Aterosclerosi - Magazine Delle Donne

Aterosclerosi
L’aterosclerosi è una forma di degenerazione delle arterie che si manifesta con delle placche ateromasiche
nelle arterie.
1. Aterosclerosi e arteriosclerosi
2. Definizione
3. Sintomi
4. Diagnosi
5. Cura
6. Prevenzione
Aterosclerosi e arteriosclerosi
Nel linguaggio corrente i due termini sono spesso confusi: l’arteriosclerosi è storicamente un termine
generale che designa l’ispessimento della parete arteriosa, qualunque sia la causa all’origine. Oggi, invece,
l’arteriosclerosi designa nello specifico l’invecchiamento “normale” della parete che tocca essenzialmente le
arterie muscolari e quelle renali (nefrosclerosi). Essa si si distingue dall'aterosclerosi, che, al contrario,
indica una malattia arteriosa cronica caratterizzata da dei depositi di lipidi nelle arterie in rapporto con un
tasso di colesterolo troppo alto nel sangue.
Definizione
Le placche aterosomiche sono un accumulo di diversi elementi come il grasso essenzialmente
rappresentato dal colesterolo, dal calcio e dagli scarti delle cellule. Il tabagismo, l’obesità, la sedentarietà,
l’alcolismo, il diabete, l’ipertensione arteriosa o ancora le anomalie lipidiche come l’eccesso di colesterolo
sono dei fattori suscettibili d’aggravare o di favorire l’aterosclerosi, che può essere collegata anche a fattori
genetici, quando ci sono antecedenti familiari di incidenti cardiovascolari.
Sintomi
I sintomi dell'aterosclerosi variano in funzione delle arterie colpite: infarto del miocardio, per le arterie
coronariche (aterosclerosi coronarica), problema cerebrovascolare, riguardante le arterie carotidee
(aterosclerosi carotidea) e dal cervello, aneurisma, soprattutto a livello dell’aorta o ancora dell’arterite
occlusiva degli arti inferiori (aterosclerosi celebrale).
Diagnosi
Per la diagnosi dell’aterosclerosi, il medico comincia con un interrogatorio del paziente cui si sospetta
un’aterosclerosi, questo mira a comprendere se il soggetto ha antecedenti famigliari e osservare l’insieme
dei fattori di rischio già citati (quelli cardiovascolari). In funzione dei sintomi descritti dallo stesso paziente, il
medico procede a praticare un elettrocardiogramma, un’angiografia coronaria (esame radiologico che
consente di visualizzare il funzionamento delle arterie che alimentano il cuore: le arterie coronarie, per
mezzo di un liquido a base di iodio iniettato nelle arterie in assenza di allergie), un eco doppler degli arti
inferiori o del tronco sovraortico (esame che si basa sulle onde sonore e che produce un’immagine dei vasi
sanguigni che riflettono lo stato della circolazione sanguigna) e l’esplorazione delle arterie del collo
destinate al cervello. Richiesto, eventualmente, anche un bilancio ormonale.
Cura
Il medico può prescrivere dei farmaci atti a ridurre il tasso dei lipidi e del colesterolo nel sangue o ancora
prescrivendo anticoagulanti per prevenire i rischi di formazione di coaguli. Ancora tanti i farmaci utilizzati
per lottare contro le malattie che aumentano il rischio cardiovascolare, tra cui farmaci per la tensione o per
il diabete. Nel caso in cui il calibro dell’arteria è troppo ridotto dall’aterosclerosi, responsabile dei sintomi,
viene praticato un intervento chirurgico.
Prevenzione
Bisogna in primo luogo conoscere e saper gestire la propria pressione arteriosa, il diabete e il tasso di
colesterolo, adottando un regime di vita sano ed equilibrato. Evitare il tabacco, praticare attività sportiva
regolare e osservare una dieta povera di grassi, monitorare il peso e ridurre sia il consumo di alcol che
l’esposizione allo stress.
Foto: © BlueRingMedia- Shutterstock.com
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