Book sulle illusioni ottiche - Laboratori di Musica ed Ottica

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Fenomenologia
Teorie della visione
Le origini
Lo studio dei fenomeni luminosi risale al periodo greco antico.
L’occhio umano
Ingannare l’occhio umano
Alcune regole
Movimento
Spazio
I filosofi greci si posero il problema di svelare il meccanismo della
visione, prima ancora di investigare la natura della luce e
svilupparono diverse teorie che avevano tutte l’obiettivo di stabilire
quale relazione intercorre fra gli elementi fondamentali della visione:
l’occhio e l’oggetto visto.
Gli atomisti della scuola di Democrito, ritenevano che gli atomi che
compongono le immagini si staccassero dagli oggetti osservati ed
arrivassero come un flusso agli occhi dell’osservatore.
Secondo i pitagorici, invece, un quid esce dagli occhi dell’osservatore
e va all’oggetto osservato, come a tastarlo, rilevandone così la
presenza.
Aristotele sostiene l'idea di un movimento che si propaga tra l'oggetto
e l'occhio e che modifica lo stato dei corpi diafani. Un corpo al buio è
diafano in potenza. Lo stesso corpo quando è in luce, è diafano in
atto. Riusciamo a vedere perché c'è un’ alterazione del mezzo che si
trova tra l’occhio e l’oggetto osservato.
Il medico Galeno si occupò più specificamente dello studio
dell’occhio. Egli localizzava la sede della sensibilità visiva nel
cristallino dove gli effetti di colore passati attraverso l'aria
producevano il loro primo impatto sensibile.
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L’occhio umano
Ingannare l’occhio umano
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Movimento
Spazio
Fenomenologia delle illusioni ottiche
Le illusioni ottiche
Un elemento comune a tutte le teorie della visione proposte
nell'Antichità consisteva nell'idea che ciò che si vedeva non fosse
l'oggetto vero e proprio, ma 'qualcosa' concernente l'oggetto. In
altre parole, si pensava che la vista fosse mediata da qualcosa che
rappresentava l'oggetto visibile, sia che fosse un simulacro,
un'impressione fisica sulla cornea, una dilatazione o una
contrazione del fuoco oculare, o un'impressione di colore trasmessa
all'occhio attraverso il mezzo trasparente. Fin dall’Antichità si pose
il problema di definire la visione come reale od illusoria.
Analizziamo nel seguito la fenomenologia della visione e del
formarsi di illusioni ottiche.
Fenomenologia è un termine adottato in filosofia e psicologia per
denotare lo studio delle varie forme in cui un fenomeno appare o si
manifesta, all'opposto degli studi sulle origini causali, sulla realtà
costituente, sul significato, etc.., che vanno al di là di ciò che
appare.
Nel caso delle illusioni ottiche lo studio della fenomenologia si è
concentrato sulle condizioni che favoriscono il realizzarsi di una
illusione ottica.
L’occhio umano
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Nella seguente mappa concettuale viene riassunta la
struttura dell’occhio
Fenomenologia
L’occhio umano
Ingannare l’occhio umano
Alcune regole
Movimento
Spazio
L’occhio è come una macchina
fotografica
Le onde luminose riflesse dall’oggetto
osservato passano anzitutto attraverso la
cornea, la lente più esterna dell’occhio.
L’iride si contrae in situazioni di alta
luminosità, e si espande in caso di buio,
in modo da regolare la quantità di luce
che entra nella pupilla.
Quando questa è a fuoco esattamente
sulla retina, si ha una vista normale.
Ingannare l’occhio umano
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Fenomenologia
L’occhio umano
Ingannare l’occhio umano
Alcune regole
Movimento
Spazio
...
...
L’occhio umano può essere tratto in inganno dalla posizione
reciproca degli oggetti.
La luminosità ed il tono dei colori possono essere diversamente
percepiti a seconda del contrasto con gli oggetti limitrofi.
Le dimensioni sono “misurate dall’occhio” in paragone a
quelle degli oggetti adiacenti.
Vediamo, grazie a questi disegni, alcuni effetti ottici che
ingannano l’occhio.
Alcune regole
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L’occhio umano
Ingannare l’occhio umano
Alcune regole
Movimento
Spazio
Vediamo adesso di formalizzare la trattazione delle esperienze
spiegate nella pagina precedente. Elenchiamo, in particolare,
alcune regole in base alle quali il nostro occhio analizza e collega
le forme. Osservando le figure possiamo verificare tali regole.
Regola della somiglianza: tendiamo ad unire oggetti separati n
forme che ricordano strutture conosciute.
Regola del destino comune: tendiamo ad unire elementi che hanno
lo stesso andamento.
Regola della chiusura: tendiamo a intuire figure conosciute
osservando linee aperte che ne tracciano parte dei contorni.
Regola della continuità di direzione
Nell’immagine vediamo due
triangolo e tre cerchi, i cui contorni
sono in realtà incompleti. I nostri
occhi tendono però a congiungere
le linee in modo da individuare
poligoni conosciuti.
Regola della vicinanza
Regola della vicinanza: minore è la distanza tra gli oggetti,
maggiore è l'effetto di unione in forme unitarie.
Regola dell'esperienza passata: si tende ad unire le forme in modo
da ritrovare forme di cui si ha già una esperienza.
Regola della figura sfondo: è possibile interpretare sia come
sfondo che come oggetti in contrasto rispetto allo sfondo.
Regola della continuità di direzione: la continuità in direzione
degli oggetti facilita la loro visione come oggetti unitari.
Nelle immagini a
sinistra riconosciamo
una croce e la lettera
A rispettivamente,
perché la nostra
esperienza passata ci
porta a congiungere
le forme in modo da
creare una immagine
conosciuta.
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L’occhio umano
Ingannare l’occhio umano
Alcune regole
Movimento
Spazio
Percezione visiva e movimento
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L’occhio umano
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La percezione dello spazio
Illusioni ottico-geometriche
Le illusioni ottico-geometriche influenzano la nostra percezione dello
spazio. Possiamo ad esempio notare che la nostra percezione delle
distanze verticali è amplificata rispetto a quella delle distanze
orizzontali.
In architettura inoltre si notano alcuni effetti ottici che rendono la
percezione delle strutture difforme dalla realtà.
Nelle foto in basso vediamo alcune strutture architettoniche che
sembrano inclinate anche se naturalmente sono tutte verticali.