_________________________________________________________________________________________________Percorso formativo 2009
Gruppo Como
Musica
13 marzo 2009
Intervento Prof. Carlo DELFRATI
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Ora
Attività
Contenuti
14.40
Introduzione
Autopresentazione del formatore e dei corsisti (in che istituto insegnano, se hanno
già attivato o meno un laboratorio)
15.25
Presentazione
intervento
15.05
I Immagine:
laboratoriobunker. Esempio
dello stereotipo
comunemente
diffuso sulla scuola
di musica
II Immagine:
Laboratoriodiscoteca
15.35
Alcuni esempi:
Terragni: l’idea del progetto è mantenere l’offerta curricolare e ampliarla con una
extracurricolare con un laboratorio per orchestra e uno per coro (valorizzando così
il gran numero di studenti che studiano in autonomia fuori da scuola e la possibilità
di costruire una rete sul territorio con le scuole di musica che formano i ragazzi).
Bertarelli di Milano è un istituto professionale con poche attività extrascolastiche,
quindi la professoressa si prende in carico con la direttiva 133 di attivarne di nuove:
propone un questionario e la risposta maggiore si è orientata verso la musica; la
scuola è quella a maggior percentuale di extracomunitari di Milano. Dando il via ad
attività di questo tipo, la professoressa ha visto risvegliate delle risorse dormienti
nella scuola e ha riscoperto colleghi che suonano uno strumento o sono appassionati
di musica. Il laboratorio che si sta pensando di attivare è un laboratorio di canto.
Liceo artistico Bernardino Luini di Cantù, associazione ex alunni De Amicis, prof
insegna architettura e dovrebbe seguire gli studenti in un laboratorio che esplori le
affinità tra musica e architettura attraverso il gioco della composizione, con
l’associazione canturina.
Liceo scientifico Fermi di Cantù ha un laboratorio teatrale che esiste da più di 20
anni e vorrebbe ampliare l’offerta con la musica, il partner è Artemista. Il
laboratorio di musica ha fatto fatica a decollare e col Laiv vorrebbero rilanciarlo.
Gli studenti fanno fatica a partecipare perché il laboratorio dura tutto l’anno
quindi quelli che resistono sono i più motivati, che si organizzano.
Liceo artistico Frattini di Varese ha laboratorio di teatro da una quindicina d’anni
ma mancava la strutturazione più istituzionale di un laboratorio musicale-coreutico.
Perché questa formazione per i professori se già sono coordinatori del
laboratorio?
Primo: per capire cosa chiedere agli esperti esterni con i quali si collabora;
Secondo: per capire come collaborare con il proprio esperto senza lasciarlo solo e
integrando l’attività del laboratorio con il curricolo (concetto di interdisciplinarità)
Aula bunker dove l’allievo prende lezione di strumento e attraversa un’esperienza
solipsistica e quasi autistica; alla fine dell’anno partecipa ad un saggio-sfilata di 6
ore minimo che, per il pubblico di famigliari ed amici, è una vera prova di
resistenza e/o una vera dimostrazione d’affetto.
Secondo un’indagine effettuata la musica studiata così risulta all’ultimo posto della
classifica delle materie preferite dagli studenti. Il punto è che la didattica musicale
è ferma ad una cristallizzazione che risale all’800.
In discoteca ciascuno interviene come e quando vuole secondo ciò che sa fare. Es.
laboratorio percussioni: ognuno può introdursi improvvisando come e quando vuole,
non c’è nulla di pre-scritto. Come nei villaggi africani.
Sono usciti 2 volumi di Lucy Green: il primo, “How popular musician learn”, è
un’inchiesta tramite interviste a gruppi emergenti sul modo in cui si sono composti
come gruppi e su come hanno imparato a suonare. L’autrice scopre che il tipo di
apprendimento della musica è informale e nel secondo volume, ”Music informal
learning and the school”, si chiede e ipotizza cosa succederebbe se quel metodo
informale di apprendimento fosse trasferito nelle forme più tradizionali di didattica
musicale. Questo secondo volume sarà tradotto in italiano.
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15.40
Orecchio o occhio?
15.55
Partecipazione
estesa dei ragazzi
16.10
Protagonismo
attivo dei ragazzi
16.30
Importanza
dell’ascolto
16.50
Esempio di
esercizio
sull’associazione di
immagine a musica
17.00
Musica serve solo a
divertirsi?
17.1017.20
Pausa caffè
Che la didattica musicale che ereditiamo dall’800 basi tutto lo studio della musica
sulla vista quando il principale senso che si esercita in musica è l’orecchio, è un
paradosso assoluto che rende l’idea di quanto si possa rivoluzionare nelle nuove
forme di apprendimento.
La musica prima di tutto si fa, si ascolta, poi si può anche imparare a leggerla. La
scrittura della musica impone il primato dell’occhio sull’orecchio ed è un paradosso
per una disciplina che si basa sull’udito e non sulla vista. Si può imparare a suonare
partendo dall’orecchio e diventa allora molto importante la memoria uditiva. Oggi
si può appoggiarsi alla registrazione, che è un supporto alla memoria uditiva. Es.
del laboratorio di informatica musicale come ampliamento di questo tipo di
esperienza attraverso supporti multimediali. In Francia 2 milioni di persone si
costruiscono in casa uno “studio” nel quale poter scaricare e poi rimaneggiare
tracce musicali (fonte Delalande)
Al laboratorio devono poter partecipare tutti i ragazzi, bisogna quindi saper
chiedere al proprio operatore che li supporti perché tutti possano partecipare.
Es. lettura su Luigi XII, stonato ma assolutamente convinto di voler cantare nel
coro, chiede quindi al proprio compositore di scrivere un coro a più voci dove ci
fosse posto anche per lui. Compositore scrive un brano in modo da cantare lui una
parte che andasse a “sostenere” quella del re che altrimenti sarebbe calato.
Es. dello scacciapensieri, della zampogna, degli strumenti che fanno il basso
continuo o bordone o di altri che si inseriscono con un ostinato.
Non servono grandi competenze musicali per intervenire con queste strategie e per
chi è agli inizi è comunque un’esperienza di grande soddisfazione (ascolto Stand by
me e brano di Bizet).
È importante anche sollecitare l’inventiva personale; spesso si basa il laboratorio
sulla ripetizione dei repertori ma, se la scelta è quella, si può capire come
“rivisitare” i repertori. In questo caso spesso ci si scontra con un altro pregiudizio
diffuso, secondo il quale si dovrebbero padroneggiare le regole di composizione e di
armonia per poter arrivare a comporre o rivisitare ecc...
Le regole ci sono ma si imparano facendo. Es. della lingua italiana, prima si impara
a parlare e poi si capisce cos’è un anacoluto: lo si può scoprire quando capita
nel’uso della lingua.
L’ascolto può essere un buon punto di partenza non per passivizzare ma per
attivare i ragazzi rispetto all’inventiva. Si può ascoltare per scoprire strategie
compositive, per scoprire tecniche e poterle riutilizzare. (ascolto di un brano di
Mussowskji per scoprirne le strategie compositive)
Spunto da un libro sull’arte: cosa bisogna guardare per poter dipingere bene? Non la
realtà, ma come dipingono gli altri pittori. Stessa cosa vale per la musica.
Gioco sul film: si mostra un’immagine e la si associa a due musiche completamente
diverse (ascolto prima di una marcia funebre e poi di un Alleluia). I partecipanti
sono chiamati ad esprimere cosa credono sia successo in questa scena partendo dal
frammento di immagine proposto; l’immagine rappresenta un postino sull’uscio di
una porta di fronte ad una donna sdraiata a terra con una lettera aperta in mano.
Interpretazioni dei corsisti sull’immagine con la prima musica: “Se devo fingere di
avere 11 anni allora è mia mamma che riceve dal postino la pagella! Per me è una
madre che riceve la lettera dal fronte dove combatteva il figlio e la comunicazione
che è morto. Per me la moglie ha scoperto che il marito ha altri 3 figli con un’altra
donna”. Interpretazioni dei corsisti sull’immagine con la seconda musica: “è
sempre la pagella ma di mio cugino, lui sì che era bravo a scuola! Ha vinto alla
lotteria!”
La musica serve a divertirsi, al piacere, al godimento, ma può essere inserita in
diverse pianificazioni didattiche. Guardando l’immagine con musiche diverse
cambia il senso, l’interpretazione, l’emozione, la comunicazione, l’immaginario, la
suggestione…
La musica è un linguaggio e il linguaggio musicale ha un proprio campo semantico
con specifici potenziali e limiti. La musica ha detto qualcosa che l’immagine da sola
non trasmetteva e viceversa. La mancanza del linguaggio musicale nelle scuole è
quindi qualcosa di assolutamente penalizzante per gli studenti.
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17. 20
17.50
18.00
18.00
Confini tra
musica, teatro e
teatro-musica
18.10
chiusura
Esempi delle funzioni della musica nel cinema: crea atmosfera, dà emozioni,
anticipa, costruisce un refrain, fa montare la tensione ecc… Es. di Shining o di molti
cartoni animati. Spesso il mondo del cinema può essere un veicolo per attivare i
ragazzi verso l’ascolto della musica e anche di un certo tipo di musica verso il quale
magari tradizionalmente sarebbero refrattari.
Ascolto di un brano di Luigi Nono il cui titolo, tradotto in italiano sarebbe “La
foresta è giovane e piena di vita”. La ripetizione della frase “Is this all we can do”
in un crescendo e verso delle intonazioni sempre più acute crea una partitura
vocale di un certo tipo. Si può lavorare su cori vocali così come se si stesse
lavorando con un’orchestra di strumenti musicali.
Interdisciplinarità: es. lo studio della musica nelle sue strutture compositive può
poi creare dei paralleli nello studio della composizione delle immagini o nello
studio della logica. L’interdisciplina si verifica quando apprendendo nuove cose ci si
illuminano scenari conosciuti attraverso una nuova luce.
Tornando all’immagine da cui si è partiti, quella del saggio, se le musiche
diventassero la colonna sonora di un possibile spettacolo non sarebbero un’infinita
sfilata di esibizioni ma acquisirebbero un senso. Si può drammatizzare la
composizione dei vari pezzi musicali: può crearsi una macro composizione
spettacolare, es. quello che ha suonato all’inizio suona anche a metà e alla fine e
così creo un leit motiv. Nel laboratorio musicale è la musica che guida le danze, in
quello teatrale è il teatro, in quello di teatro-musica hanno pari importanza
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