ARTICOLO N°5: IL BILANCIAMENTO FISIOLOGICO. LA SAGGEZZA

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ARTICOLO N°5:
IL BILANCIAMENTO FISIOLOGICO. LA SAGGEZZA DEL
CORPO
La natura mira sempre alla totalità, all'integrità e la salute è una creazione positiva.
Come abbiamo da poco visto negli argomenti precedenti, il corpo deve essere
trattato come un insieme e non come dei frammenti, come è stato fatto fino ad
ora dalla medicina non capace di capire gli aspetti più profondi dell’essere,
dovremmo rifiutare la mescolanza di cose confuse. Il potere di compensazione, o
di bilanciamento (forza di riserva), che permette all'uomo giovane di vivere una
vita di abusi per lungo periodo senza danni apparenti. È sempre la compensazione
che permette all'uomo di continuare a vivere, forse per anni, dopo che il chirurgo
di turno ha lasciato di loro solo una minima parte del guscio di ciò che erano
prima. È la compensazione che permette al paziente che soffre ad esempio di
diabete di continuare a vivere, malgrado la distruzione dei tessuti del pancreas, è
questo bilanciamento fisiologico che permetterà a quegli stessi pazienti di vivere
per molti anni, se solo saranno in grado di capire come vivere senza affaticare la
compensazione. Nella vita moderna la compensazione ci permette di vivere per
molti anni di più di quanto vivremmo se non ci fosse questo potere. La vita
moderna sovraccarica tremendamente tutto l’organismo dell’uomo e se non fosse
per questa forza di riserva, molti uomini e donne non avrebbero mai raggiunto la
maturità.
Esiste una grande varietà di tessuti e organi del corpo, nel caso in cui si verifichi la
mancanza o l’indebolimento di uno di essi, il danno può essere riparato con una
maggiore attività degli organi rimanenti e alcuni tessuti del corpo sono così simili
nella funzione, che la mancanza di uno viene compensata con l’aumento o la
modificazione della funzione di un altro simile.
Ci sono numerosi esempi di questo, ed ora ne descriverò alcuni.
Nei reni alla distruzione delle cellule singole, si rimedia immediatamente con la
produzione di nuove cellule, non si può, però, rimediare al danno subito da una
massa consistente di tessuto, e questo danno implica un aumento delle quantità di
lavoro che devono svolgere le cellule rimanenti, che aumento la loro attività e si
ingrandiscono, in modo da soddisfare la richiesta di lavoro extra. Se viene
asportato un rene, l’altro si ingrandisce di più (ipertrofia) per svolgere anche il
lavoro che era svolto da quello rimosso, il rene può essere anche asportato per due
terzi, e le parti rimanenti continuano a svolgere il loro lavoro. Nell'infiammazione
cronica dei reni c’è una graduale distruzione e degenerazione dei tessuti
funzionale, il loro posto viene occupato dal tessuto connettivo (sostituisce il
tessuto renale distrutto), che non è un tessuto funzionante, ma è in grado di
consentire al rene di continuare a vivere con meno cibo e in condizioni in cui i
tessuti funzionanti muoiono. Una volta innescato questo processo di
cicatrizzazione, esso va avanti fino a quando i reni si riducono a un quinto della
loro grandezza normale. La corteccia renale si riduce da un terzo a un sesto della
sua grandezza normale, o può anche sparire completamente. Molti dei tubuli
contorti e dei glomeruli vengono distrutti. Il fatto che una minuscola parte del
rene rimasto possa svolgere il suo lavoro, prova, in conclusione, che i reni normali
sono in grado di svolgere molto più lavoro di quanto richiesto da una vita
normale e bisogna abusare per molto tempo delle nostre funzioni renali prima di
distruggerle completamente. Infatti i pazienti anche in uno stato avanzato,
possono stare lunghi periodi senza accusare nessun sintomo, dimostrando, quindi,
che anche se rimane solo un piccolo tessuto che funziona, esso è in grado di
mantenere un buon livello di salute, se il paziente impara a vivere in modo
adeguato. Esiste reciprocità fra i reni e la pelle, quando ad esempio, a causa
dell’esposizione al freddo, o per uno shock, si interrompe l’escrezione cutanea, i
reni aumentano la loro attività eliminando l’acqua e i residui normalmente espulsi
attraverso la pelle.
Un fatto simile lo possiamo riscontrare nella cirrosi epatica, dove molte cellule
epatiche vengono distrutte e sostituite con tessuti fibrosi e in questo modo, una
grande parte del fegato può essere distrutta, e tuttavia le parti rimanenti sono in
grado di svolgere il lavoro normale dell’organo fino a che la “forza nervosa” glielo
permette. Come nei reni e degli altri organi del corpo, una piccola quantità di
fegato è sufficiente a svolgere le funzioni relative al metabolismo dello zucchero e
dell’urea. In un fegato normale c’è una grande riserva di potere, più di quella che
serve ad affrontare le emergenze di una vita normale, infatti, i tre quarti del fegato
possono essere asportati e la persona può continuare a vivere.
Un altro esempio è la degenerazione completa del pancreas dovuta a “malattia”
(come direbbe la medicina), o la sua asportazione, distrugge la capacità che ha il
corpo di ossidare lo zucchero. Possono essere asportati i quattro quinti del
pancreas, infatti solamente un quinto è necessario al corpo per fornirgli l’ormone
pancreatico di cui ha bisogno, da questo è evidente che, anche nel pancreas
normale, c’è una grande riserva di potere, più di quanto ne serva per affrontare i
casi di emergenza. È altrettanto evidente che il diabete, presente in quelle persone
che hanno ancora il pancreas che funziona bene, può essere curato se viene
corretto il modo di vivere.
Il benessere delle singole parti, come di tutto il sistema, richiede che ogni organo
svolga il suo lavoro con uniformità e vigore, perché l’eccessiva secrezione da parte
di un organo qualsiasi porta l’indebolimento dell’organo e spesso anche del suo
funzionamento, e, quindi, ad un’assimilazione imperfetta, a malattie locali, a un
danno generale e alla morte. Gli organi depuratori, si aiutano reciprocamente
nelle loro funzioni persino quando il corpo è sano, e in caso di malattia esplicano
spesso una funzione vicariante, come nell'esempio sopra riportato tra i reni e la
pelle, questo ed altri casi sono sufficienti a dimostrare le risorse meravigliose
dell’economia vitale nelle emergenze, e la grande importanza dell’integrità di ogni
organo.
Altri esempi di compensazione più comunemente conosciuti, sono quelli
dell’aumento della percezione uditiva relativa ad un orecchio quando l’altro è
affetto da sordità, o la maggiore acutezza visiva quando l’altro è affetto da cecità.
Ad alcune persone cieche è stato insegnato a distinguere i colori attraverso il tatto,
altri senza braccia sono spesso in grado di fare con i piedi e le gambe quello che
dovrebbero fare con le mani. In alcuni stati tossici del corpo la ghiandola tiroidea
si ingrossa producendo ipertiroidismo o gozzo e l’asportazione di una parte della
ghiandola porta l’ingrandimento della parte rimanente. L’ingrossamento di un
organo è di due tipi. Per prima cosa c’è aumento nella grandezza delle cellule
(ipertrofia), se questo non basta a svolgere il lavoro extra, allora segue un
aumento delle cellule (iperplasia), entrambe servono a fare aumentare la capacità
di efficienza dell’organo perché questo possa soddisfare le richieste che gli
vengono fatte. Un esempio comune di ipertrofia si nota nell'ingrossamento delle
ghiandole linfatiche in varie parti del corpo, in seguito ad infezioni, come quando
facciamo un vaccino, esso è materiale settico, ed ingrossa le ghiandole del braccio,
del collo e del petto e causa tutta una serie di manifestazioni patologiche, che il
medico chiama comunemente “reazioni del vaccino” e spesso molti danni non
vengono inclusi in tale denominazione. Cosa succede? Il vaccino entra nella linfa e
trasportato nei canali linfatici fino ai linfonodi e alle ghiandole linfatiche, dove
inizia il lavoro di distruzione. Queste ghiandole sono obbligate ad ingrandirsi
(ipertrofia) per far fronte alle richieste che gli vengono fatte per l’eccessivo
avvelenamento, se non riescono a svolgere questo lavoro, si genera setticemia e
quindi la morte. Il processo di ipertrofia e iperplasia non fanno altro che
confermare il fatto che la malattia è un processo curativo. C’è una storia di due
persone, un medico e un’infermiera, che si infettarono in alcune parti del corpo,
per essere stati a contatto con cadavere, entrambi avevano delle abrasioni sulla
pelle delle dita, dopo alcune ore, le ferite sulle dita di entrambi si infiammarono e
divennero molto dolorose, con delle linee rosse che salivano fino alle braccia
lungo il corso dei vasi linfatici. Erano prostrati ed avevano la febbre alta, le
ghiandole linfatiche nella cavità del braccio del medico di ingrossarono molto ed
andarono in suppurazione. Tuttavia egli guarì. Nel caso dell’infermiera, tutti i nodi
linfatici della cavità del braccio e vicino ad essa vennero asportati con una
operazione, così che fu interrotta l’infezione nella parte alta del braccio, seguì
un’infezione generale e in pochi giorni morì.
Negli esempi di compensazione che vi ho descritto (ma anche in altri casi), c’è una
necessità impellente di azione vicariante, e quegli organi e quelle parti che sono
implicati in essa, si basano sul principio di autocompensazione e manifestano,
quindi, un adattamento previo al lavoro. L’azione compensativa, o di
bilanciamento, non può essere considerata in alcun modo un’azione casuale o
sbagliata, ma diventa, in queste circostanze, il dovere preciso dell’organo che la
compie, ed è l’unica azione che dovrebbe o potrebbe essere giusta. I
comportamenti descritti mostrano, senza dubbio, l’unità di azione degli organi del
corpo per una causa comune o per uno scopo comune, mostrano l’importante
sorveglianza che le forze e le leggi della natura esercitano sulle funzioni del corpo,
e ciò dovrebbe portarci ad essere molto cauti nei nostri tentativi di risanare
l’organismo, il quale adatta, in modo dolce e delicato, i mezzi agli scopi, perché
corriamo il rischio che gli sforzi che facciamo per difenderci da ciò che riteniamo
sbagliato contrastino con le forze della vita e danneggiano il corpo, anziché
aiutarlo. Gli organi non esistono per sé stessi, ma sono parti di un insieme
fisiologico più grande, la cui efficienza dipende dal fattore sintetico della simbiosi
(quasi sempre trascurato), dalla cooperazione, dalla subordinazione e dalla
compensazione. Le capacità difensive di un organo dipendono dall’organismo,
così come ogni organo contribuisce alla difesa dell’intero organismo. Il grado più
elevato di rapporto fisiologico e di divisione del lavoro, così come il miglior
funzionamento del corpo che noi chiamiamo salute, dipendono principalmente
dalla nutrizione.
(Dagli scritti di Herbert M. Shelton e J.H. Tilden)
IGIENISTA NATURALE GIUSEPPE TEDESCHI
CONSULENTE IN SCIENZE DELLA SALUTE E BENESSERE;
CONSULENTE IN NUTRIZIONE, COMPORTAMENTO ALIMENTARE ED ERBORISTERIA;
PERSONAL E YOGA TRAINER;
FONDATORE DEL Vidhi Qi-Yoga®.
Iscritto al registro SISB (Società Italiana di Scienze del Benessere), Associazione culturale di ricerca scientifica, Ente di
riferimento per tutti coloro che operino nell'ambito delle Scienze della salute e del benessere, della normativa vigente
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