Lezione 17 – 10 dicembre 2009 Morfologia • Il participio Sintassi • Funzioni del participio: attributivo, sostantivato, predicativo, congiunto Le funzioni sintattiche del participio Il participio è una forma nominale del verbo, cioè “partecipa” di caratteristiche tipiche sia dell'aggettivo che del verbo. • In quanto aggettivo, si declina e concorda con un termine della frase, al quale è attribuita l'azione espressa dal verbo. • In quanto verbo, il participio esprime una relazione temporale (il participio perfetto di anteriorità, quello presentedi contemporaneità, quello futuro di posteriorità) con il verbo della frase cui appartiene; ha una diatesi (quello perfetto passiva, quello presente e futuro attiva); può reggere argomenti ed espansioni. Tradurre il participio Il participio perfetto e il participio passato italiano svolgono funzioni ampiamente analoghe: possiamo pertanto tradurre sempre “a calco”, tranne che in un caso che vedremo più avanti. Il participio presente invece in italiano è morto: restano forme che si sono cristallizzate come sostantivi (“sapiente, cantante, spiovente, insegnante, studente, dirigente”...) o come aggettivi (“scostante, ingombrante, irruente, deficiente”...), di cui il parlante non percepisce nemmeno più il valore verbale. Pertanto possiamo tradurre “a calco” solo quando è rimasto in italiano vivo il participio corrispondente (es.: sapiens e “sapiente” – anche se non è del tutto esatto, perché sapiens vuol dire propriamente "saggio"). In caso contrario, dovremo usare un aggettivo di significato corrispondente (es. continens →“moderato”) o una proposizione relativa (es. iens → “(colui) che va”), o (nel caso del participio congiunto) con una proposizione esplicita o col gerundio. Il participio come nome / aggettivo: funzione attributiva sostantivata predicativa • Attributivo, quando al nome con cui è concordato viene attribuita l’azione indicata dal verbo: Lysander Lacedaemonius Athenienses in Peloponnesios bellum gerentes confecit. (Corn. Nep.) “Lo spartano Lisandro sconfisse gli Ateniesi che facevano guerra al Peloponneso”. • Predicativo, quando, riferito al verbo della frase cui appartiene, ne specifica una modalità: Ego murmillonem sub Ti. Caesare de raritate munerum audivi querentem. (Sen.) “Ho udito un mirmillone lamentarsi (che si lamentava) della scarsa frequenza dei giochi sotto l'imperatore Tiberio”. • Sostantivato, quando viene usato senza il nome di riferimento: Religionum colentes, meritam dis immortalibus gratiam persolvunt. (da Cic.) “Coloro che osservano i precetti religiosi (lett. “gli osservanti dei precetti”) attribuiscono la giusta riconoscenza agli dei” Esercizio (il participio come nome /aggettivo) 1. Nullam enim sapiens nec iniuriam accipere nec contumeliam potest. (Sen.) 2. Adulescens constantis animi inruentem feram venabulo excepit. (Sen.) 3. Ciceroni ex patria fugienti ab Attico ducenta et quinquaginta milia sestertium donantur. (Nep.) 4. Egentes in locupletis, perditi in bonos, servi in dominos armabantur. (Cic.) 5. Non potui in illo sumptu non necessario neglegens esse. (Cic) 6. Audentes fortuna iuvat. 7. Naufrago manum porrige, erranti viam monstra, cum esuriente panem tuum divide. (Sen.) 8. Oculis patentibus dormiunt beluae. 9. Interrogantibus libenter magister respondet. 10. Pariter obsidentes obsessosque inopia vexavit. (Liv.) 11. Ranis regem postulantibus parvum tigillum Iuppiter demisit. 12. Nemini patriam amanti consilia Catilinae placere possunt. Il participio congiunto Il participio può inoltre svolgere la funzione di un subordinata circostanziale implicita, il cui soggetto è il nome con cui il participio è concordato. In questo caso si chiama participio congiunto. Tale proposizione istituisce una dipendenza logica di tipo temporale, causale, e, più raramente, ipotetico e concessivo. Il participio presente esprime un rapporto temporale relativo di contemporaneità rispetto alla frase in cui è collocato. Potremo rendere questo costrutto con una frase esplicita, rispettando il valore logico e la relazione temporale di contemporaneità, oppure, se è nominativo, col gerundio presente, un costrutto che ha in parte ereditato i valori del participio latino. Es.: Aurelia Orestilla nubere Catilinae dubitabat, timens privignum adulta aetate. (Sallustio) “Aurelia Orestilla esitava a sposare Catilina, poiché temeva/ temendo (il soggetto è Orestilla, nome con cui il participio è concordato) il figliastro in età adulta” . Facciamo seguire esempi degli altri valori logici che il participio può assumere: • Temporale (ricorda il rapporto di contemporaneità: lo tradurremo sempre con “mentre”) Sex. Roscius occisus est a cena rediens. (Cic.) “Sesto Roscio fu ucciso mentre tornava/ tornando da una cena”. • Ipotetico Nemo se potest absolvere, et innocentem homo se dicit respiciens testem, non conscientiam. (Sen.) “Nessuno si può assolvere, e l'uomo si dice innocente se guarda/ guardando un testimone, non la propria coscienza”. • Concessivo Hostilia circa me omnia videns, tamen integrum incolumemque censum meum puto. (Sen.) “Anche se vedo / pur vedendo tutto ostile intorno a me, tuttavia considero integro e illeso il mio patrimonio”. Esercizio (participio congiunto) 1. Mendaci homini ne vero quidem dicenti credere solemus. (Cic.) 2. Equitatus noster inter duas acies perequitans commodum ac tutum nostris receptum dat. (Caes) 3. Timotheus classi praefectus, circumvehens Peloponnesum, classem Lacedaemonium fugavit. (Nep.) 4. Ego, de provincia decedens, quaestorem Caelium provinciae praeposui. (Cic.) 5. Pomptinus conscendens navem Epheso Laodiceam revertit. (Cic) 6. Canes in Nilo flumine currentes bibunt ne a corcodilis rapiantur. (Phaedr) 7. Currens Lepta venit mihique nuntiavit adventum tuum. (Cic.) 8. Ligarius, frustra recusans, provinciam accepit invitus. (da Cic.) 9. Dictator triumphans in urbem rediit. (Liv.) 10.. Decedens Considius provincia, satisfecit omnibus. (da Cic.)