Capitolo 12
Il monopolio
Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione
Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl
FINORA: LA CONCORRENZA PERFETTA
La forma di mercato “benchmark”:
a) prodotto omogeneo
b) imprese price-takers
c) perfetta mobilità di K e L nel lungo periodo
d) informazione perfetta
La condizione di massimizzazione del profitto
(MR=MC), a causa di b), diventa P = MC.
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A LIVELLO DI SETTORE: l’incrocio tra la curva
di domanda di settore (= la somma orizzontale delle
curve di domanda individuali) e la curva di offerta
di settore (=la somma orizzontale delle curve di
offerta individuali) determina il prezzo di mercato,
su cui la singola impresa non può agire.
A LIVELLO DI SINGOLA IMPRESA: la curva di
offerta è la parte rilevante della curva di costo
marginale (MC); la curva di domanda è orizzontale,
perché l’impresa affronta un prezzo dato, e non può
influenzarlo in alcun modo.
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QUESTA SETTIMANA
Il monopolio
- cos’è
- come si comporta l’impresa monopolista
- le proprietà sociali dell’equilibrio monopolistico
- la politica economica nei confronti del monopolio
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IL MONOPOLIO: cos’è?
Il monopolio è una forma di mercato in
cui un unico venditore offre un bene
che non ha stretti sostituti, ad una
moltitudine di consumatori
La differenza fondamentale tra
monopolio e concorrenza perfetta
consiste nella elasticità della domanda
dell’impresa rispetto al prezzo
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In concorrenza perfetta l’impresa
fronteggia una funzione di domanda ad
elasticità infinita (la curva di domanda
dell’impresa è orizzontale)
In monopolio il monopolista ha di
fronte una domanda inclinata
negativamente, corrispondente alla
curva di domanda di mercato, con un
valore finito dell’elasticità
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PERCHE’ SORGE UN MONOPOLIO? LE
CINQUE CAUSE
1) Controllo esclusivo di input fondamentali.
È il caso della deBeers per i diamanti.
2) Economie di scala. Può dar luogo al
cosiddetto monopolio naturale: se la curva del
costo medio di lungo periodo è sempre
decrescente, allora un’unica impresa è in
grado di produrre a costi medi inferiori
rispetto a due o più imprese che si dividessero
il mercato.
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LE CINQUE CAUSE DEL MONOPOLIO
3)Brevetti. Il brevetto garantisce al suo possessore il
diritto esclusivo, per un certo periodo di tempo, allo
sfruttamento dei benefici da esso derivanti. I brevetti
sono indispensabili se si vuole favorire la ricerca, ma
comportano dei costi sociali derivanti dallo
sfruttamento monopolistico di tali risultati.
4) Economie di rete (o di network). In alcuni mercati
un prodotto acquista tanto più valore per i
consumatori quanto maggiore è il numero degli
utilizzatori.
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LE CINQUE CAUSE DEL MONOPOLIO
5) Licenze governative o appalti. L’autorità
pubblica rilascia licenze per l’ingresso in taluni
settori o per la fornitura di servizi. Si pensi alla
concessione della licenza alla Lottomatica o alle
licenze che le autorità locali rilasciano ai taxi.
Nel lungo periodo il fattore più importante tra
questi è rappresentato dalle economie di scala
che spiegano anche le economie di rete e le
concessioni governative.
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LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
IN MONOPOLIO
Anche il monopolista, nelle sue scelte, è
guidato dalla massimizzazione del profitto
A differenza della concorrenza perfetta, il
monopolista riconosce il fatto che egli
fronteggia l’intera curva di domanda di
mercato (perché è l’unico produttore!)
Il prezzo al quale egli vende il prodotto
non è indipendente dalla quantità venduta
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A differenza dell’impresa
concorrenziale, per il monopolista il
ricavo marginale è inferiore al prezzo
Infatti, il ricavo totale non cresce
sempre proporzionalmente alla quantità
venduta, ma può aumentare o diminuire
a seconda della elasticità della curva di
domanda fronteggiata dal monopolista
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RICAVO TOTALE IN CONCORRENZA PERFETTA
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RICAVO, DOMANDA E ELASTICITA’ IN CASO DI CURVA DI
DOMANDA INCLINATA NEGATIVAMENTE
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Perché quando si abbassa il prezzo la reazione del
ricavo totale dipende dall’elasticità della
domanda.
Infatti è il risultato di due forze contrastanti:
- la diminuzione del ricavo su tutte le unità di
prodotto già vendute
- l’aumento del ricavo dovuto al fatto di vendere
più unità di prodotto (in quanto si affronta una curva
di domanda inclinata negativamente).
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Figura 12-5: Variazione nel ricavo totale a seguito di una riduzione del
prezzo
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Quando il monopolista massimizza il
profitto?
E’ sempre valida la condizione di ottimo che impone
l’eguaglianza tra il ricavo marginale (MR) e il costo
marginale (MC)
Tale condizione era valida anche in concorrenza
perfetta…..solo che – in quel contesto – MR=P perché
l’impresa affrontava una curva di domanda
perfettamente elastica.
Ora, con una curva negativamente inclinata, non e’ più
vero che MR=P, quindi la condizione di
massimizzazione del profitto torna ad essere quella
generale
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PER I PIU’ AUDACI:
LEGAME TRA MR E ε
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Ricordando la definizione di elasticità:
Otteniamo che:
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RICAVO MARGINALE ED ELASTICITÀ
Quanto più la curva di domanda è rigida,
tanto più marcata è la differenza tra prezzo e
ricavo marginale (e viceversa)
Al limite quando l’elasticità della domanda
tende ad infinito, ricavo marginale e prezzo
coincidono (ciò che accade in concorrenza
perfetta)
Questo ci fa capire che il monopolista ha
convenienza ad operare esclusivamente nel
tratto elastico della curva di domanda
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Figura 12-7: Curva di domanda e curva di ricavo marginale associata
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IL GRAFICO PRECEDENTE CI DICE CHE:
IL MONOPOLISTA HA CONVENIENZA AD
OPERARE NEL TRATTO ELASTICO DELLA
CURVA DI DOMANDA (CIOE’ IN CUI ε >1);
INFATTI IL RICAVO MARGINALE E’
POSITIVO SOLO IN QUELLA REGIONE.
DOPO IL PUNTO ε = 1, OGNI DIMINUIZIONE
DI PREZZO FA DIMINUIRE IL RICAVO
TOTALE (E QUINDI MR<0).
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Figura 12-8: Una specifica
curva di domanda lineare e la corrispondente curva di ricavo marginale
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IMPORTANTE
La curva di ricavo marginale (MR)
ha:
- la stessa intercetta della curva di
domanda
- e l’inclinazione doppia rispetto
alla curva di domanda
SUL SITO LA DERIVAZIONE
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QUESTO RAFFORZA, ANCHE
GRAFICAMENTE, IL CONCETTO
FONDAMENTALE:
PER IL MONOPOLISTA, IL RICAVO
MARGINALE E’ INFERIORE AL
PREZZO.
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E LA “DISTANZA” TRA I DUE, E’ DATA
DALL’ELASTICITA’ DELLA CURVA DI
DOMANDA:
- QUANTO PIU’ E’ ELASTICA, TANTO
PIU’ P e MR SARANNO VICINI.
- QUANTO MENO E’ ELASTICA,
TANTO PIU’ P e MR SARANNO
LONTANI.
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TORNA?
Quando il monopolista abbassa il prezzo per
vendere di più (perché affronta una curva di
domanda inclinata negativamente), il suo ricavo
marginale sarà:
- tanto più vicino al prezzo di vendita quanto più
riesce a compensare la perdita economica sulle unità
inframarginali (=quelle precedenti) aumentando la
nuova domanda
- e questo avviene se la domanda è molto elastica.
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Viceversa, se la domanda è più rigida:
- le nuove vendite saranno minori
- il monopolista non riesce a compensare di molto la
perdita di ricavo totale sulle unità inframarginali
- il ricavo marginale sarà ancor più distante dal
prezzo
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COMPORTAMENTO DELL’IMPRESA
MONOPOLISTA
Produce la quantità ottimale (Q*) in corrispondenza
dell’incrocio tra MR e MC.
Il prezzo ottimale (P*) viene letto sulla curva di
domanda.
Il profitto economico che realizza (Π) è la
differenza tra il ricavo totale (P*Q) e i costi
sostenuti (letti sulla curva di costo totale medio,
ATC).
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Il grafico fondamentale: prezzi e quantità in monopolio
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IL MARK-UP (=margine di profitto)
Abbiamo detto che la condizione di ottimo è:
MR=MC
E sappiamo che:
Unendole otteniamo:
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IMPORTANTISSIMO
Il margine di profitto (o mark-up) ottenibile
quando il monopolista produce la sua
quantità ottimale (Q*, in corrispondenza di
MR=MC) è dato dallo scostamento in termini
percentuali dal comportamento perfettamente
concorrenziale (cioè P=MC).
Esso dipende negativamente dall’elasticità
della domanda.
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LEGAME TRA MARK UP e ε
Quanto più la domanda è elastica (ε ↑) tanto più
basso è il mark-up (cioè si è più vicini al
comportamento concorrenziale).
Quanto più la domanda è rigida (↓), tanto più
alto è il mark-up (cioè ci si allontana dal
benchmark concorrenziale).
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TORNA?
Se i consumatori sono poco sensibili agli aumenti
di prezzo (= domanda rigida), si può sfruttare un
maggiore potere monopolistico (=mark up più alto).
Se i consumatori sono molto sensibili agli aumenti
di prezzo (= domanda elastica), si è più vicini al
benchmark di concorrenza perfetta, in cui il margine
di profitto è nullo.
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QUANDO IL MONOPOLISTA NON PRODUCE?
In concorrenza perfetta, l’impresa preferisce non
produrre se il prezzo è inferiore al valore minimo
dell’AVC.
In monopolio vale una condizione analoga:
Il monopolista preferisce non produrre se la curva di
domanda (sulla quale si legge il valore di P*, in
corrispondenza di Q* determinato da MR=MC)
giace sotto la curva AVC.
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Figura 12-11: Un monopolista che non dovrebbe produrre nulla nel
breve periodo
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Figura 12-12: Equilibrio di lungo periodo per un monopolista che
massimizza il profitto
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