La luce viene considerata una radiazione elettromagnetica consistente nella propagazione in linea retta di un campo elettrico e di un campo magnetico. In alcuni casi le radiazioni elettromagnetiche esprimono le proprietà delle onde (teoria ondulatoria), in altri si comportano come un fascio di particelle (teoria corpuscolare). Una singola particella o pacchetto di radiazione è detto fotone (quantum energetico). E = hν ν h, costante radiazione. di Planck; ν, frequenza della Più corta è la lunghezza d’onda, più elevato è il contenuto energetico della radiazione. L’energia radiante si manifesta quindi in quantità finite (quantum) anche se i quanta (fotoni) hanno energie che oscillano tra tutti i valori possibili. La luce solare è una combinazione di tre classi: UV, VIS e IR. La radiazione visibile e quella fotosinteticamente attiva (PAR) sono generalmente comprese tra 400-700 nm. L’intensità luminosa viene generalmente espressa come flusso fotonico e misurata in µEinstein m-2 s-1 (µ µmoli fotoni m-2 s-1). Quando un composto o un gruppo funzionale assorbe un’onda elettromagnetica, il suo livello energetico passa da uno stato fondamentale ad uno stato eccitato. L’assorbimento di radiazione quantità ‘discrete’ di energia. avviene per Per passare da un livello energetico “permesso” ad un altro, una molecola deve assorbire o emettere un pacchetto di energia esattamente uguale alla differenza di energia tra i due livelli energetici. FOTOSINTESI La fotosintesi può essere considerata come l’organicazione del carbonio effettuata sfruttando l’energia della luce (reazione endoergonica). La fotosintesi trasforma l’acqua e la CO2 in composti ternari di tipo glucidico. È un processo essenzialmente di riduzione. hν ν 6CO2 + 6H2O C6H12O6 + 6O2 La fotosintesi consiste di due processi, uno di natura fotochimica, indipendente dalla temperatura (fase luminosa), ed uno di natura enzimatica, dipendente dalla temperatura (fase chimica). Nella fase luminosa si attua la conversione di energia radiante in energia chimica sotto forma di ATP, che servirà nel processo endoergonico di sintesi dei glucidi. Nella fase luminosa si formano inoltre gli equivalenti riduttivi (NADPH + H+) a spese della contemporanea ossidazione dell’acqua, con sviluppo di ossigeno molecolare (O2). Nella fase chimica la CO2 viene incorporata in specifici accettori di natura organica e subisce quindi una riduzione ad opera del NADPH formatosi nella fase luminosa. Spettri di assorbimento dei pigmenti fotosintetici Fotosistema (unità fotosintetica) Complessi antenna (LHC): complessi di pigmenti associati a proteine che veicolano l’energia radiante al centro di reazione (dimero di clorofilla a) dell’unità fotosintetica (fotosistema). Trasmissione di energia per risonanza ETC, electron transport chain Z, residuo di tirosina Pheo, feofitina QA, QB, chinoni A e B CP43, CP47, complessi antenna A0, clorofilla a modificata A1, fillochinone Fx, FA, FB, centri Fe-S Fdx, ferredossina PC, plastocianina 8 Fotolisi Nel processo di fotolisi (reazione di Hill): (4 hν) 2 H2O 4 H+ + 4 e- + O2 I quattro elettroni non passano direttamente dall’acqua al P680+, ma attraverso un complesso contenente 4 ioni manganese (OEC, oxygen evolving complex localizzato a livello del PSII), che trasferisce i quattro elettroni - uno alla volta - al P680+ tramite un residuo di tirosina (Tyr/Z). P680 hν P680* P680* + Pheo P680+ + Z Z+ + M M4+ + 2H2O P680+ + PheoP680 + Z+ Z + M+ M + O2 + 4H+ Z: tirosina M: atomo/i Mn del complesso OEC Affinché i 4 elettroni giungano al NADP+ è necessario che 8 fotoni siano assorbiti dalle molecole antenna (4 da parte del PSII e 4 da parte del PSI) Fotofosforilazione non ciclica Il risultato finale dell’assorbimento di 8 fotoni è il trasferimento di 4 e- da 2 H2O (con liberazione nel lume di 1 O2 e 4 H+) a 2 NADP+ per formare 2 NADPH+H+. Il trasporto elettronico di 4 e- determina inoltre il trasferimento di 8 H+ dallo stroma al lume (attraverso il ciclo Q del plastochinone) per un totale di 12 H+. Poiché H+/ATP = 4 (4 H+ per formare 1 ATP) 4e- 12 H+/4 = 3 ATP 8 Per ridurre 1 CO2 a monosaccaride nella fase chimica, nelle piante C3 sono richieste tre molecole di ATP e due di NADPH (ATP/NADPH 1,5:1). La fotofosforilazione non ciclica produce 3 ATP per ogni due NADPH, con un rapporto quindi ATP:NADPH di 1,5:1 sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche della fissazione di CO2. Fotofosforilazione ciclica Ogni e- riciclato verso il P700+ causa il trasferimento di 2 H+ dallo stroma al lume e quindi una ulteriore produzione di 2 H+/4 = 0,5 ATP. Quindi 4e- riciclati verso il P700+ produrranno 2 ATP (8 H+ traslocati). L’intervento della fotofosforilazione porta il rapporto ATP/NADPH a 2,5:1 5 ATP (3+2): 2 NADPH. ciclica Nel cloroplasto il trasporto ciclico aumenta la sintesi di ATP per: - fotorespirazione - assimilazione CO2 piante C4 - trasporto di soluti dentro e fuori il plastidio - riduzione NO2-e/o (ri)assimilazione di NH3 - assimilazione di SO42- conversione di triosi-P in amido - condizioni di stress Equilibrio CO2/HCO3- (cellule del mesofillo) La Rubisco (ribulosio 1,5-difosfato carbossilasi/ossigenasi) ha una maggiore affinità per la CO2 (Km = 12 µM) che per l’O2 (Km = 250 µM). Nella maggior parte delle piante C3 circa il 70% del ribulosio 1,5-difosfato è metabolizzato attraverso l’attività carbossilasica. Ciclo di Calvin 3 CO2 + 9 ATP + 6 NADPH + 5 H2O → 1 trioso-P + 9 ADP + 6 NADP+ + 8 Pi Cyt b6f Nei tessuti verdi, gli esosi presenti nell’amido (nei cloroplasti) e nel saccarosio (nel citosol) vengono respirati al buio. Nelle cellule non fotosintetizzanti (es. cellule radicali) i carboidrati vengono ossidati sia al buio che alla luce. Le piante alla luce effettuano uno scambio gassoso (emissione CO2 ed imissione di O2) che non ha niente a che vedere con la respirazione mitocondriale al buio e che, essendo legata alla fotosintesi, viene chiamata fotorespirazione. Piante C4 → fotosintesi ad alto rendimento (assenza o bassissima fotorespirazione) Piante C3 → fotosintesi a basso rendimento (presenza di fotorespirazione) -sensibilità alle alte temperature (<solubilità CO2 e >velocità fotosintesi → <CO2 e >O2) -consumo di energia (ATP) e di carbonio (CO2) -formazione composti tossici (H2O2, NH3) -alta evapotraspirazione (apertura degli stomi) Fotorespirazione La fotorespirazione può essere usata per dissipare l’eccesso di NADPH generato nella fase luminosa della fotosintesi in condizioni di alta intensità luminosa (e temperatura) e di bassa CO2 (chiusura stomi), prevenendo così danni all’apparato fotosintetico. In tali condizioni, infatti, l’energia luminosa viene utilizzata solo in parte per fissare CO2 e produrre NADPH. Ne consegue che gli elettroni riducono l’O2 disciolto nello stroma/lumen con produzione di specie radicaliche. La fotorespirazione, consumando O2, dissipa l’eccesso di energia luminosa e limita la formazione di radicali.