Roberto Nava – FILOSOFIA – CARTESIO : L’eredità di Cartesio. L’EREDITA’ DI CARTESIO Cartesio lasciò una preziosa eredità per quanto riguarda l’impostazione dell’indagine filosofica (una impostazione critica anziché metafisica) e il metodo (il metodo sintetico analitico al posto del metodo deduttivo degli scolastici). Invece egli lasciò una eredità poco invidiabile in metafisica, dove sollevò un cumulo di problemi senza risolverli. Fra questi, quelli che crearono i più forti dibattiti fra i suoi discepoli sono essenzialmente tre: 1. La sostanzialità degli esseri finiti; 2. I rapporti tra anima e corpo; 3. La conoscenza del mondo fisico. 1- Problema della sostanzialità degli esseri finiti. Cartesio aveva definito la sostanza come “res quae ita existit ut nulla alia re indigeat ad existendum”. Questa definizione si addice solo a Dio; però Cartesio aveva sostenuto che anche gli esseri finiti sono sostanze, seppure in modo imperfetto. Partendo dalla definizione cartesiana di sostanza, Spinoza concluderà che solo Dio è sostanza e che esiste, quindi, unica sostanza. Lo sviluppo della dottrina cartesiana portò al panteismo. 2- I problemi dei rapporti tra anima e corpo. Cartesio aveva diviso la realtà in due generi di sostanze: res cogitans e res extensa, completamente diverse e perciò senza rapporto reciproco, e tuttavia aveva sostenuto che le due sostanze si incontrano ed esercitano un influsso scambievole nell’uomo. Sviluppando logicamente la dottrina cartesiana del dualismo psicofisico, Malembranche concluderà che sostanza corporea e sostanza pensante non possono agire l’una sull’altra; quella che per noi è azione scambievole è pura coincidenza. Lo sviluppo della dottrina cartesiana del dualismo psicofisico portò all’occasionalismo. 3- Problema della conoscenza del mondo fisico. Nei Principi della filosofia, Cartesio aveva concluso che tutte le idee sono innate, ma aveva anche sostenuto che alcune idee ci rappresentano il mondo fisico e quindi noi possiamo conoscerlo in quanto Dio non ci inganna. Lo sviluppo della dottrina delle idee innate portò alla svalutazione della conoscenza sensitiva, alla sopravvalutazione della potenza della ragione (razionalismo) e, infine, alla negazione del mondo fisico (idealismo). Pertanto la conclusione della dottrina cartesiana sulla conoscenza furono il razionalismo e l’idealismo.