussione se l’ospedale rappresenti realmente la risposta più adatta ai bisogni di salute di questa fascia di popolazione è lungi dall’aver identificato una soluzione definitiva. Circa un terzo dei letti ospedalieri per acuti dedicati è occupato da pazienti di età superiore ai 65 anni. il 75% dei pazienti ultra-settantacinquenni che prima del ricovero in ospedale godevano di una buona salute funzionale, alla dimissione presentano problemi di autosufficienza e, per la maggior parte dei casi, il peggioramento non sembra debba essere attribuibile alla malattia che ha portato all’ospedalizzazione. Le patologie che più frequentemente spingono l’anziano a chiedere il ricovero sono cardiovascolari (angina, scompenso cardiaco), dell’apparato respiratorio (riacutizzazione di bronchite cronica, asma bronchiale; polmonite), i tumori (carcinoma del polmone, della mammella, del grosso intestino), le malattie neurologiche (vasculopatie cerebrali acute, le alterazioni dello stato di coscienza). Per queste patologie, la cui terapia si fonda necessariamente L’ospedalizzazione domiciliare è poco economica, può essere rivolta solo a specifiche condizioni morbose e non è in grado di ridurre in modo significativo il numero delle ospedalizzazioni. l’ospedale è il peggior nemico dell’anziano! Come affrontare allora il problema dell’ospedalizzazione dell’anziano? Come ridurne i danni? Se l’ospedale mantiene la centralità nella cura dell’acuzie dell’anziano com’è possibile evitarne le complicanze? I danni dell’ospedalizzazione possono essere evitati laddove vengano attuate specifiche modalità assistenziali. la durata della degenza nell’ospedale deve essere la più breve possibile: si può ottenere coniugando la competenza dello staff assistenziale con l’efficienza della struttura. Un altro problema proviene dalla decisione circa le procedure diagnostiche da adottare e la loro disponibilità in tempi rapidi. Il numero delle indagini e la velocità con le quali possono essere effettuate è infatti uno dei fattori primari responsabili della durata della permanenza dell’anziano in ospedale. Un ulteriore aspetto cardine che riguarda il rischio di complicanze ospedaliere concerne gli atteggiamenti assistenziali da adottare durante la degenza: nella maggior parte i pazienti non necessitano di rimanere a letto durante la giornata (non tutti hanno necessità di terapie endovenose, di ossigeno terapia, di interventi ingiustificati di cateterismo vescicale!). l’introduzione di linee guida ospedaliere per il trattamento di specifiche patologie è in grado di ridurre significativamente la durata della degenza. Prescrizione farmacologica le conoscenze terapeutiche non sembrano trarre benefici dai trial clinici, dai quali spesso è escluso l’anziano fragile affetto da patologie multiple ed in trattamento plurifarmacologico. Inoltre la difficoltà di gestione di questi pazienti aumenta dinanzi a successivi interventi farmacologici di altri specialisti (oculisti, O RL, ortopedici ecc.), che non considerano adeguatamente il complicato insieme, clinico e terapeutico, dei pazienti anziani fragili. La sicurezza della terapia ● Errore nella sostanza ● Errore nella somministrazione Dose Via Tempo ● Mancata somministrazione ● Scambio di persona ● Interazioni - Allergie Dalla scheda di terapia alla dose unitaria? Usare Usare possibilmente possibilmente pochi pochi farmaci, farmaci, dei dei quali quali si si conoscano conoscano ii vantaggi vantaggi in in termini termini di di efficacia efficacia ee ii problemi problemi di di sicurezza; sicurezza; usare usare ii farmaci farmaci nuovi nuovi solo solo se se realmente realmente innovativi innovativi ed ed efficaci, efficaci, osservando osservando tutti tutti ii loro loro effetti effetti nel nel tempo. tempo. Qualora Qualora si si debba debba aggiungere aggiungere un un farmaco farmaco in in politerapia politerapia occorre occorre domandarsi domandarsi se se gli gli altri altri siano siano realmente realmente indispensabili. indispensabili. IlIl medico medico di di famiglia famiglia deve deve aggiornare aggiornare le le cartelle cartelle cliniche cliniche informatizzate informatizzate continuamente continuamente registrando registrando le le terapie terapie ee le le reazioni reazioni avverse avverse pregresse, pregresse, rivedere rivedere periodicamente periodicamente le le politerapie politerapie ee le le terapie terapie di di vecchia vecchia data; data; di di fronte fronte ai ai sintomi sintomi deve deve valutare valutare sempre sempre l’ipotesi l’ipotesi iatrogena. iatrogena. Definizione di dimissione protetta In realtà non si definisce la dimissione protetta ma la persona che necessita di dimissione protetta. Chi necessita di dimissione protetta è la persona con “ fragilità” un termine con cui si individuano le persone “a rischio” (in questo caso, per esempio, di nuove ospedalizzazioni) per: - condizioni cliniche precarie - mancanza di un adeguato supporto di reti famigliari, amicali o parentali -inadeguatezza socio-economica Il reparto che dimette il paziente si rende disponibile a dare supporto con un adeguato addestramento a chi, a domicilio, si prenderà cura del paziente La crescente specializzazione e tecnologizzazione della medicina si accompagna dunque, anche nella divulgazione, all’idea che essa sia in grado di riuscire ad ampliare senza limiti le sue possibilità di azione […] nella nuova relazione medico-paziente. Al primo si sostituisce un tecnico iperspecializzato ma che ha perso ogni carisma, e al secondo un utente che condivide o crede di condividere molti aspetti di una conoscenza scientifica non più esclusiva, ma che non può dominare e di cui si stenta sempre di più a riconoscere i limiti e la fallibilità Da qualche tempo, però, molto è cambiato nelle dinamiche collettive, richiamando l′attenzione sulla condizione dell′anziano. Motivazioni di questo nuovo interesse, • eventi demografici (diminuzione delle nascite e aumento della vita media), • economici e di organizzazione (carico pensionistico gravissimo e drastica riduzione del mercato del lavoro a tutte le età ), • culturali e psicologici (la sofferenza dell′emarginazione silenziosa, sempre più insopportabile alla luce di una nuova razionalità sociale ) • Medici (la crisi dell′atto terapeutico ad alta intensità tecnologica, di fronte ai fenomeni di cronicizzazione e alle malattie non curabili). Rischio Clinico in Cardiologia Fattori facilitanti • gravità e complessità delle patologie trattate • turnover rapido dei pazienti • terapie complesse • presidi diagnostici e terapeutici sofisticati Situazioni a rischio • in UTIC • in Pronto Soccorso • in Elettrofisiologia • in Emodinamica Documento 2009 Struttura e organizzazione Funzionale della Cardiologia Campagna ANMCO “Cardiologie Sicure” • Concetti generali di Risk Managment ed Analisi dei dati della letteratura • La comunicazione tra i sanitari e con il paziente ed i suoi familiari • Check-list : dal carrello di emergenza al foglio terapia • Emergenze cardiocircolatorie in UTIC • Situazioni a rischio nei pazienti in corsia e negli ambulatori • Situazioni a rischio nei pazienti in area critica • Situazioni a rischio nei laboratori di cardiologia interventistica e di elettrofisiologia Laboratorio di aritmologia interventistica di 1° livello Attrezzatura/strumentazione - 1 • Lettino radiotrasparente • Apparecchio radiologico con arco rotante • Lampada scialitica • Poligrafo (con ECG a 6-12 canali e almeno 4 traccie endocavitarie) • Stimolatore per elettrofisiologia • Set chirurgico per impianto PM/ ICD e per isolamento vene • Strumentazione per elettrocoagulazione • Programmatori per PM/ICD • Dotazione di materiale per il mantenimento della sterilità • Apparecchio per anestesia generale con set completo per rianimazione • Set completo per rianimazione cardiopolmonare Laboratorio di aritmologia interventistica di 1° livello Attrezzatura/strumentazione - 2 1 defibrillatore sincronizzato 2 monitor (di cui uno di riserva) 2 pacemaker esterni Sistema di monitoraggio della pressione, invasivo o non invasivo 2 pompe per infusione farmaci Set di drenaggio pericardico Ecocardiografo (nella UO, prontamente disponibile) Respiratore automatico (nella UO, prontamente disponibile) Laboratorio di aritmologia interventistica di 2° livello Attrezzatura/strumentazione - 1 Oltre alla attrezzatura/strumentazione necessaria per il 1° livello: Poligrafo (almeno 32 tracce di cui 12 per ECG e 20 endocavitarie) Sistema di mappaggio non convenzionale Apparecchio per l’erogazione di radiofrequenza Centri che eseguono l’ablazione della FA e delle TV (ventr. sn) Kit per la puntura transettale Laboratorio di aritmologia interventistica di 1° livello Requisiti organizzativi Deve eseguire in 1 anno almeno: 50 primi impianti di PM 10 primi impianti di ICD 10 (O 20) primi impianti di CRT Lo scompenso cardiaco rappresenta la principale causa di ospedalizzazione negli adulti ultrasessantacinquenni ed è una delle principali cause di disabilità . I vecchi con scompenso cardiaco sono pazienti fragili e complessi Obiettivi Obiettivi aa livello livello Ospedaliero Ospedaliero 1. 1. Diagnosi Diagnosi etiologica etiologica ee valutazione valutazione clinico-strumentale clinico-strumentale (ECG,Ecocardiogramma, (ECG,Ecocardiogramma, ECG ECG da da sforzo, sforzo, ECG ECG dinamico, dinamico, ecc) ecc) in in base base all’evidenza all’evidenza clinico-anamnestica clinico-anamnestica 2. 2. Programmazione Programmazione terapeutica terapeutica del del paziente paziente instabile instabile (ripetuti (ripetuti episodi episodi di di scompenso) scompenso) ovvero ovvero con con scompenso scompenso di di classe classe NYHA NYHA III III ee IV IV 3. 3. Monitoraggio Monitoraggio di di efficacia, efficacia, tollerabilità tollerabilità ed ed effetti effetti collaterali collaterali della della terapia terapia nei nei casi casi di di scompenso scompenso cardiaco cardiaco severo severo 4. 4. Indicazione Indicazione ad ad eventuale eventuale intervento intervento cardiochirurgico cardiochirurgico (es. (es. valvulopatie, valvulopatie, cardiopatia cardiopatia ischemica) ischemica) Obiettivi Obiettivi aa livello livello Ospedaliero Ospedaliero 5. 5. Stratificazione Stratificazione prognostica prognostica 6. 6. Indicazione Indicazione ad ad eventuale eventuale trapianto trapianto cardiaco; cardiaco; in in tal tal caso caso ilil paziente paziente viene viene avviato avviato aa centri centri di di riferimento riferimento regionale. regionale. 7. 7. Riabilitazione Riabilitazione cardiologica cardiologica multiprofessionale multiprofessionale (cardiologo, fisiatra, nutrizionista, psicologo, (cardiologo, fisiatra, nutrizionista, psicologo, diabetologo, diabetologo, ecc) ecc) 8. 8. Definizione Definizione cronologica cronologica del del controllo controllo cardiologico cardiologico specialistico specialistico in in accordo accordo con con ilil MMG. MMG. La vecchiaia non è una malattia, né tantomeno un problema, mi disse il capo villaggio di Karpasdangha in Bangladesh. I GRANDI VECCHI Gli anziani del nostro villaggio sono rispettati e riveriti; essi conoscono la storia del nostro popolo, il potere della nostra medicina, il segreto degli spiriti antichi che proteggono il villaggio. Gli anziani custodiscono e trasmettono poi ai giovani la vita della nostra gente. Come è diverso il pensiero occidentale! Quando si parla di anziani, pare di occuparsi di gente inutile allo sviluppo della società, bisognosa piuttosto di attenzione, di assistenza e di aiuto, assolutamente improduttiva. 27.4.2010 Dott. Egidio SESTI – Direttore UOC Qualità Aziendale e Risk Management La La standardizzazione standardizzazione èè una una delle delle pietre pietre angolari angolari del del miglioramento miglioramento continuo. continuo. IlIl punto punto iniziale iniziale di di ogni ogni sforzo sforzo per per migliorare migliorare èè sapere sapere dove dove si si èè in in quel quel momento momento -- Ernst Ernst & & Young Young