SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole PATOLOGIA IN PILLOLE Nr. 35 J. Barizzi Storia clinica Una donna di 67 anni si rivolge al pronto soccorso per dolori addominali persistenti da due giorni. L’esame obiettivo rivela dolenzia in fossa iliaca destra e peritonismo. L’analisi del sangue mostra leucocitosi e aumento della PCR. L’ecografia addominale è sospetta per appendicite acuta. Non si evidenziano masse tumorali. Si procede ad appendicectomia che conferma la diagnosi di appendicite acuta. All’esame macroscopico l’appendice vermiforme appare fortemente infiammata con parete edematosa e panno fibrinoso sulla sierosa. Non si evidenzia perfora- zione. Al taglio si vuota pus e detrito dal lume appendicolare e viene osservata una lesione di colore giallastro della parete del diametro di circa 1,5 cm (Figura A). L’esame istologico rileva flogosi acuta e, in corrispondenza della lesione giallastra, infiltrazione a tutto spessore della parete appendicolare da parte di gruppetti di cellule neoplastiche con abbondante muco intracellulare senza rilevanti atipie. (Figura B con colorazione HE; Figura C con colorazione alcian-blu per evidenziare muco in blu). Analisi immunoistochimice evidenziano cromogranina nelle cellule neoplastiche (Figura D). A B C D Indica la diagnosi corretta: a Adenocarcinoma mucinoso dell’appendice vermiforme b Tumore endocrino ben differenziato (carcinoide) dell’appendice vermiforme c Carcinoide a cellule caliciformi dell’appendice vermiforme d Metastasi appendicolari di adenocarcinoma gastrico sigillocellulare e Infiltrazione appendicolare di carcinoma mucinoso dell’ovaia 74 FEBBRAIO 2009 TRIBUNA MEDICA TICINESE 69 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole Diagnosi Carcinoide a cellule caliciformi dell’appendice vermiforme Commento Il tumore endocrino ben differenziato (sinonimo: tumore carcinoide) rappresenta approsimativamente il 5080% delle neoplasie dell’appendice vermiforme. Circa il 20% dei tumori carcinoidi sono localizzati in questa sede. L’incidenza del tumore carcinoide nella popolazione è stimata a 0,075 nuovi casi per 100'000 abitanti per anno. Questa cifra potrebbe essere in realtà più alta dal momento che molte di queste neoplasie, in quanto ritenute “benigne”, non vengono registrate. Si stima che un tumore carcinoide è identificabile in circa 1 su 300 prodotti di appendicectomia. Il tasso di diagnosi dipende tuttavia dal campionamento del pezzo operatorio da parte dell’anatomo-patologo. Attualmente, linee guida svizzere ed internazionali raccomandano un campionamento longitudinale dell’intero apice appendicolare, del margine di resezione nonché di numerose sezioni intermedie. La maggior parte dei tumori carcinoidi viene diagnosticata incidentalmente nel contesto di appendicectomia per appendicite acuta o per altri motivi. Sintomi quali dolori addominali, massa palpabile o sindrome da carcinoide (“flushing”) sono rari e limitati a forme avanzate della neoplasia. Nel 50-70% dei casi il tumore è localizzato nella regione apicale, nel 5-21% nel mezzo e nel 7-10% nella base dell’appendice vermiforme. Microscopicamente si presenta come una lesione gialla o grigio-biancastra, non ben delimitata della parete appendicolare. Alla diagnosi l’80% dei tumori ha un diametro inferiore di 1 cm, il14% misura tra 1 e 2 cm e il 6% supera i 2 cm. La patogenesi del tumore carcinoide è sconosciuta. Non si osservano a livello molecolare similitudini con la sequenza 70 TRIBUNA MEDICA TICINESE di sviluppo dell’adenocarcinoma del colon ed in particolare non sono conosciute lesioni precancerose o displastiche delle cellule epiteliali endocrine. All’esame istologico si differenziano tumori carcinoidi puramente endocrini e tumori carcinoidi misti endocrini-esocrini. Nelle forme puramente endocrine, il tumore carcinoide è costituito da nidi di cellule neoplastiche infiltranti la parete appendicolare, a volte con strutture tubulari di aspetto ghiandolare. La mucosa sovrastante è sovente intatta tranne nei punti dove i nidi tumorali sono in continuità con la base delle cripte. Le cellule neoplastiche sono ovaloidi, regolari senza atipie significative. Raramente si rilevano figure mitotiche. Nelle forme miste endocrino-esocrino si osservano cellule caliciformi con vacuoli citoplasmatici contenenti muco e con nuclei spinti lateralmente, adiacenti alla membrana cellulare. La produzione di muco può essere focalmente abbondante con possibilità di formare accumuli extracellulari rilevabili con colorazioni istochimiche. All’esame immunoistochimico, il tumore carcinoide è caratterizzato dall’espressione di marcatori endocrini (ad esempio cromogranina e sinaptofisina) che sono tuttavia localmente attenuati nelle cellule endocrine caliciformi. Una corretta diagnosi anatomo-patologica è essenziale per un trattamento adeguato. In particolare la presenza di elementi caliciformi con muco intracitoplasmatico non deve essere confusa per metastasi di un carcinoma sigillocellulare, ad esempio dello stomaco. La maggior parte dei pazienti con tumore endocrino ben differenziato (carcinoide) dell’appendice vermiforme ha prognosi estremamente favorevole dopo resezione chirurgica. Tumori con diametro inferiore a 1 cm non metastatizzano praticamente mai. Tumori con diametro superiore a 2 cm tuttavia possono dare luogo a metastasi linfonodali regionali fino nel 21-44% dei 74 FEBBRAIO 2009 casi. Globalmente la sopravvivenza a 5 anni di pazienti con tumore carcinoide localizzato all’appendice è del 94% mentre è del 85% per pazienti con coinvolgimento metastatico di linfonodi regionali. Tra i fattori prognostici sfavorevoli, oltre alle dimensioni, vanno citati la presenza di angioinvasione, invasione della sottosierosa e del mesenteriolo appendicolare nonché aspetti caliciformi. In quest’ultimo caso va rilevato che esistono anche tumori carcinoidi a cellule caliciformi poco differenziati con comportamento aggressivo nei quali si osservano atipie nucleari più importanti e crescita di tipo dissociato. Per questo motivo alcuni Autori propongono di limitare il termine tumore carcinoide a cellule caliciformi per le forme classiche e di diagnosticare neoplasie poco differenziate come adenocarcinoma insorto in tumore carcinoide a cellule caliciforme. In caso di disseminazione locale, il tumore carcinoide a cellule caliciformi si estende agli organi pelvici, in particolare alle ovaie, al peritoneo e all’omento. Metastasi a distanza, per via linfatica o venosa, possono essere evidenziate come in pazienti con adenocarcinoma colico, soprattutto in fegato, polmoni e a livello osseo. Fermo restando che la maggioranza dei pazienti con tumore carcinoide dell’appendice vermiforme ha prognosi favorevole, la terapia di pazienti che presentano fattori prognostici sfavorevoli rimane controversa. Nel caso di tumori carcinoide a cellule caliciformi viene consigliata una emicolectomia destra di radicalizzazzione dopo appendicectomia in caso di: - adenocarcinoma insorto in tumore carcinoide a cellule caliciformi; - attività mitotica elevata; - coinvolgimento del cieco e del margine di resezione; - metastasi linfonodali; - tumore di più di 2 cm di diametro (questa condizione è fortemente discussa anche a causa della diffi- SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole coltà di valutare le dimensioni della neoplasia, trattandosi di una neoplasia mal delimitata con infiltrazione circonferenziale della parete). Alla luce di un’aggressività più elevata del tumore carcinoide a cellule caliciformi rispetto al tumore carcinoide “classico” dell’appendice vermiforme, alcuni Autori ritengono l’emicolectomia destra di radicalizzazzione indispensabile. L’incertezza sul trattamento appropriato riflette la mancanza di studi clinici con sufficiente numero di pazienti e follow-up adeguato. Particolarmente controverso è il trattamento di pazienti con tumore carcinoide di dimensioni inferiori a 2 cm. Questo è sicuramente dovuto anche al fatto che il sistema di stadiazione proposto dalla WHO per i tumori carcinoidi non stratifica lesioni inferiori a 2 cm. Per rispondere a quesiti sulla prognosi e terapia dei tumori carcinoidi appendicolari è stato pertanto recentemente proposta una modifica del sistema di stadiazione (Tabella 1). Parallelamente viene consigliato di registrare i tumori carcinoidi appendicolari nella banca dati dei Registri Tumori e, a livello nazionale, si sta addirittura procedendo per creare un Registro Tumori Svizzero per neoplasie endocrine. Bibliografia Tang L, Shia J, Soslow R. Pathologic classification and clinical behaviour of the spectrum of goblet cell carcinoid tumors of the appendix. Am J Surg Pathol 2008; 32:10, 1429-1443. Pahlavan P, Kanthan R. Goblet cell carcinoid of the appendix. World J of Surgical Oncology 2005; 3:36. Kanthan R. Goblet cell carcinoid of the appendix: immunophenotype and ultrastructural study. Arch Pathol Lab Med 2001; 125:386390. Rindi G, Klöppel G et al. TNM staging of midgut and hindgut (neuro)endocrine tumors: a consensus proposal including a grading system. Virchows Arch 2007, 451:757-62 World Health Organization Classification of Tumours. Tumours of the Digestive System. Edited by SR Hamilton and LA Aaltonen. IARC Press, Lyon 2000. T (Tumore primario) Tx Tumore primario non può essere valutato T0 Nessuna evidenza di tumore primario T1 Tumore ≤ 1 cm con invasione della sottomucosa e della tonaca muscolare propria T2 Tumore ≤ 2 cm con invasione della sottomucosa, tonaca muscolare propria e/o minima invasione (fino a 3 mm) della sottosierosa o del mesenteriolo T3 Tumore ≥ 2 cm e/o invasione estensiva (oltre i 3 mm) della sottosierosa o del mesenteriolo T4 Tumore con invasione del peritoneo e/o di organi adiacenti N (Linfonodi regionali) Nx Linfonodi regionali non possono essere valutati N0 Nessuna metastasi linfonodale N1 Metastasi linfonodali regionali M (Metastasi a distanza) Mx Metastasi a distanza non possono essere valutate M0 Nessuna metastasi a distanza M1 Metastasi a distanza Tab. 1: Proposta per un sistema di stadiazione in patologia (pTNM) per tumori endocrini dell’appendice vermiforme (Rindi G. et al.). 74 FEBBRAIO 2009 TRIBUNA MEDICA TICINESE 71